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Open Source    di Daniele Romano

Il codice sorgente di un programma è, in genere, il segreto più gelosamente custodito dalle software house.

Il paradigma dell’Open Source sovverte questo stato di cose: nato come una sorta di regalo che alcuni sviluppatori “istituzionali” (in genere dipendenti da università o enti governativi) potevano permettersi di fare agli utenti-programmatori che desideravano adattare i software alle proprie esigenze, ha avuto nel corso degli anni un successo che lo ha portato al di fuori dell’ambito strettamente tecnico.

Oggi Open Source vuol dire innanzi tutto Linux (non starò qui a narrarvi la ben nota storia di Linus Torvalds, studente finlandese, che ha creato da solo un sistema operativo Unix-like), ma non soltanto: le più grandi multinazionali dell’informatica stanno investendo capitali sempre più ingenti a supporto dello sviluppo Open Source.

In poche parole, un software Open Source, viene distribuito gratuitamente e corredato di tutti i listati di codice sorgente (spesso anche accuratamente commentato) di modo che l’utente, nel rispetto della “paternità morale” del programmatore originale (ciò senza spacciare per proprio il lavoro fatto da altri) possa modificarlo a suo piacimento e ridistribuirlo, con le modifiche apportate, ancora una volta come Open Source.

Quindi software gratis, liberamente distribuibile e modificabile: sembrerebbe una manna dal cielo, ma ogni medaglia ha il suo rovescio.

In realtà l’Open Source soffre di un grave problema che dipende dal fatto che non c’è nessuno che stabilisca un obiettivo definito nello sviluppo del software: i programmatori preferiscono dedicarsi alla produzione di programmi magari inutili, ma che senz’altro li divertono. Così, ad esempio, di generatori di immagini frattali ne esistono migliaia di versioni, mentre ci sono in giro pochi programmi di CAD o spreadsheet.

I recenti investimenti di capitali nell’iniziativa sono, comunque, la strada migliore per uscire dal ristretto ambito dello sviluppo hobbistico.

L’argomento Open Source è troppo vasto perché si esaurisca nel breve spazio di una definizione di glossario: tra i riferimenti bibliografici sarà possibile trovare tutta la documentazione relativa.

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Bibliografia

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Pagina curata da Luca Sabatucci