Il manifesto della OSPAAAL
Arte della solidarietà

Prologo
I1 trionfo della Rivoluzione cubana il 1° gennaio 1959 costituisce un punto fermo in America Latina che contribuisce a rafforzare i movimenti rivoluzionari, a sviluppare la necessaria solidarietà fra i diseredati e a sommare la sua esperienza di combattività e volontà politica contro il neocolonialismo e l'imperialismo.
Questo avvenimento latinoamericano favorisce il consolidamento della libertà raggiunta dalla maggioranza delle antiche colonie europee dell'Asia e dell'Africa, processo che si sviluppa a partire dalla sconfitta del fascismo nella Seconda Guerra Mondiale.
I nuovi stati afroasiatici, che aspiravano alla loro totale emancipazione politico-economica e allo sviluppo culturale, scientifico e tecnologico come premessa per soddisfare le antiche rivendicazioni dei loro popoli, coscienti dell'urgenza di vincolare in modo solidale i loro sforzi con il fine di elaborare un'azione collettiva, celebrano nel 1955 la storica conferenza di Bandung, dove riuniscono le volontà di protagonismo dei due continenti sottosviluppati.
A questa seguono altre due conferenze e nel 1965, mentre si svolgeva a Winneba la Quarta Conferenza di Solidarietà in virtù del costante e illimitato appoggio espresso dalla Rivoluzione cubana di fronte alle legittime lotte dei popoli afroasiatici contro le pratiche colonialiste e imperialiste, si prende la decisione di realizzare a La Habana la Prima Conferenza di Solidarietà dei Popoli dell'Africa, Asia e America Latina.
L'evento, di portata universale, si tiene nella capitale cubana dal 3 al 15 gennaio 1966, data che coincideva con il settimo anniversario della vittoria rivoluzionaria a Cuba.
Fra i risultati della Conferenza ricordiamo la costituzione dell'Organizzazione di Solidarietà dei Popoli dell'Africa, Asia e America Latina (OSPAAAL), con una struttura permanente e con l'obiettivo di unificare, coordinare e intensificare la solidarietà del Terzo Mondo e, allo stesso tempo, rafforzare la sua lotta contro il colonialismo, il neocolonialismo e l'imperialismo.
Ad aprile dello stesso anno, l'Organizzazione comincia a pubblicare il Bollettino Tricontinentale e nell'agosto del 1967 esce il primo numero della rivista omonima, con allegato un manifesto di formato piccolo, ripiegato nella sua cucitura centrale.
Nasce così l'arte del manifesto politico della solidarietà terzomondista.

Antecedenti dell'arte dei manifesti
Storicamente, il manifesto di grafica pubblicitaria è nato in Europa intorno al 1879 ma rimase privo di funzione politica fino alla dichiarazione della Prima Guerra Mondiale, circostanza nella quale i governanti delle nazioni in conflitto riconobbero l'efficacia del manifesto come strumento di propaganda, decidendo di utilizzarlo per le campagne patriottiche.
Nonostante questo, al fenomeno dei manifesti non viene riconosciuto un valore artistico fino a dopo il 1918, tappa nella quale i fervorosi movimenti rivoluzionari europei lo adottarono come strumento di proselitismo e di esortazione, specie in Germania, Russia e Ungheria.
A questi si somma la grafica dei manifesti degli espressionisti, dadaisti e impressionisti tardivi, che utilizzarono il manifesto come promozione per divertimenti e spettacoli.
Così, a pochi lustri dalla sua comparsa e con maggior rapidità rispetto ad altre forme artistiche di precedente data, al manifesto viene riconosciuta la sua condizione di espressione dell'arte.
A Cuba, come nel resto del mondo, le origini del manifesto sono vincolate fondamentalmente alla pubblicità commerciale capitalista.
Tuttavia, la Rivoluzione cubana fin dalla sua tappa iniziale, adotta il manifesto, lo ricontestualizza e lo utilizza come strumento di divulgazione di massa e di comprovata efficacia nelle attività politiche.
Fra le molteplici attività nazionali, venne usato per le mobilitazioni popolari, campagne sanitarie, educative e promozioni culturali.
Vari organismi e istituzioni dello Stato rivoluzionario si fanno responsabili e favoriscono tale movimento dei manifesti. Emergono per l'aspetto creativo, comunicativo ed estetico della loro produzione grafica: i1 Ministero delle Opere Pubbliche (MINOP), il Ministero della Costruzione (MICONS), 1'Istituto Cubano di Arte e Industria Cinematografica (ICAIC), il Consiglio Nazionale della Cultura (CNC), la Commissione di Orientamento Rivoluzionario (COR), il Dipartimento di Orientamento Rivoluzionario (DOR) e la Casa de las Américas.
Tutte queste istituzioni utilizzano o assumono i giovani disegnatori che provenivano dal settore pubblicitario e i pittori nazionali, affidando loro la creazione e la realizzazione dei manifesti.
All'inizio adottano come riferimento varie fonti di documentazione internazionale con carattere di impegno culturale universale.
Esempio di questo sono: manifesti polacchi, giapponesi, svizzeri, cecoslovacchi, senza escludere i cartelli nordamericani né i movimenti dell'avanguardia dell'arte plastica del secolo XX, l'immagine sacra e i miti trasformati in simboli capitalisti.
Ma tali riferimenti vengono assunti in modo critico, sovvertendo i loro significati, col fine di esprimere e divulgare concetti socio-politici rivoluzionari con lessico grafico-estetico contemporaneo, attraente, chiaro e diretto.
La grande varietà di manifesti che quotidianamente viene eseguita, riprodotta e collocata negli spazi pubblici, insieme alla considerazione sociale e alla libertà d'espressione di cui godono i disegnatori di grande agilità concettuale e destrezza tecnica – che a loro volta ne ricevono stimolo e ispirazione - contribuiscono allo stesso tempo a sviluppare la sensibilità e la percezione delle masse.
In questo modo, il manifesto diventa popolare in tutta la nazione e genera una cultura grafica nazionale di elevato livello.
Sono queste le fonti endogene ed esogene che sosterranno graficamente la OSPAAAL nei suoi passi iniziali.

II manifesto dell'OSPAAAL
Paradigma culturale con la sua genesi, la nascente organizzazione assume un profondo impegno politico di trascendenza internazionale: dirigere messaggi grafici sistematici, attraenti, nuovi e, quindi, di efficacia ideologica esplicita e implicita per un'ampia ricezione da parte dei tre continenti che hanno origini, culture e lingue differenti.
Per raggiungere tali presupposti, inediti fino al 1967, senza riferimenti nazionali o stranieri di qualità nella funzione specifica della comunicazione grafica terzomondista, era necessario che il cartello della OSPAAAL ricorresse a una via non percorsa fino a quel momento.
L'appena costituita Organizzazione poteva avvalersi di una base di giovani disegnatori cubani con conoscenze artisitico-tecniche e che erano portatori di una cultura ideologica internazionalista, fomentata dalla volontà politica della Rivoluzione.
Fin dall'inizio, i nuovi disegnatori dell'OSPAAAL scelgono il cammino della negazione critica mediante la appropriazione, con carattere di materia prima riciclabile, degli annunci e della psicologia pubblicitaria, della simbologia e dei miti capitalisti, insieme alle opere di scultura e pittura, patrimoni dell'umanità sviluppati fin dall'antichità remota, compreso il classicismo e i valori apportati dai movimenti dell'arte plastica contemporanea.
Insiemi iconografici divulgati dai mezzi di informazione e culturali dell'occidente vengono manipolati al contrario, ricreando nuove e impattanti realtà con significati comprensibili e distruttori dei convenzionalismi.
A complemento delle immagini appaiono testi brevi in spagnolo, inglese, francese e arabo, strutturati insieme in modo armonico e omogeneo per ottenere efficaci risultati comunicativi.
Il manifesto dell'OSPAAAL spinge il suo sviluppo a partire dall'integrazione di effigi antiche con elementi contemporanei e ideologie contraddittorie tra loro e, in un grafico gioco di prestigio, violenta canoni e dipendenze di spazio e tempo; giustappone o mette in rilievo passato e presente; crea, in un apparente assurdo, metafore visive portatrici di messe a fuoco e proiezioni dirette alla coscienza dei destinatari per stimolare vissuti interni, pretese legittime e virtù umane.
A volte in modo successivo, a volte in modo simultaneo, questo movimento dei manifesti riflette stili, lessici, grafiche, tecniche, procedimenti e concezioni dissimili nel corso del suo tragitto.
Adotta il simbolo, la sintesi, la fotografia contrastata o sovraesposta con immagini della gente anonima di varie etnie; disegna con realismo volti di eroi, patrioti, martiri e personalità prominenti; manipola mappe e insegne nazionali.
Con proiezioni rinnovatrici o sperimentali assume anche risorse e codici provenienti dall'immaginazione, dal collage, dalla serigrafia e dall'immagine testuale con tipografia contemporanea.
Incorpora inoltre il plastico artigianale tridimensionale, giocattoli e artefatti industriali codificati dall'arte oggettiva del meccanismo consumato della moderna civiltà di massa.
Mediante un'incessante appropriazione creativa e articolante, questa manifestazione delle arti visive cancella non solo le frontiere fra pittura, grafica e fotografia, ma anche sfrutta in modo sovversivo tutti i mezzi che considera utili per la trasmissione di messaggi che generano impegno sociale e stimolano speranze per un'esistenza più dignitosa.
La OSPAAAL, basando la sua espressione ideo-grafica sui principi morali di giustizia, equità, generosità e solidarietà arriva a creare un tipo di cartelli con funzioni politiche internazionali che diviene documento storico artistico di singolare particolarità.
Per tre decenni il manifesto dell'OSPAAAL si è distinto sia per la sua eccezionale ideo-estetica-comunicativa sia per la sua efficacia rinnovatrice nell'utilizzo delle sue risorse grafiche e per la fedeltà adottata nel suo impegno sociale con i diseredati del mondo .
A suo favore c'è la facoltà di evocare e innalzare alti valori etici e morali, insieme alla virtù di promuovere idee giuste e altruiste e, allo stesso tempo, rafforzare l'internazionalismo solidale terzomondista che ne fu sua base.
Nella sua concezione grafica ha predominato l'eclettismo stilistico, la giustapposizione culturale e il sistematico incremento del suo lessico complessivo .
Risulta impressionante la diversità dei popoli ai quali ha diretto il suo messaggio, la varietà tematica affrontata, la molteplicità delle influenze assunte criticamente, l'usufrutto della simbologia culturale dell'Occidente con carattere di appartenenza e la metabolizzazione dei suoi significati liberati dalle loro condizionanti primogeniture.
L'emissione comunicativa carente di ingenuità ha permesso la sua percezione e il giudizio sia di intellettuali che di analfabeti di nazionalità e culture diverse dei cinque continenti .
Riassumendo, il manifesto dell'OSPAAAL è stato paradigma del multiculturalismo, un leale esponente ideo-estetico dei principi rivoluzionari dell'Organizzazione che gli ha dato vita e che è considerata su scala internazionale fra le agenzie di propaganda più prolifica ed efficace.

Eladio Rivadulla Pérez
La Habana, febbraio 1997