Il Comune di NulviHome

La Chiesa di Nulvi


È sufficiente una rapida visita all'abitato, che si estende in dolce declivio (a 478 m s.l.m.) ai piedi dell'altopiano calcareo di San Lorenzo, per rendersi conto che si tratta di uno dei centri più importanti, ricchi e popolosi dell'Anglona. La fertilità del territorio, costituito di colline calcaree tra le quali dominano Monte Alma (496 m) Monte Iscoba (629 m) e Monte San Lorenzo (581 m), ha favorito sin dai tempi più antichi gli insediamenti umani: tra gli altri, sepolture ipogeiche del tipo a domus de janas a M. Orrita (415 m). Nell'area di pertinenza comunale si contano ancora 38 nuraghi, tra i quali spiccano i complessi monumentali di Alvu, Irru ed Orcu.
Dal nuraghe Orcu proviene un inconsueto bronzetto conservato di Museo Archeologico Nazionale di Cagliari, rafigurante un uomo che cavalca un bue, stando a cavallo, in atteggiamento di orazione ed offerta. Il paese fece parte del giudicato di Logudoro, quindi dei possedimenti dei Doria, ed infine dei Pimentel e dei Tellez Giron, feudatari spagnoli. A quei tempi il benessere derivava da un intenso sfruttamento dei campi, ma venivano praticati anche la pastorizia e l'allevamento. Queste vocazioni, allora secondarie, hanno permesso ai nulvesi di affrontare più agevolmente che i villaggi vicini la crisi derivata dall'abbandono delle colture: oggi qui funziona un moderno caseificiio che arriva a produrre 5000 quintali di formaggi all'anno; è promosso dalle Cooperative pastorali S. Pasquale che conta quasi 300 soci, metà dei quali sono di Castelsardo, Tergu, Sedini e Martis. I segni del benessere agrario del secolo scorso rimangono in alcune dimore padronali, che si distinguono per l'impegno che gli artigiani locali, noti in tutta la zona, mettevano per l'edificazione e le finiture. La parrocchiale settecentesca, dedicata alla Vergine Assunta, vanta un bel campanile ottagonale e conserva all'interno un pulpito in legno, due leoni in marmo di stile gotico e altri dipinti e sculture di pregio. Nell'abitato sono ancora la chiesa barocca del Rosario, quelledi Santa Tecla e di San Bonaventura, cui erano annessi i conventi, ora abbandonati, e ancora quella di Santa Croce e l'oratorio di San Filippo; tra quelle sparse nelle campagne, frequentatissimo in occasione della festa, l'otto settembre, il santuario della Madonna, edificato, pare sui resti di un nuraghe, sul Monte Alma, dal quale si gode ampia vista sulla zona circostante. Nell'oratorio di San Filippo si conservano i tre grandi candelieri, alti ben nove metri, segno odierno più tipico dell'antica preminenza di Nulvi e del suo attaccamento alle tradizioni. Di origine incerta, uniscono questo centro a Ploaghe e soprattutto aSassari nella consuetudine, di origine pisana, di offrire dei grandi ceri o candeli alla Vergine Assunta, il 14 agosto.
Badesi Chiaramonti Erula Nulvi Perfugas Tergu Viddalba