Cocktail anno 8 n. 5

Zona asfalto

 

Siamo arrivati all'ultimo numero di Cocktail di quest'anno e, se devo essere sincero, ho un po' di nostalgia di quando vidi per la prima volta la nostra rubrica pubblicata nel giornalino scolastico.Per noi membri del cast di Zona Asfalto è stata una bella avventura che, se avremo la possibilità, continueremo anche l'anno prossimo. In questo numero la nostra rubrica è organizzata in questo modo: prima vi parlerò di un argomento cardine dell'hip-hop, il rispetto, e poi vi lascerò a una deliziosa recensione del mio socio di truffe, Infarto. E ricordatevi che è tutto una gran truffa. Buona lettura.

 

L'ultimo delirio...

 

Rispetto. Bella parola davvero. Ma all'interno di questa parola ci sono dei concetti fondamentali che è necessario chiarire. Sta alla base di ogni rapporto: sociale, culturale, sentimentale, lavorativo. Ciò vuoi dire che questo rispetto è molto importante per tutti quanti, e più diventi grande più ti ritieni degno di rispetto, specialmente da parte di chi ha qualche anno meno di te. Ma probabilmente troppe poche volte ci poniamo la domanda: «Ma cosa faccio io per meritarmi il rispetto degli altri?». E se anche ce la ponessimo, quanti di noi saprebbero darsi una risposta senza mentirsi? Non sta a me darvi una risposta né tantomeno insegnarvi come ricercare il rispetto degli altri. Questo per due motivi: non mi ritengo così saggio da potervi dare dei consigli e poi io del rispetto degli altri non so che farmene. Mi basta averlo dalle persone che amo e che mi stanno sempre vicino.

Però voglio cercare di esaminare tutto ciò dal punto di visto dell'hip-hop. Molte volte per strada o alla televisione vedo gente ignorante che non si è accorta nemmeno di vivere sul pianeta terra (mi dovrò ricordare di istruirli...), che prende in giro la nostra cultura imitando noi b-boy e continuando a ripetere quella parola.

Non va bene, cari ignorantoni. Il rispetto è molto importante e lo si ottiene con i fatti, non con le parole.Io vedo molto spesso gente che rischia la galera per mandare avanti il "writing" dipingendo con passamontagna, col cuore che batte a mille ad ogni rumore, di notte, col freddo che ti congela i muscoli, e loro sono ancora lì, pronti a sfidare tutto questo.

E mi ci metto dentro anch'io, sia chiaro. Di queste persone io ho rispetto. Ho rispetto di tutte le persone che vanno avanti con le loro forze per raggiungere il loro obiettivo, il loro sogno. E non ho assolutamente rispetto di chi, come direbbe Lou-x, «parla, parla e alla fine resta zitto».

È proprio così che va. Tu puoi parlare quanto vuoi ma tanto alla fine il risultato è sempre lo stesso: sei un buffone messo lì per far ridere le persone migliori di te. E puoi anche pensare di poter fregare gli altri, ma alla fine tutti i nodi vengono al pettine e il rispetto quando è perso è difficile da riconquistare. Puoi cercare di acquistarlo ma non cambia niente, perché ti stanno solo sfruttando per farsi quattro risate.

Uno non può venirmi a dire che sa breakare quando invece non fa altro che rotolarsi per terra, uno non può venirmi a dire che conosce tutti i segreti dell'aerosol art e invece non fa altro che buttare sul muro del colore come fosse sugo o come se stesse lanciando uova. Per non parlare di tutti quegli mc's che non sono nemmeno degni di pronunciare la parola rap e dicono di spaccare e poi di tutti quei DJ che credono di essere Dio in terra soltanto perché sanno fare qualche scratch. Io di tutti loro non ho rispetto.

Bisogna cercare di entrare nell'ordine di idee che ognuno ha i suoi limiti, e che questi vanno accettati per come sono. Ora potete capire cosa io pensi del rispetto e di tutte le cose gli girano attorno, spero di essere stato chiaro e di aver parlato senza mezzi termini.

Infine, visto che questo è l'ultimo numero dell'anno, volevo dedicare tutto il mio lavoro come writer per la SAS Klan, come membro della Mentinstabili click, della Profondo Sud Corporation e della Fisio Records (l'etichetta che scotta) alla mia musa ispiratrice che mi dà gli stimoli per proseguire in questa buia strada e che mi illumina il cammino quando non riesco più ad andare avanti. Grazie! Senza di te non so cosa farei!

 

Pace a chi dà pace

Scepa

 

 

 

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