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Firewire
di Daniele RomanoIntrodotta
sul mercato dei personal computer già da due anni, la tecnologia Firewire
stenta ancora a decollare come standard di fatto.
Tuttavia Firewire avrebbe dalla sua tutti i numeri per soppiantare ogni altra
tecnologia di collegamento attualmente esistente sul mercato dei personal
computer (e non).
Vediamo più nel dettaglio in cosa consiste.
Si tratta di un’interfaccia, progettata dalla Apple Computer (ed omologata
dall’Institute of Electrical and Electronics Engineer con la sigla
IEEE1394) che ha fatto la sua prima comparsa sui Power MacG3.
Nelle intenzioni (ma anche nei fatti: i G3 non hanno una porta SCSI) è
destinata a sostituire la gloriosa porta SCSI.
Firewire consente di collegare a personal computer e workstation, o anche
direttamente tra loro, dei dispositivi mantenendo un’elevata velocità di
trasferimento dati.
L’interfaccia, infatti, è capace di realizzare una connessione di tipo peer-to-peer
totalmente digitale per connettere direttamente tra loro due o più
dispositivi dotati di questo tipo di porta (ad esempio, due videocamere digitali
per una duplicazione video diretta) senza che ci sia un computer che faccia da
tramite.
Per contro, se il collegamento avviene tra periferica e computer (per esempio
una digitalizzazione video), sempre a causa della connessione peer-to-peer,
sarebbe in teoria necessario che il computer fosse sufficientemente potente da
elaborare “in diretta” le immagini che gli arrivano senza alcun tipo di
compressione.
In realtà, sebbene i G3 potessero comunque garantire tutta la potenza di
calcolo che serve, non è necessario che sia così poiché lo standard prevede
due tipi di trasferimento dati: asincrono o isocrono. Il primo consente una
trasmissione di dati “bufferizzabile” che sgrava, sia pure parzialmente, il
carico elaborativo necessario. Il trasferimento isocrono, assicura, invece, un
flusso di dati costante ad alta velocità (fino a 400Mbps) ed è quindi
l’ideale per gli stream continui di dati multimediali.
Tra le altre caratteristiche, lo standard IEEE1394 prevede che il cavo di
connessione tra le periferiche non superi i 4,5 metri (oltre si avrebbe
un’attenuazione del segnale con conseguente perdita di dati), ma è possibile
connettere in cascata fino a 63 periferiche.
Inoltre l’interfaccia permette la “hot connection”: consente, cioè, di
collegare le periferiche e riconoscerne le caratteristiche a macchina accesa,
come avviene anche per le periferiche USB.
I primi dispositivi ad impiegare tale standard sono stati videocamere e
videoregistratori digitali, Digital Video Disk, ecc.
Ma le periferiche Firewire ad oggi disponibili sul mercato si contano
sulle dita di una mano.
O meglio, quasi tutte le videocamere digitali sono dotate di un connettore video-out
digitale compatibile IEEE1394, attraverso cui è possibile riversare le riprese
su un computer, ma sono pochissime quelle dotate anche di un connettore video-in
che consenta il passaggio inverso, una volta realizzato l’editing video.
Il costo di queste poche videocamere provviste di entrambi gli attacchi, poi, è
particolarmente elevato perché gravato da assurdi balzelli fiscali, e in ogni
caso è tale da scoraggiarne l’acquisto per i soli scopi amatoriali.
Per maggiori informazioni:
http://grouper.ieee.org/groups/1394/1/Documents/br035r05.pdf
http://www.apple.com/firewire/
http://macprof.macity.it/firewire/indexp.html
http://www.ti.com/sc/docs/msp/1394/tech.htm
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