Comitato per la Difesa dei Referendum Elettorali e del Collegio Uninominale


Doppio turno truccato alla Sartori-Passigli
Un inutile pasticcio. Altro che crostata...

Il Sartorellum (pdl di iniziativa popolare Passigli-Di Pietro) prevede:
1) l'elezione del 90% dei deputati (567) in collegi uninominali a doppio turno; al secondo turno, tuttavia, accederebbero ALMENO QUATTRO candidati del primo turno e, comunque, TUTTI quelli che -sempre al primo turno- abbiano superato il 7% dei voti;
2) l'elezione del 10 per cento di deputati restante (63) mediante un sistema di recupero gestito direttamente dalle segreterie di partito. Sarebbero infatti ammessi al recupero i gruppi di candidati ammessi al secondo turno, che mantenessero le candidature in non piú del 5% dei collegi (29 su 567).

Il che equivale a dire che:

1) al secondo turno, possono essere ammessi fino a sei/sette candidati per collegio;

2) il mantenimento del candidato in competizione sarà deciso NON DAGLI ELETTORI, ma dalle segreterie di partito; le due coalizioni maggiori saranno in balia di tutti i partiti al di sopra del 7% nelle diverse aree geografiche;

3) i partiti che, al secondo turno, manterranno candidati in non piú del 5% dei collegi (29), potranno:
- nei collegi dove sono presenti i loro candidati, costringere a competizioni triangolari;
- comunque, partecipare alla ripartizione del 10% dei seggi mediante il sistema di recupero;

4) se soltanto una lista corrisponde ai requisiti di cui al punto 4), questa si aggiudica la metà dei recuperi; l'altra metà andrà alla coalizione vincente (saranno quindi recuperati sia i migliori che i PEGGIORI PERDENTI); se invece nessuna lista accede al recupero proporzionale, tutti i seggi andranno ai migliori e peggiori perdenti della sola coalizione vincente nei collegi;

Infatti, ogni partito ulteriore rispetto alle due prime coalizioni, potrà mantenere candidati in 29 collegi, senza dover rinunciare a concorrere al recupero proporzionale. La lega nord, presumibilmente, nei suoi collegi migliori delle circoscrizioni Lombardia 2, Veneto 1 e 2, potrà costringere i due poli a delle competizioni triangolari, e spuntarla; essendo tali collegi piú di 29, non avrà difficoltà a rinunciare al recupero proporzionale.

In altri 29 collegi, Rifondazione comunista potrà fare lo stesso. E poi, c'è il PPI, l'UDR, e non solo.

Insomma, in molti collegi, al secondo turno, ci sarebbero competizioni tri-quadrangolari. Inoltre, il trucco di ammettere al recupero soltanto chi resti in 29 collegi sa un po' troppo di circostanza: in democrazia, le maggioranze cambiano, e le leggi elettorali non dovrebbero adattarsi agli equilibri politici del momento.

Peraltro, il partito che vincesse nella metà più uno dei collegi (ma non almeno nel 56%) al secondo turno sarebbe matematicamente certo di non avere la maggioranza dei seggi, in quanto:

630 seggi : maggioranza 316 (equivalente al 55,74% dei collegi)
567 collegi : maggioranza 284
063 seggi attribuiti a candidati dei partiti o coalizioni ulteriori rispetto alle prime due

Se invece soltanto una coalizione riempisse le condizioni per la distribuzione proporzionale dei 63 seggi restanti, la metà andrebbe ad essa (32 o 33?) e l'altra alla coalizione vincente (32 o 33?): 284+33=317.

Il sistema potrebbe quindi funzionare senza rischi per la coalizione vincente nella metà più uno dei collegi SOLTANTO se al recupero proporzionale fosse ammesso un solo partito o coalizione.

Milano, 16 giugno 1998-5 febbraio 1999
Ufficio studi del Com.Di.R.El.

 

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