Zona asfalto
ICE ONE
Quella
di Ice One credo che sia stata, fino ad oggi, una delle poche esistenze
dedicate completamente alla cultura Hip-Hop,e questa è una sua qualità che
riesce a trasmettere in maniera quasi impressionante agli altri. Ice One (per
gli amici "Sebbi") è uno che ha scoperto il potere segreto della
musica, che ha trovato nell'Hip-Hop ciò che cercava. Ha cominciato a
"smazzare"nel lontano 1983. In precedenza aveva studiato pianoforte,
ma, col passare degli anni, si sentiva attratto più dagli "scratch"che
dalla musica classica. E per quanto strano possa sembrare, non cominciò subito
a produrre basi rap, bensì, non appena le sue finanze gli permisero di
acquistare i piatti, iniziò a mischiare vari dischi, attaccando spezzoni di
diverse composizioni. Contemporaneamente imparò a "breakare",
frequentando una comunità di colore che viveva ad Ostia, la sua città. Lui
stesso, però, ha rivelato di essersi vantato un po' troppo con gli amici di
quegli anni di saper fare delle evoluzioni che in realtà erano dei veri e propri
"impro", mosse buttate giù sul momento. Cominciò così a frequentare
Galleria Colonna (una sorta di punto di ritrovo tipo Terrapieno o Hormus per i
b-boys cagliaritani), dove già si esibivano gente come Dj Giancarlino, Urban
Force o i Breakfast Team che, a suo parere, erano veramente bravi.
Col
passare del tempo lui stesso si rese conto che la "breakdance" era
una moda di quel periodo, e mentre gli altri incominciavano a tralasciare
questa disciplina, lui continuò a frequentare Galleria Colonna, grazie anche a
gente come Dj Ringo e a episodi cruciali delle sua vita come il concerto di
Afrika Bambaataa. In quei giorni il suo disco di riferimento era Rock it
di Herbie Hancock. A Roma in quel periodo c'erano dj bravissimi come Marco
Trani, ma la persona che decisamente più di tutte ha influenzato le produzioni
di Ice One è stato Marley Marl, un grande produttore che ha ispirato gente come
Mobb Deep. Grazie a Marl, Ice One ha scoperto l'energia dello stile hip-hop.
Poi giunse l'esperienza con la Mad Djs Band, un' esperienza un po'
sconclusionata, ma la cosa più importante fu che a soli diciassette anni riuscì
a far uscire il suo primo disco. Cominciò anche a fare rap, aveva imparato
delle frasi in inglese (un inglese non molto corretto, ma, come lui stesso afferma,
ciò che era importante in quel periodo era trovare il suono delle parole e lui
c'era riuscito alla grande). Quindi è cominciato tutto con il periodo delle
posse, un periodo in cui c'erano gruppi come Mantronix e Run DMC; erano solo
questi i gruppi che incidevano e guadagnavano, mentre gli altri non combinavano
niente.
Dopo
la Mad Djs Band ha cominciato al lavorare al progetto Power Mc's, una sorta di
gruppo a conduzione familiare che si occupava di varie cose, specialmente delle
produzioni. Ice One ha vissuto abbastanza male il periodo delle posse che, a
suo parere, era un periodo in cui si dava la parola anche a chi non se la
meritava, arrivando così a un progressivo snaturamento dell' hip-hop. Certo,
c'erano anche le eccezioni (e che eccezioni!) rappresentate dagli Isola Posse,
Sangue Misto e Assalti Frontali, ma ad Ice One la strumentalizzazione di
quell'epoca da parte dei giornalisti non è proprio andata giù. Passato il
periodo delle posse ci fu in Ice One la presa di coscienza sul fatto che si doveva
trovare un'etichetta discografica che fosse disposta a pubblicare un lavoro
come il suo, che non era commerciale, e ciò che non era commerciale in quel
periodo non guadagnava (come d'altronde al giorno d'oggi). Ebbe fortuna nel
trovare l'Irma Records. Poi è arrivata l'esperienza con il Colle, molto
importante nella sua vita. Produsse il primo disco del Colle, Odio Pieno,
e per la prima volta seguì la produzione di un disco dall'inizio alla fine. A
ruota venne il featuring con Frankie HI-NRG mc. Successivamente Sebbi ha
sentito il bisogno di fermarsi un po', condizionato anche da alcuni importanti
eventi che l'hanno segnato negativamente, dando a tutti l'impressione di
essersi concentrato solo sulla produzione.
Come dice Seba:
«va' per la tua strada, la mia non porta in nessun posto…»
Pace a chi dà pace
Cadmio
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