Cocktail anno IX n. 1

Cine News

VENEZIA 2000

Solo per voi dal 31 Agosto al 10 Settembre 2000 abbiamo sacrificato il nostro tempo e gli ultimi giorni delle nostre vacanze per recarci alla cinquantasettesima Mostra d’arte cinematografica tenutasi al lido di Venezia. L’impatto è stato traumatico: dopo aver aspettato più di due ore in piedi, al caldo, soffocate dalla gente, siamo riuscite a vedere Richard Gere, anche discretamente bene, in quanto eravamo in prima fila. Ma dopo l’euforia del primo giorno, siamo rimaste alquanto deluse dal sistema della vendita dei biglietti: infatti due giorni prima che venissero aperti i botteghini del Lido i biglietti erano già stati acquistati tutti tramite internet. A due ossessionate dal cinema come noi non rimaneva altro che accontentarsi delle proiezioni di "Esterno Notte", quelle fuori Lido (Venezia, Marghera, Mestre). Voi direte: che differenza c’è? La differenza è semplicemente che alle prime della Sala Grande al Lido (per la cronaca il biglietto costa £ 30.000), potevi capitare seduto al fianco di star del calibro del già citato Richard Gere, Harrison Ford, Michelle Pfeiffer, Sharon Stone, Clint Eastwood. Inoltre le proiezioni di "Esterno Notte" avvenivano rigorosamente all’aperto e quindi c’era il non tanto trascurabile rischio di pioggerelle, acquazzoni e temporali. Ad esempio, dopo aver fatto un’ora di fila per i biglietti di "Small time crooks" di Woody Allen, siamo state letteralmente sommerse dall’acqua e dalla delusione che il film fosse stato annullato. Sempre a proposito di delusioni un grande ringraziamento va alla 20th Century Fox, che ha impedito la proiezione fuori dal circuito del Lido di "What lies beneath" di Robert Zemeckis, con Harrison Ford e Michelle Pfeiffer.

Anche quest’anno la rassegna era suddivisa in varie categorie: "fuori concorso", tra cui spiccano il film d’apertura "Space Cowboys", scritto, diretto e interpretato da Clint Eastwood (presente a Venezia e premiato con il Leone d’oro alla carriera) con Tommy Lee Jones, Donald Sutherland e James Garner, storia di quattro anziani piloti che con una missione speciale nello spazio, ritrovano l’energia della giovinezza e danno una lezione ai giovani. Inoltre "Small time crooks" di e con Woody Allen (sempre immancabile a Venezia), Hugh Grant e Tracey Ullman, commedia acido-romantica sulla Mahnattan vecchio stile dell’attore-regista; e infine "Merci pour le choccolat" di Claude Cabrol, che torna ad esplorare le inquietudini della borghesia, attraverso un matrimonio in apparenza perfetto. Nella sezione dei film "in concorso" troviamo finalmente "Dr. T and the Women" di Robert Altman con l’intramontabile Richard Gere, Helen Hunt, Farrah Fawcett, Liv Tyler, parabola sull’enigma della donna, vista con gli occhi di uomo completamente soffocato dal gentil sesso; di seguito "The man who cried" di Sally Potter con Johnny Deep e Cristina Ricci di nuovo insieme, Cate Blanchett, John Turturro, alle prese con il viaggio avventuroso e melodrammatico di una ragazzina ebreo-russa alla ricerca del padre emigrato in America, tra cantanti d’opera e zingari sullo sfondo della follia nazista. Ancora con Johnny Depp "Before night falls" di Julian Schnabel, biografia dello scrittore omosessuale cubano Reinaldo Arenas con un cameo di Sean Penn in versione "en travestè", vincitore di due premi: gran premio della giuria e Miglior Attore (Javier Barden).

Ora il film che ha suscitato più polemiche e critiche: il potoghese "O Fantasma" di João Pedro Rodriguez, passione disperata di un netturbino omosessuale rapito da una figura misteriosa con tendenze sadomaso. Il film vincitore del Leone d’oro è l’iraniano "Dayereh" (Il cerchio) di Jafar Panahi, una denuncia della difficile condizione della donna in Iran.

Passiamo ora al cinema italiano che quest’anno, pur non avendo vinto alcun premio importante, ha presentato quelli che forse sono state le pellicole più apprezzate da critica e pubblico. Primo fra tutti " I cento passi" di Marco Tullio Giordano con Luigi Lo Cascio nei panni di un giovane siciliano che negli anni ’70 sfidò il potere della mafia; ancora "La lingua del santo" di Carlo Mazzacurati con Antonio Albanese e Fabrizio Bentivoglio, una commedia ambientata in veneto che ricorda tanto le avventure di un moderno Don Chisciotte; "Il partigiano Johnny" di Guido Chiesa, un film sulla Resistenza con spiccato carattere autobiografico; infine "Denti" di Gabriele Salvatores con Sergio Rubini, Arnoux Grinsberg e Paolo Villaggio, una sorta di immersione metaforica in tre giorni di follia odontotecnica.

Nella categoria "Cinema del presente" i tre film più significativi sono: "Estate romana" dell’indipendente Matteo Garrone, esperienza randagia e scura di alcuni artisti marginali, alle prese con una sorta di sconfitta generazionale/esistenziale; "My generation" di Barbara Kople, un docu-Kolossal sulle tre edizioni del concerto di Woodstock; "Placido Rizzotto" di Pasquale Scimeca, che ricostruisce il martirio del sindacalista siciliano ucciso dalla mafia negli anni ’50. Per concludere la rassegna, la sezione "Sogni e Visioni", includeva film che hanno avuto subito grande approvazione dal pubblico e in parte anche dalla critica, come "The Cell" di Tarsen interpretato da Jennifer Lopez nei panni di una psicoanalista all’avanguardia che decide di entrare nella mente di un pericoloso serial-killer per salvare la sua ultima vittima. Nel cast anche Vince Vaughn, agente dell’FBI che si occupa del caso. Passiamo ora a "What Lies Beneath" di Robert Zemeckis con la coppia d’oro Ford-Pfeiffer (presenti anche essi a Venezia), alle prese con uno spettro abitatore della loro ricca casa, non senza espliciti riferimenti al maestro del brivido Hitchcock e al suo "Psyco". L’ultimo prodotto di Dino De Laurentis, diretto da Jonathan Mostow è "U-571", storia di un sommergibile americano che nel 1942 si traveste da U-Boot, sottomarino tedesco", per impossessarsi di Enigma, il dispositivo per decodificare i messaggi dei nazisti. Cast imponente: Matthew McConaughey, Bill Paxton, Harvey Keitel, Jon Bon Jovi.

Uno dei film più strani presentato a Venezia è stato sicuramente "Sud Side Stori", sottotitolato "La storia vera di Romea e Giulietto", in cui la regista Roberta Torre rivisita l’immortale storia di Shakespeare usando Mario Merola, Little Tony ed un colorito gruppo di prostitute nigeriane.

La giuria d’eccezione di questa cinquantasettesima Mostra del cinema di Venezia era presieduta dal regista Milos Forman, seguito a ruota dallo scrittore Tahar Ben Jelloun, dai registi Giuseppe Bertolucci e Claude Chabrol, dall’attirce Jennifer Jason Leigh, dal critico cinematografico Andreas Kilb ed infine dalla giovane regista Samira Makhmalbaf, il tutto presentato dalla brava, dolce e pacata attrice Chiara Muti.

Speriamo di poter rivivere anche l’anno prossimo questa fantastica esperienza…ci vediamo a Venezia 2001!

Giulia e Fausta

 

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