Cocktail anno 8 n. 4
Pagelline di Aprile
Non sapendo cosa fare, ho deciso di scrivere
anche per questo numero di Cocktail le (famose?) pagelline.
Purtroppo l’appello lanciato nel precedente numero non è
servito a niente, e in I Liceo classico
sempre più persone fanno a pugni per poter entrare in questa pagina.
Cari ragazzi, questa è l’ultima volta: d’ora in poi i membri
della I Classico faranno una gare interna e, alla fine dell’anno, riceveranno
l’ambitissimo premio "Il Jollone dell’anno".
Bando alle ciance ed iniziamo:
VOTO 110 E LODE (CON BACIO ACCADEMICO)
Al viaggio di istruzione tenutosi dal 7 al 9 aprile e che ha coinvolto 15 eroi
del nostro istituto accompagnati da don Casti. Avendo partecipato attivamente
al viaggio, devo dirvi che avrei preferito dedicare le pagelline solo alla
gita, ma, non avendovi partecipato tutti, metterò delle note speciali:
1) Ai quattro tenores Stefano Simbula (prima
voce), Stefano Utzeri, Francesco Piseddu e Alberto Scarpa (direttore
d’orchestra), che si sono esibiti nella piazza centrale di Bruxelles cantando
pezzi come Nanneddu Meu,
raggiungendo il culmine con Con te partirò cantato dal Simbula.
Restando in tema di fatti canterini, lo stesso giorno i tenores hanno
incontrato un cantante del gruppo belga "Millennium 2000" e, dopo
essersi deliziati ascoltando i tipici canti sardi e il Simbula cantare Con
te partirò, i tenores e i Millennium hanno intonato tutti assieme la
canzone Volare, la canzone più amata in tutto il mondo e quella italiana
più famosa.
2) Ricordiamo il
Piseddu per avere comprato una camicia Quicksilver in stile hawaiano: vogliamo
tutti vedertela addosso.
3) Al trio di giornalisti d’assalto composto da
Alberto Scarpa, Filippo Caruso e Stefano Simbula, che, armati di telecamera,
con la scusa di fare interviste per
conto della televisione italiana (ormai famosa la frase del Simbula, che, dopo
avere chiesto a due ragazze se potevano concederli una intervista for italian television, ha aggiunto: Do you know Canale 5?). Inutile dire
che i tre intervistavano solo ragazze del luogo e ognuno aveva un ruolo ben
preciso: lo Scarpa registrava, il Caruso, grazie alla sua tempra, riusciva a
convincere le ragazze a concedere interviste, fingendo di prendere appunti su quello che dicevano, e
il Simbula, che era il vero e proprio intervistatore. Purtroppo i loro tentativi
sono stati vani, soprattutto dopo una intervista che ha fatto il Simbula, nella
quale ha colpito con un oggetto estraneo il panino di una delle due
intervistate.
4) A Giovanni Rossi,
che, anche lui, ha tentato di fare colpo sulle bellezze locali. Purtroppo uno
dei suoi migliori tentativi (era riuscito, più o meno, ad attaccare bottone con
tre ragazze) è stato rovinato dalla presenza dello Scarpa che, accarezzandogli
la testa, credendo di sembrare simpatico, ha fatto fuggire le tre ragazze.
5) A Roberta Fabbri,
che, non sapendo cosa fare appena rientrata dal giro turistico, si piazzava per
ore (?) al computer giocando alla versione inglese dell’impiccato.
6) Ad Oriana
Bernardi e alla sua perfetta conoscenza del fiammingo, che credendolo un
dialetto del tedesco, ha iniziato a tradurre con parole non sempre sensate
(comunque bisogna dire che non è andata molto lontano dalle giuste traduzioni).
7) Al mirto del
Rossi che, nel giro di una sera, è andato giù come se fosse gazzosa.
8) Al duo Francesco
Danero e Stefano Simula: durante i viaggi in auto il primo era di fronte
all’autista e parlava con questo e gli rideva in faccia a causa delle
stupidissime battute del Simbula (chiedete maggiore chiarezza ai due, ci sarà
da ridere).
9) A Silvia
Pili, Rita la Delfa, Laura Sestu e Anna Argiolas, le quali, a differenza dei
tre della nota 3, riuscivano ad attaccare bottone con i ragazzi locali e a fare
fotografie insieme.
10) Ai raduni nella sala giochi che si
tenevano dall’una e mezza in poi a luci spente da Filippo Caruso, Alberto
Scarpa, Giovanni Rossi, Oriana Bernardi, Francesco Piseddu e Roberta Fabbri,
durante i quali si raccontavano storie dell’orrore alternate da barzellette.
Inutile dire che in due notti hanno dormito complessivamente (in ore) meno
della metà delle dita di una mano di uno nato con tre dita.
11) A tutti coloro che vi hanno
partecipato, perché solo la presenza di tutti ha consentito che questa sia
stata una gita fantastica. Desidero inoltre ringraziare non solo il nostro
accompagnatore, don Giuseppe Casti, ma anche gli amici del Belgio che ci hanno
aiutato in maniera determinate e ci hanno divertito.
VOTO 10 A Roberto Massa, una
persona che continua a strabiliarci con le sue mirabolanti avventure. Il nostro
eroe, infatti, ancora spossato dopo le eroiche imprese del ritiro a Solanas (vedi
voto 0), ha deciso di assopirsi durante l’ora di professor Baghino, il quale,
vedendolo in uno stato di semi-catalessi, lo ha risvegliato dal coma dicendo:
«Scusa se ti disturbo…». Ormai è confermato: il Massa passerà alla storia per
le sue mirabolanti imprese, e il nostro istituto ha un nuovo supereroe. Sorge
una sola domanda: quale saranno le sue prossime imprese ?
VOTO 9 Alla mia popolarità (era
da molto che non mi citavo). Mi sono attribuito questo voto solo per riempire
uno spazio che, altrimenti, sarebbe risultato vuoto. Comunque dopo due mesi di
duro lavoro ora mi arrivano anche i messaggi dove mi si chiede la pubblicazione
di alcuni fatti eclatanti. Dopo questa mia irruzione nella scena ( ci tengo a a
sottolineare che non sono una persona egocentrica o fastidiosa), passiamo al
voto successivo.
VOTO 8 Alle gite organizzate da
Matia Sampietro, che, in collaborazione con il tour operator di Alghero "I
viaggi a Repentaglio", organizza gite incredibili e fuori dall’ordinario a
prezzi competitivi (se il confronto fosse con quelli che propone l’ente
spaziale Europeo per andare sulla Luna). Sapremo come andrà quando i nostri
torneranno a Cagliari e, soprattutto, quando Matia si deciderà finalmente ad
uscire dall’armadio!
VOTO 7 A una ricerca di carattere
sociale, di autore ignoto, che si intitola "Comportamento degli studenti
di fronte ai richiami dei professori"; le conclusioni dell’autore sono
che, in più del 90 % dei casi di richiamo, uno studente risponde: «Ma chi?
Io?!». Seguono altre varianti della frase, come ad esempio: «Ma sta parlando
con me? Ma cosa c’entro io?». Dopo questa frase seguono altre frasi che
dipendono dal fatto se lo studente è stato "sgammato" o meno. I più
negano anche l’evidenza e dicono: «Guardi che io non ho fatto niente!». Se invece
si viene "sgammati" in pieno si risponde più semplicemente: «Scusi».
Potrebbe seguire istantaneamente il prof che ribatte «Ma scusi che!» (nel senso
«Ma come ti permetti?») oppure «Vai fuori!». La prossima ricerca sarà
intitolata "Le espressioni degli studenti quando a questi viene fatta una
domanda della quale non si sa la risposta e la disperazione che questa
atteggiamento provoca nei professori". Leggerò e riferirò.
VOTO 6 A un bravo coreografo
della II classico, Marco Ligas, il quale, ultimamente, è impegnato a inventare
dei modi creativi per fare le invasioni di campo durante le partite del sabato
sera all’oratorio. Ne ho viste alcune che sono davvero delle opere d’arte
(fidatevi, lo dice uno che di arte non ne capisce niente).
VOTO 5 A Michele "Ciccio"
Mulas, il quale, quando viene all’oratorio in compagnia di
"Prezzemolo" Ortu, si diverte a deliziare le persone presenti con gag
esilaranti, inframmezzate da pause dove tocca grandi problemi filosofici (il
più grande è «Chi mi accompagna da zio droga?»).
VOTO 4 A due grandi (?) cantanti
della IV Scientifico e della V Ginnasio: Sarah Carta e Annamaria Marras, che,
nel loro tour nella cittadella universitaria tenutosi il 1° Aprile, hanno deliziato i presenti. Fonti
ufficiali hanno confermato che la loro performance è piaciuta soprattutto alle
ragazze "Coca Cola" (non so che cosa ci facevano lì, comunque), che
sono scappate a gambe levate. Prevedo una grande carriera per queste due
aspiranti star della canzone.
VOTO 3 A Fabio Sanna, un eminente
studioso e filosofo, che, con frasi brevi ma ben mirate, illumina professori e
compagni con delle vere perle di saggezza e con domande dal significato
profondo. La sua ultima chicca risale a poco tempo fa, quando, durante la
lettura dei “Promessi Sposi”, ha chiesto alla professoressa Mameli: «Scusi, ma
chi è l’Adda?». So che solitamente frasi di questo genere vanno su "Mai
dire squola" (a proposito, un saluto al collega Mister***), ma, in
questo caso, ho ritenuto opportuno menzionare il Sanna per tutta una serie di circostanze che non sto qui a spiegarvi.
VOTO 2 Agli artisti (in sogno)
Stefano Utzeri ed Emanuele Dessì , che dopo circa 4 mesi di duro lavoro (sto
parlando del murales incompiuto che c’è allo scientifico) si sono bloccati per
un dilemma al quale forse non c’è risposta: sarà meglio usare il giallo ocra o
il blu metallizzato come sfondo? Mentre i nostri cercheranno risposta noi
potremmo consigliare loro solo di sbrigarsi, perché il tempo stringe e vogliamo
ridere un po’ prima della fine della scuola.
VOTO 1 Alle minacce di scambio di virus informatici che si dicono tra di
loro gli studenti. Un tempo si diceva: «Ti aspetto all’uscita…», oggi invece si
dice: «Guarda che ti attivo il Trojan» oppure «Occhio alla mail». Ci sono anche
intimidazioni del tipo: «Spero per te cha abbia il Norton installato!». Anche
questo è progresso.
VOTO 0 Ad alcuni miti, guarda caso, della I classico: Stefano
"Patrizio" Princivalle e Matteo Piredda che insieme a due
innominabili che sono già finiti in queste pagine (il Massa e il Pisu), hanno
dimostrato, durante il ritiro a Solanas, tutto il loro anticonformismo:
infatti, mentre tutti gli altri erano sul pullman pronti a tornare a casa, i
quattro sono rimasti dentro la colonia e sono stati chiusi dentro. Inutile dire
la figuraccia che hanno fatto di fronte agli occhi di tutti i compagni di III
scientifico e I classico. I quattro hanno cercato inutili giustificazioni
(«Pensavo che Don Antonello stesse scherzando quando ha detto che dovevamo
tornarcene indietro», «Mi sono fatto chiudere dentro per dimostrare a tutti
come potevo, con una mossa di kick-boxing, sfondare il portone»). È di fronte a questi avvenimenti che capisco
che se non ci fossero elementi del genere io non potrei scrivere niente.
Il
Cavaliere Errante
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