Via Cassia 1809/A tel. 0661565142- fax 0623316920
e-mail cittadiniattivi@libero.it |
|
|
|
Roma 14 settembre 2001
Al Direttore Generale Azienda Ospedaliera S. Filippo Neri
Dott. Alessandro Correani sede via fax 0630601049
All'Assessore alla Salute On. Vincenzo Saraceni
Regione Lazio sede via fax 0651684972
Al Responsabile S.PRE.SAL dott. G.Tancredi ASL RM E via fax 0668354623
E per conoscenza ALLE OO.SS. aziendali del S. Filippo Neri Sedi via fax
Oggetto: LA SICUREZZA NELL'OSPEDALE SAN FILIPPO NERI.
Il Tribunale per i Diritti del Malato, sezione del S. Filippo Neri, nei giorni
scorsi, ha ricevuto una grave segnalazione relativa ad un incidente avvenuto
il 2 agosto 2001 all'interno del Presidio Ospedaliero San Filippo Neri.
E' il caso di una donna anziana di anni 78 ricoverata per frattura del femore:
Mentre la paziente veniva trasportata su lettiga, fuori dal reparto di radiologia
dove aveva effettuato un esame Rx, cadeva rovinosamente per terra lesionandosi
alcune costole.
L'incidente si sarebbe verificato a causa del cedimento della lettiga su cui
veniva trasportata.
L'episodio grave ci impone di chiedere innanzitutto alla Direzione Generale
e alle Autorita' in indirizzo di avere un dettagliato chiarimento per conoscere
la dinamica dei fatti e sapere quali provvedimenti siano stati presi perché
eventi del genere non si ripetano nuovamente. Ricordiamo che l'anno scorso è
stato dato un risarcimento a una paziente, a suo tempo ricoverata presso il
S. Filippo, che, dopo essere stata trasportata fuori presidio per un esame scintigrafico,
ritornava in reparto con una misteriosa profonda ustione alla coscia per la
quale e' stato necessario un intervento di chirurgia plastica.
Ma chiediamo soprattutto di sapere quali risorse siano state investite negli
ultimi due anni per la manutenzione delle attrezzature e degli accessori sanitari
e per la sostituzione dei mezzi usurati e non funzionanti. Quale e' inoltre
lo stato dell'applicazione della L. 626/94?
A vedere il reparto del Pronto soccorso colpiscono le numerose sedie a rotelle
poco pulite, prive di cintura di sicurezza, alcune prive di pedale, addirittura
in qualche caso prive di copertoni alle ruote, cosi' come colpisce la presenza
di alcuni fili elettrici scoperti sulle pareti dei locali di accettazione. La
materia è sicuramente complessa e delicata ma interessa il bene comune
e la collettività e occorre subito, a nostro avviso, un confronto aperto.
Capiamo le esigenze aziendali e le eventuali ristrettezze di bilancio ma in
un Ospedale che si definisce di Rilievo Nazionale, Centro di Sperimentazione
clinica e di Alta Specializzazione, la questione della Sicurezza dei cittadini
e dei lavoratori del S. Filippo deve, a nostro avviso, essere sempre ai primi
posti nella scala delle priorità di azione manageriale.
Certi di una sollecita risposta , Distinti saluti.
1.Esclusione per 5 anni da ruoli di vertice aziendale delle Aziende Sanitarie e Ospedaliere (direttore generale, sanitario e amministrativo) per chi, avendo ricoperto ruoli dirigenziali, sia stato rimosso dall'incarico per comprovata cattiva gestione (sia sotto il profilo finanziario che della qualità dei servizi offerti);
2.Separazione netta tra soggetto controllore e soggetto controllato distinguendo le funzioni di indirizzo da quelle di gestione anche a livello aziendale (responsabilizzazione dei soggetti erogatori, pubblici e privati, e rafforzamento e qualificazione del sistema dei controlli);
3.Perequazione della spesa capitaria tra le diverse Asl per tener conto delle prestazioni offerte e per evitare che si continuino a finanziare sprechi e improduttività;
4.Individuazione e separazione di tutte le spese (voci di bilancio) che oggi gravano indirettamente sulla sanità, ma che hanno più propriamente natura sociale, istituendo un fondo speciale (ad integrazione del fondo sociale) e così consentendo l'utilizzo pieno dei fondi sanitari per l'offerta di servizi sanitari;
5.Accreditamento delle strutture che lo richiedano e ne abbiano i requisiti entro 90 giorni dalla presentazione della domanda e possibilità da parte dei cittadini di presentare memorie e rapporti sullo stato ed il funzionamento delle strutture presso la commissione regionale per l'accreditamento (ottenendo anche in questo caso risposta sulla verifica effettuata entro 90 giorni);
6.Istituzione di una "Conferenza di Programmazione" alla quale partecipino non solo i rappresentanti degli Enti Locali, ma anche delle organizzazioni dei cittadini nel rispetto della legislazione nazionale e per valorizzare il contributo di associazioni e realtà civiche quotidianamente impegnate per la tutela dei diritti dei cittadini;
7.Costituzione di un'Agenzia regionale con il compito di redigere entro il 2002 un "Bilancio delle risorse", strutturali, tecnologiche e umane a disposizione del Servizio Sanitario Regionale;
8.Consultazione e coinvolgimento delle organizzazioni civiche prima di assumere decisioni o licenziare provvedimenti che abbiano concreta ricaduta sulla vita delle persone, in particolare, ma non esclusivamente, per i malati cronici, in modo che non si creino ulteriori inutili disagi per i cittadini.
Queste proposte sono state avanzate da "Calabria Civica Onlus", organizzazione
di promozione sociale.
Il Coordinamento dei Comitati di
Roma Nord le condivide, le fa proprie e le propone alla Regione Lazio e agli
Enti locali come base di discussione nella costruzione del nuovo Welfare.
L'ennesimo fatto di cronaca che ha
visto la morte di un bambino per mano di un genitore, fa di nuovo rispolverare
l'idea già sentita del Ministro della Salute Girolamo Sirchia sull''istituzione
dello psichiatra di quartiere. Salvo poi aggiungere che "pero' al momento
non ci sono i fondi". Penso che lo psichiatra di quartiere, che suona bene
anche con "il vigile di quartiere", sia il segnale di un'ottica miope
totalmente tesa alla cura e non alla prevenzione del disagio sociale.
Il Ministro afferma nell'intervista al Corriere della Sera di oggi che "il
disagio psichico e la depressione sono legate alla società del benessere"
ma è troppo facile cavarsela così. Sarebbe giusto, a mio avviso,
aggiungere che i servizi esistenti e gli interventi ordinari sulla qualità
della vita delle famiglie e sul sostegno alla genitorialità non funzionano
o funzionano male.
Faccio solo alcuni esempi: I canali di interazione tra gli insegnanti e le Unità
materno-infantili delle ASL e il Servizio Sociale sono sempre più ristretti,
non esistono reali supporti alle madri lavoratrici, alle famiglie con malati
oncologici e con disabili psico-fisici.
In molti quartieri gli oratori parrocchiali rappresentano l'unica inefficace
sponda per le persone in difficoltà.
Ricordo una mamma che, solo grazie al Tribunale, ha ottenuto dalla ASL la disponibilità
di un infermiere a scuola per il proprio bambino affetto da una grave forma
di allergia.
Mettere mano alla Finanziaria per un cambio di sistema ed uscire dalla logica
attuale in cui la risposta ai bisogni sociali e al disagio nascosto è
affidata al Volontariato di carità o esternalizzata a cooperative sociali
in una funzione impropria di "netturbini del malessere".
La legge Turco sulla riforma del Welfare piange per i limiti delle risorse disponibili
e per il cambio di guardia al Governo. Quando ci si renderà conto che
la Politica Sociale deve essere ai primi posti nell'agenda delle priorità
di chiunque governi la res pubblica ?
Gentile Sindaco e gentile Presidente del Municipio XIX,
Ricorre oggi esattamente il 4° anno da quando numerosi bambini delle Scuole elementari di Ottavia furono colpiti da una grave intossicazione alimentare. Alcuni di essi furono ricoverati. Un bambino fu operato per sbaglio di appendicite.
Il Comune di Roma ritenne allora di "archiviare" quell'intossicazione con un'indagine tecnico-amministrativa mentre la Procura di Roma ha invece recentemente rinviato a giudizio la ditta appaltatrice della ristorazione scolastica.
E' questa una necessaria premessa per passare a illustrare il motivo di questa lettera aperta:
Qualche giorno fa le Autorità Sanitarie della ASL RME hanno accertato la positività al virus della BSE, altrimenti denominato "Morbo della Mucca Pazza", di un bovino morto in un allevamento di Ottavia.
Si può immaginare la preoccupazione di tanti genitori e cittadini dopo aver appreso la notizia pubblicata il 26 novembre scorso da un importante quotidiano della capitale.
Sappiamo tutti che non occorre suscitare sterili allarmismi, ma noi vorremmo essere certi che il Sindaco e l'Ente locale più vicino ai cittadini della zona Nord Ovest di Roma, si siano mobilitati e attivati con i loro poteri e competenze per tutelare la Salute pubblica.
Vorremo essere certi che, di concerto con la ASL RME, stiate acquisendo tutte le notizie sull'allevamento, compreso l'elenco dettagliato di tutti i capi di bestiame, dei relativi certificati anagrafici e veterinari, degli esercizi commerciali e macellerie fornite in questi anni dall'Azienda agricola sottoposta a ispezione. Riteniamo altresì importante che vi facciate copromotori, assieme alle Aziende Sanitarie e ai dirigenti scolastici delle Scuole del territorio, di incontri informativi con i genitori per intraprendere un percorso costruttivo e continuativo orientato alla conoscenza ragionata degli eventi critici, alla cultura della prevenzione e all'educazione alimentare.
Fiduciosi di riscontrare sensibilità al problema esposto, si inviano Cordiali Saluti.
Domenico Ciardulli
Presidente del Consiglio di Circolo Didattico 298°
Segretario del Coordinamento Comitati Roma Nord
ABBATTUTI I DUECENTO BOVINI DELL'ALLEVAMENTO DI ROMA NORD DOVE SI ERA VERIFICATO IL CASO DI BSE. PROGRAMI DI COLLABORAZIONE CON LE SCUOLE, DUE NUMERI TELEFONICI DI PRONTO INTERVENTO VETERINARIO SEMPRE ATTIVI PER I CITTADINI E UN PIANO DELLE AUTORITA' SANITARIE PER RAFFORZARE I CONTROLLI SUGLI ALLEVAMENTI: E' QUANTO EMERSO NELL'INCONTRO TENUTO STAMATTINA TRA IL SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE ON. CESARE CURSI (NOMINATO COMMISSARIO DI GOVERNO AD HOC), IL DIRETTORE DELL'ISTITUTO ZOOPROFILATTICO DEL LAZIO, IL DIRETTORE DELLA ASL RME E IL PRESIDENTE DEL MUNICIPIO XIX CON IL COORDINAMENTO DEI COMITATI ROMA NORD.
A distanza di alcuni giorni dalla lettera aperta di Domenico Ciardulli, Segretario del Coordinamento dei comitati di Roma Nord al Sindaco Veltroni e al Presidente del XIX° Municipio sul caso di "mucca pazza" a Roma, sono arrivate puntuali le risposte:
Il sindaco Veltroni si è limitato via fax a dare generiche rassicurazioni sul suo interessamento mentre il presidente del Municipio XIX ha invitato il Coordinamento dei comitati di Roma Nord ad un tavolo di lavoro tenuto questa mattina con il Sottosegretario alla Salute Cesare Cursi, i direttori generali della ASL RME (Franco Condò) e dell'Istituto zooprofilattico (Renzo Brizioli), il Presidente del Municipio XIX (Marco Visconti) e i responsabili del servizio veterinario del Ministero della Salute (Romano Mirabelli) e della ASL RME (Mario Palladino e Lina Di Pietro).
Il Direttore dell'Istituto Zooprofilattico ha informato dell'avvenuto abbattimento dei 200 bovini dell'allevamento di Roma Nord (Cesano) dove si è verificato il caso di BSE. Lo smaltimento delle carni sarà senza oneri economici e l'azienda agricola riceverà un parziale risarcimento.
Il Commissario di Governo, on. Cursi, ha espresso la sua determinata intenzione di riordinare la banca dati dell'anagrafe bovina attualmente dissestata a causa di inadempienze e per la carenza di un efficace coordinamento centrale.
Due le richieste dei Rappresentanti dei Comitati di Roma Nord che sono state accolte:
1) Il servizio veterinario della ASL RME pubblicizzerà nelle farmacie e nelle scuole due numeri di telefono cellulare disponibili 24 ore su 24 per segnalazioni da parte dei cittadini che riscontrassero irregolarità nel commercio e nella distribuzione di carni bovine.
I numeri sono i seguenti: 3294106250 e 329410637.
2) Il Direttore della ASL RME e il Presidente del Municipio XIX si sono dichiarati disponibili a favorire e promuovere degli incontri periodici di informazione ai genitori e alle insegnanti delle scuole del territorio sulle materie sanitarie più delicate che interessano o preoccupano le famiglie.
INFO: 3334988504
“LE DOSI DI VACCINO ACQUISTATE DALLE REGIONE LAZIO SONO INSUFFICIENTI E SI RISCHIA L’ESAURIMENTO PRECOCE DELLE SCORTE SE SI VORRANNO TUTELARE ANCHE LE PROFESSIONI PIU’ ESPOSTE” :
LE PREOCCUPAZIONI E LE PROPOSTE DEL COORDINAMENTO DEI COMITATI ROMA NORD.
In merito al modo con il quale le Autorità sanitarie del Lazio stanno preparando la campagna di vaccinazione antinfluenzale,
il Coordinamento Comitati Roma Nord esprime preoccupazione e propone:
“Come è successo per il “caldo killer”, esiste ancora il rischio di sottovalutare la fase di prevenzione dall’eventuale ricomparsa del Virus della Polmonite atipica e dell’uso della vaccinazione antinfluenzale come strumento per facilitarne la diagnosi.
Dalle indicazioni dell’OMS si capisce che i soggetti definiti a rischio sono un numero notevolmente superiore rispetto alle vaccinazioni antinfluenzali eseguite negli anni precedenti.
Inoltre i Centri di controllo delle epidemie di altri paesi, hanno dato già indicazioni per la vaccinazione antinfluenzale obbligatoria di tutti gli operatori sanitari.
Riteniamo che anche nel nostro paese gli operatori sanitari e gli operatori sociali che lavorano a contatto con gli anziani debbano essere tutelati attraverso la prescrizione obbligatoria, e non più facoltativa, della vaccinazione.
Di fronte a questa esigenza, le scorte di vaccino predisposte dalla Regione Lazio rischiano di esaurirsi in pochissimo tempo.
Considerato che la preparazione dei vaccini richiede dei tempi obbligati, proponiamo all’Agenzia di Sanità Pubblica della Regione Lazio di rivalutare al più presto le quantità necessarie e di allertare tutti i distretti socio-sanitari per diramare in maniera capillare le informazioni alla popolazione, alle comunità, alle case di riposo, alle strutture protette e agli ospedali perché si conoscano obblighi, tempi e modalità.”
Questo sito e aggiornato al 22/09/2003 Web design: B.b.S |