Cocktail anno IX n. 1

La pena di morte

La recente esecuzione capitale di Derek Rocco Barnabei ha riacceso nel nostro Paese il dibattito sulla pena di morte. Sono state numerose le discussioni e le polemiche da parte dei cittadini che la reclamano nel nome di una lotta più decisa contro la criminalità.

Ma di fronte a chi sostiene che la pena capitale è l'unico mezzo veramente efficace per contrastare le forme più gravi di delinquenza e alcuni reati particolarmente efferati, stanno considerazioni ben più fondate di ordine statistico, sociale e morale. Intanto nei Paesi dove la pena di morte viene applicata, che sono 93, il numero dei reati gravi non è affatto minore che negli altri Paesi.

Inoltre la pena di morte non permette in alcun modo di riparare ad eventuali errori giudiziari. Mentre è possibile graziare chi sia stato condannato e poi risulti innocente, la pena di morte è irreparabile, e l'uccisione di un innocente peserebbe sulla coscienza di tutta la comunità.

Ma ancora più importante è la considerazione contenuta nella nostra Costituzione: quando lo stato deve colpire con pene individui che violano le sue leggi, non lo fa per vendetta, ma avendo come ultimo fine quello di tendere a rieducare e riabilitare il colpevole, per poterlo poi reinserire nella collettività. Anche da questo punto di vista, la pena di morte va contro ogni possibilità di riabilitazione.

Ma il principale argomento contro la pena di morte è di carattere morale; se consideriamo la vita un valore assoluto, nemmeno lo stato può arrogarsi il diritto di toglierla, e neppure nei confronti dei peggiori criminali.

Stando a queste considerazioni la pena di morte è inutile, inefficace e ingiusta. Ma se ci mettiamo, anche solo per un attimo, nei panni di coloro che si sono visti strappare una persona a loro cara ingiustamente, incivilmente, inutilmente, ci è difficile perdonare perché il nostro desiderio più grande sarebbe la vendetta.

Per noi che non abbiamo mai vissuto né da condannati a morte, né da vittime di reati particolarmente gravi è difficile dire se la pena di morte sia giusta o sbagliata. Possiamo però pensare che se il mondo ha già perso una persona ingiustamente, sarebbe inutile perderne un'altra, perché nulla ce la potrebbe riportare.

Silvia Vargiu 

 

HOME PAGE  |  TORNA AL SOMMARIO  |  LINKS  |  STORIA  |  ARCHIVIO  |  E-MAIL