Cocktail anno IX n. 1

IO, TU E IL MoToRe

UNA GIORNATA MOLTO PARTICOLARE…

Luglio 2000, Circuito "Riccardo Paletti", Varano (PR) - Eccolo qua, il vostro inviato motociclista, che da solo è arrivato sino a Varano, in provincia di Parma, per seguire un corso di guida sicura su RS 125 Aprilia, nel circuito dedicato a Riccardo Paletti. Il corso, strano ma vero, è offerto dall’Aprilia, che dimostra non solo di vendere moto di alta qualità, ma anche di volersi interessare all’acquirente.

Un giorno di fine maggio mi è arrivata una lettera contenente l’invito per la partecipazione ad un corso di guida sicura, e bisogna sottolineare "guida sicura". Ci ho pensato un po’ su e ho deciso di fare un piccolo sacrificio economico e di andare.

Appena arrivato mi sono registrato (presentando quella stessa domanda che avevo dimenticato a casa e che per un pelo sono riuscito a recuperare via fax grazie alle splendide operatrici Aprila e all’aiuto, da Cagliari, di mio padre) e si sono svolte le normali attività di presentazione.

Prima lezione teorica con spiegazione di tutte le norme utili per una guida sicura. Le cose più importanti: abbigliamento adeguato alle condizioni atmosferiche e al tragitto che si deve percorrere; di notte è preferibile indossare abbigliamento di colore vivo (rosso o bianco con la possibile aggiunta di catarifrangenti). Ricordatevi che inoltre i soldi spesi in protezioni e abbigliamento specializzato sono quelli spesi meglio. Fari sempre accesi per meglio farsi identificare, ma mai utilizzare gli abbaglianti perché si disturba la vista di quelli che ci vengono incontro distorcendo la percezione delle distanze. Ancora stare attenti a chi ci circonda nel traffico, capire chi ci sta davanti e classificarlo secondo l' età, il sesso (è un pregiudizio, ma spesso è vero che le donne guidano peggio), l'attenzione (a ciò che gli succede intorno) e l'intenzione (cercare di intuire cosa voglia fare chi abbiamo vicino). E poi i soliti consigli che non sto qui a ricordarvi come quelli su alcool e droga.

Seconda lezione teorica con spiegazione della traiettoria da utilizzare in curva. Tre sono i punti fondamentali: staccata, piega e ripresa. La staccata è, in altri termini, la frenata che si compie in ingresso di curva: non bisogna mai farla in ritardo, e, qualora venga fatta prima, la traiettoria ne risentirà in velocità, ma non in efficacia. La piega è la parte più difficile da realizzare, non tanto tecnicamente, quanto psicologicamente. Infatti per poter compiere bene questa parte della curva è necessario superare quella razionale paura di finire per terra perché magari si è esagerato nell’emulare, su strada, i piloti che corrono su pista. Importantissima quando si è in moto è la posizione dei piedi, che devono stare con le punte sulle pedaline (punte e non talloni) in modo da evitare di tenere i piedi a papera, che sono spesso causa di caduta. Per piegare bene è inoltre necessario spostare tutto il peso del corpo verso l’interno della curva arrivando ad essere con metà "sedere" sulla sella e metà fuori, al fine di dare alla moto la traiettoria ottimale. A questo punto non bisogna più toccare niente perché la moto va da sola e senza dare il minimo problema. Quando si arriva più o meno ai tre quarti della curva si può dolcemente aprire il gas per ritornare al normale assetto. Ricordate che è sempre meglio entrare con una marcia lunga, che tenga la moto sui 6.000 giri/min, che non con una marcia corta che faccia impazzire il contagiri.

Dopo tanta teoria finalmente la pratica. Giunto il mio turno sono salito in moto vestito di tutto punto, con un istruttore personale che mi precedeva mostrandomi tutto ciò che dovevo fare. Compiuti sei giri, sono tornato al box; appena sceso sentivo ancora l’emozione e la tremarella alle mani, e, mentre mi cambiavo, ripensavo a quello che avevo appena fatto. Quando stavo sulla moto non ci pensavo, ma, appena sceso, mi sono reso conto che avevo poggiato a centodieci all'ora il ginocchio sul cordolo come fanno i piloti professionisti e posso garantire che è la sensazione più bella del mondo. Mentre riflettevo su tutte queste cose, giravo nel paddock e, per caso, prima ho incontrato Alessandro Antonello (pilota della superbike, compagno di scuderia di Troy Corser), poi mi sono fermato a chiacchierare con l’ingegnere che ha progettato l’RS e che meglio di tutti la conosce. Insomma così allegramente ho trascorso il tempo.

Break fuori programma con ingresso in pista degli insegnanti da soli che hanno iniziato a gareggiare tra loro con la straordinaria partecipazione di Alessandro Antonello. Finita la gara (Antonello primo su tutti) sono scesi tutti dalla moto e hanno iniziato a discorrere con tutti noi ragazzi del più e del meno. Durante la pausa per il pranzo (offerto dall’Aprilia), tra un boccone e l’altro, inizio a scrivere tutto emozionato l’articolo che state leggendo: è semplicemente un modo per sfogare la tensione. Un'idea mi passa nel cervello: intervistare per voi Alessandro Antonello, che molto gentilmente si è prestato, e così ho passato il tempo fino alla ripresa del corso.

Sono stati mostrati i vari filmati con gli allievi che hanno percorso meglio le varie curve (scusate la presunzione, ma tra quelli c’ero anch’io, terzo su trenta) e gli errori più comuni. Mi sono cambiato un’altra volta, paraschiena, tuta, stivali, guanti e casco…da paura! Allora…pronti, via! Questa volta giro con più scioltezza, piego di più, riesco ad andare più veloce, comunque sicuro che non sarà l’ultima volta che scendo in pista perché sono troppo forti le emozioni che si provano e troppo difficile è rinunciarci.

Finita la sessione è purtroppo già tempo di tornare in albergo. Ringrazio le splendide signorine dell’Aprilia che aiutavano i ragazzi a vestirsi e mi avvio verso l’uscita col cuore pieno di gioia.

Il racconto è finito e spero soltanto di essere riuscito a trasmettere attraverso queste parole le stesse forti emozioni che ho provato io. Non è facile, l’adrenalina in corpo è tanta e anche ripensandoci dopo basta il ricordo per risentire il cuore in gola.

Spero di non avervi annoiato e che tutti voi possiate un giorno salire in moto in una bella pista, al sicuro da automobilisti distratti e irrispettosi, e capire che cosa significa veramente la "moto".

Davide

Davide sfreccia nel circuito (lui è quello a sinistra)

 

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