Centrali nucleari

 

Le centrali nucleari sono oggi 441 nel mondo, alle quali corrisponde il 17% della produzione elettrica totale.

I problemi sanitari del nucleare non vengono mai dibattuti e sono poco conosciuti anche dai medici. In questa realtà ha sempre meno senso cercare di curare le persone quando l'ambiente che le circonda continua ad essere nocivo.

Le centrali, in condizioni normali di funzionamento e cioè senza alcun malfunzionamento e/o incidente, producono trizio, iodio 131 e plutonio. Il trizio è definito un tossico di classe quarta dalla legge. In una centrale si produce un atomo di trizio ogni 10mila fissioni al secondo. Il trizio viene assorbito sia per ingestione che per inalazione. Uno studio del governo tedesco ha dimostrato come vi siano aumenti di incidenza di lucemie, in particolare nei bambini, e tumori vicino alle sedici centrali nucleari del paese, finanche a distanze di 20-30 chilometri da questi impianti. Le donne in gravidanza possono assorbire le radiazioni: le staminali del feto sono sensibilissime e subendo una prima radiazione vi sarebbe una specie di preparazione proleucemizzante del clone; successive radiazioni potrebbero provocare la malattia.

In Francia hanno sconfessato apertamente alcuni studi scientifici che avevano dimostrato come si era verificato un aumento delle leucemie nei bambini nei pressi degli impianti. Dal 1980 al 200, i casi di cancro alla tiroide in Francia sono aumentati negli uomini del 433 per cento e nelle donne del 186%.

Essendoci fortissime motivazioni di interesse economico si tende ad utilizzare tecnologie senza sapere, a distanza di anni, quali ricadute potrebbero esservi.

La prevenzione della salute in relazione all'ambiente è, oggi, anche un dovere previsto dall'art. 5 del codice deontologico dei medici.

Dall'intervista a Giuseppe Miserotti, pubblicata su "Terra news", 24/02/2010

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