Cocktail anno 8 n. 4

Bagliori nel buio

A cura della Redazione di Cocktail

 

Cari lettori,

come avrete potuto notare, quest'anno il giornalino della scuola è stato pubblicato con meno frequenza rispetto agli anni scorsi, e questo fatto è dovuto ad un motivo fondamentale: la mancanza di collaborazione e di collaboratori. Tutto ciò da una parte mi dispiace molto, ma dall'altra mi fa rabbia.

Già, rabbia! Mi sto rendendo conto che stiamo diventando una massa di persone svogliate, che non hanno voglia di cambiare, di migliorare e di superarsi, che vengono a scuola solo per dare la propria interrogazione, per prendersi il proprio voticino e basta. Ci stiamo chiudendo sempre di più, ognuno nel suo minuscolo e limitatissimo mondo. E quello che mi dà più fastidio è che non stiamo reagendo, anzi (cosa ancora peggiore), ci stiamo quasi abituando a questo stato. Non siamo una parte attiva della scuola (come in realtà dovremmo esserlo, perché siamo noi la scuola, non chi sta fuori e viene da fuori!), facciamo solo quello che ci viene detto dall'alto senza chiederci il perché, senza interessarci del perché!

E di questa mancanza di voglia di cambiare risente anche il nostro giornalino. Le persone che collaborano, che partecipano e che sentono il bisogno di esprimere la loro opinione sono sempre di meno. Eppure non capisco: si fanno tanti bei discorsi del tipo «Bisogna avere il coraggio di dire ciò che si pensa!», e poi quasi nessuno ha la forza di farsi valere in un giornalino scolastico, che offre a tutti la possibilità di esprimere la propria opinione su qualsiasi argomento, liberamente e senza censure di alcun tipo (ovviamente solo quelle imposte dalla buona educazione e dal rispetto).

Vogliamo approfittare di questo strumento che ci dà l'occasione di far arrivare la nostra voce e il nostro pensiero anche al di là della cerchia dei nostri due o tre "migliori amici"? Vogliamo darci da fare sul serio per migliorare la situazione?

Parliamo! Scriviamo! Discutiamo! Io credo che possiamo fare grandi cose, basta solo avere volontà. E coraggio.

 

 

Emanuele Tanas

 

 

 

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