IL MERCATO DELL’ ANNO 2000
Dall’analisi dei dati quotidiani di mercato, insieme alle informazioni provenienti dalle dogane e dalle aziende alimentari del settore, si può affermare che, nonostante a livello generale si registri una certa stagnazione dei consumi,nel piccolo mondo delle lumache,nei primi sei mesi del 2000, si è assistito, al contrario, ad una improvvisa crescita nei quantitativi venduti.
La situazione è particolarmente evidente nelle regioni del Centro Sud e isole, luoghi di consumo tradizionali di Helix Aspersa; in queste regioni il prodotto è stato particolarmente richiesto dalla ristorazione, fin’ora abbastanza tiepida e poco interessta all’utilizzazione dello stesso nei propri locali.
E’ assodato, infatti,che le lumache nel Sud sono più
che altro un alimento consumato in casa e in famiglia e che si acquista
soprattutto prodotto fresco, spurgato, ma ancora da cuocere. In queste regioni
è ancora in atto, per svariati motivi, la raccolta naturale, ormai
definitivamente scomparsa nel Nord e in gran parte dell’Europa occidentale.
Numerosi fatti recenti confermano che i consumatori di queste zone stanno
operando il confronto fra le lumache raccolte e quelle invece provenienti dagli
allevamenti, e con grande piacere quelle allevate, sono considerate migliori
delle altre per qualità, gusto delle carni e per una più facile e veloce
cottura.
Questo è un dato molto importante che conferma pure come il prodotto
d’importazione,raccolto in natura e quindi cresciuto su vegetali non
selezionati, è assolutamente di qualità inferiore a confronto al prodotto
proveniente dall’allevamento.
Questo insieme di fatti e forse anche l’eco positiva
della pubblicità e informazione sviluppatasi nel “1999:anno della lumaca”
nei primi sei mesi hanno incrementato molto in Italia la richiesta di lumache
vive e conservate.L’anno scorso gli interventi televisivi nazionali sono stati
oltre dieci con un indubbio indotto informativo collegato. Questa crescita
indicativamente è del 25-30% in più nelle regioni del Sud e isole, del 20%
circa nel centro e del 15-20% circa nelle regioni del Nord, già
tradizionalmente servite da mercati più continuativi e meno stagionali.
Si calcola, infatti, che si siano movimentate circa 10.000 quintali di prodotto
fresco in più a confronto dello stesso periodo del 1999 e di circa 900 quintali
di prodotto surgelato o preparato, con un maggiore movimento finanziario di 12
miliardi di lire circa sullo stesso periodo dell’anno scorso.
Una grande catena di supermercati e ipermercati italiani, inoltre, ha iniziato da marzo 2000 l’introduzione nell’80% dei propri punti vendita della Lombardia e del Veneto confezioni di lumache vive, non soltanto del tipo settentrionale, ma anche di specie che interessano la clientela dei meridionali trapiantati in quelle regioni. Il risultato è stato estremamente positivo e in poche settimane si è consolidata una clientela fin’ora mai ancora servita.Se questo trend generale di crescita aumenterà nella stessa percentuale dei primi sei mesi dell’anno, a fine del 2000 potremo avere ottenuto il più alto tasso di crescita degli ultimi dieci anni.
Le quantità consumate in Italia negli ultimi 10 anni sono le seguenti (i dati sono espressi in quintali):
IL TREND DEL CONSUMO DELLE LUMACHE (ITALIA)
1990 - 1999 (in quintali)
|
consumi italiani |
produzione in allevamento |
importazione |
1990 |
67.000 |
18.000 |
49.000 |
1991 |
69.200 |
18.700 |
50.500 |
1992 |
72.000 |
24.000 |
48.000 |
1993 |
76.500 |
27.000 |
49.500 |
1994 |
85.000 |
32.000 |
53.000 |
1995 |
103.000 |
36.000 |
67.000 |
1996 |
116.000 |
41.000 |
75.000 |
1997 |
140.000 |
44.000 |
96.000 |
1998 |
165.000 |
68.000 |
97.000 |
1999 |
220.000 |
86.000 |
134.000 |
.