Cocktail anno 8 n. 3

ZONA ASFALTO

DJ GRUFF E LA FAMIGLIA

 

Innanzitutto un grande saluto ai magnifici lettori di Cocktail da Scepa e Cadmio. Oggi vi parleremo, o meglio, cercheremo di parlarvi, di due colonne portanti del rap italiano: DJGruff e La famiglia. Partiamo subito col descrivervi  il DJ di origini sarde trapiantato a Torino, dove da circa dieci anni è un vero e proprio riferimento della scena hip-hop italiana. Può sicuramente essere considerato il "proto b-boy", il primo vero precursore della scena, colui che per primo ha sviluppato le tecniche del rap, dello scratch, ha creato immagini, termini che sono entrati a pieno titolo nel "vocabolario" dell' hip-hop italiano. Nelle sue innumerevoli produzioni ha fatto parte di "Sangue Misto", triade formata da Neffa, Deda e Gruff, per l'appunto. "Sangue Misto" è a sua volta considerato un capitolo fondamentale nella storia dell'hip-hop italiano. «Tra i suoi ultimi progetti c'è Il suono della strada, scritto, arrangiato e diretto da DJ Gruff e O tutto O niente, :ideato, skretchato, scritto, prodotto, registrato e mixato dallo stesso Gruff. Composto da quindici tracce per un totale di poco più di cinquanta minuti di musica, ha un'enorme quantità di informazioni, citazioni, verità, insulti. Contagioso, coinvolgente, controverso, geniale, contorto, ironico, divertito e a volte divertente, difficile trovarne il giusto dosaggio, difficile a volte comprenderne il percorso, e ancora più difficile comprenderne i motivi. I brani, quasi mai e volutamente, si risolvono in vere e proprie canzoni e sono più che altro cerchi concentrici dove parole pronunciate e scratchate si rincorrono nel tentativo di liberare il rancore e la rabbia del protagonista. Sono episodi incastrati tra loro, elevati dalla consueta ironia facilmente riscontrabile nei continui richiami televisivi e annebbiati dalle cupe sonorità delle basi dall'incedere lento e tribale» (Vez).

Ora passiamo a descrivere la formazione di punta della scena hip-hop partenopea: "La Famiglia", nata dall' incontro di "Polo" e "Sha-one", rappresentanti a 360 gradi di questa cultura. "Sha-one" (conosciuto anche come "Shangai") fa parte di quella che è considerata l'old school italiana; incomincia a interessarsi dell'hip-hop dai primissimi anni Ottanta, mostrando subito notevoli capacità nell'aerosol art ed è il fondatore della prima crew di break-dance partenopea. Verso la metà degli anni Ottanta compone le sue prime liriche in napoletano, mettendo in evidenza le affinità e le assonanze esistenti tra quest'ultima e lo slang americano usato nei testi rap. Il 1988 è l'anno in cui avviene l' incontro tra Polo e il mondo hip-hop, e in quell'anno incomincia anche a dipingere. All'inizio degli anni Novanta non c'era angolo della città dove non si potesse ammirare uno dei suoi pezzi (graffiti). Parallelamente cominciano a collaborare anche nel campo musicale: "Sha-one" proveniente dalla vecchia scuola e precursore del rap in napoletano, e "Polo" proveniente dalle fila dei gruppi "A.M.N.K." e "100% Posse", da quel momento si distaccano dal rap che aveva caratterizzato il periodo delle posse in Italia.

"DJ Simi" è il terzo componente del gruppo. Incontra la cultura hip-hop a tredici anni (nel 1985) e rimane affascinato dalla figura del DJ. Acquisisce con allenamento e passione una grande padronanza del mezzo tecnico: scratch, cutting e qualche altra evoluzione sui piatti che esegue con grande naturalezza. Dopo le esperienze fatte nei maggiori locali europei, "DJ Simi" produce le basi per "La Famiglia" e ne è anche il DJ. Lo spirito che li accomuna ancora oggi è il desiderio di diffusione e sviluppo del vero messaggio della cultura hip-hop: amore,pace,unità e fratellanza, valori racchiusi nel concetto di famiglia e rappresentati dalla "Zulu Nation".

Un forte legame di amicizia e rispetto li lega alla scena newyorkese, forse dovuto al fatto che entrambe le città presentano aspetti come vitalità, spontaneità e creatività che prendono energia dalla vita di strada. Inoltre le due città sono unite da quella retta immaginaria che geograficamente corrisponde al 41° Parallelo, titolo dell'album.

Solo nel 1999 abbiamo potuto ascoltare il loro primo cd, l' attesa si era fatta estenuante. Nell' album è stata ricreata in tutto e per tutto l' atmosfera  napoletana e si può sentire  perfettamente il grande lavoro fatto per far uscire questo capolavoro discografico. Il napoletano fa da padrone in tutto il cd e, a meno che non siate di origini partenopee, vi sarà estremamente difficile capire i testi delle canzoni (di aiuto per questo vi sarà la traduzione dei testi presente nel classico libretto del cd). Il modo di "rappare", la metrica assolutamente devastante fanno di questo cd un acquisto indispensabile per chi ama questo genere di musica.

E con questo finiamo sperando sempre di non annoiarvi bensì di esservi utili per comprendere questa cultura che a noi sta tanto a cuore.

Pace!

 

CADMIO

 

 

 

 

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