Cocktail anno IX numero 4

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(IL RITORNO DEGLI EROI)

Superati i confini nazionali, atterrati in terra greca, noi della terza liceo classico fummo raggiunti e invasi da un’ondata di classicismo che per anni avevamo potuto immaginare mediante il solo uso della fantasia. Fummo accolti da una giornata mite e solare, tanto da farci ricordare la nostra amata isola. Inglobati nel traffico di Atene, non meno preoccupante di quello di una qualsiasi metropoli moderna, e dopo aver fatto una giro panoramico della città, sbarcammo presso l’hotel Oscar.

Di lì a poche ore ci saremo accorti della simpatia dei greci e della loro divertente voglia di fare festa. Volendo fare una prima esplorazione incamminandoci verso la famosissima e centralissima Placa, fummo coinvolti nei festeggiamenti dell’ultimo giorno del Carnevale greco. L’usanza vuole che ciascun cittadino si munisca di una colorita clava di plastica e bastoni chiunque gli passi accanto; e noi possiamo assicurare che nessuno si è sottratto al proprio dovere di cittadino, tant’è vero che è stata proprio una signora non più in giovane età ad attentare alla folta chioma di don Casti, che costretto dai voti fatti tanti anni fa ha dovuto concedere il perdono e rispondere con un sorriso.

Eravamo in piedi dalle cinque del mattino ed eravamo esausti anche a causa del lungo soggiorno all’aeroporto romano utile solo ai fumatori e a chi, masochista, essendosi dimenticato di comprare gli elementi necessari per un viaggio, ha speso somme enormi per un semplice pacchetto di gomme americane; così tornammo in hotel concludendo il nostro primo giorno ad Atene: era domenica 25 febbraio.

La giornata che entro poche ore sarebbe giunta, ancora oggi è ricordata come la giornata “degli ancora sani”. Visita mattutina del Museo Nazionale di Atene per ammirare quelle statue che per anni avevamo visto nei libri di scuola, e che ora erano lì nella loro completa bellezza. Subito dopo raggiungemmo, compiendo tutto il tragitto a piedi, l’Acropoli: fu un onore poter calpestare il suolo che secoli fa i grandi eroi avevano toccato, e questo incondizionatamente ci riempì di incredulità e di fierezza. Grazie al pomeriggio libero, si fecero i primi acquisti, che per alcuni furono i primi e gli ultimi…

La nottata fu portata avanti con un’interessante scambio interculturale tra la nazione spagnola e quella italiana: beh, la gita includeva anche questo…

Ma dalla prima mattina una triste realtà apparve ai nostri occhi: il virus-killer aveva fatto, durante la notte, le sue prime vittime. Per motivi di privacy i nomi delle vittime e di chi li ha consolati nella loro sventura verranno omessi; ma è doveroso rendere noto in che cosa consisteva l’attentato alle nostre vite: conati di vomito in grande stile accompagnate da dosi di diarrea a sbalzi irregolari, con la clausola finale del delirio.

Il resto del gruppo ancora compatto e per niente timoroso visitò la magica Delfi; che splendore, che magia! Peccato che il tutto fu interrotto da un’ennesima incursione virale che ha costretto componenti del nostro gruppo a profanare la Via sacra che portava gli antichi alla saggia Pizia, sacerdotessa di Delfi.

Sicuro che presto ci sarebbero state altre vittime, ritornato in hotel, il gruppo decimato si domandava chi sarebbe stato il prossimo prescelto! Sta di fatto che l’escursione del giorno dopo saltò e i pochi sopravvissuti visitarono la famosa piana di Maratona.

L’ultima serata passata all’hotel Oscar fu di convalescenza: i malati ormai avevano smesso di delirare e prof. Branca, aveva esaurito le supposte antivomito, dopo essersi esaurito lui non abituato alla nuova carica di infermiere.

Sdraiati nei letti, con le valigie pronte, come dei naufraghi in una spiaggia deserta, eravamo stati chiamati chi a tifare la nazionale italiana di calcio che giocava contro l’Argentina, chi a gustarsi una nuova puntata di Streghe. Bè che c’è di male?

Ma ancora un altro giorno ci attendeva e i nostri cuori erano pieni di speranza; speranza di potersi rifare ammirando il rinomato paesaggio dal famoso promontorio di Capo Sunio; il cielo era splendido, qualcuno ritardatario iniziava solo allora a vomitare, e niente poteva andare meglio, ma…..la maledizione non si era ancora esaurita: appena scesi dal pullman fummo investiti da una passeggera bufera che spruzzava raffiche di pioggia tanto forti da far ondeggiare lo stesso pullman. Tristi e sconsolati ci dirigemmo verso l’aeroporto e dopo neanche dieci minuti un caldo sole fece capolino…ARGH!

All’aeroporto, in fila pronti a fare il check-in, fummo proiettati all’interno di una telenovela greca con tanto di bacio inverosimilmente finto.

Nonostante gli imprevisti che neanche l’eroico Ulisse si sarebbe sognato di superare, e i malauguri che tanti di voi ci hanno mandato, siamo tornati a casa a testa alta, sicuri di noi; sicuri che niente più ci potrebbe piegare.

È doveroso ricordare chi ci ha accompagnato in questa divertente esperienza, prof. Branca e Don Casti; quest’ultimo da bravo cristiano, volendo soffrire con gli altri, si è unito alla nostra sventura.

Per concludere potrei affermare che il nostro è stato un viaggio movimentato, interessante e anche "liberatorio"... dalla routine scolastica, che avevate capito!

DANY

 

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