S. Anna di Stazzema

1944 - 1999

Comune di Stazzema
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Medaglia d'Oro al Valor militare
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Vittima degli orrori della occupazione
nazista, insigne, per tributo di sofferenze,
fra iComuni della Regione,
riassume nella strage di 560
fra i suoi cittadini e rifugiati di
Sant’Anna, il partigiano valor militare
e il sacrificio di sangue della
gente di Versilia che, in venti mesi di asperrima
resistenza all’oppressore,
trasse alla guerra di Liberazione
il fiore dei suoi figli, donando alle patrie libertà,
la generosa dedizione di 2.500
partigiani e patrioti,
il sacrificio di 200 feriti e invalidi,
la vita di 118 caduti in armi,
l’olocausto di 850 trucidati.
Tanta virtù di popolo assurge a luminosa dignità
di simbolo, nobile sintesi di valore e
di martirio per tutta la versilia,
a perenne ricordo e monito.
 
Versilia, settembre 1943 - aprile 1945

 

Regione Toscana

 

Comitato per Onoranze
ai Martiri di S.Anna di stazzema

 

 

Comune di Stazzema

APPELLO di PACE

 

E’ questo il cinquantesimo anniversario dell'eccidio di Sant’Anna, un episodio così efferato che non vorremmo imputare ad uomini, cioè ad esseri umani.

Ma uomini. sia pure stravolti da aberranti dottrine e dalla pratica devastatrice della guerra e dei genocidio, furono i soldati germanici che lo perpetrarono; creature umane indifese i cinquecentosessanta, per lo più donne, vecchi e bambini che lo subirono nelle loro carni.

Resta a cinquanta anni di distanza un episodio umano, da iscrivere malauguratamente nella storia umana, e dovrà restarci a lungo, fin tanto che la storia umana avrà un senso e non sarà dilavata dal tempo e dalla geologia del pianeta.

Dovremo ancora in quanto uomini addossarci quel crimine che la nostra mente e la nostra coscienza umana si rifiutano di riconoscere come proprio. Lo hanno commesso uomini su altri uomini, nostri fratelli gli uni e gli altri, i carnefici e le vittime: dobbiamo rassegnarci a questa angosciosa irreversibilità dei fatti avvenuti e alla anche più angosciosa conferma che nell’universo dell’uomo si annida un così orribile potenziale di perfidia, di brutalità e di morte, a cui, sola contrapposizione dignitosa, rispondono l'innocenza e il sacrificio.

Oggi Sant’Anna, le sue immagini, le sue memorie promanano soprattutto una immensa pietà. Costituiscono per tutti una tra le più intense capitali del dolore, per alcuni un santuario.

E’ proprio in virtù di quella pietà che in noi l'orrore perdura oltre ogni intento di rimozione ma il giudizio perde il suo truce rancore e il pensiero della vendetta appare, inadeguato, profano.

Eventi come il 12 agosto 1944 soverchiano la nostra misura non hanno rivalsa né riparazione possibile: niente di umano potrebbe pareggiare, il conto.

Ma a riscattarci è se mai il prodigio della vita morale che risorge e, fortificata dalla caduta e dalla vergogna, grida: non si ripeta mai più. E non si limita a gridarlo, ma lo vuole, lo pretende, lo esige universalmente prima come promessa, poi come patto sancito. infine come convincimento profondo e irreversibile.Mentre il mondo lontano e prossimo rinnova troppo spesso le scene di devastazioni, di carneficine e di scempi, Sant’Anna con l’umile autorità che le viene dal suo martirio chiama tutti gli uomini a una definitiva conversione alla pace, alla dignità del colloquio, alla ricerca costante di una possibile armonia.

Il cuore degli uomini sia pari alla enormità del luttuoso retaggio e alla grandezza della speranza.

 

18 giugno 1994

A CINQUANTACINQUE ANNI
DALL’ECCIDIO DI S.ANNA DI STAZZEMA.
 
S.Anna di Stazzema 12 agosto 1999.
Nell’approssimarsi della fine del millennio, ed in particolare di questo ventesimo secolo, a nessuno è dato di dimenticare la lezione di civiltà che la storia ha qui impresso nel sangue e nel sacrificio.
Torna, come ogni anno, da cinquantacinque anni, per i superstiti ed i familiari, lo strazio di allora, l’agonia si ripete nello scorrere delle ore di questa estate d’agosto gemelle alle ore di quel giorno di morte; risuonano in questa valle i passi dei carnefici e le urla di ombre luttuose.
560 sono le vittime innocenti, per lo più donne, vecchi e bambini, trucidate nello spazio di poche ore di un mattino dalle SS di W.Reder.
In 132 sono stati ammassati sulla piazza della Chiesa.
42 sono i bambini passati alle armi senza colpa: alcuni hanno pochi giorni di vita, i più grandi sfiorano appena l’adolescenza.
8 sono le donne incinta trucidate con il frutto della loro vita ancora nel grembo.
Famiglie intere vengono cancellate, la loro storia è definitivamente strappata alla loro terra, ai loro affetti, ai loro cari.
Nella stessa giornata le SS trucidano 12 persone a Mulina, 6 a Capezzano Monte, 14 a Valdicastello.
Discesi nel fondovalle rastrellano centinaia di civili: per molti il lager è la destinazione definitiva.
In S.Anna, Centro Regionale della Resistenza, si riassume drammaticamente il tributo della Versilia alla guerra di Liberazione: 2500 i partigiani ed i patrioti attivamente impegnati nella lotta, 200 i feriti e gli invalidi, 118 i caduti in armi, 850 i trucidati.
Non dobbiamo piegare il ricordo su stesso, anzi è nostro dovere di uomini liberi incrementare e sorreggere l’azione del ricordo, in un confronto coraggioso con la realtà, anche se il cuore piange e l’animo si intenerisce nella nostalgia di quanto è andato irrimediabilmente perduto.
A tutti i martiri della Resistenza va la nostra perpetua riconoscenza: grazie al loro sacrificio estremo siamo riusciti siamo cresciuti fuori dalla tirannide e dall’oppressione di un regime totalitario e di una folle ideologia di sopraffazione e di delirio.
Per questo ci sentiamo in questo anno vicini alle popolazioni del Kosovo, a quanti hanno sofferto l’oltraggio di una umanità violata negli affetti più sacri, di quanti hanno subito violenze fisiche e psicologiche, di quanti hanno patito l’orrore dello sfollamento e di un esodo quasi biblico.
Sappiamo di avere ancora un lungo cammino da compiere per attuare il nostro progetto di rispetto. di armonia e di pace.
Celebriamo questa ricorrenza nella matura consapevolezza di non dover venire mai meno al rispetto per chi non è più fra noi, per chi è sopravvissuto e per chi ha voluto e saputo scegliere.
 
12 agosto 1999
Il Sindaco di Stazzema
arch. Gian Piero Lorenzoni

  

 

A CINQUANTASEI ANNI dall’ECCIDIO di S.ANNA di STAZZEMA

 

 

S.Anna di Stazzema
12 agosto 2000.

 

Il legame profondo che ci unisce alla memoria delle vittime di S.Anna, ed a suoi 560 martiri, risiede nella fede di dovere, anche a 56 anni di distanza dalla più terribile delle guerre della storia dell’umanità, respingere le tentazioni, più forti di questi ultimi anni, nell’accettare un passato in cui si era creduto nella superiorità dell’uomo sull’uomo, della prepotenza sulla solidarietà, del dispotismo sulla libertà individuale e collettiva.

Sono i più giovani, sostenuti dalla memoria e dal ricordo dei più anziani dei superstiti, che debbono non far cadere il quadro di un meditare profondo e fruttuoso su cosa è stata la strage di S.Anna:

S.Anna ha segnato il confine della brutalità dell’uomo e nel doverci rassegnare a questa irreversibilità dei fatti avvenuti, dobbiamo sentire la forza di una sola dignitosa contrapposizione: l’innocenza e il sacrificio.

L’Eccidio non ha bisogno di essere ulteriormente descritto perché, già il fatto di essere iscritto permanentemente nella storia della Nazione, rispecchia il peggio al culmine della perfidia della tirannide di un esercito invasore, che tocca il vertice assoluto prodotta da un credo che va ben al di la di ogni possibile ed inimmaginabile barbarie.

Il massacro di S.Anna, dei suoi uomini, delle sue donne e dei suoi bambini, la distruzione delle case, dei luoghi sacri, costituisce la lezione più nobile e rappresenta l’unica lezione contro la violenza e la guerra.

In questi anni le decine di migliaia di giovani saliti fino sul colle del Sacrario di “Col di Cava”, per capire, comprendere e agire per la costruzione di un mondo di pace, sempre più spesso si sono posti l’interrogativo: “Come è stato possibile? Come è stato possibile trucidare oltre 140 bambini inermi, il più piccolo aveva solo venti giorni; uccidere i nascituri nel grembo della proprie madri? Come è stato possibile profanare e cancellare vite e cose di una comunità povera e umile; come è stato possibile privare della vita i sacerdoti che difendevano, con la fede e la dedizione civile, il proprio popolo, la propria gente?

Dobbiamo ammettere che non ci sono state e non ci sono risposte umanamente possibili: “S.Anna con l’umile autorità che le viene dal suo martirio chiama tutti gli uomini ad una definitiva conversione alla pace, alla dignità del colloquio, alla ricerca costante di una possibile armonia” .

E’ necessario, ancora oggi, rievocare quegli evento per captare e trasmettere segnali che emergano dalle lacrime e dalla sofferenza e dal sangue di tante vittime innocenti.

Meditando il passato degnamente possiamo vivere il nostro presente aperti ad un futuro di pace e di armonia, superando il guado dell’indifferenza e della dimenticanza.

La forza dell’uomo riposa nel riconoscimento dei diritti che derivano dalla dignità e dall’innato valore della persona umana, soggetto centrale dei valori sociali e delle libertà fondamentali.

Siamo cittadini del mondo e dobbiamo agire in conseguenza di questa certezza.

Il genocidio che ha trasformato il mondo, che ha fatto trionfare l’odio e la violenza sulla pace e la tolleranza, ha ancora il ventre fecondo.

Non dobbiamo mai abbandonare la memoria, che è entrata prepotentemente nella storia del mondo con il nome delle vittime di S.Anna.

Celebrare ancora, il 12 agosto, l’Eccidio di S.Anna, significa attivare gli auspici per una sapienza di una convivenza ordinata e solidale, di un capitolo nuovo dell’avventura dell’uomo in questo nuovo secolo, affinché i rapporti dell’uomo non siano più regolati dalla forza della sopraffazione e dal dominio, ma solo dalla ragione, dalla fede nella solidarietà, nella giustizia, nella fratellanza, nella tolleranza e nella pace.

Confidiamo nella grandezza del cuore degli uomini.

12 agosto 2000

Il Sindaco di Stazzema

arch. Gian Piero Lorenzoni

 

 

 

 

colombani.terrinca@tiscalinet.it


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