Cocktail n. 3 - anno X - giugno 2002

INTERVISTA A SERGIO MARRACINI

di Michele Ruda

 Sergio MARRACINI nasce a Cagliari il 4 Dicembre del 1955, si laurea in medicina e chirurgia all’Università degli Studi di Cagliari;  in politica dal 1980, dal 2000 è Presidente dell’ESAF (Ente Sardo Acquedotti  e Fognature);  celibe, tra i suoi hobby lo sport, la lettura e la musica.

DOMANDA:Quando e come si è avvicinato alla politica?

RISPOSTA: Per via di un campo sportivo: allenavo la squadra di calcetto di M. Urpinu, e non avevamo il campo; così, per ottenerlo, mi rivolsi a dei politici che avevo conosciuto tramite mio padre, Elia, che era allora un noto esponente del Partito Sardo d’Azione. In fondo, la politica è stata nella mia famiglia e  per molti anni un costante motivo di discussione, anche per le divergenti opinioni che spesso mi opponevano a mio padre. Nel 1980, mentre frequentavo l’ultimo anno di università, venni eletto consigliere D.C. di  Circoscrizione a Genneruxi, nel 1990 Consigliere comunale D.C. di Cagliari e  nel 1993 nominato Assessore ai Lavori Pubblici, nel 1994  sono stato eletto Consigliere Regionale nelle liste di Forza Italia che ho poi lasciato nel 1996. Dal 2000 ricopro l’incarico di Presidente dell’ESAF.

D. Cosa l’ha spinto a lasciare F.I.  per transitare nell’U.D.R.?

R. Ero entrato in F.I. in quanto mi era sembrata la sola reale alternativa alla sinistra, che in quel momento era al suo massimo livello di consenso; ne sono uscito  quando mi sono reso conto che, almeno qui in Sardegna, era allora una struttura senza capo né coda, e la sua dirigenza mi sembrava troppo ossequiente alle direttive di Roma, dove spesso nessuno conosceva veramente i problemi di questa Regione. Nel 1997 ho seguito il Sen. Cossiga nell’U.D.R. spinto dal sentimento di stima e di ammirazione che ho sempre nutrito nei Suoi confronti, e per i valori cattolico-liberali che credo possano ritrovarsi in quel Partito.

D. Essere Presidente dell’ESAF in un periodo particolarmente difficile Le crea dei problemi?

 R.. E’ un incarico da sempre assai delicato, in quanto la situazione delle risorse idriche in Sardegna presenta problemi notevoli, rimasti irrisolti per decenni, ed ora giunti ad un punto in cui la loro soluzione non è più rinviabile.

D. Quali sono i problemi, e quali le soluzioni?

R.. L’ESAF gestisce l’88% dei Comuni sardi;  il 12% restante è composto dai grandi Centri urbani, autogestiti, i quali peraltro realizzano i consumi maggiori, anche per il notevole aumento della popolazione; le precipitazioni sono diminuite, specie nel centro-sud dell’Isola; la rete idrica è vecchia e dovrebbe essere rifatta, in quanto le perdite per dispersione  superano talvolta il 30-35%  dell’acqua immessa nelle tubature. Le soluzioni non sono facili: intanto una maggiore sensibilizzazione dei cittadini affinché non sprechino l’acqua; aumentare le risorse idriche con ricerche nel sottosuolo e con la costruzione di un buon numero di dissalatori, tenendo però presente che l’acqua prodotta costa almeno il doppio di quella naturale; riciclare l’acqua dei centri urbani per utilizzarla nell’agricoltura; imporre agli agricoltori che ora pagano l’acqua per ettaro,  dei contatori per misurare l’effettivo consumo; riparare le reti idriche fatiscenti dei grandi Centri urbani, specie quella di Cagliari; costringere anche il rimanente 12% dei Comuni sardi a consorziarsi all’ESAF; creare infine un unico Ente che gestisca a livello regionale tutte le risorse idriche, al posto della attuale pletora di enti grandi e piccoli, che  impedisce di adottare con la necessaria rapidità decisioni  di interesse generale.

D. Come vede la situazione politica sarda, e quella nazionale?

R.. La giunta Floris ha ottenuto buoni risultati, ed un grande traguardo: quello della continuità territoriale, con le nuove tariffe del trasporto aereo. In campo nazionale, il Governo Berlusconi sta andando bene, i risultati sono positivi, e ritengo che governerà tranquillamente fino al termine della legislatura.

                                         M.R.

 

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