23 Maggio 2001

Il Web ed i bambini

 

per collaborazioni, commenti, critiche, e altro contattateci alla e-mail: clubinfo@libero.it risponderemo al più presto!

"attenzioni particolari" verso i bambini
 in rete (e non solo)... cosa possiamo fare?

di Alessandro Luparello

 

questo articolo è stato letto da     persone dalla data di pubblicazione (23 Maggio 2001).
Grazie!


Questo articolo, per la drammaticità e l'importanza del tema trattato, può essere considerato un tentativo, peraltro piccolo e probabilmente poco utile, di sensibilizzazione ed informazione su un fenomeno che non può non ritenersi indegno di una civiltà "evoluta". Per questo motivo, quindi, è data facoltà a tutti, qualora lo si ritenesse opportuno, di far uso dell'articolo stesso in ogni modo considerato utile per il raggiungimento degli obiettivi suddetti. 

A tal fine è possibile anche scaricare un file PDF (Zipped: 340 KByte) come versione stampabile dell'articolo: scarica file stampabile 
(che può essere letto con Acrobat Reader,  scaricabile gratuitamente: )

Per lo stesso motivo è fortemente auspicabile una collaborazione con quanti sentano di poter dare suggerimenti ed indicazioni (o avanzare critiche) al fine di rendere più chiaro e più incisivo il messaggio che si desidera trasmettere, arricchendo l'articolo di più dettagliate e precise informazioni. 
Grazie da parte dell'autore e dell'intera redazione del Club di Informatica.

Una nota dell'autore: le immagini che NON vedrete in questo articolo, sono state "inserite" per rivolgere un pensiero a coloro che, costretti, subiscono (fisicamente e/o psicologicamente) e che, senza troppa fatica, potevano benissimo apparire anche nelle nostre pagine.


S o m m a r i o

Perché scrivere questo articolo
Sfruttamento sessuale dei bambini nel mondo
Pedofilia

Analisi del tentativo di "normalizzazione" della pedofilia
Situazione su Internet
Chi lotta contro
E noi?
Se i bambini navigano...
Conclusioni
Bibliografia e riferimenti


 

Perché scrivere questo articolo

Tempo fa, credo siano passati ormai diversi mesi, sono accaduti due fatti di cronaca estremamente crudeli, a distanza di pochi giorni l'uno dall'altro. Entrambi avevano, come piccole vittime innocenti, bambini in età preadolescenziale (stiamo parlando quindi di bambini con meno di 12-13 anni) e ad entrambi i fatti, come era lecito attendersi, è stato dato enorme risalto dai mezzi di informazione pubblica e privata.
Qualcuno ricorderà come in quel periodo ci siano state diverse prese di posizione, anche autorevoli, sul problema del dilagare del fenomeno della pedofilia in Italia e nel resto del mondo (difficile dimenticare le dimensioni assunte dal problema in Belgio, ad esempio) e la forte e decisa volontà di reazione delle Istituzioni (o, almeno, di alcuni esponenti di queste) e delle forze di Polizia. 
In quello stesso periodo, si cominciò ad osservare quanto vasto e totalmente libero fosse il canale di trasmissione e diffusione offerto da Internet (nacquero anche diverse polemiche sull'eventuale introduzione, sulla rete delle reti, di vincoli legali internazionali).. fatto è, comunque, che in quel periodo il legame pedofilia-internet venne "scoperto", sottoposto all'attenzione pubblica (anche in modo equivoco) e divenne un nuovo, ampio, difficile ed agguerrito fronte sul quale combattere un fenomeno che, intanto, aveva già assunto proporzioni incredibili.
Quello fu il periodo in cui decisi, spinto dalla rabbia e dallo sdegno provocatomi -istintivamente- da tanta volgare e disumana crudeltà, di non starmene fermo e zitto e di fare quanto mi era possibile (cioè decisamente poco) per aiutare chi, giornalmente, combatteva questa battaglia. Con la certezza che solo tante piccole (e, da sole, forse inutili) prese di posizione possano creare una coscienza civile attiva, pronta a reagire con forza e decisione, conscia dei propri diritti, dei propri doveri da e verso la società di oggi, di ieri e, soprattutto, di domani... e con l'altra certezza che solo questa sorta di risorgimento delle coscienze può dar vita a quella rivoluzione sociale che, sola, può realmente modificare l'evoluzione (o degenerata involuzione?) stanca ed apatica della società tutta.

"Ognuno deve fare la sua parte, piccola o grande che sia" (G.Falcone), "essendo compito principale di ogni società civile difendere la dignità dell'uomo e, soprattutto, tutelare l'infanzia da ogni forma di aggressione e strumentalizzazione" (dal testo della mozione presentata alla Camera dei Deputati il 19-12-1997, primo firmatario on. Bono), "ma nessuna iniziativa potrà risultare veramente efficace se ognuno di noi non contribuirà a creare una grande catena umana di consapevolezza, di responsabilità e di solidarietà" (Don F. Di Noto).

Ecco perché, tra l'altro, nasce questo articolo.

 


 

Sfruttamento sessuale dei bambini nel mondo
(questo paragrafetto è interamente tratto da [3]; la chiarezza espositiva, la padronanza dell'argomento e la mole di informazioni riscontratevi sono infatti sicuramente al di sopra delle possibilità dell'autore dell'articolo)

La prostituzione minorile è una delle varie forme di schiavitù accanto alla compravendita e allo sfruttamento lavorativo, al lavoro forzato e all’asservimento per debiti. Essa si connota come l’abuso di minori a scopo sessuale e, pur presentandosi sotto varie forme, sta diventando ormai una delle peggior piaghe che il nostro presente ha ereditato dall’antichità greco-romana e dalle civiltà asiatiche ed africane. In quasi tutti i paesi meta del turismo internazionale, dall’Estremo Oriente all’America Latina e, secondo dati recenti, anche in Europa, la prostituzione infantile sta sempre di più oggi toccando livelli preoccupanti, coinvolgendo centinaia di migliaia di bambini e adolescenti, costretti al commercio sessuale da organizzazioni clandestine che ne gestiscono i proventi.

Un affare da 5 miliardi di dollari che conta circa 1 milione di nuovi bambini ogni anno. Il traffico meglio documentato di minori destinati al mercato del sesso, secondo le ultime indagini, sarebbe quello che riguarda la rotta che parte dalla Thailandia e va verso la Birmania, la Cina e il Laos; dalle Filippine verso la Malesia, dal Nepal verso l’India, dall’India verso il Medio Oriente, dal Bangladesh verso il Pakistan. E la meta finale di queste strade è, spesso, l’Europa. Anche se il fenomeno è in espansione in tutto il mondo, sicuramente, è l’Asia a detenere il triste primato con quasi 2 milioni di minori coinvolti. E lo stato più famoso è la Thailandia, dove la prostituzione non è legalizzata. 

Sono migliaia i piccoli che vengono costretti a prostituirsi in Asia, America Latina, Africa, Europa dell’Est e, anche, dell’Ovest. Lo sfruttamento sessuale di minori, quindi, non è sola prerogativa dei paesi cosiddetti poveri, dove le famiglie numerose si trovano costrette a vendere i propri figli per sopravvivere e dove agisce la corruzione dilagante e la criminalità organizzata. Accade anche nei paesi del benessere.
La crescita essenziale di questo commercio è dovuta, principalmente, ai turisti stranieri e ai pedofili, pronti a remunerare lautamente chi permette loro di liberare le loro ben particolari ossessioni sessuali. Centinaia di turisti, uomini d’affari e padri di famiglia sfruttano sessualmente i bambini durante le loro frequenti visite alle città dello svago internazionale. Gli uni e gli altri sono persone senza più valori, per le quali usare dei bambini come proprio oggetto sessuale, rappresenta una moda come un’altra. Sono soprattutto americani, europei, giapponesi. Essi hanno contribuito, negli ultimi anni, in modo decisivo a sostenere la degradante industria del sesso. 

Fra le loro braccia, i bambini si trasformano in “pedine” innocenti che confidano negli adulti e che vengono ingannati e venduti alla prostituzione, con la promessa di lavoro, educazione o, semplicemente, di una vita migliore. Sempre più spesso un minore viene violentato, molestato o avviato nel giro della prostituzione coercitivamente, proprio per mezzo di un adulto (genitore, parente, educatore, prete, benefattore) che ne ha conquistato l’affetto. Sia maschi che femmine sono le piccole vittime; ma soprattutto, femmine di età oscillante tra gli 8 e i 16 anni, in alcuni casi addirittura di 4-6 anni. Solo in rari paesi, la maggior parte dei minori coinvolti nella prostituzione è caratterizzata da maschi. Attualmente, per paura dell’Aids, la domanda si sta dirottando verso bambine sempre più piccole, comportando un abbassamento notevole dell’età media di queste vittime. Si tratta, in particolare, di bambine provenienti da famiglie povere per le quali la prostituzione costituisce una delle poche fonti di sopravvivenza. Vengono costrette a lavorare 7 giorni a settimana con pausa di una sola notte al mese. Psicofarmaci e liquori sono l’unico aiuto che questi “bambini-adulti” hanno per riuscire a reggere questo tipo di vita e, molto spesso, finiscono con il drogarsi o suicidarsi, soprattutto, quando le condizioni fisiche non permettono più loro di lavorare. La vita lavorativa di un minore che si prostituisce, infatti, è assai breve. Il detto più comune di Patpong, strada di Bangkok dove il numero dei bambini sfruttati sessualmente è molto elevato, è: “Donne a 10 anni, vecchie a 20, morte a 30”.   

Attualmente, nei paesi in via di sviluppo ci sono villaggi privi di adolescenti. Si sono trasferiti tutti nei grandi centri urbani e la maggior parte di loro è coinvolta nella prostituzione, in alcuni casi di loro iniziativa, in altri obbligati perché venduti come schiavi dagli stessi genitori. Molte famiglie di contadini non hanno di che mangiare e spesso non possono “rifiutare” offerte di denaro vantaggiose: in Thailandia, per esempio, una ragazza che si prostituisce guadagna 20-30 volte di più di quanto guadagnerebbe con ogni altra occupazione a lei accessibile.
Non esistono dati precisi sullo sfruttamento sessuale dei bambini nel mondo, ma le stime sono, comunque, terribili. Se da un lato l’offerta è in continua crescita, causa le gravissime condizioni di vita cui sono costrette queste popolazioni, dall’altro è in forte aumento anche la domanda. Questo sfruttamento non nasce dal nulla e non è imposto a una società riluttante: nasce proprio da una domanda, gestita da persone che ci guadagnano sopra somme colossali e sopravvive solo per l’involontaria partecipazione di centinaia di bambini di entrambi i sessi.

Appare chiaro, quindi, come tra le tante forme di violenza, quella dello sfruttamento sessuale a fini commerciali, resti la più brutale in assoluto. Gli incredibili abusi fisici e psicologici cui sono sottoposti i minori minano alla base il loro sviluppo futuro: li espongono al rischio di maternità precoci e di malattie a trasmissione sessuale, Aids compresa. Ricerche e testimonianze dirette parlano di traumi così profondi da rendere difficile, se non impossibile, un effettivo recupero dei piccoli a una vita normale. Molti muoiono prima di diventare adulti.  In una società consumistica, che si basa sul principio della domanda e dell’offerta, la prostituzione infantile aumenta in funzione dell’esistenza di persone che ricercano un tipo particolare di piacere.

 


Pedofilia

Questo articolo era nato per parlare d'altro, indubbiamente; avrei dovuto limitare l'attenzione all'interazione tra Internet e lo sfruttamento minorile. Ma allo stato attuale non saprei come svincolarmi dall'allargare ancora una volta il campo d'osservazione introducendo alcune brevi considerazioni sul fenomeno (o cultura?) della pedofilia.
Io non sono certamente, come ogni altra persona al mondo, in grado di giudicare (né ho questo diritto) o di saper distinguere perfettamente tra giusto ed ingiusto, bene o male... Ci sono esperti (o noti come tali), ci sono sessuologi, criminologi, psicologi.. ci sono poi tantissime persone che hanno molta più esperienza di me con i bambini. 
Non sarò certo io a tenere una sorta di "seminario" sulla pedofilia, non ne sarei capace, né mi andrebbe di farlo. 

Nella nostra cultura occidentale, la pedofilia è oggigiorno vista come una forma, particolarmente cruenta e vigliacca, di "perversione sessuale". Cruenta perché non possono non tornare in mente talune sconcertanti notizie di cronaca, vigliacca perché rivolta contro i bambini, esseri indifesi, impreparati e, spesso, inconsapevoli.
Ma la pedofilia è davvero questo?
Sono andato a ricercare diverse informazioni sulla rete e, contrariamente a quanto molti potrebbero pensare, la mole di notizie, dati, informazioni trovate è davvero enorme... esistono dei siti interamente dedicati alla difesa della "cultura" pedofila, uno di questi è indubbiamente quello della Danish Pedophile Association (in qualche modo "famosa" per i continui scontri diretti con Telefono Arcobaleno), ed un altro è Child Liberation.

La Danish Pedofile Association è un'associazione internazionale con sede in Danimarca ma con diramazioni in tutto il mondo. Di che si occupa? Ecco quando riportano sulla home page del loro sito: 

La DPA, fondata nel 1985, è un'organizzazione che si occupa dei diritti sessuali dei minori. 
Il nostro punto di partenza è una concezione umanistica e razionale dei contatti affettivi e sessuali tra piccole e grandi persone, 
nel rispetto sia dell'identità del pedofilo, sia del bambino sessualmente attivo. 
Oltre al sostegno sociale nei confronti dei pedofili, il nostro lavoro consiste nel divulgare informazioni sulla pedofilia e sulla sessualità dei minori che possano colmare il pressoché totale vuoto di informazione attualmente esistente su questo tema, spesso purtroppo anche tra i cosiddetti "esperti"
.

Tale importante e significativa presentazione chiosa con la frase: Chiunque se ne può sincerare visitando più a fondo questo sito.
E questo è infatti quello che ho voluto fare: visitare a fondo il loro sito.
Qualcuno probabilmente potrebbe rimanere scandalizzato da questo atteggiamento "sconsiderato" ed "irresponsabile", come dinnanzi ad una qualsiasi cosa oscura e dubbia che l'istinto (di conservazione) ci suggerisce di evitare. Io credo però che "condannare" qualcosa senza conoscerla sia una pratica purtroppo già eccessivamente comune nelle società odierne, che continuano a contraddirsi incredibilmente... ed incredibilmente nel generale silenzio dei mezzi di informazione. Quindi ho preferito navigare sul loro sito e raccogliere informazioni, conoscere meglio questa realtà (se così si può dire) per saperne parlare, se non con reale cognizione di causa, almeno con l'ausilio di una qualche informazione non filtrata, non artefatta, non modificata... e non contestabile.

E cosa ho scoperto?
Un'infinità di cose: pareri (parlo di pareri di medici e psicologi) diversi da quelli che generalmente sono presentati dai mass media, pareri che -stranamente (?)- mai avevo ascoltato prima; testimonianze dirette di pedofili e di bambini; informazioni generali su una realtà per me del tutto nuova.
Quello della pedofilia è un mondo estremamente complesso. Penso sia ipocrita (ma a questo siamo ormai, da tempo, abituati) l'atteggiamento comune di "censura indiscriminata" dei pensieri degli altri... come, del resto, penso sia criminale e complice non reagire e non controbattere con forza a tali (stessi) pensieri.

Vorrei, nel mio piccolo, cercare di esprimere quanto ho dedotto (probabilmente peccando sia di superficialità che di immodestia) dal breve e fugace sguardo dato ad entrambi i mondi.. quasi fazioni in lotta, con mistificazioni e falsità.

La presentazione del sito della Danish Pedophile Association, così come le pagine del  Child Liberation, appaiono chiare: il pedofilo crede (o almeno dice di credere) d'essere nel giusto, dice di "amare" i bambini (o ragazzini, si parla infatti di "bambini sessualmente attivi".... anche se le età riscontrate nei testi presentati sembrerebbero discostarsi decisamente da questa "precisazione"), dice di volerli liberare dalla repressione (principalmente sessuale, che coincidenza!) imposta dalla società occidentale e di essere lontano e contrario, forse più che la stessa "comune società", alle violenze sui minori, sia psicologiche che fisiche. Il pedofilo si dichiara quindi quasi un "paladino" per la liberazione dei bambini dalle imposizioni, repressioni, schematizzazioni ed ipocrisie della società attuale... anche in campo sessuale ma non solo.
Questo non vuol dire che lo sia, ovviamente. 
Io credo (mi azzardo ad aggiungere "ovviamente") che non lo sia affatto, ma adesso (contrariamente a qualche giorno fa) non più semplicemente come pregiudizio o stereotipo imposto dal comune modo di pensare... ma con maggiore coscienza e maggiore motivazione. E ben diversamente da come suggeritomi dall'impressione data dai mezzi di comunicazione, purtroppo.

Il pedofilo si dichiara amico dei bambini. Parla di "spontaneità ed amicizia che si godono assieme", di "rispetto del desiderio del bambino", di "ottenimento del massimo senso di sicurezza", di "posto per la cultura infantile/giovanile e per il contatto con altri"....
La cosa non può non far riflettere. Specie se contrapposta alle violenze e coercizioni delle quali si parla e che i bambini subiscono... e specie se contrapposta al frettoloso mondo odierno, nel quale i genitori per primi sono spesso quelli che hanno meno tempo per i bambini, i propri figli. 

Ma il pedofilo parla anche di "interazione a livello personale ed (eventualmente) sessuale", di "attività adattata al livello psicosessuale del bambino", di "relazione equa", di "reale interesse per i sentimenti del bambino - anche sessuali - e desiderio per un'interazione al livello del bambino stesso". 
Come restare indifferenti? 
Dicono "eventualmente" sessuale, anche se praticamente nelle loro pagine (specie quelle delle esperienze) non si parla d'altro... e l'attenzione (o ossessione?) per l'aspetto sessuale è tutt'altro che marginale o secondaria.
Parlano di "Relazione equa"? Come può essere equa una (pseudo-)relazione nella quale
uno dei due attori si dichiara capace di "adattarsi al livello  psicosessuale" dell'altro? Non è questa un'ammissione di incontestabile (ed ovvia) superiorità psicologica dell'uomo (capace di adattarsi) sul bambino (incapace di adattarsi)? Non è forse un forte contrasto, una contraddizione, un confusionario tentativo di rendere "pulito" e "naturale" quello che tale non è (e non può essere)?
"Interesse per i sentimenti del bambino... anche sessuali"... Il bambino è un bambino. Ha i suoi pensieri, i suoi sentimenti... gioca e cresce, impara, sperimenta, fa esperienza. Si avvicina alla sfera sessuale... impara scoprendosi pian piano.. e guardando gli altri, il loro comportamento, il loro modo di fare, di rapportarsi, di interagire...

La sfera sessuale è un lato della persona e della personalità (non meno importante degli altri, come fino a non troppo tempo fa la società benpensante e falsamente cattolica si industriava di convincerci, ma neppure più importante degli altri, come alcuni psicologi o sedicenti fronti trasversali per la liberazione dalle repressioni vorrebbe adesso dare per scontato)...  e credo sia indubbio che questo aspetto nasce con l'uomo.. 
Ma nel bambino la sfera sessuale (come tutto il resto, dalla sfera fisica a quella psicologica, alla personalità) è in evoluzione, in crescita, in formazione... il bambino non andrebbe mai a cercare un adulto per fare esperienze di maturazione sessuale... se l'adulto non si intromettesse, infiltrasse subdolamente, facendo leva sulla naturale curiosità dei bambini e sulla loro immaturità.

Brutta parola.. immaturità.
Su questo si basa almeno un terzo del sito della Danish Pedophile Association: "
se ci si dà un così gran da fare per il bene dei bambini, perché non si va mai a chiedere il loro parere? È sempre un preconcetto "bene dei bambini" espresso dagli adulti, quello che si sente".
In una lettera aperta a Save the Children (associazione contro l'abuso sui minori) si dice anche: "Quando poi (come ho fatto io diverse volte) si pone ai "crociati" della "lotta alla pedofilia" e della "lotta alla pornografia infantile" la semplice domanda: "Ma chi vi ha mai detto che ai bambini non piaccia?", finisce che ti guardano come se non avessi tutte le rotelle a posto".
Ecco a cosa si arriva.. a chiedersi se ai bambini piaccia o meno!

E si va anche oltre. 

Il sito di Child Liberation, in una lunga dissertazione, spesso appoggiata e rafforzata da dati scientifici (?) sulla natura dei quali non posso discutere (non ho le conoscenze per farlo), si lancia in affermazioni molto dure verso la società e verso i rapporti di questa con i bambini.  Di più: ivi si portano avanti tesi assolutiste sulla maturità ed indipendenza dei bambini.
Tali tesi possono apparire (e lo sono) deprecabili, false e costruite ad arte per l'affermazione di una sorta di "cultura" pedofila... ma hanno il pregio (se di pregio si può parlare) di spingere alla riflessione, di invitare a rivedere un po' la società odierna, non in favore di una tolleranza filo-pedofila, ma in favore dei bambini.. troppo spesso (su questo non sento di dar torto al Child Liberation) esclusi da questo mondo pensato e progettato "per i grandi".

Ecco un passo della tesi di Child Liberation: (parlando delle organizzazioni internazionali per la lotta all'abuso sui minori) "Praticamente tutte queste organizzazioni ufficiali hanno le stesse idee di base e si fondano sulla mistificazione del bambino come fosse qualcosa di diverso, una mascotte di lusso, un'animale in via d'estinzione; infatti la loro parola d'ordine è 'proteggere', creare intorno al bambino una gabbia dorata che lo isoli da questo mondo ripugnante e pericoloso in cui viviamo, ma dimenticano una cosa: sono stati loro stessi e le loro stesse idee e valori che ci propongono come soluzione a fare di questo mondo ciò che è".

Viene poi apertamente chiesto: "Credete che il sesso sia una cosa bella? Allora perché farlo vivere al bambino come qualcosa di negativo, qualcosa che non si può fare fino a quando NOI decidiamo che è arrivata l'ora? Perché proteggere il bambino da qualcosa che è bello e può dare molta gioia di vivere se fatto per amore e con amore?".

Che dire? Io non mi ritengo una persona "apertissima" dal punto di vista delle idee sulla sessualità... ritengo ancora che la sessualità sia l'apice di un rapporto d'amore, la sua concretizzazione fisica a più alto livello, ritengo che debba essere vissuta... vissuta con libertà, senza inibizioni o paure, senza preconcetti e senza imposizioni... che debba essere vissuta a pieno, con slancio ed abbandono...    
Ritengo però che, proprio per quanto detto, possa essere un'esperienza meravigliosa solo all'interno di un rapporto d'amicizia, d'affetto, d'amore.. solo all'interno di una coppia affiatata (non solo fisicamente), solo all'interno di una scelta matura e responsabile, oltre che sotto l'effetto della passionalità (pur indispensabile).
Io non credo nell'esistenza di una età adatta. Di una età dalla quale si può cominciare ad avere rapporti sessuali... e prima della quale ciò è impossibile ed inaccettabile. Non credo che la cosa funzioni come con la maggiore età: fino ad un giorno prima no, poi si! E' impensabile che questo possa essere un meccanismo di scelta e decisione (ma è naturale che sia questo il meccanismo adottato in sede legale).
Però spero possiate consentirmi di dire che il termine "bambino" sia indubbiamente, automaticamente ed anche "naturalmente" scisso dal termine "rapporto sessuale".

Questo è quanto conclude Child Liberation: "Il diritto del bambino alla sessualità dovrebbe essere riconosciuto completamente a partire dell'entrata nella pubertà (11-12 anni, NdA) lasciandoli libera scelta del partner e modalità di compimento nonché facilitandole tutte le informazioni necessarie sul tema. Anche nella fase della fanciullezza (da 6 anni agli 11-12, NdA) la possibilità dell'esperienza sessuale dovrebbe essere riconosciuta a patto che venga rispettata la natura di gioco con cui essa si manifesta".

Basta.

Quelli che avevo pensato di trascrivere a questo punto erano frammenti di racconti... racconti di bambini (o ragazzi) che parlano della loro esperienza (passata o presente) con pedofili o di pedofili stessi. Questi racconti erano tratti sia dal sito della Danish Pedophile Association, sia da quello di Telefono Arcobaleno.
Il loro intento sarebbe dovuto essere (nelle menti degli autori dei due siti) ovviamente opposto.
Ma, credo, il loro risultato sia identico, i sentimenti suscitati nel lettore sono identici, le sensazioni (di ripugnanza ma anche di pietà) sono identiche. Questo a testimonianza del fatto che non di cieca censura piccolo-borghese si tratta, non di squallide e false campagne di caccia alle streghe, non di ghettizzazione o attacco al diverso, non di demonizzazione immotivata, innaturale ed inconsistente si tratta... ma della naturale, istintiva, incondizionata e libera (termine tanto caro ai nostri amici pedofili) reazione che nasce nell'uomo (indipendentemente dal proprio credo, dalla propria condizione sociale, dalla propria educazione)...

Perché, invece, non li ho riportati? Perché ho preferito non inserire queste testimonianze?
Sicuramente non per paura che smentissero le mie idee... tutt'altro. Né per paura d'essere giudicato da qualcuno.
Ho fatto marcia indietro (inizialmente erano infatti proprio qui), semplicemente perché ho ritenuto (ad una seconda rilettura dell'articolo) questo materiale un po' troppo esplicito.. inadatto ad una pubblicazione aperta a tutti come questa. A meno di non porre limiti di età sulla lettura di questo articolo (cosa un po' difficile da fare), non è mia intenzione inserire materiale tanto "forte".
Non che ci sia nulla di particolarmente osceno, o con parole irripetibili o chissà cos'altro... E' l'atmosfera che si respira tra quelle parole, il disincantato senso di normalità che si intravede.. la straordinariamente forte sensazione di sconvolgimento psicologico, di assoggettamento (consapevole o inconsapevole), di violazione... ad essere ripugnante (il primo) e fonte di pietà (il secondo).

Chi volesse, può trovare nella bibliografia gli indirizzi utili per risalire a tali testimonianze.

 


 

Analisi sul tentativo di "normalizzazione" della pedofilia
(una parte significativamente importante del paragrafo precedente è proprio basata sull'analisi (personale dell'autore) di questo subdolo e sommerso tentativo di dare un aspetto "normale" al fenomeno della pedofilia, di allentare la morsa dell'indignazione della società tutta, di favorire una "umanizzazione" di questa realtà... adesso sento il dovere di presentare (cenni di) un'altra analisi, simile alla precedente nelle intenzioni ma di gran lunga più seria, professionale, ricca di riferimenti e considerazioni. 
Si tratta di una lunga e dettagliata trattazione (della quale riporto solo qualche stralcio, a mio parere significativo) condotta da Strano M., Gotti V., Germani P, Quarello D. e Buzzi R., per Psychomedia (Marzo 2001) e pubblicata, col titolo "La pedofilia ed internet" sul sito Criminologia.org; v.[9]) 


La breve ricerca che segue vuole offrire uno spunto di riflessione su una serie di siti pedofili che riservano grande spazio all'apologia di questa particolare forma di "amore" per i bambini e si rivelano come ottimi veicoli di promozione pubblicitaria e di raccordo tra i pedofili di tutto il mondo. Tali realtà possono rappresentare una base di partenza interessante (o di verifica) per attività investigative nell’ambito della pedofilia. La loro pericolosità consiste proprio nel tentativo di promuovere una coscienza collettiva favorevole alla pedofilia nel tentativo di farla diventare una forma di sessualità accettabile e meritevole di tutela. Il tipo di comunicazione che viene utilizzata è infatti spesso simile a quella impiegata dai movimenti per i diritti civili. Ad esempio alcune associazioni pedofile hanno tentato (fallendo, NdA) di ottenere una qualche forma di legittimazione "agganciandosi" ai movimenti omosessuali che, particolarmente negli USA, hanno raggiunto una certa popolarità.

Uno dei siti di pedofili organizzati è quello del Fronte di Liberazione dei Bambini (Child Liberation, come accennato in precedenza, NdA) sicuramente uno dei più ambigui che si possono trovare in Internet, soprattutto per coloro che non sono avvezzi al linguaggio strumentale e manipolativo dei movimenti pedofili. Potrebbe infatti capitare di scambiarlo erroneamente per l'indirizzo di un'associazione che lotta per i diritti dei bambini e questo sembra essere proprio quello a cui mirano i creatori del sito. Chi vi accede per la prima volta noterà ad esempio subito l'immagine di un bambino: l'intenzione è quella di indurre il lettore a pensare immediatamente ad un qualcosa che deve essere protetto; viene proposto un tema di interesse generale per ottenere l'attenzione e la simpatia del navigatore. [...] 
Il sito è proposto in tre diverse versioni linguistiche (inglese, italiano e spagnolo) e si suddivide in 5 pagine relative ad altrettanti argomenti: diritti, libertà, educazione, sentimenti, links. 

Nella pagina relativa ai diritti dell'infanzia campeggia l'immagine (riportata qui a lato, NdA) di un bambino che si copre con una mano una guancia dopo aver ricevuto uno schiaffo e porge l'altra nel gesto di proteggersi; su di lui è posta la scritta "ora basta", al suo fianco la frase "è ora di liberare il bambino dal potere degli adulti" ora basta con gli abusi!. Tra le diverse forme di abuso che vengono indicate è fornita la definizione di abuso sessuale inteso come ogni rapporto sessuale che provochi lesioni fisiche o che sia imposto al bambino non rispettando il suo diritto ad un libero consenso. È questa una espressione che merita di essere analizzata meglio, in quanto in essa è condensato il "credo" pedofilo e da essa partono critiche e difese nonché azioni e scritti dei diversi movimenti pro-pedofilia. In tale definizione i boylovers focalizzano l'attenzione su due punti in particolare: le lesioni fisiche e il libero consenso.

L'intenzione è quella di poter affermare che non c'è abuso se non vi sono lesioni fisiche; inoltre che non c'è abuso se il bambino è consenziente. Da questi presupposti discendono le ragioni su cui si battono le associazioni pedofile: in primis l'abbassare l'età del libero consenso (ageism). Proseguendo nell'osservazione di questo sito si scorge un'altra dichiarazione palesemente strumentale: “riconoscergli tutti i diritti dell'essere umano non per proteggerlo ma per liberarlo.” È su questa affermazione che i pedofili puntano ancora una volta il dito: da parte degli adulti c'è troppa voglia di proteggere i bambini, ma la protezione è qui intesa con accezione negativa: vengono criticate le associazioni che si propongono di tutelare i bambini, descrivendole come intenzionate, in realtà, a trattarli come animali in via di estinzione, a chiuderli in una gabbia dorata…etc. Il linguaggio si caratterizza per la continua contrapposizione tra "loro" (gli adulti "normali" visti come cattivi) e "noi" (i pedofili visti come buoni); viene continuamente sottolineata l’esistenza di una società sessuofoba, omofoba, retriva… Coerentemente il capitolo sui diritti termina così: “le vostre parole d'ordine sono reprimere, ingabbiare, ingannare con la scusa di proteggere, per noi invece sono amare, rispettare, emancipare con la volontà di liberare”. 
Passando alla pagina relativa ai sentimenti, spicca l'innocua immagine di due adolescenti (maschi) che si abbracciano teneramente. In questa parte viene esplicitamente spiegato il perché la sessualità è un diritto del minore e in che modo è auspicabile che sia vissuta in rapporto all'età. Gli autori del sito distinguono 3 stadi di sviluppo: l'adolescenza (11/12 anni fino ai 15/16), la fanciullezza (6/7 fino a 11/12) e l'infanzia (prima dei 6 anni). Naturalmente, secondo gli autori, per l'adolescenza la sessualità dovrebbe essere un diritto in quanto ne è naturale espressione; per cui la "carica sessuale si manifesta generalmente come gioco e/o scoperta del corpo (proprio o altrui). Vissuta in questa maniera, l'esperienza sessuale è possibile e auspicabile a quest'età". In conclusione, secondo i pedofili il diritto del bambino alla sessualità dovrebbe essere riconosciuto completamente a partire dall'entrata nella pubertà, lasciando allo stesso libera scelta di partner e modalità di comportamento, fornendogli tutte le informazioni necessarie sul tema. Anche nella fanciullezza la possibilità dell'esperienza sessuale dovrebbe essere riconosciuta a patto che venga rispettata la natura di gioco con cui essa si manifesta. Un'ultima affermazione sulla quale riflettere: “una società che continui a negare il diritto alla sessualità al bambino non farà che continuare a creare adulti repressi e schiavi, e in molti casi i 'mostri' di cui vanno così ghiotti i giornali”. È chiaro che lo scopo dello scritto è quello di convincere il lettore che il pedofilo non è pericoloso per il bambino (che invece ama sinceramente) ma che anzi è sicuramente uno dei pochi adulti che ne ha veramente a cuore la felicità e la libertà interiore. Ecco il perché dell'uso strumentale di siti che lottano contro l'impiego dei bambini nelle guerre o in ogni altra forma di violenza o sfruttamento. In altre sezioni del sito in esame viene denigrata la società adulta (i genitori in particolare) e vengono esaltati i lati positivi del rapporto intimo con un "pedofilo", riportando testimonianze di bambini che hanno vissuto (o vivono) con naturalezza ed in modo assolutamente appagante i loro rapporti con uomini più grandi e le cui sofferenze derivano solo dalle proibizioni degli adulti. Le storie che vengono raccontate ed i personaggi sono spesso gli stessi per molti siti pedofili; è infatti abituale rinvenire gli stessi materiali e testimonianze in siti diversi.

[...]

L’attività di ricerca attraverso la navigazione selettiva sui siti dei pedofili organizzati suggerisce alcune osservazioni:

 


 

Situazione su Internet

Internet è una rete globale, che permette la trasmissione e la condivisione di informazioni tra entità diverse e distanti in ogni parte del pianeta ed in ogni istante. E' una risorsa enorme ed una grande opportunità di sviluppo per chiunque.. quindi l'importanza ed i meriti di Internet non sono in discussione.
Anche il teorema internet=illegalità è piuttosto forte e non credo possa essere accettato così come a volte qualcuno ha tentato di imporre (probabilmente perché ignorante in materia o per cavalcare la forte onda dello sdegno collettivo).
E' pur vero, però, che Internet è aperta a tutti e chiunque può, più o meno liberamente, creare un proprio sito o scambiare dati sulla natura dei quali difficilmente è possibile porre limiti o vincoli. La natura stessa di Internet (nonché la sua fortuna) è fondamentalmente ed imprescindibilmente connessa a questa libertà.
Cosa consegue a questa libertà? Consegue la "vita" di Internet, la possibilità per un gruppo di studenti universitari come noi del Club di Informatica di realizzare un sito e di condividere informazioni, notizie, corsi e conoscenza potenzialmente con il resto del mondo, consegue la libertà per chiunque di fare ricerche da casa e trovare -spesso gratuitamente- una quantità di informazioni inimmaginabile e, soprattutto, non ottenibile con qualunque altro mezzo... ma consegue anche la possibilità di sfruttare l'assenza (più o meno totale) di regole, l'assenza (più o meno totale) di mezzi di controllo, di vigilanza, di repressione... di sfruttare la libertà assoluta per commettere una serie di atti difficilmente realizzabili seguendo altre strade, e con risultati imparagonabilmente migliori (in quanto a costi ed a possibilità di diffusione).

E quindi?

  Basta guardarsi un po' in giro per il Web! La diffusione della pornografia online è evidentissima ed assume le forme più oscene, volgari, innaturali e vergognose che possano immaginarsi.. Ma l'uso della pornografia, la sua diffusione, l'eventuale gradimento che può riscontrare... non ci interessano in questo articolo: seppur d'una piaga si tratta (quando è costruita su minacce e sfruttamento, cosa che mai può negarsi a priori), è una realtà che attiene alla dignità ed alla coscienza della singola persona, è una realtà che esiste in virtù dell'esistenza di fruitori sulle scelte dei quali non intendo spendere parole.. Si tratta di sentimenti, sensazioni, senso del pudore, senso di civiltà, senso di dignità della propria persona e delle altre persone... 

Però sulla rete c'è dell'altro.. più subdolo, più nascosto, più pericoloso.. 
Alla pornografia "tradizionale" se ne associa un'altra, una che prende bambini come merce di scambio, che fa della giovane età un elemento di attrazione, che spinge alla ricerca di foto e di video di bambini, che sconvolge ogni misura, ogni senso umano, che viola l'anima del futuro del mondo, che si addentra fino alla sovversione più totale, assoluta, indiscriminata, intollerabile della natura dell'uomo, del suo amore per ciò che è innocente e gentile, buono e gioioso, tenero ed infantile...

E' la pedopornografia, come spesso viene chiamata. E' nascosta nella rete di Internet, tra linee telefoniche che si sovrappongono, in hard disk di server distribuiti chissà dove, in pile di CD Rom pronti per essere distribuiti.. è nascosta in stanze scure e logore.. abbagliate dalla luce dei riflettori, è nascosta nelle lussuose ville di volgari ricchi, nei nastri di squallide videocassette, è nascosta in famiglie povere, in viaggi esotici, in hotel thailandesi, è nascosta nella mafia russa, nella connivenza mondiale, è nascosta nel portafoglio di insospettabili uomini d'affari, in riunioni segrete di lobby innominate, è nascosta nella mente perversa di centinaia di persone.. e nella mente violata (per sempre) di migliaia di bambini..
E' una realtà. Innegabile.
 

Parole, parole, parole... 
No! Non è difficile controllare, confrontare, verificare... Siti su siti, neppur tanto difficili da individuare, spesso connessi ad altri, richiamati da altri ancora, con link più o meno espliciti, a catena... ed uno è più chiaro dell'altro.. nelle frasi, nelle cifre, nei banner...

  Perché, è ovvio, contro la pedopornografia si muovono molte persone, intere società (frazioni di società, per esser più giusti), c'è l'opinione pubblica contraria con cui fare i conti, e questa motiva Istituzioni e forze di Polizia, c'è la resistenza di larghissime fasce di navigatori, c'è la voglia di fare, di reagire, di contrastare...
E quindi i siti "veri" sono nascosti, irraggiungibili, inaccessibili.... Per questi è necessaria una procedura di accesso non certo pubblicizzata sui giornali o stampata nelle homepage.. Sono siti protetti... ed il più delle volte le pagine restano a disposizione dei navigatori solo per pochi giorni e per accedervi bisogna comunque scoprire l'indirizzo, generalmente diffuso solo tra persone fidate.

Spessissimo quindi non si tratta di siti veri e propri.. ma di forum, mailing list, newsgroup, chat... Soprattutto tramite i collegamenti IRC, quelli delle chat, è possibile scaricare file direttamente dagli altri frequentatori, e spesso si tratta di materiale illegale che non potrebbe essere pubblicato in un sito. 

Questo è quanto pubblicamente espresso dalla stessa Danish Pedophile Association: "Non c'è dubbio che vi siano pedofili che fanno scambio di fotografie attraverso Internet, ma le affermazioni dei mass-media in merito ad entità, brutalità e giri di denaro sono completamente fuori dalla realtà. La maggior parte delle fotografie mostrano bambini vestiti. Una piccola parte delle foto ritrae bambini nudi, ad esempio mentre giocano sulla spiaggia o in altre situazioni di carattere non sessuale. Se poi si considera la minoranza delle immagini contenenti bambini nudi, anche qui è solo una minoranza di questa minoranza di fotografie a ritrarre bambini in situazioni sessuali, ad esempio bambini che si masturbano o toccano altri bambini in modi che possono essere considerati sessualmente stimolanti. Dal momento che la maggior parte dei pedofili preferiscono vedere foto con bambini, e non con adulti, è raro trovare fotografie che mostrano contatti sessuali tra bambini e adulti. Lo scambio di fotografie avviene essenzialmente sui gruppi di discussione di Usenet. Le fotografie che dovessero essere illegali (che sono anche qui una piccola parte) vengono evidentemente postate in modo anonimo o con un mittente falso: è pertanto impossibile guadagnar soldi rendendo pubbliche le fotografie in questo modo. Ciononostante può naturalmente accadere che qualche stupido ingenuo (tipicamente non pedofilo), allettato dalle insinuazioni della stampa sulla possibilità di guadagni astronomici, tenti di far soldi grazie alla pornografia infantile. Simili tentativi sono stati sempre fermati sul nascere, per il semplice motivo che se un potenziale acquirente può giungere al venditore, anche la polizia lo può fare. E se la polizia mancasse delle risorse necessarie per arrivare al commerciante di pornografia infantile (cosa di cui è lecito dubitare, almeno in Italia di questi tempi...), ai mass-media le risorse non mancano (cosa di cui invece ben pochi dubitano)".

A parte i toni di "normalità" espressi in questo passo, è apertamente dichiarato lo scambio di materiale di bambini nudi (il cui scopo, ammesso che non sia economico, è certamente legato all'attrattiva -sessuale- che questo genere di soggetti esercita). Si vengono perciò a creare delle vere e proprie catene di "affiliati".. come se si trattasse di sette segrete, di logge massoniche...

Cosa, allora, è facile trovare in rete?
Gli specchietti per le allodole, le caramelline, gli accenni, piccoli preview e tanti, tanti, tantissimi banner... banner pubblicitari simili a quelli che si vedono per le strade, ma incredibilmente ed indescrivibilmente più toccanti... Pagine intere di links con banner, con immagini troncate o solo accennate, con immagini mai esplicite ma tanto chiare che sarebbe impossibile equivocare.. 
Questi siti "falsi" sono migliaia, spesso composti solo da poche pagine, e servono da richiamo per mostrare solo banner e rimandare a pagine a pagamento. Il 99% dei siti gratuiti dovrebbe rientrare in questa categoria ed è, in realtà, solo un'esca per catturare i navigatori.

Colorati sono i banner, vivaci e semplici... alcuni volgari, altri sembrerebbero quasi innocui.. ma chiare sempre e comunque sono le scritte che li descrivono.. o che vorrebbero descrivere.. 
No, non ne parlerò più esplicitamente di così, non parlerò né dei banner né delle didascalie...
Solo una cosa vorrei ancora dire: vi sono dei numeri in tali didascalie... numeretti spesso evidenziati, sottolineati, pubblicizzati... sono coppie di numeretti separati da un trattino... numeretti piccoli, spesso ad una sola cifra...

 


 

Chi lotta contro

Non tutti, fortunatamente, sono apatici ed immobili come tanti, come troppi, come noi...
C'è chi crede nella possibilità reale, concreta di cambiare le cose.. c'è chi crede comunque nella necessità di muoversi, di aiutare dove necessario è l'aiuto, di stimolare, sollecitare, fare pressioni su chi ha potere per intervenire... c'è chi crede di poter fare qualcosa e lo fa spesso senza chiedere, senza lamentarsi per le condizioni di lavoro, senza pensare di "perdere tempo"...
Mentre il resto delle persone dimostra il suo disappunto e lo sdegno e la rabbia solo in occasione dei fatti di cronaca, solo quando qualcuno porta a galla qualche notizia dalla melma nella quale gentaglia sguazza e si arricchisce, solo quando questo discorso torna alla mente... e questo è tutto: sdegno, rabbia, disappunto... e lamento... lamento su "come va il mondo", su "nessuno fa nulla", su "si sapeva da sempre", su "tanto non può cambiare"... lamenti e sentenze, dalla comodità della poltrona di qualche salotto in casa di benpensanti, o -cosa sulla quale riflettere- tra uomini d'azione, tra giovani, tra ragazzi...

Fortunatamente chi lavora continua a lavorare, nonostante tutto e tutti... spesso nell'indifferenza collettiva (anche nostra, naturalmente).

E chi?
Beh! Non so chi siano, non so quanti siano... 
Ci sono tutti gli uomini delle forze di Polizia, la Guadia di Finanza, i Carabinieri,... ci sono gli inquirenti, i magistrati che cercano di scoprire reti e traffici nascosti... ci sono le associazioni di volontariato, le associazioni laiche e quelle cattoliche, ci sono i gruppi di ascolto, gli assistenti sociali...
Voglio spendere qualche parola per descrivere qualcuna di queste associazioni.. quelle generalmente più conosciute, più apprezzate, i cui risultati sono evidenti ed incontestabili.

Nato l’8 giugno 1987, Telefono Azzurro si pone l’obiettivo di costruire una società civile che rispetti i diritti dei bambini. Nel 1990, per Decreto del Presidente della Repubblica, Telefono Azzurro è stato riconosciuto Ente Morale secondo la legislazione italiana. Telefono Azzurro non riceve finanziamenti pubblici e si sostiene esclusivamente con contributi volontari.
La linea gratuita - 19696 - è attiva in tutta Italia 24 ore su 24, 365 giorni all’anno. Questa linea di Telefono Azzurro è a disposizione di tutti i bambini e gli adolescenti fino a 14 anni di età, che vogliano denunciare maltrattamenti e abusi o che desiderino parlare con un operatore per esporre problemi e difficoltà. Per i ragazzi sopra i 14 anni e gli adulti che vogliano esporre casi che coinvolgano dei minori, è attiva la linea istituzionale: 199.15.15.15.
Sono oltre 1000 i volontari di Telefono Azzurro attivi su tutto il territorio nazionale. Grazie al loro aiuto si realizzano progetti specifici a diretto contatto con l’infanzia, nelle scuole e nelle carceri, campagne di sensibilizzazione dell’opinione pubblica sui diritti dei bambini e iniziative di raccolta fondi.

 

Il Telefono Arcobaleno, associazione fondata da don Fortunato di Noto, ha un proprio sito  pieno di interessanti informazioni sulla diffusione e sulla lotta alla pedofilia. 
Inoltre, ci sono suggerimenti e materiale software per i genitori che vogliono rendere più sicuro l'uso del computer online da parte dei loro figli. 
L'associazione (tel. 0931562098) è nata nel 1996 e si occupa in particolare di monitoraggio della rete Internet contro la pedofilia con denuncia delle situazioni a rischio. Alle autorità italiane Telefono Arcobaleno ha presentato un appello per l'approvazione urgente di una legge che disciplini la rete Internet. Tra i suggerimenti diffusi in internet, oltre a quelli comportamentali rivolti ai bambini (per metterli in guardia contro gli incontri che potrebbero rivelarsi tragicamente pericolosi), quelli destinati ai genitori.
Da poco attivato un form (sul sito internet) ed un numero verde per le denunce: 


ECPAT è una rete di organizzazioni e singoli individui che operano insieme per eliminare la prostituzione infantile, la pornografia infantile e il traffico di bambini a scopi sessuali. Nasce  in Tailandia nel 1991 per affrontare l’allarmante crescita esponenziale della prostituzione infantile e dell’incidenza che il turismo aveva nell’estendersi di tale fenomeno. ECPAT è oggi presente in più di 40 paesi.
Nel 1994 nasce ECPAT- Italia e dal 1998 è costituita come ONLUS.

ECPAT-Italia è autonoma, pluralista, apartitica, aconfessionale, a carattere volontario e democratico e non persegue finalità di lucro. 

  • Lavora a stretto contatto con organizzazioni non-governative, UNICEF, ILO e numerosi altri gruppi individuali.

  • Collabora con le forze dell'ordine del paese d'appartenenza e con l'Interpol.
  • Affianca l'industria turistica nella lotta contro il turismo sessuale che sfrutta i bambini.
  • Sensibilizza le autorità locali affinché mettano a punto strategie per la protezione del bambino da ogni forma di sfruttamento sessuale.
  • Identifica e denuncia le attività degli sfruttatori in Italia e all'estero.
  • Fa azione di lobbying per l'approvazione di leggi o il miglioramento di quelle esistenti per una più efficace protezione dei minori.
  • Lavora con insegnati e studenti per approfondire lo studio dei diritti umani; dello squilibrio nord-sud; del turismo responsabile, rispettoso della dignità dell'altro.
  • Vigila sui media e su Internet per contrastare l'uso del bambino per la produzione di materiale pornografico.

 


 

E noi?

Beh! Noi dovremmo cominciare ad assumere un atteggiamento meno passivo.. meno limitato alla critica, fosse pure aspra e decisa, e più orientato all'attività, alla denuncia, alla sensibilizzazione.
Cosa possiamo fare noi? Poco.. molto poco.. ma anche quel "poco" è decisamente meglio di nulla; è quel "quanto" che basta a passare dallo stato di sottomissione, di accettazione passiva, di sterile lamentela, di semplici spettatori.. ad uno stato di ribellione, di combattimento, di schieramento. E' una scelta.

Ma, in pratica, cosa noi, gente comune, lontana da questo genere di problematiche, possiamo realmente, concretamente fare?
Innanzitutto dichiararsi "estranei" a determinati problemi è sempre un approccio sbagliato, egoista e superficiale (chi può dire quanto siamo realmente estranei a certe cose? e per quanto ci toccherà restarne estranei?).. meglio mettersi subito nell'ottica che ogni problema è, in qualche modo, legato a noi, alle nostre azioni, alle nostre decisioni, alla nostra ipocrita e sterile lamentela, al nostro coraggio...
Ed in quest'ottica possiamo fare sempre qualcosa.
Tanto per cominciare, questo articolo è un esempio (maldestro, non lo metto in dubbio, ma pur sempre un esempio) di sensibilizzazione sociale sul problema. La sensibilizzazione è un passo fondamentale, indispensabile.. per creare una "coscienza" collettiva sul fenomeno, per mantenere attiva l'attenzione e la vigilanza, per non far sentire soli ed "eroi" quelli che quotidianamente dedicano il loro tempo (e non solo) a questa battaglia... la sensibilizzazione è il gradino indispensabile per ogni genere di risorgimento, di rivoluzione, di costruzione responsabile..
Come sensibilizzare?
Semplicemente non distraendosi troppo.. e ricordando agli altri la pericolosità della distrazione (la distrazione provoca spesso negligenza e complicità), parlando del problema, facendo conoscere chi lotta contro questa piaga, parlando delle possibili azioni da compiere per collaborare... Il modo è ovviamente relativo ai mezzi, alle possibilità, alle conoscenze della singola persona: se ne può parlare in riunioni di gruppi giovanili (cattolici o laici), se ne può parlare con amici, se ne può parlare su un sito internet...

Volete un altro motivo per comprendere l'importanza della sensibilizzazione sociale?
Molti potrebbero pensare che l'opinione pubblica sia già consapevole del fenomeno e fortemente motivata e contraria ad esso. Questo è vero, ma in parte. Basti pensare da un lato a tutte quelle delicate situazioni in cui la violenza sui minori avviene in ambito familiare (sono l'85% circa delle violenze sugli adolescenti).    
Eppure c'è anche la volontà, inespressa ma chiara, di "normalizzare" il fenomeno, di renderlo via via meno "scandaloso".. fino a trovare una sorta di compromesso nella società (uno di quelli, troppi, che la società cosiddetta civile fa con la morale, con la giustizia, con la vita, con la coscienza,... con sé stessa).
Esempi? 
Il 23 dicembre,
in tutto il mondo (anche in Italia), tra i meandri di Internet e in luoghi scelti dai pedofili, si celebra la giornata del "Boylove day", ("giornata dell'amore per i ragazzini"), in occasione della quale il delirio della cultura pedofila trova la massima espressione, così come d'altronde, accade da anni, per la "Giornata dell'orgoglio pedofilo" che si celebra il 25 aprile di ogni anno, peraltro a seguito di un'idea di un italiano.  
Altri esempi?
Molti dei siti che vi sono in rete, raggiungibili in modo estremamente semplice, contengono immagini di bambini nudi (o molto svestiti)... ma non in atteggiamento equivoco, non in atti osceni, non in scene violente... Sembrano quasi, a parte la nudità, normalissime gallerie di foto di famiglia... Cosa significa questo? Significa che quei siti (per la stragrande maggioranza ed in molte parti del mondo) sono legali, del tutto legali! Ecco, infatti, quanto ho trovato in uno di questi (dal nome Visual Innocence):

Contents of this site is fully legal as another sort of
Naturism or/and Voirism
,
as legal advertisement of P&G or Pampers,
which used nude children in their TV materials.
If that materials are illegal in your country you must leave our site.

All contents have not any sexual activity, child pornography or/and
its promotion. We don't support advertisers of our site with illegal
methods of advertising and promotion.
We have contacted to most content providers and have
special permission for content located on our site.

If you will find something wrong - mail us immediatly

E' ovvio quindi l'appello a "non abbassare la guardia" e ad "alzare la voce" contro questa assurda e perversa mentalità che direttamente e indirettamente tende a giustificare anche la stessa produzione pedopornografica o ogni genere di produzione mediatica che, comunque, macchia l'anima e confonde la mente di giovani vite.

L'azione di sensibilizzazione è quindi un grande (fondamentale!) passo... ma non basta!
Noi siamo ragazzi che, per studio, lavoro o passione, ci troviamo spesso a navigare in rete... 
Potrebbe capitare, anche accidentalmente, di trovarsi in un sito "dubbio". Ricordiamoci che i siti illegali, quelli "veri", sono praticamente impossibili da trovare e sempre più spesso la trasmissione e la divulgazione di materiale illecito avviene in newsgroup o simili. Lo scambio di questo tipo di materiale è, ovviamente, illegale e perseguibile per legge (con pene sempre crescenti, proporzionalmente alla maturazione della "coscienza civile" che dicevamo voler contribuire a far crescere). 
Come dicevamo in precedenza.. molto probabilmente vi potrete imbattere solamente in "catalizzatori" della clientela... in siti composti esclusivamente da banner, pagine che si aprono in rapida successione...
Bene... già queste cose sono sconcertanti. E sono denunciabili. E devono essere denunciate (come ogni altro reato, e più d'ogni altro reato!). La denuncia può farsi in molti modi, uno di questi (il più "ufficiale") è la denuncia formale agli uffici della Polizia postale e delle telecomunicazioni (organo della Polizia di Stato, preposto anche alla vigilanza sui reati perpetrati su Internet), dovrebbe essercene un ufficio in ogni Questura (ma non ne sono certo). Un altro modo, decisamente più semplice, per svolgere il "compito morale" di denuncia, è quello di compilare un piccolissimo form nelle pagine di qualche sito internet, gestito da associazioni di richiamo nazionale ed internazionale sulla cui "affidabilità" non sia possibile avanzare dubbi; mi riferisco essenzialmente al sito di Telefono Arcobaleno, che offre (da pochissimo, in realtà) questa possibilità.

Perché denunciare? Rispondo con le parole usate sul sito di Telefono Arcobaleno:

Altro?
Ogni cosa, ogni cosa possa essere utile a questa causa, è ovviamente bene accetta. Purché sia legale.

Questo è quello che possiamo fare noi, giovani o adulti.
I genitori possono e debbono fare di più, molto, molto di più. Loro è infatti il compito di crescere i propri piccoli, di educarli alla legalità, di insegnar loro a distinguere il bene dal male, non cercando di nascondere nulla...
Il compito di educatore è enorme, gravoso, pieno di responsabilità... ma non sono certo la persona adatta a parlare di questo, ogni genitore, sacerdote, insegnante, maestra che dovesse leggere questo articolo, saprà sicuramente meglio di me quanto sia difficile, importante e bello far crescere un ragazzo, un bambino.. insegnargli "la vita".
E' importante però sapere che "la maggior parte dei pedofili non presenta componenti di eccessiva aggressività e i loro comportamenti sono di natura seduttiva e passiva. Non è necessario ricorrere alla violenza per coinvolgere il bambino in atti sessuali: il pedofilo sa benissimo che il modo migliore per sedurlo non è quello di promettergli piacere fisico, bensì affetto e protezione. I fanciulli, infatti, hanno sempre necessità di amore, soprattutto i minori carenti di affetto, per i quali il pedofilo può rappresentare un modo per colmare il vuoto emotivo lasciato dai genitori o da una vita ingiusta. L’approccio più consueto è quello di sfruttare la naturale curiosità del piccolo per il sesso, iniziandolo lentamente al materiale pornografico o a video pornografici che mostrano altri minori in contesti erotici" ([3]).
L'amore è, come sempre ed in ogni cosa, la chiave di tutto!

Un bambino che non si sente amato può essere più facilmente “avvicinato” da un pedofilo, il quale, anzi, spesso sceglie il bimbo più bisognoso di attenzioni e di affetto perché giustamente lo considera una facile “preda”. I bambini che sono stati abituati a dialogare con i genitori, a raccontare loro le proprie esperienze e che si sentono ascoltati e capiti sono difficili prede per il pedofilo. Dopo aver abusato di lui il pedofilo spinge il bambino a non dire nulla e spesso, per indurlo al silenzio, fa leva sulla paura e sulla vergogna. E’ giusto che i genitori conoscano i bambini, i ragazzi e gli adulti che frequentano i loro figli. I figli devono essere informati (ma senza creare eccessivi allarmismi) che purtroppo esistono persone che possono fare del male e da cui ci si deve difendere.

Per i genitori è bene tenere presente alcune regole basilari, preparate per loro in un messaggio dal team di Telefono Arcobaleno, che presento qui di seguito:

messaggio per i genitori (da parte di Telefono Arcobaleno).  
Insegnate ai bimbi che Internet è come il mondo reale: si possono incontrare situazioni brutte così come si possono vivere esperienze belle. Perciò, senza terrorizzarli, spiegate loro che è utile adottare alcune precauzioni. Utilizzate il computer in una stanza centrale della casa, in modo che diventi un'attività per tutta la famiglia, non un pretesto del bambino per isolarsi. Imparate a usare Internet per capire che cosa fanno i vostri bambini. Fate la conoscenza degli amici che i vostri bambini frequentano on-line. Visionate e leggete le e-mail dei vostri bambini. Il mezzo più largamente impiegato dai pedofili per circuire i bambini è quello di inviare foto pornografiche infantili con le quali convincerli che si tratta di cose normali. Stabilite regole precise sul tempo e sulle modalità di impiego di Internet. Spiegate ai bambini che senza il vostro consenso non devono incontrare nella vita reale persone conosciute online. Se potete, teneteli lontani dalle chat e spiegate loro che comunque non devono dare informazioni personali a persone conosciute online.

Nel caso aveste a che fare con i bambini, in modo diretto o indiretto, sarebbe opportuno cercare di insegnare loro alcuni comportamenti basilari, spesso scontati e naturali, ma che è bene ricordare. Queste "regolette" (anch'esse ideate da Telefono Arcobaleno) sono enunciate qui di seguito e servono sia per rassicurare il bambino, sia per aiutarlo a denunciare comportamenti dubbi nei propri confronti (cosa che, generalmente, è difficile che un bambino faccia.. spesso incapace di distinguere il giusto e l'ingiusto nei comportamenti dei "grandi", presi sempre a modello comportamentale).

regole d'oro per i bambini (da parte di Telefono Arcobaleno). 

  1. Quando esco di casa, dico sempre ai miei genitori con chi esco e dove vado.

  2. Io non parlo mai agli estranei e non mi lascerò mai convincere ad andare da qualunque parte con qualcuno che i miei genitori non conoscono. 
  3. Io dirò sempre di NO a qualsiasi persona, anche se adulta, che proverà a toccarmi in un modo che non mi piace. 
  4. Se qualcuno prova a toccarmi o a portarmi via, io scapperò molto velocemente. Griderò "Questo non è il mio Babbo" o "Questa non è la mia Mamma" e "Aiutatemi".
  5. Io racconterò ai miei genitori se qualcuno prova o ha provato a toccarmi in un modo che non mi piace.
  6. Io non devo mai avere segreti davanti ai miei genitori, io parlerò con loro delle cose o delle persone che mi fanno paura. 
  7. I miei genitori mi vogliono bene, mi ascolteranno e mi aiuteranno se ho dei problemi. 
  8. Se qualcuno prova a toccarmi, a farmi paura o a minacciarmi, le mie regole sono: Dire di NO! Scappare! Raccontarlo a qualcuno!

 


 

Se i bambini navigano...

La rete è un posto vasto... pieno di potenziali insidie per i più piccoli (anche per i grandetti però). I bambini sono, per loro natura, curiosi, affascinati dalle novità, dalle cose diverse dall'ordinario, dalle cose belle, dagli altri bambini...
Su Internet possono, oltre visitare accidentalmente siti dal contenuto non propriamente adatto alla loro età (mi riferisco a siti pornografici, ma non solo naturalmente) anche venir "attirati" da pedofili.
I siti di pedofili (non quelli orientati allo scambio di materiale pedofilo ma quelli dove si cerca il "contatto diretto" con i bambini) sono spesso raggiungibili con estrema semplicità. Ed usano tutte le tecniche viste precedentemente (dimostrazioni di affetto, calore umano, divertimento, giochi) per attrarre a sé le piccole "prede"... tutto nella legalità, naturalmente.
Per questo è bene navigare sempre con i propri figli, non lasciandoli mai soli.

Cosa è possibile fare per evitare che i bambini (o adolescenti, ancora più attratti ed incuriositi dalla sfera sessuale alla quale il loro corpo si prepara) possano accedere a siti erotici, rintracciabili -peraltro- anche involontariamente, grazie a parole chiave molto generiche che i loro gestori gli attribuiscono nei motori di ricerca (oltre ai termini distintivi canonici come "sex", "porno", ecc... anche "bambini", "software", "oriente", ecc... possono essere usati per indicizzare tali siti)?

Dato che non verrà una regolamentazione "dall'alto" della pornografia sul Web (troppe le difficoltà tecniche, politiche ed economiche,..), l'unica possibilità (oltre che quella più naturale e consigliabile, quella cioè di seguire nella navigazione i più piccoli) è avvalersi di alcuni programmi filtro, che impediscano automaticamente l'accesso ai siti erotici; fra i molti in circolazione segnalo i seguenti:

Net Nanny permette ai genitori di decidere a quali categorie di siti non  deve essere permessa la navigazione. Net Nanny 4 viene precaricato con una lista di siti appropriati per i bambini (can go) ed inappropriati (can't go). Il loro team di ricerca sul Web permette costantemente di aggiornare tali liste (gratuitamente dopo l'acquisto del programma). Vi sono diverse categorie sulle quali poter effettuare filtraggi, queste sono: scene di sesso esplicito, violenza, droga, crimine. 

I programmi Cyber Patrol (for home e for education) aiutano i genitori e gli insegnanti a salvaguardare i bambini durante la navigazione a casa ed a scuole. Sono facili da usare e personalizzabili (permettono a genitori ed insegnanti di fare le loro scelte relativamente all'esperienza online da consentire ai bambini). 
Internet rappresenta un'opportunità spesso irrinunciabile, SurfWatch interviene proteggendo i bambini dal materia indesiderabile e facilmente reperibile in rete.
I filtri sulla rete sono un rivoluzionario concetto nato nel 1990 da movimenti per i diritti civili, sono stati molto criticati, ma riscuoto l'approvazione dei genitori. SurfWatch e CyberPatrol fanno parte della stessa azienda produttrice.
Cyber Sitter è progettato per la casa e per le scuole, facilmente installabile ed utilizzabile anche da utenti totalmente inesperti. Ha oltre 30 categorie di filtraggi (aggiornati automaticamente) che non possono essere accedute e modificate dai bambini. Un sofisticato "sistema riconoscitore di contenuti" rileva e blocca nuovi occasionali siti Web "dubbi" automaticamente. 
Permette ai genitori anche di avere, giornalmente via email, un dettagliato rapporto sulla navigazione online dal proprio computer.

 


 

Conclusioni

 

Vorrei concludere questo lungo, difficile e -me ne dispiace- farraginoso articolo, con un messaggio di Don Fortunato Di Noto (creatore di Telefono Arcobaleno), messaggio che mi sembra molto significativo e che riassume lo spirito con il quale ho iniziato ed affrontato qui questo argomento: 

"Gli abusi sessuali sui minori – sempre più numerosi – rappresentano un problema che deve essere assolutamente affrontato da ciascuno di noi. La pedofilia è un fenomeno di vaste proporzioni, complesso e spesso non affrontato adeguatamente. 
Le istituzioni, le amministrazioni, le forze dell’ordine, il volontariato stanno adottando gli strumenti di intervento adeguati alla  tutela dei minori. Ma nessuna iniziativa potrà risultare veramente efficace se ognuno di noi non contribuirà a creare una grande catena umana di consapevolezza, di responsabilità e di solidarietà. Usciamo dal silenzio, informiamoci a vicenda, contribuiamo tutti a far emergere quella che fino ad oggi è stata una realtà sommersa e impunita: la pedofilia. E cominciamo a sconfiggere gli unici tre suoi grandi alleati: omertà, disinformazione, silenzio".

Mi scuso per la confusionaria esposizione e l'eccessiva divagazione in alcuni punti (spesso mi sono ritrovato a parlare di pedofilia anche al di fuori della dimensione legata ad Web, ma -a mio parere- ciò si è reso necessario).

Grazie a tutti per l'attenzione. 
Grazie a tutti coloro vorranno intervenire sull'argomento, vorranno dare suggerimenti e consigli per l'articolo. 
Grazie.

Alessandro Luparello
 email: alswolf@inwind.it 

 


 

Bibliografia e riferimenti

[1]- Articolo "la rete pornografica", di Omero Cambi.  CHL News
[2]- Articoli "sex-surfers" e "come evitare i siti pornografici" di Chiara Salvadori.  CHL News
[3]- Libro "Sulla loro pelle - il dramma della prostituzione nel mondo, una denuncia per vincere l'indifferenza" di Nicoletta Bressan. NonLuoghi
[4]
- Sito del Telefono Arcobaleno
[5]- Sito del Telefono Azzurro
[6]- Sito della Danish Pedophile Association
[7]- Sito della Child Liberation
[8]- Sito sul quale trovare un interessantissimo manuale per i bambini: Non voglio le tue caramelle
[9]- Sito di Criminologia.org

- Siti per software di protezione della navigazione:


A chi denunciare:

Telefono Arcobaleno numero verde 800 025 777 indirizzo Web: www.telarcobaleno.com  
Telefono Azzurro numero gratuito per i bambini 1 96 96
numero istituzionale 199 15 15 15
indirizzo Web: www.azzurro.it 
Polizia di Stato
- ufficio  minori
- ufficio polizia postale
113
nella questura della propria città

Precisazione
Presumo di non aver trasgredito alcuna legge o violato alcun vincolo nel pubblicare questo articolo, con tutti i suoi contenuti. Se qualcuno pensa che siano stati, in qualche modo, utilizzati impropriamente materiali e lavori privati, pregherei di segnalarlo via e-mail. 
Riferimento particolare va fatto per le regole (per i genitori e per i bambini) prima presentate, queste sono tratte (come detto) dal sito di Telefono Arcobaleno (--> opuscolo) e sembrerebbero coperte (inspiegabilmente) da copyright; per questo materiale ho da tempo avviato la procedura idonea all'ottenimento dei permessi necessari all'utilizzo. La scelta di utilizzare ugualmente materiale coperto da copyright (anche se ancora in attesa di un permesso scritto) è motivata principalmente dalla mia idea che su tali importanti e delicatissimi argomenti la cosa principale (come già ampiamente affermato, e come largamente condiviso anche dallo stesso staff di Telefono Arcobaleno) sia la creazione di una coscienza civile che si ribelli fattivamente, dimenticando omertà, lassismo o vergogna, e che -su questo- incredibilmente immotivata è una scelta diametralmente opposta come quella di bloccare la diffusione di materiale interessante ed utile.

 

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