Cocktail anno 8 numero 2

Bagliori nel Buio a cura della Redazione

Gli ultimi fatti di cronaca hanno puntato i riflettori sui problemi giovanili ed in particolare sul problema droga. L'ecstasy, una delle sostanze psicoattive più diffuse, ha iniziato a stroncare le prime vite umane e finalmente si è aperto il dibattito, sia scientifico sia sociologico, su questo fenomeno. Dico finalmente perché, finora, non si era mai parlato seriamente di ecstasy.

La "pasticca" era considerata alla stregua di una droga "leggera" e si riteneva che dall'assunzione occasionale non potessero risultare gravi effetti collaterali; insomma, dalla lettura dei servizi giornalistici dedicati a questo problema (da sempre connesso alle discoteche) pubblicati su vari periodici e settimanali prima degli ultimi cruenti episodi, al giovane non veniva suggerita paura verso gli effetti della droga quanto piuttosto un'ingenua "curiosità", che avrà sicuramente indotto molti ragazzi a provare, anziché evitare.

Quando però sono state eseguite indagini scientifiche più accurate, si è riscontrato che tale sostanza, la quale in realtà è un miscuglio disordinato di diverse sostanze psicoattive, in genere anfetamine, cocaina e farmaci vari, sopratutto per il suo carattere eterogeneo (esistono centinaia di tipi di ecstasy, ciascuno costituito da una mistura incontrollata di sostanze diverse) può portare a svariate disfunzioni degli organi vitali (ultimamente una ragazza è stata costretta al trapianto di fegato) e ad impensabili malattie (si è parlato di "morbo di Parkinson", malattia "della vecchiaia" caratterizzata da un successivo logoramento delle cellule cerebrali). Tutto ciò nell'impossibilità di dare delle risposte scientifiche adeguate, poiché si dovrebbe analizzare ognuno dei diversi tipi di pastiglie.

Queste notizie, giunte alle nostre orecchie a dir poco "in ritardo", devono indurre il mondo giovanile ad un serio esame di coscienza: può avere lo "sballo" (concetto da sempre vicino all'idea di divertimento) un'importanza tale da inibire ogni paura? È davvero l'ecstasy un modo per dimenticare i propri problemi, o è soltanto causa di nuovi problemi? Ed infine, vista l'enorme diffusione di questa droga, dove va a finire l'anticonformismo ed il desiderio di "andare contro", prerogative queste dei giovani di ogni epoca, quando gli stessi modi con cui si dice di volerlo esprimere (ma è solo una scusa!) diventano consuetudine? Sarebbe bello che un giornalino scolastico come questo divenisse sede di scambi di opinione sui problemi che ci riguardano così da vicino.

Simone

 

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