ZONA ASFALTO
DJ GRUFF E LA FAMIGLIA
Innanzitutto un grande saluto ai magnifici
lettori di Cocktail da Scepa e Cadmio. Oggi vi parleremo, o meglio, cercheremo
di parlarvi, di due colonne portanti del rap italiano: DJGruff e La
famiglia. Partiamo subito col descrivervi
il DJ di origini sarde trapiantato a Torino, dove da circa dieci anni è
un vero e proprio riferimento della scena hip-hop italiana. Può sicuramente
essere considerato il "proto b-boy", il primo vero precursore della
scena, colui che per primo ha sviluppato le tecniche del rap, dello scratch, ha
creato immagini, termini che sono entrati a pieno titolo nel
"vocabolario" dell' hip-hop italiano. Nelle sue innumerevoli
produzioni ha fatto parte di "Sangue Misto", triade formata da Neffa,
Deda e Gruff, per l'appunto. "Sangue Misto" è a sua volta considerato
un capitolo fondamentale nella storia dell'hip-hop italiano. «Tra i suoi ultimi
progetti c'è Il suono della strada, scritto, arrangiato e diretto da DJ
Gruff e O tutto O niente, :ideato, skretchato, scritto, prodotto,
registrato e mixato dallo stesso Gruff. Composto da quindici tracce per un
totale di poco più di cinquanta minuti di musica, ha un'enorme quantità di
informazioni, citazioni, verità, insulti. Contagioso, coinvolgente,
controverso, geniale, contorto, ironico, divertito e a volte divertente,
difficile trovarne il giusto dosaggio, difficile a volte comprenderne il
percorso, e ancora più difficile comprenderne i motivi. I brani, quasi mai e
volutamente, si risolvono in vere e proprie canzoni e sono più che altro cerchi
concentrici dove parole pronunciate e scratchate si rincorrono nel tentativo di
liberare il rancore e la rabbia del protagonista. Sono episodi incastrati tra
loro, elevati dalla consueta ironia facilmente riscontrabile nei continui
richiami televisivi e annebbiati dalle cupe sonorità delle basi dall'incedere
lento e tribale» (Vez).
Ora passiamo a descrivere la formazione di
punta della scena hip-hop partenopea: "La Famiglia", nata dall'
incontro di "Polo" e "Sha-one", rappresentanti a 360 gradi
di questa cultura. "Sha-one" (conosciuto anche come
"Shangai") fa parte di quella che è considerata l'old school italiana;
incomincia a interessarsi dell'hip-hop dai primissimi anni Ottanta, mostrando
subito notevoli capacità nell'aerosol art ed è il fondatore della prima crew
di break-dance partenopea. Verso la metà degli anni Ottanta compone le
sue prime liriche in napoletano, mettendo in evidenza le affinità e le
assonanze esistenti tra quest'ultima e lo slang americano usato nei testi rap.
Il 1988 è l'anno in cui avviene l' incontro tra Polo e il mondo hip-hop, e in
quell'anno incomincia anche a dipingere. All'inizio degli anni Novanta non
c'era angolo della città dove non si potesse ammirare uno dei suoi pezzi (graffiti).
Parallelamente cominciano a collaborare anche nel campo musicale:
"Sha-one" proveniente dalla vecchia scuola e precursore del rap in
napoletano, e "Polo" proveniente dalle fila dei gruppi
"A.M.N.K." e "100% Posse", da quel momento si distaccano dal
rap che aveva caratterizzato il periodo delle posse in Italia.
"DJ Simi" è il terzo componente del
gruppo. Incontra la cultura hip-hop a tredici anni (nel 1985) e rimane
affascinato dalla figura del DJ. Acquisisce con allenamento e passione una
grande padronanza del mezzo tecnico: scratch, cutting e qualche
altra evoluzione sui piatti che esegue con grande naturalezza. Dopo le
esperienze fatte nei maggiori locali europei, "DJ Simi" produce le
basi per "La Famiglia" e ne è anche il DJ. Lo spirito che li accomuna
ancora oggi è il desiderio di diffusione e sviluppo del vero messaggio della
cultura hip-hop: amore,pace,unità e fratellanza, valori racchiusi nel concetto
di famiglia e rappresentati dalla "Zulu Nation".
Un forte legame di amicizia e rispetto li lega
alla scena newyorkese, forse dovuto al fatto che entrambe le città presentano
aspetti come vitalità, spontaneità e creatività che prendono energia dalla vita
di strada. Inoltre le due città sono unite da quella retta immaginaria che
geograficamente corrisponde al 41° Parallelo, titolo dell'album.
Solo nel 1999 abbiamo potuto ascoltare il loro
primo cd, l' attesa si era fatta estenuante. Nell' album è stata ricreata in
tutto e per tutto l' atmosfera
napoletana e si può sentire
perfettamente il grande lavoro fatto per far uscire questo capolavoro
discografico. Il napoletano fa da padrone in tutto il cd e, a meno che non
siate di origini partenopee, vi sarà estremamente difficile capire i testi
delle canzoni (di aiuto per questo vi sarà la traduzione dei testi presente nel
classico libretto del cd). Il modo di "rappare", la metrica
assolutamente devastante fanno di questo cd un acquisto indispensabile per chi
ama questo genere di musica.
E con questo finiamo sperando sempre di non
annoiarvi bensì di esservi utili per comprendere questa cultura che a noi sta
tanto a cuore.
Pace!
CADMIO
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