Cocktail anno IX numero 4

Un'assemblea per la parità scolastica

I trienni del nostro Istituto hanno partecipato, lo scorso Venerdì 30 Marzo, ad un’assemblea d’Istituto avente per tema la cosiddetta “parità scolastica”. Due esperti della materia hanno dato vita ad un dialogo che ha riflettuto gli sviluppi che la questione della parità ha avuto sul piano politico. Con quest’assemblea, noi rappresentanti abbiamo inteso fornire a tutti una più circostanziata informazione sull’argomento, nonché sensibilizzare su una problematica che ci coinvolge da vicino: noi studenti di scuola non statale ci facciamo difensori di un diritto-dovere di fondamentale importanza per la nostra società: il diritto alla libera scelta dell’istruzione.

Sono già stati presi provvedimenti in relazione alle richieste di parità piovute da più parti. La parità, oggi, esiste dimezzata: lo Stato sovvenziona, in parte, chi non supera determinate fasce di reddito. Questa riforma, che pure è stata un importante passo avanti sulla giusta strada, lascia insoddisfatti: il principio per cui ognuno deve poter scegliere, indipendentemente dalle condizioni economiche, la scuola che preferisce non è ancora rispettato appieno.

La soluzione che noi pensiamo essere ottimale è quella di cui i relatori hanno parlato: il “buono scuola”. Con questo sistema, lo Stato stanzierebbe un certo importo per ogni studente, che diverrebbe così libero di scegliere la scuola che preferisce.

È stato messo in evidenza che un sistema di questo genere comporterebbe una rivoluzione nella scuola italiana: gli studenti (o per lo meno le famiglie degli studenti) orienterebbero le loro scelte verso l’istituto scolastico che offre i migliori servizi, in termini di strutture e di didattica in generale. Questo nuovo sistema presuppone una fondamentale garanzia per il suo corretto funzionamento: il buono scuola dovrà essere spendibile soltanto in scuole effettivamente parificate, scuole che cioè possiedono le carte in regola (materie curricolari obbligatorie, docenti abilitati, ecc.).

Un sistema di istruzione integrato, composto cioè da scuola statale e non statale, è dunque il futuro che noi sogniamo: in questo modo si favorirebbe la concorrenza tra le scuole. In un sistema d’istruzione concorrenziale ci sarà una costante ricerca della competitività: per gli studenti questo significherà migliori strutture scolastiche (più apparecchiature multimediali, migliori attrezzature sportive, ecc.) e migliore qualità dei docenti (selezionati, probabilmente, in base a graduatorie di merito). Esiste tuttavia un altro sistema che potrebbe garantire la parità: gli insegnanti delle scuole (statali e non) potrebbero essere tutti pagati dallo Stato. Questo peraltro impedirebbe che, con il buono scuola, le famiglie possano ricattare una scuola minacciando di spendere il loro buono altrove, e quindi imporre le loro condizioni, facendo potenzialmente perdere l’identità di una ipotetica scuola cattolica.

Siamo convinti che la trattazione di questo argomento sia servita a far riflettere sulla nostra condizione di scuola non statale: non bisogna infatti dimenticare che tutto questo discorso nasce dalla nostra convinzione che per la migliore formazione della persona umana sia necessario impregnare l’istruzione dei principi cristiani in cui crediamo. Diceva don Bosco di voler formare “buoni cristiani e onesti cittadini”: ebbene, oggi, per tutelare le nostre scelte da cristiani nel sistema scolastico dobbiamo saperci rapportare alla società e convincere della bontà delle nostre idee.

Francesco Danero

 

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