Da: "coalit" A: "amici coalit" Oggetto: [listacoalit] Scarcerata momentaneamente Amina, condannata alla lapidazione Data: martedì 4 giugno 2002 14.29 Il Tribunale islamico ha deciso la liberazione provvisoria di Amina Lawal, 30 anni, giudicata colpevole di adulterio Nigeria, scarcerata la donna condannata alla lapidazionePotrà accudire la figlioletta fino al gennaio 2004 Ma il suo destino dipende dall'esito del processo d'appello NAIROBI - Torna in libertà Amina Lawal, la donna nigeriana di trent'anni condannata a morte tramite lapidazione per adulterio lo scorso 22 marzo. La scarcerazione è stata decisa dal Tribunale islamico di Funtua, che si trova nella regione settentrionale di Katsina. La donna, ha precisato la corte, sarà libera fino al gennaio 2004, per potersi occupare della figlioletta di un anno; ma sul suo capo pende ancora il processo d'appello, che comincerà il prossimo 8 luglio. In prima grado Amina era stata condannata alla lapidazione da un altro Tribunale islamico, quello di Bakori, dopo che aveva ammesso di aver avuto una bambina da divorziata. Ora però il giudice Aliyu Abdullasi ha accolto la domanda di scarcerazione presentata dalla difesa. L'avvocato di Amina ha interpretato la decisione come un primo passo verso la liberazione definitiva della donna, il cui caso ha suscitato numerose proteste e iniziative in tutto il mondo. Così come per Safiya, l'altra donna nigeriana che era stata condannata a morte per lapidazione e che è poi stata graziata. Una vicenda molto seguita in Italia, soprattutto dopo il caso di Safiya, attirando l'attenzione di tutte le forze politiche; anche il Parlamento europeo ha preso una posizione ufficiale contro la condanna a morte della donna. E in una recente intervista televisiva Ahmad Sani, governatore dello stato di Zamfara, capo spirituale della Nigeria musulmana, aveva fatto sperare nella sua scarcerazione. Alla domanda "Amina si salverà o no?", il governatore, dicendosi "certo che sarà così", aveva spiegato: "Le religioni come l'Islam e il cristianesimo sono religioni di pace, non culti che predicano morte, amputazioni e violenza. Sono un musulmano moderato, contro il fondamentalismo e l' estremismo. E' importante che la comunità internazionale mostri pazienza e comprensione". La condanna a morte della donna, la seconda da quando in alcuni stati della Nigeria è stata introdotta la "sharia", la legge islamica, era avvenuta il 22 marzo, ma resa nota dalle autorità nigeriane il 25 marzo. Cioè lo stesso giorno in cui è stata decisa la grazia per Safiya, la 35enne nigeriana inizialmente condannata per le stesse ragioni di Amina. VISITA IL NOSTRO SITO WEB : www.coalit.org