Cocktail anno IX n. 1

Sport Time

quando il cuore batte a 300 all'ora

Quelli che, come me, sono veramente appassionati di Formula 1 e tifano una scuderia o un pilota, possono certamente affermare che un Gran Premio è un campionario di emozioni.

Già da quando ci si sveglia si sente la presenza dell’evento; se poi il GP è all'alba, poiché ci si alza presto apposta per vederlo, si entra subito in atmosfera. Ma la vera attesa inizia a farsi sentire mezz’ora prima dell’inizio della gara, e diventa sempre più insostenibile, fino a quando proprio non si vede l’ora che scatti la partenza.

Quando inizia il giro di ricognizione (il giro di prova prima della partenza, per chi non lo sapesse), il battito cardiaco inizia ad accelerare, sempre di più, fino a raggiungere livelli preoccupanti quando si accendono le luci rosse del semaforo di partenza. All’accensione della terza delle cinque luci, dalla mente arriva un messaggio che "tranquillizza" il cuore: anche se il tuo pilota partisse male, non è detto che la gara vada altrettanto. Penso che questo messaggio arrivi per evitare che il cuore possa scoppiare! Nel frattempo il tifoso si sente fuori dall’ambiente che lo circonda (e quindi, anche fuori di testa), rischiando di non comprendere all’istante neanche cosa accade nella partenza, tanto è lo stato di shock.

Dopo la partenza, i sentimenti possono essere due: sollievo, se il tuo idolo è partito bene, un po’ di delusione, se è partito male. Se poi esce di pista, l’umore è quasi nero, ma per fortuna ogni scuderia ha due piloti, e puoi "ripiegare" sull’altro. E se escono tutte e due le vetture, ti vien voglia di spegnere il televisore.

Durante la gara possono accadere molte cose, anche tanti colpi di scena, come nell’ultimo GP di Germania (quello vinto da Barrichello). Se il tuo pilota sta andando bene, sei soddisfatto, ancor di più se ogni tanto compie il record del giro più veloce. Ma magari, all’improvviso, esce di pista, per un motivo o per l’altro, e la soddisfazione diviene cocente delusione; se invece sta andando male, speri che riesca ad avvicinarsi al rivale, per poi superarlo. Se oltretutto sei anche un po’ sportivo, e il pilota rivale esce di pista, all’inizio non sei molto contento, perché certo questo non è un buon modo per vincere, ma poi pensi a tutti i vantaggi che ne derivano per il tuo idolo, che magari guadagna molti punti in classifica rispetto al rivale in un sol colpo.

Una delle poche cose certe di una gara è il pit-stop, la sosta al box della scuderia per il rifornimento di benzina e il cambio delle gomme: questo è un momento di suspance, speri che non succeda nulla, altrimenti la sosta si prolunga, condizionando la gara, e che i meccanici siano velocissimi, perché così il tuo pilota preferito guadagna tempo sul rivale; ovviamente viene seguito con attenzione anche il pit-stop dell’avversario, malignando un po’ che perda tempo.

Quando la gara volge al fine, se l’idolo è in buona posizione, non vedi l’ora che finisca il GP, se non lo è, speri che succeda qualcosa al rivale proprio all’ultimo momento, ma contemporanemante ti rassegni.

All’arrivo al traguardo, tutto è deciso, la soddisfazione per un buon piazzamento diventa gioia, che si può protrarre per diverso tempo; in caso di brutto piazzamento, cerchi di consolarti, magari pensando alle gare future. In entrambi i casi hai la certezza di aver vissuto delle emozioni nuove, perché ogni Gran Premio ne riserva.

Ivan

 

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