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F. Nietzsche |
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3. Le menzogne dei millenni e la nuova umanità 4. Dioniso e l'accettazione della vita 5. La critica della morale e la trasmutazione dei valori 6. La critica della cultura scientifica e storica contemporanea |
Friedrich Nietzsche (15 ottobre 1844 - 25 agosto 1900)
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U.D. 3
Unità didattica n. 3 |
La sua filosofia
3. Le menzogne
dei millenni e la nuova umanità
Demitizzazione,
desacralizzazione dei sistemi (metafisici, morali e religiosi) che l'uomo
si è costruito per resistere all'impatto del caos della vita. Egli li
mette a nudo: «sono una dinamite!». Si
tratta di una critica contro il tipo antropologico prodotto dalla civiltà
occidentale, sottomesso all'autorità costituita. Alla
pars destruens seguirà il lieto messaggio del nuovo modello di
umanità: l'übermensch (oltreuomo). Aforismi,
allusioni, profezie... è un pensiero selvaggio.
4.
Dioniso e l'accettazione della vita
Dalla
constatazione dell'orrore del mondo può seguire: -
la rassegnazione ascetica e fuggiasca di Schopenhauer -
o l'accettazione della vita così come è, la sua esaltazione. Solo
il sì alla vita trasforma il dolore in gioia, la lotta in armonia, è
l'accettazione integrale, proprio del dionisiaco greco, che è il dio
dell'armonia delle forme, che là dove c'è orrore lo trasfigura in
ideale, sublime o comico. Solo
la trasfigurazione rende possibile l'accettazione: nasce la tragedia e la
commedia. A
Dioniso-entusiasmo si unisce Apollo-armonia e la virtù morale cristiana
da Platone in poi viene abbattuta. Non
pessimismo decadente né ottimismo superficiale, ma orrore e sì! Come per
Schopenhauer era orrore e no, fuga.
5. La critica della morale e la trasmutazione dei valori
La
morale e il cristianesimo sono contro la vita. Tutti li hanno sempre
accettati, ma mettiamo in questione il valore dei valori: la morale è una
proiezione delle tendenze umane che ci hanno messo nell'educazione,
l'istinto del gregge nel singolo, la voce della coscienza in fondo non è
Dio, ma l'altro uomo quello dominante. Alla
morale dei signori (cavalleresca) il cristianesimo ha sostituito la morale
degli schiavi, e questo è nato dalla casta sacerdotale che vuole dominare
quello che non ha, lo spirito, è il popolo sacerdotale che ha irretito
gli uomini, riempiendoli di sensi di colpa, di auto-tormenti, tanto da
conquistare il conquistatore, Roma. Vi
scongiuro fratelli, rimanete fedeli alla terra, il cristianesimo è «la
più sotterranea congiura che sia mai esistita... contro la vita stessa».
L'anima non esiste, io sono corpo, e la valle di lacrime è la mia dimora
gioiosa.
6.
La critica della cultura scientifica e storica contemporanea
La
scienza pur essendo una scuola di rigore, se si ferma ai fatti, se adora
l'oggettività, impoverisce l'energia vitale. Ce l'ha contro il
positivismo, ai cui fatti oppone le interpretazioni. Pure
lo storicismo è idolatra del fatto come necessario (Hegel) che subordina
l'uomo a puro epigono del passato. La
storia va vista da un punto di vista: -
Monumentale:
ciò che vi è di più elevato nel passato può ancora rivivere ed essere
attuale nel presente -
Archeologico:
ciò che è presente è radicato nella tradizione con il passato. -
Critico:
ma per vivere l'uomo ha bisogno di rompere con il passato. Nietzsche
non nega la storia, ma la vuole subordinata alla vita.
7.
La morte di Dio
Dio
è: 1.
il simbolo di ogni prospettiva oltremondana e antivitale 2.
la personificazione di tutte le certezze ultime dell'umanità ebbene
Dio è morto. È
una menzogna, come il cosmo razionale è uno stratagemma per continuare a
vivere in un mondo che invece è solo caos, l'uomo si è dovuto
convincere, imbrogliare, per consolarsi. L'uomo ha bisogno della menzogna
per vivere (già Platone: il fanciullino di Cebete...), per sopravvivere. La
più antica delle bugie vitali ora però è morta... ateo è realtà. Vediamo
l'annuncio e le conseguenze. Eccoci
nella Gaia scienza il novello
Diogene annunzia la morte di Dio, che gli uomini, che sono assassini, che
si sono fatti quasi dei per poterlo fare... ma è arrivato troppo tardi,
l'uccisione è già avvenuta... ma è arrivato troppo presto, l'uccisione
non si è ancora ripercossa... La
morte di Dio è un trauma per l'uomo non über, ma proprio essa fa nascere
il Super-uomo. Morte
di Dio, vertigine di chi guarda in faccia l'orrore, libertà! Siamo
spiriti liberi ora finalmente il nostro mare ci sta aperto davanti. Con
Dio muore Platone il primo a calunniare questo mondo. Non
è che Dio non esiste (questa è una posizione metafisica) ma è morto, è
un accadimento anch'esso in corso. Morti
sono tutti gli dei, ora vogliamo che il superuomo viva. Non è facile,
morto un Dio gli uomini adorano un asino, sostituto idolatrico. La
grandezza dell'oltre uomo è il riuscire a vivere la propria libertà,
riuscendo a vincere anche l'ombra di Dio.
8.
Nichilismo e suo superamento
Nichilismo
è fuga dal mondo, quindi Platone e la Chiesa. Ma anche la situazione del
moderno essendosi illuso con la metafisica di dare un senso al tutto ora
ne rimane deluso. Non
ci sono valori, fuori, sopra il mondo che è vuoto, questo è il
nichilismo di colui che si chiederà sempre "a che scopo?",
senza giungere a una risposta. Nietzsche
invece ha attraversato il nichilismo e l'ha superato. Il nichilismo
passivo è quello che di fronte al vuoto si abbatte, quello attivo è di
chi dà sempre un senso, nella mancanza di senso scopre di essere lui
stesso la fonte di senso (creatore!), sviluppa la sua volontà di potenza,
comprende la sua responsabilità di istituire i significati.
9.
L'eterno ritorno
Il
più abissale dei pensieri di Nietzsche è l'eterno ritorno dell'Uguale:
la ripetizione eterna di tutte le vicende del mondo. L'uomo dell'Ottocento
è preso dalla scissione tra senso ed esistenza, solo il über può
decidere l'eterno ritorno e quindi vivere come se tutto tornasse, come un
gioco creativo che ha in sé il proprio senso appagante. Se il tempo, del resto, avesse una struttura lineare, l'agire dell'uomo non sarebbe sottoposto alla responsabilità in quanto in un tempo spazializzato (come direbbe Bergson), ossia in un tempo formato da tanti attimi tutti uguali e sostituibili uno all'altro, l'azione compiuta in un determinato momento non avrebbe nessi con le altre e con l'intera vita. Al contrario in un tempo ciclico ogni azione ritorna e si ripresenta in una costante assunzione di responsabilità: la tua azione vale per sempre, le conseguenze dell'azione si ripercuotono sull'intero arco della vita, per l'eternità. C'è chi interpreta l'eterno ritorno anche in chiave antitrascendentalistica, ossia come chiusura del tempo in un costate riferimento a sé che non prevede alcuna ulteriorità.
10.
Il superuomo e la volontà di potenza
Nietzsche
è il filosofo della liberazione, l'uomo del futuro, l'über saprà:
accettare la vita, rifiutare la morale, reggere alla morte di Dio,
guardare in faccia la realtà, superare il nichilismo, collocarsi nella
prospettiva dell'eterno ritorno, porsi come volontà di potenza. Così
la potenza è di ergersi sopra il caos e imporre i propri significati
all'essere, ri-creare l'essere a misura della propria umanità. Ma
chi è il super-uomo? Uno
qualunque dell'umanità liberata? O è un élite? È ambiguo, anzi aperto! |
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Ultimo aggiornamento: giovedì 20 marzo 2003 |
Ultimo aggiornamento:
giovedì 20 marzo 2003
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