n. 79 - Marzo 2000

Foglio interno di collegamento della Fraternità Secolare Agostiniana di Vita Consacrata "Communio"

VERSO  LA PASQUA

La resurrezione del nostro Signore Gesù Cristo segna la nuova vita di quanti credono in Cristo; e questo mistero della sua morte e resurrezione voi lo dovete conoscere in profondità e riprodurlo nella vostra vita. Non fu infatti senza motivo che la Vita si sottopose alla morte; non fu senza motivo che la fonte della vita, da cui beve chiunque vuol vivere, si accostò a bere qui quel calice che per nulla le era dovuto.

Ascoltiamo l’Apostolo Paolo: "Se siete risorti con Cristo, gustate le cose di lassù, dov’è Cristo, assiso alla destra di Dio; cercate le cose di lassù e non quelle della terra" (Col 3,1-3)... So che voi desiderate la felicità. Trovami un uomo, magari ladro o delinquente o immerso in ogni sorta di vizi, il quale non desideri una vita felice. Sì, lo so bene: tutti volete vivere felici; ma di ciò che rende felice l’uomo non tutti andate in cerca. Desideri l’oro, pensando che con l’oro possa diventare felice, ma l’oro non ti renderà felice. Perché vai in cerca di ciò che è falso? E perché ambisci onori mondani? Forse pensi di diventar felice una volta raggiunta una onorificenza umana o una grandezza di questo mondo. Sappi però che nessuna grandezza mondana può renderti felice... nessuna cosa terrena potrà renderti felice...

Vuoi essere felice? Ascolta il Signore che dice: "Ecco, io vi invito a partecipare della mia vita. E’ una vita dove nessuno muore, una vita veramente beata, che offre un cibo incorruttibile, un cibo che ristora e mai vien meno. La meta a cui v’invito, ecco, è la regione degli angeli, è l’amicizia con il Padre e lo Spirito Santo, è la cena eterna, è la comunione con me. Di più: vi invito a godere di me stesso, a partecipare della mia vita". (S. Agostino, Discorso 231, 2-5, passim).

VOGLIO ESSERE
LA PECORELLA SMARRITA

... Chi di voi , se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va dietro a quella perduta, finché non la ritrova? ...Così vi dico, ci sarà più gioia in cielo per un peccatore convertito, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione (Lc-15,1-7).

Giorni fa parlavamo fra noi di questo brano del vangelo di Luca, senza ampliarlo nel contesto del capitolo 15, ma cercando di capirlo...

Tornandomene a casa, sentivo dentro di me un disappunto profondo, quasi un'ingiustizia. Perché? Se sono sempre state giuste e fedeli, perché le novantanove pecore non meritano tutta l'attenzione e l'amore del Pastore?

E i novantanove giusti che non hanno bisogno di conver-sione? Perché una vita retta e onesta non deve avere per premio un amore particolare?

E' difficile per la nostra mentalità accettare la gratuità assoluta del dono di Dio. Vorremmo in un certo senso essere ricambiati, sentirci buoni, certi di aver vissuto una vita fondamentalmente retta, vicino a Gesù..., forse impegnata, più vicina alla Chiesa di tanti altri.

Ma il vangelo parla con estrema chiarezza.

Ne sono certa : voglio essere la pecora smarrita... non una fra le cento pecore del gregge. Perché il Pastore se la mette in spalla "tutto contento": e questo è il desiderio più grande di ognuno di noi.

Voglio essere colma di un amore che sia diretto a me, proprio a me, nella mia miseria, che riesca a sollevarmi dal mio piccolo quotidiano e a riempirmi di gioia

Tutti dobbiamo sentirci fino in fondo "pecorelle smarrite". Questo anno santo è per tutti una chiamata alla conversione...; troppo spesso forse lo abbiamo detto senza approfon-dirne il significato.

Signore Gesù Cristo, abbi pietà di noi... ripeteva infinite volte, nella sua ingenua e incredibile semplicità, il pellegrino russo dei famosi racconti.

Raccomandarci e confidare solo nella misericordia di Dio, non è sentirsi fin nel profondo ... pecorella smarrita?

Il rischio che spesso corriamo è sentirci giusti... con tante certezze, tante belle cose... più colmi di doni di tanti altri... E’ a questo punto che sono veramente ...la pecorella smarrita, perché mi fermo alle mie certezze, sia pure buone e sante... ma solo mie.

Essere pecorella smarrita è sentirmi ed essere fino in fondo incapace e colma di incertezze e malanni... incerta e carica di errori passati e presenti... senza la gioia di aver fatto alcunché.

Perché nel momento in cui mi sento buona e giusta, è sbucato nella mia storia un fungo velenoso....il mio voler essere. Forse sto iniziando a capire ciò a cui voglio tendere... essere pecorella smarrita... perché il Pastore di giorno in giorno mi afferri e mi metta in spalla... mi faccia fare una strada che io non conosco, dove io vada senza chiedere, contenta solo di essere al sicuro.

Affidarsi non è forse un andare senza sapere dove... un camminare senza conoscere il cammino... non è come il cieco che porta avanti il bastone per trovare la strada?

Nei giorni scorsi lessi nei salmi quest'antifona e da allora non smetto di ripetermela ...Affida al Signore la tua via ed egli compirà la sua opera...

Come uno scultore la sua statua, come un pittore il suo quadro... se però saremo capaci di non intralciare con le nostre piccole cose la grande opera che Egli, il Maestro divino, vuol fare in ciascuno di noi.

Per questo voglio essere la pecorella smarrita... 

(Maria Costanza)

LA NOSTRA SCOMMESSA

"La moltitudine di coloro che erano venuti alla fede aveva un cuore solo u un’anima sola" (At 4,33).

Questa premessa riflette uno stato dell’anima: lo stare alla presenza di Dio. La domanda se è Dio che parla a noi attraverso una qualche manifestazione interiore oppure esterna alla nostra sfera spirituale o se siamo noi a parlare di Dio. Ciò fa venire alla mente una frase letta non tanto tempo addietro: "Parlare di Dio è teologia, parlare con Dio è santità". Frase pesante, non consona alle circostanze personali, ma che induce a riflettere sul destino della nostra esistenza. Infatti può sembrare accessibile poter "parlare di Dio" anche in termini di dubbio o di incertezza. Pascal, scienziato e filosofo del XVII secolo, parlava di una scommessa al proposito di "Dio esiste o non esiste"; mentre un altro grande dell’umanità, Agostino d’Ippona, Santo e Padre della Chiesa di Cristo, cercava le prove di "Dio mi ama o no". Ma parlare con Dio è un’altra cosa. "Voi sarete santi, perché io sono santo"; ed io, Signore, cosa posso rispondere? Niente. Vediamo, allora, di rientrare e cominciare da dove si era partito. "Un cuore solo e un’anima sola"; come dire tutti per uno e uno per tutti. Niente Pietro, niente Paolo, niente Apollo. Solo Cristo. Unicamente e principalmente Cristo: Gesù il Salvatore.

La smania del capire, a volte, è indizio di disordine. Disordine interiore e del comportamento esteriore. Piombare, senza accorgersene, nell’incostanza, nella indeterminazione, nel dubbio che corrode; nell’arrestarsi durante il percorso magari di breve cammino. Si capisce e ci si rende perfettamente conto che la via della verità rimane sempre un problema individuale: ognuno scelga secondo il suo cuore. Per mio affare, io credo, senza alzare tanto il tono della voce, che solo la parola di Dio sia importante e determinante per intraprendere il Viaggio e di concluderlo. E’ nella parola di Dio che devo tentare di condurre i passi nella speranza di progredire, nella costanza di camminare dentro una luce che va seguita "come stella in movimento"- Ecco che viene fuori una luce: "Il popolo immerso nelle tenebre ha visto una grande luce". Dov’è che questa luce è apparsa? "Nel paese di Zabulon e nel paese di Neftali sulla via del mare, al di là del Giordano, Galilea delle genti"

Galilea delle genti: territorio di gente anche pagana e confinante con gente pagana. Galilea di allora, mentre, oggi, la nostra Galilea risulta popolata di gente indifferente, sospettosa e, perché no, anche ostile all’apparizione della luce. Esattamente come in quel tempo: il tempo dell’Acqua Viva, il tempo del Pane e del Vino, il tempo del "tutto è compiuto".

Adesso, amici miei, è il tempo di perdonare quest’incosciente se smette di pensare immaginandomi una domanda che mi viene posta da qualcuno: "Ma dimmi! Si può credere davvero che un angelo sia venuto da una giovane vergine di nome Maria per dirle: Sei incinta, partorirai il Figlio di Dio?" Rispondo: Sì, io credo a questo e dico, in aggiunta, se ho mille e più motivi di credere che Dio ha fatto tutto questo po’ po’ di roba che ci sta intorno, perché mai non sarebbe stato capace di collocare suo Figlio nel ventre intatto di una donna? E allora "su quelli che dimorano in terra e ombra di morte, una Luce si è levata". (Lino

INNO A UNA VITA DI DOLORE
In una poesia-preghiera l’anima di un uomo
due volte campione

Kirk Kilgour, campione americano che l’8 gennaio 1976 subì a Roma un drammatico e irrimediabile infortunio, paralizzato da sedici anni, con la sua voglia di vivere aiuta noi. Una prova? La sua poesia-preghiera.

Chiesi a Dio di essere forte
per eseguire progetti grandiosi
ed Egli mi rese debole
per conservarmi nell’umiltà.

Domandai a Dio che mi desse la salute
per realizzare grandi imprese
ed Egli mi ha dato il dolore
per comprenderla meglio.

Gli domandai la ricchezza
per possedere tutto
e mi ha lasciato povero
per non essere egoista.

Gli domandai il potere
perché gli uomini avessero bisogno di me
ed Egli mi ha dato l’umiliazione
perché io avessi bisogno di loro.

Domandai a Dio tutto per godere la vita
e mi ha lasciato la vita
perché io potessi essere contento di tutto.

Signore, non ho ricevuto niente
di quello che chiedevo,
ma mi hai dato tutto quello
di cui avevo bisogno
e quasi contro la mia volontà.

Le preghiere che non feci furono esaudite
Sii lodato o mio Signore:
fra tutti gli uomini
nessuno possiede più di quello che ho io!

COMMUNIO SU INTERNET

Nei mesi immediatamente successivi a luglio del 1991, data della costituzione della nostra Fraternità, quasi tutti i Notiziari pubblicati dalle Comunità Agostiniane hanno parlato di Communio, fornendo le prime informazioni su questa realtà di vita consacrata laicale che si aggiungeva alle forme istituzionali di vita consacrata dell’Ordine.

Gli anni trascorsi sono stati preziosi per l’organizzazione interna e per la formazione dei membri che, docili alla guida dello Spirito nell’adesione al carisma della Fraternità, ne hanno percepito la ricchezza e la grazia. Nello scorso agosto la Fraternità ha assunto la sua forma stabile con l’emissione dei voti perpetui di otto membri.

Fedeli all’Ordine, disponibili alla collaborazione ed al servizio nelle Comunità Agostiniane territorialmente più vicine, nei tempi di quiete ed in quelli della bufera, lì dove si sono create le condizioni favorevoli siamo apprezzati e stimati. Contemporaneamente siamo inseriti nelle chiese locali operando nelle attività parrocchiali.

Per essere ancor più disponibili e reperibili, abbiamo predisposto delle pagine web, che speriamo vorrete visitare su

http://web.tiscalinet.it/communio

(Imma)

UN MERCOLEDI’ A SAN PIETRO

Era una giornata un po' grigia, il sole faceva capolino tra le nuvole e non si decideva ad uscire, quel 16 febbraio 2000 a San Pietro. Era mercoledì, giorno dell'Udienza Generale del Papa e, come al solito in queste occasioni, Piazza San Pietro era gremita di fedeli provenienti da tutto il mondo. Alle 10,30 un tripudio, tutti sopra le sedie, i bambini sopra le spalle dei papa', fazzoletti e bandiere al vento, cantinaia, migliaia di flash, gente nera, bianca, gialla unita nella gioia di vedere Paolo Giovanni II.

Ma come il Papa con voce tremante inizia a leggere la catechesi, cala un silenzio totale. Nessuno più si muove, la Sua voce apre una breccia nel cuore dei presenti, si palpa un'emozione crescente. E poi l'esplosione di gioia quando il Papa nomina tutti i gruppi presenti.

C'eravamo anche noi, la famiglia Mariani al completo, quel giorno. In memoria di mamma Nella, che ci teneva tantissimo a fare questa esperienza con tutta la sua famiglia, ma che non ha avuto il tempo di realizzare.

Ma quel mercoledì 16 febbraio lei, con Arturo, stava in mezzo a figli e nipoti, generi e nuore, in un abbraccio pieno di amore e fede. (Stefano Mariani).

 

Riunione del Coordinamento

Dal 7 al 9 aprile avrà luogo a Palermo, presso il Centro di Spiritualità della Rocca, la riunione del Gruppo di Coordinamento di Communio, alla quale prenderanno parte i responsabili di ogni fraternità. 

All’ordine del giorno la verifica e la promozione delle fraternità, la preparazione dell’Assemblea di agosto 2000 e l’approvazione definitiva degli Statuti.

Auguri di
B U O N A    P A S Q U A
ai fratelli e sorelle di Communio
ai fratelli e sorelle della Famiglia Agostiniana
e a tutti gli amici lettori di questo foglio

 

COMMUNIO - Foglio interno di collegamento della Frater-nità Secolare Agostiniana di vita consacrata "Communio".Redazione: P. Pietro Bellini, via Paolo VI, 2500193 Roma - tel. (06) 68 00 61; fax: (06) 68 00 62 99.E-mail Responsabile: pbellini@aug.org

E-mail Segreteria:  communio@libero.it


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