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Serie a 1999/2000
Domenica 14 Maggio 2000. Un
gol del perugino Alessandro Calori chiude la stagione. La Lazio, vincente
all’Olimpico sulla Reggina, è per la seconda volta campione di Italia. L’eroe
di questo successo è il “perdente” Sven Goran Eriksson, ventisei anni dopo
Maestrelli. Successo meritato, dicono i più, ma i tifosi della Juventus, giunta
seconda ad un punto dai capitolini, non ci stanno. E mi sento di affermare che
anche la Juve avrebbe meritato la vittoria, poiché ha condotto il campionato
per gran parte delle giornate, riuscendo ad avere anche 9 punti sui rivali
biancocelesti, mai domi. Molte sono state le giustificazioni dei tifosi
bianconeri, soprattutto il fatto che la loro stagione è iniziata in luglio e non
a fine agosto come gli altri. Ma la Lazio ha giocato su tre fronti in sostanza
fino alla fine, mentre la Juve, dopo il capitombolo di Vigo in coppa Uefa, si è
potuta dedicare solo al campionato. La squadra di Ancelotti è mancata
mentalmente, e penso che lo scudetto l’abbia perso nello scontro diretto al
Delle Alpi, in cui è arrivata una sconfitta targata Diego Pablo Simeone, ex
Inter, anima ed emblema della Lazio.
Ma veniamo all’inizio. Sette
sono le squadre che si contendono il tricolore: la Lazio e la Juve appunto, la
Roma, il Milan campione di Italia, la Fiorentina, il Parma e l’Inter del
tecnico Marcello Lippi, appena arrivato dopo qualche mese di inattività. Anche
la Roma ha cambiato allenatore, ora c’è Fabio Cappello, mentre Zeman va in
Turchia ad allenare il Fenerbache.
Tutte queste squadre si sono
rinforzate: la Lazio ha acquistato Veron, Simeone, Simone Inzaghi, Sensini ma
ha venduto Vieri all’Inter per 90 miliardi, l’Inter che è la squadra che più di
tutte ha cambiato. Il Milan ha comprato molti giovani giocatori tra cui Gattuso
e il capocannoniere della passata Champions League Andriy Shevchenko, che sarà
poi il capocannoniere di questo campionato, tallonato dal sempre verde Gabriel
Batistuta che tiene a galla con i suoi gol la squadra gigliata, sia in
campionato che in Coppa Campioni. Male invece in Champions va il Parma che
subito viene eliminato dai Rangers di Glasgow e poi eliminato dal Werder Brema
in Coppa Uefa, e proprio da questa coppa inizierà il prossimo anno, dopo la
sconfitta nello spareggio di Verona contro l’Inter. Col Parma andranno anche
Fiorentina e Roma, la squadra che per un certo periodo ha mostrato il più bel
calcio, con un super Montella e un grande Francesco Totti. Le milanesi poi
hanno fatto un campionato senza infamia né lode, arrivando terza (Milan) e
quarta (Inter). Entrambe hanno passato un campionato senza Europa: il Milan,
infatti, è stato eliminato al primo turno della Coppa Campioni; ma il prossimo
anno saranno tutte e due in questa competizione.
Infine la Juve che è
arrivata seconda in campionato, nella quale due sono le sorprese: i soli nove
gol di Del Piero, di cui otto sono rigori, e la grande stagione di Darko
Kovacevic, neo acquisto proveniente dalla Real Sociedad. E chissà come sarebbe
andata se Ancelotti avesse puntato su di lui e non su Filippo Inzaghi,
francamente non all’altezza di una piazza così importante e anche della
Nazionale. Molto meglio il fratello Simone, protagonista quest’anno.
Il campionato quest’anno ha
presentato altre sorprese. Piacevolissime quelle di Reggina e Verona. La
squadra di Reggio Calabria, alla sua prima stagione in A, ha guadagnato una
tranquilla salvezza, guidata dai gol di Kallon e dalla classe di Baronio. Il
Verona, poi, è stata la squadra che nel girone di ritorno ha giocato meglio,
con un Cammarata riscopertosi "ammazzagrandi", con un portiere
miracoloso (Frey) e un centrocampo da favola composto da Brocchi, Marasco,
Colucci, Italiano e Melis, ex Cagliari e nativo di Sarroch.
Campionato al di sotto delle
aspettative è stato quello del Bari e del Bologna (in cui si è messo in luce,
dopo un periodo di difficoltà, il grandissimo Beppe Signori), al contrario di
Udinese e Perugia che si sono confermate squadre di ottimo livello. Una
discreta stagione è stata quella del Lecce, che con non poche difficoltà si è
salvata. Così non si può dire di Torino, Venezia, Piacenza e Cagliari, le
squadre retrocesse in serie B.
Questo campionato sarà
ricordato molto a lungo per molteplici polemiche, che però io vorrei
tralasciare, ma anche per una certa inversione di tendenza che ha riportato
alla ribalta i giovani italiani, da Cassano a Melis, da Gattuso a Baronio, da
Sulcis a Cipriani, a Gilardino a Cirillo, e questo fatto ha determinato la
grande vittoria agli Europei Under 21 degli azzurrini di Marco Tardelli.
Vorrei infine premiare i
migliori giocatori ruolo per ruolo: in porta i migliori sono stati a pari
merito Francesco Toldo e Sebastien Frey; tra i difensori si è messo in luce più
di tutti Alessandro Nesta; a centrocampo il premio va ad Edgar Davids, ultimo a
mollare della sua squadra, e in attacco a Gabriel Omar Batistuta, che a 31 anni
vale ancora 70 miliardi. Infine un plauso particolare va a Roberto Mancini e a
Giancarlo Marocchi, che hanno lasciato il calcio da grandi protagonisti.
Marco Ligas
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