Cocktail anno IX numero 4

Sport Time

IL PUNTO SULLA F1

In seguito al Gran Premio del Brasile, il terzo della stagione, si può fare il punto sul campionato mondiale di Formula 1 del 2001; infatti questa gara, vinta da Coulthard (McLaren) seguito da Michael Schumacher (Ferrari), ha dato sia conferme sia novità.

Tra le prime, l’affermazione della Williams come terza forza che rompe il duopolio Ferrari - McLaren, e la sempre maggiore distanza tra queste tre scuderie e le altre; tra le novità, l’improvvisa e inaspettata ripresa della McLaren. Analizziamo per bene questa situazione.

In seguito ai GP di Australia e Malesia il dominio della Ferrari (sei vittorie consecutive, considerando anche le ultime del 2000) sembrava inarrestabile: la macchina era imbattibile, veloce, affidabile, e senza alcun problema; Schumacher destinato ad una facile conferma del titolo iridato vinto l’anno scorso, magari infastidito di poco solo dal compagno di squadra Barrichello.

Ma nelle qualifiche del GP del Brasile questo dominio si sgretola, con Barrichello solo sesto nella pista di casa, anche se Michael Schumacher conquista la pole; a lui si affianca il fratello Ralf della Williams, e per la prima volta nella storia della Formula 1 la prima fila della griglia di partenza è occupata da due fratelli; dietro, Hakkinen (McLaren), Montoya (Williams), e Coulthard.

A cosa si deve l’exploit della Williams? Sicuramente ha influito molto l’aria di novità portata sia dall’arrivo del colombiano Juan Pablo Montoya, che esordisce quest’anno in Formula 1 dopo aver vinto in Formula 3 e in altre formule minori, e che non è timido nell’esprimere il suo talento (tant’è che è stato in testa al GP del Brasile), sia dalle nuove gomme Michelin, la cui qualità è certamente non inferiore alle Bridgestone di Ferrari e McLaren. Contribuisce in modo fondamentale il notevole progresso del motore BMW, che ha fatto rilevare punte di velocità non poco interessanti. Infine, la presenza di un pilota che, molto probabilmente, ha ancora molte sorprese da dare, essendo il fratello del campione del mondo: Ralf Schumacher, che però in pista non ha parenti.

La McLaren, che sembrava destinata al tracollo e smarrita, ha invece ritrovato se stessa, e nel migliore dei modi: è bastata qualche modifica all’assetto e all’aerodinamica perché uno dei suoi piloti ritrovasse la vittoria, che mancava da ben sette gare; e a ritrovarla è David Coulthard, il pilota scozzese che ha quasi trent’anni, e che quindi si trova nel momento giusto (e ormai improrogabile) per esprimere tutte le sue qualità, e provare a vincere il suo titolo: e questo sembra proprio il suo anno, soprattutto perché il suo compagno di squadra, Mika Hakkinen, campione del mondo nel 1998 e nel ’99, si trova in grosse difficoltà, con un solo punto in classifica piloti.

Nonostante tutto, per la Ferrari non è finita, anzi la mezza disfatta del Brasile (con M. Schumacher secondo e Barrichello che ha dovuto abbandonare in anticipo per un incidente con R. Schumacher) è molto probabilmente solo un incidente di percorso, anche se entrambi i piloti hanno avuto problemi di assetto, cosa che comunque si può risolvere facilmente; se le potenzialità delle Rosse sono quelle espresse in Malesia, certo non si può parlare di mancanza di competitività, anzi...

Dando uno sguardo alle cosiddette retrovie, si nota che per la maggior parte delle squadre la situazione è negativa, se non peggiorata rispetto al passato. Dalla Benetton (futura Renault) di Fisichella e Button ci si aspettava molto di più che le briciole che si stanno raccogliendo; la Jordan, con Frentzen e Trulli, si allontana sempre più dalla prospettiva si essere tra le migliori, come la Jaguar di Irvine e Burti, e la BAR di Panis e Villeneuve; la Arrows di Verstappen e Bernoldi sembra invece migliorata, ed è realistica la prospettiva di essere una delle migliori tra le peggiori; la Sauber (guidata da Heidfield e Raikkonen) e la Prost (Alesi e Mazzacane) stanno usufruendo del minimo vantaggio dato dall’uso del motore della Ferrari del 2000, solo che la prima sembra avere un telaio migliore; infine la Minardi, che con gli esordienti Marques e Alonso non riesce a staccarsi dal ruolo di Cenerentola della Formula 1, a causa di un telaio preparato all’ultimo momento, e soprattutto di un motore Ford vecchio di qualche anno.

Questa è la situazione dopo tre gran premi dall’inizio del Campionato 2001; certamente essa evolverà con conferma, sorprese e colpi di scena, ma ciò che è stato qui analizzato è un fondamento che non può essere stravolto, e che bisognerà certamente tenere a mente per comprendere meglio gli avvenimenti futuri di questa stagione di Formula 1.

Ivan

 

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