Secondo il Concilio Vaticano II, "il laicato consacrato è uno degli aspetti di una pluralità di vocazioni nella comune appartenenza alla Chiesa di Cristo".
La vocazione è un mistero; esso trova la sua origine nella grazia del Battesimo che ci consacra Sacerdoti Re e Profeti. Dalla vocazione battesimale, quindi, ad una vocazione più propria, la consacrazione, nella grazia del Signore.
"Già con il Battesimo il fedele è morto al peccato e consacrato a Dio, recita la Lumen Gentium al punto 44; ma per poter raccogliere in più grande abbondanza i frutti della grazia battesimale, con la professione dei consigli evangelici nella chiesa intende liberarsi dagli impedimenti che potrebbero distoglierlo dal fervore della carità e dalla perfezione del culto divino, e si consacra più intimamente al servizio di Dio (Paolo VI). La consacrazione poi sarà più perfetta, in quanto legami più solidi e stabili riproducono di più limmagine del Cristo unito alla chiesa sua sposa da un legame indissolubile".
I membri di Communio intendono realizzare le aspettative del Concilio Vaticano II quando nella Lumen Gentium dice che "i laici sono soprattutto chiamati a rendere presente e operosa la Chiesa in quei luoghi e in quelle circostanze in cui essa non può diventare sale della terra se non per mezzo loro".
Il fatto che vivono pienamente la secolarità li pone in quegli ambienti (uffici, fabbriche, scuole, ospedali, attività commerciali, famiglie...) nei quali un Religioso o una Religiosa non capita e quando ciò si verifica è sempre in maniera occasionale e marginale. I membri di Communio si trovano così ad essere veramente quelli che costruiscono il Regno di Dio dallinterno del mondo con una testimonianza forte; sono veramente segno e, con laiuto di Dio, strumento operoso.