Clinamen

Ti amo, Terra

Ero ancora bambino ("si tratta allora di pochi giorni fa", trionferà qualcuno... ebbene si, ribatto io). Camminavo sovente per prati verdi, sotto il cielo azzurro, per il sole giallo. Era la vita, perché la vita è fatta di soli tre colori, perché "vita" era vivere, ossia respirare, ossia passeggiare in mezzo a questa scorza di natura della superficie terrestre. Mai esistevano le faglie ed i vulcani. E appena ne scoprii l' esistenza, essi erano il Male. Quel vitello tenero laggiù nel prato sapeva di buono, sapeva di vita. Lo sentivo mio fratello (e dico ciò non in senso ideologico o metaforico; per intenderci; avrei voluto giocarci insieme, che so io, a un due tre stella...), il vitello.... il vitello, mio fratello... e la vacca, la mia mamma... quelle belle mammelle gonfie... va be'...

Passarono quelle cose che si chiamano anni ("pochi!" trionferà qualcuno... ebbene si, ribatto io) e la mia lontananza da quei prati era lievitata nell' insopportabilità della separazione. Pochi giorni fa ("pochi!" trionferà qualcuno... "Imbecille", ribatto io, "non vedi che l' ho già scritto?") un pomeriggio tutto per me. Lo inauguro col telegiornale; morte e morte e morte. Su sette notizie, così recita la mia subitanea statistica, cinque di morte. E quante cose per la mia testa; già scrissi della cultura della morte tanti mesi fa, della cultura della morte che non c'è in questo miserrimo Paese, se non nella strizzata di scroto o nelle corna sottobanco. Eppure, interrompendo la mia subitanea statistica, ogni giorno tra film e tiggì mi dovevo sorbire la notizia o la finzione (ammettiamo pure che sia tutto vero) di decine e decine di morti. Perché stupisce, perché l' audience vive di morte. Cominciai a chiedermi, intuendo già la risposta... perché mai dovremmo stupirci? L' intuizione, disgraziatamente, non mi dava soddisfazione, in quel modo formulata. Ecco perché capii subito il da farsi. Chiavi nel cruscotto e via, direzione prato perduto.

Arrivai al mio posto delle fragole. Erano anni che non lo respiravo, eppure dista solo nove chilometri da dove abito; è solo un po' più a nord, ancora più vicino alla Svizzera.

Vi ho trovato solo una mucca, e gli stessi colori di allora. Non c'era traccia di rosso, altro che colore vitale, altro che colore primario, altro che colore ipnotico... lo dovrebbe essere solo perché rosso è il sangue? Ma non è banale tutto ciò?

Sceso dall' auto mi diressi verso il bovino e finalmente ci trovammo di fronte. Avevo finalmente ritrovato la vita, in cuor mio sapevo di essere all' apice della felicità. Mai avrei ripetuto una esperienza emozionante più di quella. Tutto ho rivissuto in quel momento; tutta la mia vita e anche la vostra trovava la giusta intersezione, il giusto nodo, il supremo vincolo. Si è trattato di qualche secondo, perché d'un tratto smise di degnarmi del suo sguardo subitaneo quanto la mia statistica sulla morte e si allontanò, da me immobile. Non potevo sopportare che mi ignorasse così, che sdegnosamente rifiutasse d' un tratto di rendermi partecipe delle sue verità. Avrei voluto ucciderla, e l' avrei fatto, se ne avessi avuto un mezzo.

Esistere; da ex-sisto, mi faccio altro da ciò che in realtà sono. Porto sempre con me un dizionario etimologico; siamo compagni inseparabili.

Morii tornando a casa, triste, col dizionario ancora aperto in mano, che cercava di parlarmi oltre; la capacità di intuizione non si perde da morti, credetemi... e intuii qualcosa, io ormai moribondo, fra quelle parole chiaramente scandite che ormai il mio udito riusciva a recepire solo come sibili e bisbigli emessi da quelle pagine; "non dovevi usare aggettivi, non affetti, non qualità, ma solo tre colori; tutto il resto era piacevolmente superfluo".

E voi cosa state credendo di leggere? O meglio, prima di tutto, credete di aver letto qualcosa? Ma secondo voi un morto può scrivere? Fessacchiotti... e credete pure che tutto questo scrivere abbia un senso?... ché poi, se fossi ancora vivo come voi, mi premerebbe chiedervi perché mai tutto ciò dovrebbe filare, per essere degno di una scorsa... ma tutto ciò cosa... ma che combino... cerco di comunicare coi vivi ora... a che mi sono ridotto...

Perché nulla può scrivere un morto e nulla potete leggere, di un morto. Se credete di aver letto e (perfino!) dato un senso a queste parole è solo perché anche voi, da piccoli, vedeste un vitello in un verde prato, sotto il cielo azzurro, per il sole giallo. Perché avete vissuto e starete vivendo una esperienza meravigliosa, perché vivere è meraviglioso, perché vivere sarà meraviglioso e morire lo è già, esattamente nella stessa misura, questo capii sin da quando respiravo, in modo esatto e incontrovertibile. Date retta a me. Non apprestatevi troppo allo sguardo dei bovini. Potrebbe sembrarvi lugubre e verreste fuorviati.

E quando guarderete le stelle, pensatemi un po'. E quando guarderete le stelle, esse mi daranno ragione; voi, in quel momento, starete predicendo il loro passato. Proprio come avete fatto, per me, in questi due minuti.

Marò, ' ste albicocche mi stanno facendo proprio male. Non riesco davvero a digerirle.

Jacobin