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ROMA/ CASE DI RIPOSO A RISCHIO
LA TRAGEDIA DI SAN GREGORIO MAGNO PUO' RIPETERSI ANCHE A ROMA: LA CASA DI RIPOSO
COMUNALE DELLA GIUSTINIANA NON E' A NORMA.
IL COMUNE DEVE DARE AI CITTADINI E ALL'OPINIONE PUBBLICA CHIAREZZA E TUTELA
NEL RISPETTO DELLE LEGGI.
RADIO VATICANA DOCET.
L'impianto elettrico della casa di
riposo Roma 1 di via Rocco Santoliquido 88, in localita' Giustiniana, non e'
mai stato conforme alla legge 46/90 e alla legge sulla sicurezza 626/94.
Addirittura i cavi elettrici della struttura erano stati predisposti in origine
per la corrente a 125 V . Dopo il cambio del voltaggio e l'uso della corrente
a 220 V, i cavi non sono stati mai adeguati.
Ma non e' solo questo il punto dolente: Non vi sono piani di emergenza e di
evacuazione. Mancano le porte tagliafuoco e alcune porte di emergenza sono prive
di maniglioni antipanico. Attualmente uno dei due ascensori e' fuori uso per
lavori.
Il Coordinamento dei Comitati di Roma Nord prende atto positivamente che l'amministrazione
comunale da circa un mese ha iniziato i lavori in un'ala della Casa di riposo,
ma e' opportuno ricordare che negli ultimi otto anni alcuni lavori sono stati
iniziati e poi interrotti per mancanza di fondi, che tanti lavori di manutenzione
ordinaria sono stati fatti male (vedi infissi e guaine che producono infiltrazioni
d'acqua in caso di pioggia).
Ricordiamo anche che tra Regione Lazio e Comune di Roma vi e' stato spesso uno
sgradevole "scaricabarile" di responsabilità.
Il Coordinamento dei Comitati di Roma Nord chiede che finalmente si agisca con
serieta' e fino in fondo, chiede al Comune di effettuare nella Casa di riposo
la giornata della formazione con i vigili del fuoco e la classica simulazione.
Chiede inoltre che siano designati i responsabili di piano e i coordinatori
come prevede la legge 626/94 nei Piani di emergenza.
Non trascurando il fatto che, come per i fatti di via Ventotene, anche l'elettrosmog
prodotto da Radio Vaticana a Roma Nord attende una presa di posizione chiara
e determinata da parte del sindaco Veltroni al quale ribadiamo la richiesta
di costituzione di Parte civile dopodomani al Processo.
Per ulteriori informazioni sulle
case di riposo telefonare a Omero Angeli, responsabile Settore Case di riposo
e Terza Eta' del Coordinamento dei comitati di Roma Nord al numero: 3805424651
Fin dal luglio 1999 la Giunta Rutelli
aveva approvato un atto di indirizzo sulla Riforma del Modello Gestionale delle
Case di riposo e la Direzione Generale del Campidoglio aveva poi costituito
un gruppo di lavoro e commissionato un'indagine alla società PRAGMA s.r.l
. La proposta era di affidare la gestione delle case di riposo all'Azienda comunale
spa FARMACAP.
Il Consiglio Comunale aveva invece deliberato un Sistema di Vigilanza sulle
Cooperative Sociali.
LA SITUAZIONE :
1) Le Case di Riposo comunali da
molti anni continuano ad essere chiuse a nuovi ingressi mentre di adeguamento
delle Strutture stesse alla legge 626/94 non se ne sente più parlare;
2) Il coinvolgimento degli Anziani ospiti e degli operatori nelle scelte decisionali
di riforma del Modello Gestionale sembra essersi limitato a generici singoli
incontri ;
3) La Qualità del Servizio reso agli utenti è compromessa da connivenze
e complicità tra Ente Appaltante e Ente appaltatore con sistematica violazione
delle leggi che regolano i rapporti di lavoro. La Delibera del Consiglio Comunale
n° 135 / 2000 è volutamente ignorata.
IL Coordinamento dei Comitati di Roma Nord alla Giunta Comunale del Sindaco Veltroni:
1) Apertura immediata di un Tavolo di confronto permanente con gli utenti delle Case di Riposo al fine di rendere partecipi i cittadini utenti, associazioni e operatori alle iniziative di riforma del Modello Gestionale delle Case di Riposo.
2) CHIAREZZA NEL RAPPORTO TRA COMUNE E FARMACAP NUOVO GESTORE PER L'APPLICAZIONE DI TUTTE LE NORMATIVE SULLE RETTE DEGLI ANZIANI, SULLE CONDIZIONI DI LAVORO DEGLI OPERATORI E SULLA SICUREZZA, EVITANDO ULTERIORI SUBAPPALTI O ESTERNALIZZAZIONI DEI SERVIZI DIRETTI ALLA PERSONA..
3) Disdetta immediata del Contratto di affitto della Casa di Riposo Roma II, per il quale il Comune paga all'ENPALS una cifra scandalosa che impegna gran parte dei Fondi Sociali in Bilancio. Acquisizione di una Struttura alternativa a Roma II e riapertura della Comunità Alloggio "Giaccone", una delle poche strutture residenziali per Anziani completamente idonee.
4) ISTITUZIONE DI CONSULTE MUNICIPALI CON LA PARTECIPAZIONE DEI CITTADINI PER VERIFICARE GLI STANDARD DI QUALITA' DEI SERVIZI DOMICILIARI ALLA POPOLAZIONE SVANTAGGIATA E VIGILARE SULLA REGOLARITA' DI GESTIONE DELLE COOPERATIVE SOCIALI.
Dopo l'assemblea cittadina del 12 ottobre scorso, tenuta presso l'Università di Roma Tre, e il Presidio Sit-in del 5 novembre davanti all'Assessorato alle Politiche sociali, l'iniziativa del Coordinamento operatori sociali di Roma prosegue con un'intera giornata di dibattito alla quale sono stati invitati i responsabili politici e amministrativi dei Servizi Sociali e del Lavoro del Comune di Roma.
Il pomeriggio vedrà la partecipazione di numerosi operatori sociali di altre città italiane.
E' NECESSARIO APRIRE UN VERO CONFRONTO CON TUTTE LE PARTI IN CAUSA
per evitare che il Lavoro Sociale sia ridotto ad un mero "Mercato delle vacche" e che la relazione Utente-Operatore, da sempre cardine del lavoro con le persone, sia ridotta ad un'esclusiva soddisfazione di bisogni immediati senza alcun Progetto partecipato di tipo educativo e relazionale.
L'attuale situazione, determinata dalle Politiche Sociali del Campidoglio, di mancata copertura finanziaria del CCNL e della mancata applicazione della delibera comunale n° 135/2000 calpesta la professionalità delle migliaia di operatrici e operatori sociali (assistenti domiciliari, educatori professionali, animatori, operatori di strada..) con le ovvie conseguenze sulla qualità dei servizi erogati all'utenza.
SABATO 14 DICEMBRE VIA DELLA VASCA NAVALE 6
(presso i locali dell'ex cinodromo vicino Ponte Marconi)
Mezzi di collegamento: metro B fino alla fermata Marconi oppure linee Atac 170 e 791
Mattino ore 10.00 - 14.00
Garanzie e Qualità nei Servizi Sociali:
Copertura finanziaria della delibera consiliare n° 135/2000 e Accreditamento.
Relazioni e dibattito
Ore 14.00 Pausa Pranzo (cucina a cura di personale specializzato)
Pomeriggio Ore 15.30 - 19.30 Interventi e dibattito su:
Rinnovo del CCNL delle Cooperative sociali: valutazioni e proposte
Modifiche dell'attuale governo alla legge 142/01 sul socio lavoratore
Applicazione della legge 626/94 sulla Sicurezza nei luoghi di lavoro
Proposte per la ridefinizione legislativa dei lavori "usuranti"
Riconoscimento degli attestati regionali in ambito nazionale
Contraddizioni legislative sul profilo dell'Educatore professionale
Modifiche della legge 104/92 per adeguare le risorse ai diritti costituzionali
Libro bianco e Osservatorii sui rapporti di lavoro all'interno del Terzo settore
Condizioni degli Operatori Sociali immigrati
Coordinamento Cittadino Operatori Sociali di Roma
cocittos@virgilio.it
fotoinprop. via Appia Nuova 357 (riunioni ogni giovedì alle 20.30)
Info: Luciano cell. 3286492851 Daniele cell. 3407069323
Ci sono circa trecento ospiti, costano ogni anno quasi 28 miliardi di vecchie lire con una decina tra appalti e subappalti, mentre un progetto di riforma della precedente Giunta Rutelli viene tenuto "misteriosamente" nel cassetto.
A) Il Comune di Roma è Ente Gestore, tramite il V° Dipartimento, di 4 Case di Riposo per Anziani e due Comunità alloggio che si elencano di seguito:
"Roma 1" di via Rocco Santoliquido 88, "Roma II" di via Casal Boccone 112, "Roma III" di via G. Ventura 60, "Casa Vittoria" (riservata agli anziani senza reddito) di via Portuense 220, Comunità alloggio "Giaccone" con circa 20 posti letto, chiusa per lavori da circa due anni, e la Comunità "Buozzi".
B) Gli anziani residenti nelle tre strutture, a fronte di circa 600 posti letto disponibili, sono diminuiti progressivamente nel tempo, sia per i decessi, sia per il blocco di nuovi ingressi, al punto tale da occupare circa un terzo della capienza alberghiera effettiva.
Per la Casa di Riposo Roma II il Comune di Roma versa all'ENPALS, proprietario dell'immobile, un canone di affitto di oltre due miliardi e mezzo di vecchie lire ogni anno.
C) I vari servizi alberghieri delle Case di Riposo Roma I, Roma II e Roma III sono separatamente affidati con appalti a 10 diverse ditte: Tre ditte di pulizie, una ditta di ristorazione, una ditta per lo smaltimento dei rifiuti speciali, una ditta per la manutenzione delle caldaie, una ditta per il lavaggio della biancheria, una ditta per la manutenzione degli ascensori, una ditta per i controlli di vigilanza notturna, una cooperativa sociale per guardianìa e assistenza diurna e notturna agli anziani residenti a Roma I, II, III e un'altra cooperativa sociale per l'assistenza a Casa Vittoria e Comunità "B.Buozzi"
D) Nel 1999 il Direttore Generale e l'Assessore alle Politiche sociali p.t. del Comune di Roma, affidavano uno studio a una Società di sondaggio e ricerca e nominavano una Commissione tecnica di esperti per valutare una diversa soluzione gestionale delle Case di Riposo, finalizzata ad ottimizzare e migliorare la qualità del servizio e ad abbattere eventuali sprechi, considerato che i costi di gestione delle Case di Riposo ammonterebbero a circa 28 miliardi di vecchie lire l'anno e rappresentano una consistente fetta di bilancio nel capitolo dei Servizi Sociali. La Commissione di esperti nominata dal Campidoglio concludeva i suoi lavori con una relazione che è poi stata illustrata pubblicamente assieme al Piano Regolatore Sociale a Gennaio 2001 presso la Sala Congressi di via dei Frentani.
Le conclusioni delle Commissioni di lavoro nominate dal Comune di Roma ipotizzavano la riforma della gestione delle Case di Riposo tramite un contratto di Servizio con l'Azienda Farmacap s.p.a. per il servizio di assistenza e animazione a favore dei residenti e il ricorso alla formula "Global Service" per gli altri servizi alberghieri.
Questo indirizzo, frutto di un lavoro commissionato e pagato dal Comune di Roma, rimane senza seguito deliberativo da parte della stessa Giunta capitolina che ostacola così la discussione in consiglio comunale, organo competente sulle riforme strutturali dei Servizi.
Le Case di Riposo comunali continuano tuttora ad essere gestite con l'affidamento di Servizi a numerose aziende appaltatrici, mentre la gestione unificata Farmacap spa, azienda speciale comunale con bilanci finora attivi, che ha obbligo statutario di reinvestimento sociale degli utili di esercizio, potrebbe aver già fatto risparmiare alle casse comunali ingenti risorse, dando maggiore qualità e certezze contrattuali alle centinaia di lavoratori di appalti e subappalti
LE SPERIMENTAZIONI "NON CONVENZIONALI" NELLE POLITICHE SOCIALI DEL CAMPIDOGLIO.
La vicinanza della Caserma di Forte Braschi forse adesso si intona pure bene con la macrostruttura "aliena" che l'Assessorato alle Politiche Sociali con il V° Dipartimento del Comune di Roma sta generando all'interno della Pineta Sacchetti dove gli anziani della Casa di Riposo Roma III trascorrevano senza sorprese il loro periodo "d'argento".
Da qualche tempo la megastruttura di via Gioacchino Ventura 60, che in origine era solo una tranquilla Casa di Riposo comunale per anziani autosufficienti, si è trasformata anche in Centro per Malati di Alzheimer e addirittura, da pochi giorni, anche in Centro di accoglienza (o di permanenza?) per ragazze madri immigrate e relativi bambini.
Gli anziani della Casa di Riposo e quelli del limitrofo Centro Sociale ricreativo hanno sentito arrivare prima 20 malati gravi di Alzheimer, collocati in un'ala della Casa di riposo e spostati poi in un sotterraneo, e adesso una ventina tra ragazze madri e bambini extracomunitari. Non c'è che dire: un bel miscuglio sperimentale "polivalente" ben protetto da cancelli automatici, da guardia armata, dalle telecamere proprie e da quelle della caserma adiacente che tengono d'occhio la via.
Verrebbe spontaneo chiedersi: ma queste innovazioni, non comprese nel piano di zona municipale, sono volte a limitare il raro fenomeno dei suicidi nelle Case di riposo?
Oppure servono ad omogenerizzare il variegato disagio sociale (includendovi anziani sani, malati, giovani e bambini extracomunitari) in un grande contenitore ben isolato e "protetto"?
Certo è che, qualora non vi
sia stata una preventiva valutazione ragionata di impatto sociale, allora rimarrebbero
due spiegazioni: o questi esperimenti calati dall'alto sono stati concepiti
da un "Genio" decisionista della Giunta capitolina oppure da un "Folle"
che occorre far rinsavire al più presto.
1. La Riforma dei Servizi Sociali
scritta dalla Giunta capitolina
In questi giorni siamo venuti a conoscenza di un carteggio tra gli Assessorati
al Lavoro, alle Politiche Sociali e le Centrali cooperative e di un'interessante
circolare partita dal V° Dipartimento a tutti i Direttori dei Municipi.
In parole semplici nel primo caso l'Osservatorio del Comune di Roma chiede alle
cooperative sociali convenzionate:
"Vogliamo le prove che rispettate le norme e i diritti dei lavoratori!".
Cosa fanno le cooperative? Si rivolgono subito alle loro rappresentanze ( Legacoop,
Confcooperative e AGCI) le quali rispondono al Comune: "se volete che le
nostre cooperative applichino il contratto collettivo e la delibera 135 il Comune
deve osservare e rispettare la legge 327/2000 (Valutazione dei costi del lavoro
e della sicurezza nelle gare d'appalto). Altrimenti si apre la via al lavoro
precario".
Intanto il 20 maggio 2003 il V° Dipartimento ha scritto a tutti Municipi
con questo invito: "Non date alle cooperative ed Enti gestori più
soldi di quanto già hanno avuto (+5,1% a Gennaio 2002) e non fate negoziazioni
separate. Altrimenti ci potrebbe essere l'interruzione dei Servizi per carenza
di risorse.."
Questo balletto tra Comune, Municipi e Centrali cooperative rende chiara l'idea
della situazione dei Servizi a Roma dove i diritti degli utenti e degli operatori
e la trasparenza delle scelte operate sono gravemente compromesse.
A questo si aggiunge una confusa normativa sull'Accreditamento delle cooperative
sociali e la disinformazione più assoluta sullo stato dei 127 progetti
dei Piani di Zona municipali.
Nella Elaborazione degli interventi assistenziali nell'Area Handicap, è
previsto per la prima volta l'impiego di personale non qualificato. Per la precisione
il 30% nell'handicap e il 70% nel settore Anziani. Non solo: Nonostante gli
ambiziosi obiettivi e sub-obiettivi dell'intervento socio-educativo previsto
nel pacchetto di servizio, non sono previsti Educatori e nelle attività
di socializzazione il rapporto assistenziale è addirittura di 1(uno)
assistente domiciliare ogni 4 (quattro) disabili gravi.
2. I limiti dell'Osservatorio sul
Lavoro del Comune di Roma.
Se non bastasse la corrispondenza di cui sopra ci sarebbe da dire che l'Osservatorio
comunale incontra nel Lavoro sociale altri ostacoli: in caso di revoca di un
servizio appaltato a cooperative inadempienti la cooperativa che subentrerebbe
non è tenuta ad assorbire i "co.co.co." e i lavoratori occasionali
della cooperativa che perde l'appalto. Il conseguente rischio è la perdita
del lavoro di tanti lavoratori già precari.
3. La Formazione degli operatori
e le 50 ore.
L'attuale gestione delle Politiche Sociali non sembra interessata alla qualità
della
Relazione e del Progetto educativo e al miglioramento della qualità della
vita ma sembra
privilegiare iniziative estemporanee
di carattere emergenziale e caritatevole, l'estetica delle strade cittadine
attraverso la creazione di "Poli del Disagio" tenuti logisticamente
ben lontani dal tessuto sociale della città .
La scarsa attenzione dimostrata verso la formazione e l'aggiornamento degli
operatori, verso il rispetto della 626 negli standard assistenziali, verso il
sostegno psicologico, in un lavoro comunque usurante, spiega anche l'introduzione
della quota degli operatori generici.
Il risultato è inevitabilmente una dequalificazione generale delle professionalità,
della qualità del lavoro e un servizio sempre più scadente.
Infatti per combattere l'emarginazione e il disagio si crea altro disagio attraverso
mano d'opera a basso costo, anch'essa precaria e marginale, anch'essa priva
di adeguate tutele.
ALCUNE PROPOSTE CONCRETE AL CONSIGLIO
COMUNALE.
Ci auguriamo che il massimo organo politico della città di Roma, attraverso
il lavoro delle Commissioni consiliari preposte, qui autorevolmente rappresentate,
sappia intervenire efficacemente nelle prossime sedute di consiglio dedicate
al Piano Regolatore Sociale per correggere l'operato della Giunta e aiutarla
ad uscire dal deludente quadro descritto:
A) Applicazione della delibera del
Consiglio Comunale n. 135/2000 che regolamenta i rapporti di lavoro nei servizi
dati in appalto. In tutti i servizi pubblici devono essere garantiti pienamente
i diritti derivanti dai Contratti Collettivi di lavoro a tutto il personale
impiegato;
B) I Piani di Zona e il Programma di intervento assistenziale sugli utenti devono
includere in forma aperta, pubblica e partecipata i contributi diretti degli
operatori sociali, singoli e associati con un'informazione chiara e trasparente
sulle risorse e sulle procedure.
C) Devono essere rispettati gli Standard assistenziali Operatore-Utente (in
conformità con i carichi di lavoro stabiliti dalla legge 626) e la dotazione
minima di personale con le qualifiche adeguate agli interventi pianificati e
alle mansioni;
D) Internalizzare tutti quei servizi delicati dove la gestione pubblica garantisca
maggiore qualità e maggiore risparmio di danaro pubblico come, ad esempio,
le case di riposo comunali e il servizio degli AEC;
E) La creazione di Albi comunali delle Professioni sociali che contribuiscano
alla crescita formativa e a maggiori garanzie di qualità dei Servizi.
ALCUNE PROPOSTE AGLI OPERATORI SOCIALI
· Unire le forze tra gli Educatori, gli Studenti universitari che hanno
scelto il settore sociale, gli assistenti domiciliari, gli AEC, gli operatori
di strada.
· Organizzarsi per manifestare in Piazza del Campidoglio durante la prossima
discussione del Piano Regolatore Sociale e per chiedere il rispetto della dignità
professionale, dei diritti e delle garanzie in tutti i Servizi alla Persona.
· Intervenire nei prossimi Piani di Zona e rioccupare gli spazi partecipare
attivamente alle scelte
UNITI POSSIAMO PROVARE A INVERTIRE
LA TENDENZA E RIDARE LUCE AL FUTURO DEI SERVIZI SOCIALI E DEI DIRITTI.
A 83 ANNI SI E' IMPICCATO IN BAGNO,
DI NOTTE. UN ALTRO ANZIANO SUICIDA NELLA CASA DI RIPOSO GESTITA DAL COMUNE DI
ROMA.
E' successo l'altra notte, nella casa di riposo di via Casal Boccone 112, gestita
del Comune di Roma. Un anziano di 83 anni si è tolto la vita impiccandosi
in bagno. Lo hanno trovato il mattino successivo con attorno al collo la cinta
della serranda.
Massimino, così si faceva chiamare, viveva da diversi anni in Casa di
Riposo ed era un anziano autonomo e autosufficiente, di carattere riservato.
Qualche anno fa era rimasto vedovo.
Ha compiuto con lucidità, premeditazione e coraggio un gesto terribile
che, per una strana coincidenza del destino, accade ad un anno esatto da un
altro suicidio avvenuto nella casa di riposo comunale della Giustiniana.
Stessa tipologia di persona, stessa premeditazione: All'ora in cui tutti vanno
a pranzo, Ascanio, 80 anni, è salito in terrazza , si è tolto
compostamente le pantofole e si è buttato di sotto.
Nelle case di riposo gestite dal Comune di Roma la media si è oramai
stabilizzata su un suicidio ogni anno.
Anche qui sarebbe facile e comodo trovare nel caldo o nella carenza di relazioni
affettive le cause dei suicidi. Ma come si fa ad ignorare l'attuale organizzazione
delle case di riposo comunali voluta dall'Amministrazione comunale?
Essa è infatti improntata su una cultura segregativa e antiquata che
non privilegia lo scambio e le relazioni con il territorio ma che addirittura
riempie queste grosse strutture in una miscela esplosiva del disagio più
variegato: Anziani autosufficienti e non, malati di Alzheimer, ragazze madri
immigrati con figli (via Ventura 60) oppure Anziani, minori a rischio, donne
che hanno subito violenza (Comunità Buozzi).
In questo "humus" così strutturato, in questo "villaggio
degli infelici", senza alcun presidio medico permanente, senza uno psicologo
e senza personale socio-educativo specializzato, il rischio di deterioramento
delle relazioni umane e dei problemi psicologici diventa cosa ovvia.
Intanto, pur essendo stato recepito in una memoria di Giunta, rimane lettera
morta il progetto di una gestione diversa delle Case di Riposo, unica e internalizzata,
così come era stato formulato dalla Commissione presieduta dall'ex direttore
del Campidoglio, Pietro Barrera.
La campagna a favore degli anziani soli: 51.000 euro e tanti telefonini completi di schede prepagate dalla TIM al Comune di Roma.
Soldi, telefonini a bizzeffe e tanti volontari facenti parte di 14 associazioni
per combattere la solitudine degli anziani che rimangono in città
Dal servizio buonista e commovente del TG3 di ieri sera e delle maggiori testate
giornalistiche odierne che hanno ripreso la conferenza stampa del Sindaco Veltroni
e dell'Assessore Milano emergono, a nostro avviso, tre cose:
1) Che il telefonino è utile e può portare allegria e divertimento
(lo dice nell'intervista del TG3 Lazio lo Sponsor);
3) Che le Politiche sociali a Roma vanno bene e non ci sono problemi ;
4) Che i gestori di telefonìa sono generosi, danno soldi al Comune, aiutano
gli anziani e invogliano i volontari a darsi da fare con uno strumento indispensabile
e gratuito come il telefonino.
Dopo questa abile operazione mediatica
è difficile dubitare che la realtà non sia quella che si vuole
dimostrare.
Non a caso della notizia del suicidio avvenuto in una casa di riposo del Comune
di Roma non c'è traccia, neanche una riga.
Nè trapela lo sconquasso che esiste tra Assessorato alle Politche Sociali
e Municipi romani sull'applicazione dell'accreditamento dei Servizi agli enti
no-profit e sulla copertura finanziaria.
I messaggi subliminali che passano sono:
Teniamo sotto controllo il disagio in città e le aziende ci aiutano.
Non è vero che le aziende di telefonìa mobile se ne fregano della
salute della gente, non è vero che nel XV° municipio ci sono indagati
per installazioni abusive di stazioni radio base, non è vero che i gestori
spesso denunciano cittadini e/o presidenti di municipio (X°), oppure che
ricorrono al TAR contro gli Enti locali per sbloccare installazioni selvagge
di antenne e soprattutto non è importante che i gestori siano controparte
del Comune di Roma presso la Corte Costituzionale sulla questione di costituzionalità
del Decreto Gasparri.
Come d'incanto da questa operazione di immagine Comune di Roma/TIM viene fuori
la parte buona e commovente e il connubio Pubblico-Privato diventa una grande
occasione di beneficienza a favore delle persone anziane e sole.
Tutta la campagna ha avuto un doppio
ritorno per entrambi: per i gestori significa pubblicità commerciale
e quotazione di immagine.
Per il Comune di Roma significa pubblicità tramite rappresentazione positiva
del Welfare romano e facilità a passare efficacemente sui media dove
per le Aziende di Telecomunicazione fanno la parte da leone in termini di proprietà
o di contributi pubblicitari.
Insomma, come al solito, una rinfrescata di notizie buone e colorite, a tarallucci
e vino, accompagnate da un po' di moneta elargita per opere buone fa veramente
bene a tutti, anche a coloro che si sono incaponiti sul principio di precauzione
e sulla pericolosità delle onde elettromagnetiche.
Complimenti al Sindaco Veltroni e all'Assessore Milano!
Sulle tragedie di questi giorni il
Coordinamento Comitati Roma Nord esprime preoccupazione e lancia l'allarme:
"Gli anziani morti, scoperti dopo diverso tempo nella loro casa, sono solo
la punta di un iceberg. Serve subito un'Unità di Crisi coordinata dall'Ufficio
Censimento del Campidoglio e dall'Agenzia di Sanità Pubblica della Regione
Lazio".
In relazione ai tragici fatti di cronaca sugli anziani dimenticati in casa,
il Coordinamento Comitati Roma Nord dichiara:
"E', a nostro avviso, necessaria la costituzione urgente di un'Unità
di Crisi presso il Campidoglio, coordinata dall'Ufficio Censimento del Comune
di Roma e dall'Agenzia di Sanità Pubblica della Regione Lazio. Una sorta
di "Task force" socio-sanitaria di monitoraggio e prevenzione, da
mettere subito all'opera per arrivare in tempo nelle situazioni di abbandono
e di sofferenza che hanno bisogno di aiuto ma non sanno come chiederlo.
L'emergenza solitudine potrebbe essere molto più preoccupante di quella
che emerge dai fatti di cronaca di questi ultimi due giorni.
Riteniamo non sia un caso che alla tragedia dell'anziano morto da diversi mesi
nella sua casa alla Balduina sia seguita, come se si fossero attivati dei sensori,
la scoperta di altri tre morti in solitudine in diverse zone della città.
Proprio perchè una città come Roma è una realtà
sociale complessa e difficile occorre un bagno di umile realismo nel dichiarare
ormai insufficienti e inadeguate le iniziative straordinarie estive e ordinarie,
come quelle degli "Angeli della Solidarietà", della Sala Operativa
Sociale e dell'Assistenza domiciliare, e ripensare tutto il sistema del Welfare
rimodulando globalmente la programmazione degli interventi sociali" .
"Se ci fosse stata la giusta
comunicazione tra Servizi Sanitari e Servizi Sociali del Comune forse la tragedia
di via Rovetti poteva essere evitata": Il Coordinamento Comitati Roma Nord
rilancia la proposta di una Unità di crisi presso il Campidoglio.
In relazione all'incendio in un appartamento di via Rovetti, a Torpignattara
dove hanno perso la vita due anziani coniugi di 76 e 78 anni, il Coordinamento
Comitati Roma Nord dichiara:
"Continua lo stillicidio di morti tra la popolazione anziana: La tragedia
di ieri è più drammatica delle altre perchè la morte non
è arrivata in solitudine con un malore ma ha colpito violentemente attraverso
le fiamme due anziani bisognosi di cure sanitarie.
Infatti Teresa, 76 anni, era invalida ed aveva subito un grosso intervento chirurgico
che rendeva quantomeno necessaria un'assistenza domiciliare integrata. Se, all'uscita
dall'ospedale, i Servizi sanitari e i Servizi sociali del Comune avessero adeguatamente
comunicato tra loro, forse Teresa e Oddone sarebbero ancora vivi.
A nostro avviso, non bastano un centralino di emergenza sociale ed estemporanee
iniziative basate sul volontariato ma serve una vera e propria Unità
di Crisi presso il Campidoglio, coordinata dall'Ufficio Censimento del Comune
di Roma e dall'Agenzia di Sanità Pubblica della Regione Lazio. Una sorta
di "Task force" socio-sanitaria di monitoraggio e prevenzione, da
mettere subito all'opera per arrivare in tempo nelle situazioni di disagio che
hanno bisogno di aiuto e assistenza. "
"UN CENSIMENTO DEGLI ANZIANI
SOLI TRAMITE UN'UNITA' DI
CRISI IN CAMPIDOGLIO GESTITA DA REGIONE E COMUNE."
LA PROPOSTA AVANZATA DAL COORDINAMENTO COMITATI ROMA
NORD PER UN'INIZIATIVA STRAORDINARIA DI PREVENZIONE SI
RIVELA DRAMMATICAMENTE ATTUALE E PREMONITRICE.
ANALOGHE PROPOSTE PROVENGONO OGGI DA UMBERTO SENIN, EX
DELLA SOCIETA' ITALIANA DI GERIATRIA E DAL PRESIDENTE
DEI MEDICI D'URGENZA FRANCESI, PATRICK PELLOUX.
"Nuove modalità di assistenza
e un monitoraggio da
parte dei distretti socio-sanitari. Contare quanti
sono gli anziani, malati, poveri e soli.." Stavolta a
chiederlo è Umberto Senin, un autorevole primario di
Perugia, ex Presidente della Società Italiana di
Geriatria. Intanto in Italia aumenta il numero degli
anziani trovati morti in casa. Mentre in Francia
Patrick Pelloux, Presidente dei medici d'urgenza,
parla di catastrofe sanitaria senza precedenti.
In merito, il Coordinamento dei Comitati
di Roma Nord
dichiara:
"Lodevoli sono le cocomerate per gli anziani e le
inziative di volontariato organizzate
dall''Assessorato alle Politiche Sociali del Comune di
Roma ma la situazione richiede misure eccezionali e
modalità nuove che solo un'Autorità di Crisi, dotata
di adeguati strumenti e risorse può mettere in atto".
<-- Indice Parziale
“SULLE VITTIME DEL CALDO QUALCUNO HA MENTITO.
C’E’ DA AVERE PAURA QUANDO CHI HA IN MANO RESPONSABILITA’ SULLA SALUTE PUBBLICA NON INFORMA CORRETTAMENTE I CITTADINI.”
I DATI DEL COMUNE DI ROMA E QUELLI DEL MINISTERO DELLA SALUTE.
Era il 18 agosto 2003 quando il Comune di Roma dava alla stampa i seguenti dati:
“Nei primi 15 giorni di agosto i decessi di anziani ultrasessantacinquenni a Roma sono stati 364 in meno rispetto allo stesso periodo del 2002 (527 a fronte di 891) mentre in tutto il mese di luglio 2003 vi è stato un leggero aumento di 40 decessi in più rispetto all’anno precedente ( 1925 a fronte di 1885) .”
Stando a questi dati forniti dall’Assessorato alle Politiche Sociali del Comune di Roma, nel periodo 1 luglio- 15 agosto 2003 vi sarebbe stata una diminuzione del numero dei decessi over 65 di -11,7% (324 morti in meno).
In pieno contrasto con questa versione, l'Istituto Superiore di Sanità ha fornito ieri per la stessa fascia d’età, nel periodo 16 luglio -15 agosto 2003, il dato di 512 decessi in più rispetto all’anno precedente, che corrispondono al 42,3% in più e che tale percentuale sale al 51,5% nella fascia degli ultrasettantacinquenni.
Il Comune di Roma, in questo clima già confuso, ha ieri fornito i dati della mortalità inserendo anche il mese di giugno 2003 (75 giorni di osservazione) e dando un incremento complessivo di 11,4% di morti in più rispetto all’anno precedente.
Ma, a prescindere dal contrasto con le cifre ministeriali, se confrontiamo questi dati del Comune con quelli forniti il 18 agosto scorso, ciò significherebbe che la mortalità a Roma nel giugno 2003 sarebbe stata molto superiore rispetto ai mesi di luglio e agosto. E questo fatto non appare per niente plausibile, oltre ad essere strano.
Sono contraddizioni che ci appaiono gravi e fanno venire i brividi, sia per le responsabilità pubbliche di chi fornisce dati non veritieri e sia per l’informazione distorta che arriva ai cittadini durante momenti così delicati e tristi per il paese.
Ci rendiamo conto che forse saranno parole al vento ma noi le diciamo lo stesso: “chi ha sbagliato abbia la dignità e l’umiltà di trarne le conseguenze” .
IERI SERA UN ALTRO ANZIANO SUICIDA NELLE CASE DI RIPOSO COMUNALI: SI E’ TOLTO LA VITA INGERENDO TRIELINA. E’ IL TERZO SUICIDIO IN UN ANNO.
I COMITATI ROMA NORD: “UN SEGNALE DI DISAGIO CRESCENTE AGGRAVATO DA POLITICHE SOCIALI INADEGUATE . IL DIBATTITO SUL PIANO SOCIALE IN CONSIGLIO COMUNALE E’ L’OCCASIONE PER INVERTIRE LA ROTTA. ”
Il magistrato ha disposto l’autopsia sul corpo di Piero, un anziano di 77 anni che, dai primi rilievi, si sarebbe tolto la vita bevendo una bottiglietta di trielina.
E’ successo ieri sera, prima dell’ora di cena, nella casa di riposo comunale della Giustiniana.
Già a luglio 2002, nello stesso istituto, un altro anziano di 80 anni si è ucciso buttandosi dal terrazzo mentre soltanto due mesi fa, nella casa di riposo comunale di via Casal Boccone, Massimo, di 83 anni, ha scelto di togliersi la vita stringendosi una corda al collo. La lista si allunga di molto se si considerano gli ultimi 10 anni.
Il suicidio di ieri sera ha anche un contorno grottesco: Piero, se anche avesse voluto ripensarci e chiamare in tempo aiuto, come ha fatto altre volte in cui ha tentato il suicidio, non avrebbe potuto farlo perché l’allarme della sua stanza e quelli di un’intera ala della struttura erano fuori uso da venerdì scorso.
Peccato che l’Assessorato alle Politiche Sociali, che riesce efficacemente a reperire risorse per attivare utilissimi call centers convenzionati, non abbia potuto reperire un elettricista che riparasse tempestivamente i pulsanti di emergenza delle proprie strutture residenziali.
Il Coordinamento Comitati Roma Nord ha evidenziato da tempo l’immobilismo sulle case di riposo comunali e l’inefficacia delle politiche per gli anziani, tese più alla cura dell’immagine che ad un ripensamento costruttivo e innovativo del sistema di welfare.
Il dibattito iniziato questa settimana in Consiglio comunale sul Piano Regolatore Sociale è l’occasione per correggere gli errori e dare finalmente ascolto alle istanze dei cittadini svantaggiati e degli operatori che lavorano a contatto quotidiano con essi.
(Articolo pubblicata sul Corriere della Sera del 28/11/2003) Un anziano che si buca, un disabile che diventa alcolista, un bambino che cammina con il bastone… Apparentemente, sembra una scena demenziale di un film ma sarebbe sufficiente conoscere alcune strutture residenziali del comune di Roma per convincersi che quel film si avvicina ad una realtà che forse pochi conoscono.
Parliamo, ad esempio, del civico 157 di via Torre Spaccata. Nell’edificio appartenente all’ente disciolto ENAOLI (ente nazionale assistenza orfani lavoratori italiani) il Comune di Roma ci ha inserito di tutto e di più: una trentina di anziani autosufficienti (comunità Buozzi), i minori in pena alternativa alla detenzione (Progetto Felix), il centro di accoglienza per minori a rischio (Caritas), donne e nuclei madre-bambino in fuga da situazioni di maltrattamento e violenza (Hansel e Gretel), lo sportello per la Salute mentale (DSM).
Nel giardino del complesso residenziale o all’ingresso della struttura queste “utenze”, a volte, si incrociano e da queste immagini si percepisce la natura di questa realtà “aliena” che, purtroppo, non è l’unica a Roma.
Infatti a via del Casaletto 400, in una zona periferica raggiungibile con un solo autobus, esiste una struttura residenziale analoga dove allo sportello per l’ascolto dei tossicodipendenti e allo sportello per la Salute mentale, hanno associato l’asilo nido per bambini in attesa di affido, il centro diurno per disabili, la casa famiglia per minori a rischio, il centro accoglienza per nuclei madre-bambino.
Questa politica di accorpamento del disagio più variegato in macro-contenitori, isolati rispetto alla città, sembra essere l’orientamento specifico delle Politiche sociali capitoline. La conferma viene dalla Casa di Riposo comunale di via Ventura 60 che in due anni ha subito analoga trasformazione contenendo nei vari reparti dell’edificio: gli anziani autosufficienti ai piani alti, il reparto protetto per i non autosufficienti al piano terra, il centro diurno anziani fragili al seminterrato, le madri e i bambini immigrati all’ala C, i malati di Alzheimer al seminterrato sul retro, il centro di igiene mentale al piano terra laterale.
Le domande che sorgono spontanee:
A) Come si fa a inventarsi un centro di ascolto per tossicodipendenti nella lontana via del Casaletto n. 400, per di più a fianco di un asilo nido? Dove sarebbe la prossimità e la facile accessibilità visto che si arriva con una sola linea di trasporto pubblico?
B) Come si fa a concepire un progetto educativo o di integrazione sociale per minori e anziani e disabili se li si confina fuori dal tessuto sociale della città e li si mischia in un grande calderone ?
C) Come si fa ad offrire un alloggio tranquillo ad un anziano autosufficiente che aspira a trascorrere serenamente gli ultimi anni della sua vita se lo si inserisce in una macrostruttura “aliena”, a contatto con le sofferenze del malato di alzheimer, del bambino maltrattato, del disabile?
Sulle politiche di Welfare possiamo, con questa carta d’identità, definirci avanguardia dell’Europa oppure potremmo presto divenirne lo zimbello ?
Domenico Ciardulli
Spett. Ufficio di Staff del Consiglio
comunale di Roma e onorevoli Consiglieri,
In merito all'attuale ristrutturazione dei Servizi sociali nella città
di Roma che è stata messa in atto dalla Giunta comunale attraverso alcuni
provvedimenti amministrativi quali:
1) La delibera di Giunta sull'accreditamento (n°1532/2000) e la relativa
istituzione dei registri cittadino e municipali degli Enti con l'introduzione
dei cosiddetti pacchetti di servizio individuali a favore della persona assistita;
2) L'adozione del Piano Regolatore Sociale cittadino approvato dalla Giunta
comunale nel mese di agosto 2002, ma non sottoposto ancora al voto del Consiglio
comunale;
3) La progressiva trasformazione delle case di riposo comunali ex ONPI, con
cambi parziali di destinazione d'uso, mentre se ne prospetta addirittura una
progressiva e completa esternalizzazione;
Vorremmo far presente che, sulle modalità di gestione dei Servizi Pubblici,
il capo VI, art. 36 dello Statuto del Comune di Roma, recita come segue:
2. La scelta delle forme di gestione è effettuata, con provvedimento
motivato, dal Consiglio Comunale, sulla base di valutazioni di opportunità,
di convenienza economica e di efficienza di gestione, avuto riguardo alla natura
dei servizi da erogare ed ai concreti interessi pubblici da perseguire.
Inoltre il Comune di Roma è responsabile in sede di rendicontazione dei
finanziamenti a valere sul Fondo Nazionale per le Politiche Sociali ad esso
assegnati. Riteniamo che la determinazione dirigenziale del V° dipartimento
del 12 novembre 2002 n° 1928 sui finanziamenti dell'annualità 2001
non abbia avuto pieno riscontro nell'effettivo monitoraggio degli interventi
e delle spese con particolare riferimento ai progetti sociali finanziati e inattuati
del Piano di zona del Municipio XIX.
Ciò esposto, in ordine alle
due questioni sopra rappresentate, vorremmo ricevere dal Consiglio Comunale
adeguati chiarimenti, anche ai sensi della legge 241/90, per conoscere :
A) Se la messa in opera di un riordino dei Servizi sociali da parte della Giunta
comunale, senza il preventivo voto del Consiglio Comunale, non tradisca lo spirito
dello Statuto del Comune di Roma in materia di Servizi pubblici;
B) Se il Collegio dei revisori non debba essere chiamato a vigilare sull'impiego
dei 18.120.841,17 euro assegnati dalla Regione Lazio al Comune di Roma a valere
sul fondo nazionale 2001 per le Politiche Sociali.
Fiduciosi nella Vostra cortese attenzione, distinti saluti.
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