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LUNA G ROSSA
Un gioioso saluto a tutti i miei lettori! Oggi mi trovo qui a
cantare (come Calliope, musa della poesia epica) le gesta del nuovo simbolo
dell'Italia nel mondo, che ci è fatto conoscere e amare da tutti per la grinta,
la competenza, la lealtà e l'entusiasmo dimostrati dal nostro team.
Sto parlando di Luna Rossa (che in realtà non è una sola barca,
ma due: ITA 45 e ITA 48) e del Prada Challenge che ha disputato ad Auckland,
nel golfo di Auraki, in Nuova Zelanda, il match-race più importante nel campo velico,
vincendo la Luis Vuitton Cup, ma non riuscendo a strappare ai Neozelandesi di
Black Magic la brocca d'argento, trofeo della Coppa America. Questa
competizione è riuscita a tenere incollati al televisore per un mese e mezzo
tantissimi appassionati e curiosi che si svegliavano all'una per seguire le
regate in diretta. E anche quando, nelle fasi di qualificazione, non era ancora
stato stipulato il contratto tra la TV italiana e quella neozelandese, non sono
mancati i fedelissimi (me in primis!) che si accontentavano di 10 minuti di
regata al giorno (anzi, a notte!).
La Louis Vuitton Cup constava di tre Round Robin, a cui
partecipavano 11 barche che si affrontavano due alla volta (questo è il
match-race). Nel primo round ogni vittoria valeva un punto, e Luna Rossa
l'aveva concluso con dieci punti (avendo vinto dieci volte), seguita da Young
America (che per i materiali si era rivolta alla NASA) e da America One (che
invece si era affidata all'azienda leader delle costruzioni aeronautiche, la
Boeing), entrambe giunte a otto punti. Nel secondo round, che ha visto ancora
in testa la barca italiana, ogni vittoria valeva 4 punti, mentre nel terzo
valeva nove punti.
I sei sfidanti che hanno ottenuto il punteggio migliore nei
gironi eliminatori (i Round Robin) accedevano alle semifinali, e qua le due
barche con il punteggio più alto (America One di Paul Cayard e Luna Rossa di
Francesco De Angelis) passavano alle finali, che si disputavano al meglio delle
nove prove; in poche parole, la barca che per prima vinceva cinque regate si
aggiudicava la Luis Vuitton Cup e otteneva la possibilità di sfidare i
neozelandesi per contendersi la Coppa America.
Nelle semifinali Luna Rossa ha iniziato a vacillare. America
One si è aggiudicata il primo posto e si temeva addirittura che le barche
americane si fossero coalizzate contro la nostra: Cayard infatti venne accusato
di essersi fatto battere apposta da Stars & Stripes, visto che lui aveva
già la qualificazione assicurata. Si iniziò a temere che per ottenere la finale
avremmo dovuto fare uno spareggio con il team di Dennis Conner, nonostante i 90
miliardi spesi dall'armatore Patrizio Bertelli (marito della famosa stilista
Prada). A questo punto venne inoltrato un reclamo contro la barca di Conner,
accusato di aver impiegato una vela utilizzata in precedenza da Young America;
questa accusa, tuttavia, non sembrò molto verosimile, visto che a bordo di
S&S c'era il boss della North Sails, che in fatto di vele se ne intende! Si
credeva che anche America True avrebbe fatto vincere S&S, per
permettere comunque ad una barca
americana di giocarsi l'America's Cup. Ma così non è accaduto, e alla fine del
match-race America True ha issato uno spinnaker con la scritta "Grazie a
chi ha creduto nella verità!".
Lo scontro tra Cayard e De Angelis è stato molto duro, e ha
tenuto tutti nell'incertezza, anche se alla fine ha trionfato il tricolore.
Così Cayard imparerà sicuramente a non sfidare troppo la sorte, visto che
gareggiava con uno spinnaker verde e ha fatto salire come diciassettesimo "uomo"
sulla barca durante una regata una nota sportiva, cosa che un
velista non farebbe mai, perché secondo la tradizione una donna in barca porta
sfortuna).
C'è però chi ha fatto il passo più lungo della gamba, come nel
caso di Agnelli, che già ci vedeva vincitori della coppa e aveva già proposto
di ambientare la prossima competizione nel golfo di Napoli, città dello skipper
italiano (chi vince la coppa, infatti, ha il diritto di giocarsela in casa), ma
Bertelli, che pure non voleva sbilanciarsi e predicava cautela, aveva detto che
in caso di vittoria si sarebbe scelto il tratto di mare vicino all'isola
d'Elba, visto che lui è un toscano d.o.c!
Ci sono state grandi proteste anche durante l'America's Cup,
visto che i giudici di gara annullavano molto spesso le regate per mancanza di
vento, anche quando c'erano 10 nodi e si poteva tranquillamente regalare. In
questo modo veniva penalizzata Luna Rossa, che ha una struttura tale da rendere
meglio sotto i 12 nodi. Comunque, nonostante abbiamo subito una pesante sconfitta,
siamo riusciti a meritare la stima e le simpatie di tutti. Sicuramente andrà
meglio la prossima volta, perché abbiamo delle ottime barche, veloci, con buone
partenze, in grado di fare buoni angoli di bolina.
È tuttavia giusto riconoscere la superiorità dei neozelandesi,
che hanno conquistato la coppa per la seconda volta consecutiva e hanno avuto
il merito di averla sottratta agli statunitensi, come fecero gli australiani
nel 1983.
Dopo Azzurra e il Moro di Venezia, le celebri barche italiane
che hanno preceduto Luna Rossa, ritenteremo ancora, in cerca della vittoria!
Bacini, bacetti e baciotti
Ro
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