n. 83 - Gennaio  2001

Foglio interno di collegamento della Fraternità Secolare Agostiniana di Vita Consacrata "Communio"

GLI  INIZI  DI  UN’ “AVVENTURA” 

       “Casa S. Rita”, casa di accoglienza della Provincia Agostiniana di Roma (ora della Provincia Italiana), nella periferia di Roma, al 23° km. della via Flaminia, in comune di Riano Flaminio.

       Negli anni 50 una benefattrice donò un vasto appezzamento di terra agli Agostiniani della Provincia Romana, per costruirvi un’opera sociale. La zona, che si chiamava “Coccia di morto” venne adeguatamente ribattezzata “Colle delle Rose” e dedicata a S. Rita da Cascia.

       Sorse un edificio, che fu adibito a collegio di bambini orfani. Negli anni successivi, terminata questa benemerita esperienza sociale, la casa ebbe varie funzioni, oltre che essere dimora di una comunità religiosa: seminario minore, casa di ritiri, casa di accoglienza vocazionale, sede di prenoviziato.

       Due anni fa si decise la completa ristrutturazione dell’edificio, non più adeguato alle norme della Comunità Europea. Ora la casa è completamente rinnovata e, immersa nella splendente campagna romana e circondata da un bel parco, offre una eccellente ospitalità.

       Il Consiglio della Provincia Agostiniana d’Italia decise nell’agosto dell’anno scorso di ritirare i religiosi che componevano la comunità di Riano per utilizzarli in altre comunità. Cosa fare della casa di Riano, appena restaurata?

       L’idea non è venuta ad una singola persona. E’ stato il confluire della maturazione di una situazione, dell’intuizione di alcuni, del desiderio di altri.  Da varie parti si è cominciato ad abbinare Riano a Communio. Perché no?

       Da parte della Provincia italiana c’erano la preoccupazione e il desiderio che, anche dopo la partenza degli agostiniani, la casa di Riano conservasse la sua funzione di utilità per la Provincia e continuasse nell’opera meritoria di apostolato-accoglienza finora portata avanti dalle comunità succedutesi.

       Da parte di Communio si è presa coscienza – i fratelli e le sorelle di Communio lo hanno fatto comunitariamente nell’Assemblea generale di fine agosto – che forse era giunta l’ora di provare a se stessi di essere capaci di assumere una responsabilità comune; di affrontare con spirito di fede un rischio; di dare una prova concreta di amore e di collaborazione con l’Ordine Agostiniano.

       Il dialogo tra le due parti, iniziato quasi in sordina, si è ben presto concretizzato ed è stato reso possibile soprattutto dalla reciproca stima e fiducia. Ringraziamo di questo particolarmente il P. Provinciale, il P. Domenico Giacomobello e l’ultima comunità di Riano.

       Dai primi di novembre la gestione della casa S. Rita è nelle mani di Communio, grazie alla pronta e totale disponibilità di Imma, di Costanza e di Anna Maria le quali, come Abramo, hanno risposto con coraggio e generosità alla voce di Dio che le ha chiamate a lasciare la propria terra per andare verso una terra sconosciuta.

       Le grandi scelte sono sempre difficili. E’ veramente un lasciare la propria terra conosciuta per una terra sconosciuta. Per alcuni si tratta di coraggio, per altri di azzardo. Per alcuni è la risposta ad una chiamata di Dio, per altri è un passo sbagliato, frutto di un mancato discernimento.

       Grazie a Dio, in questa occasione noi di Communio non ci siamo trovati in questi dilemmi. Quando nell’Assemblea di agosto la proposta, ancora “in fasce”, è stata presentata al discernimento comune, abbiamo tutti colto in essa una opportunità che il Signore ci offriva. Un po’ grande, per la verità (avremmo preferito una opportunità più a nostra dimensione), ma convinti che ci veniva dalla Provvidenza e che una opportunità persa non necessariamente si ripresenta, quando noi fossimo più preparati ad accoglierla. Così abbiamo detto sì. 

       Personalmente ciò non mi meraviglia più di tanto, perché è consequenziale alla scelta fatta. Quando si è data la propria vita a Cristo, non si misura la propria esistenza con il metro o i criteri comuni: della comodità, della convenienza, della tranquillità, dell’assenza del rischio, o altro simile, ma con le esigenze dell’amore e della donazione... fino ad essere pronti a lasciare la “propria terra”. L’unico criterio di scelta diventa il regno di Dio e la sua crescita tra gli uomini. Certo, bisogna far conto delle proprie forze, occorre non essere temerari o sconsiderati, è necessario un serio discernimento, ma è necessaria anche una “santa pazzia”, essere concretamente convinti dell’aiuto del Signore ed avere una illimitata fiducia nella sua Provvidenza. Altrimenti tutto diventa un comodo alibi alla nostra mediocrità innata.

       Grazie, fratelli e sorelle di Communio: la vostra coraggiosa scelta è stata un limpido esempio anche per me, frate da vari decenni (P. Pietro Bellini).

LA  PRIMA  ESPERIENZA  A  RIANO 

«Le leggi son, ma chi pon mano ad esse?» 
(
Dante, Purg. XVI, 97).

        Ai paragrafi 108 e 109 degli Statuti di Communio si legge: «L’impegno di diventare nella realtà sociale ed ecclesiale segno e strumento di comunione esige che amiamo la Chiesa così come è, senza giudicarla, condividendone umilmente e nella speranza le sconfitte e le vittorie; che l’aiutiamo facendoci portavoce di tante realtà e situazioni; che ci sentiamo corresponsabili, pur rimanendo umilmente al nostro posto: con prudenza e insieme audacia, umiltà e disponibilità e spirito di servizio. Il Signore ci ha chiamati a vivere il Vangelo nell’ambito della spiritualità di S. Agostino, in seno alla Famiglia Agostiniana. Come membri di questa, ciò che riguarda l’Ordine Agostiniano riguarda anche ciascuno di noi. Ci impegneremo quindi a partecipare alla sua vita, a conoscerne la storia e la spiritualità, a tenerci in contatto con i suoi vari rami. Cureremo rapporti di profonda amicizia e stretta collaborazione con i nostri fratelli e sorelle – frati, monache di vita contemplativa, suore di vita apostolica – che, pur chiamati a forme di vita diverse dalla nostra, condividono e formano assieme a noi un’unica famiglia spirituale».

       Il Padre Generale Miguel Angel Orcasitas, nella sua lettera circolare ai fratelli e sorelle dell’Ordine dell’11 giugno dell’anno scorso, ci ha ricordato che «la comunità agostiniana, per il fatto di essere cristiana, è essenzialmente missionaria… comunità aperta, poiché non vive per sé, che ha scoperto il potenziale evangelico della spiritualità agostiniana…. Condividere una stessa spiritualità apre le porte a relazioni impensate fra religiosi e laici. Allo stesso tempo, l’orizzonte nuovo che i segni dei tempi richiedono, esige che alcuni elementi strutturali diventino più duttili, che si abbandonino atteggiamenti di difesa e si eserciti la capacità di sperimentazione sociale propria della vita religiosa».

       Relazioni impensate fra religiosi e laici. Quasi una profezia, quella del Padre Generale, che i Padri del Consiglio della Provincia Agostiniana d’Italia hanno accolto e audacemente messo in pratica, affidando alla nostra Fraternità la conduzione della Casa di Accoglienza e di Spiritualità Agostiniana “S. Rita” di Riano Flaminio, in provincia di Roma.

       Così Imma e Costanza, coadiuvate dalla puntuale e preziosa collaborazione di Anna Maria, il 1° novembre – Festa di tutti i Santi – dopo aver dato le mandate alle serrature delle proprie case, hanno iniziato il loro servizio nella Casa S. Rita, sostenute dalla preghiera di tutta la Fraternità e confidando sull’assistenza dello Spirito Santo, autore e sostenitore di ogni cosa buona.

       Dopo 40 giorni di attività si potevano già tirare un po’ di somme. Sono state ospitate 247 persone per 384 giorni di pernottamento con pensione, un ritiro parrocchiale a conclusione di un Corso prematrimoniale, una riunione di condominio ed è stato preparato un matrimonio alla Chiesa esterna, “S. Rita alla Pieve”, officiato dal Parroco locale.

       La cappella della Casa celebra funzioni pubbliche ed è frequentata sia dagli abitanti della zona che da alcune persone provenienti dalle zone limitrofe. La comunità religiosa di S. Agostino di Roma fornisce l’assistenza religiosa ed assicura la celebrazione delle SS. Messe nei giorni prefestivi e festivi, mentre  la comunità residente (cioè noi) condivide la preghiera delle lodi, del vespro, e il Rosario.

       Abbiamo cominciato a preparare e a distribuire ogni domenica un pieghevole denominato “Il Vangelo della Domenica” che riporta un breve commento di S. Agostino sulla lettura del giorno e gli orari della preghiera con eventuali avvisi utili.

       Si lavora su tutti i campi: organizzativo, amministrativo, tecnico, operativo; in casa, in giardino, per la manutenzione, il completamento dell’arredo, gli approvvigionamenti; si fa esperienza, si aggiusta il tiro, si allacciano rapporti, si riprendono contatti. Si fa, insomma, tutto secondo bisogno.

       I momenti più gratificanti sono quelli vissuti in comune, quando si ritorna su un particolare, si rivive una situazione, si condivide un’esperienza…

       I momenti più importanti sono quelli della preghiera comune: puntuali davanti al Signore, precisi nei rituali, composti e corretti. Siamo in pochi, ma tutto viene fatto come se l’intera Fraternità fosse presente, poiché di fatto noi siamo qui per tutti ed a nome di tutti i membri di Communio. Il Signore lo sa.

       Grande e consolante aiuto ci è già venuto da Vittoria, da Lino, da Marisa e da Manuela che in periodi diversi sono venuti a condividere l’esperienza per alcuni giorni. Attendiamo i prossimi…

       Desideriamo fare la nostra parte per l’evangelizzazione, essere segno dell’amore di Dio per le persone che incontriamo, testimoniare la nostra fede con una disponibilità premurosa ed attenta; vorremmo essere testimoni di una presenza agostiniana sia attraverso il saper porgere che con proposte editoriali e progettuali. Lavoreremo per questo, certi come siamo che il Signore vorrà benedire la decisione presa dal Consiglio Provinciale mostrandoci che la comunione è il frutto della carità e porta all’unità. (Imma)

 AL  PRIMO  POSTO  NELLA  MIA  VITA  C’E’....

Pubblichiamo un intervento apparso su “Cassiciaco” di Internet, lista di collegamento fra gli “internetisti” agostiniani, religiosi e laici. L’intervento è di Tiziana di Palermo.

       I miei piedini sono ben piantati per terra, nella quotidianità e nella frenesia talvolta perdo qualcosa, ma poi mi ridesto. Nel mio cammino un giorno mi son detta che era così bello tutto quello che recepivo in parrocchia e dai miei Padri che non potevo tenermelo tutto dentro. Non tutto è roseo s'intende, ma tra delusioni e sconfitte lo Spirito riemerge sempre.

       Cristo per me è qualcosa di straordinario, ci rende "particolari". Lui è speciale, per questo nel mezzo del cammin della mia vita ho pensato che dovevo essere speciale così come Lui mi avrebbe resa. Io ho dentro di me la Sua impronta, Lui mi dato tanti doni, ho detto di sì al suo credo e Lui è sempre al mio fianco e sulle mie labbra deve aleggiare la gioia e il sorriso della vita. Lui è risorto! E' venuto a rivelarci grandi cose! Santo cielo, possibile che nessuno debba accorgersi che cosa significa fare di Cristo la propria guida?

       Non è per vanità che io sono speciale, è Lui che lo è, tutti i cristiani lo sono se solo abbandonano quei musoni tristi e sorridono esternando le Sue ricchezze.

       All'inizio era difficile manifestare ovunque il mio credo e il mio cammino agostiniano, ero sola e contro tutto, le mie scelte e i miei valori "vecchi" e controcorrente; c'era chi sogghignava e chi magari mi prendeva in giro. Immaginate quante tipologie di personaggi può incontrare una tipa come me e gli ambienti giornalistici poi....

       Il mondo del lavoro è fatto di compromessi, di proposte indecenti, di do ut des, di tradimenti, di sesso facile.

       E' stata dura seguire Cristo, ma più passava il tempo più dicevo a me stessa: "Me l'ha detto Lui che quella che indica è la strada giusta, non è possibile, ci sarà uno sbocco!". E battevo i piedi per terra stringendo i denti, dicendomi sempre che era Lui ad avere ragione! Così contro tutto e contro tutti e testarda come sono, pian piano, giorno dopo giorno, chiedendo continuamente forza e grinta a Lui e nutrendomi dei suoi insegnamenti (traggo anche carica ed esaltazione dal Rinnovamento nello Spirito) non mi sono stancata di parlare ovunque e comunque della mia vita spirituale.

       Risultato? Oggi chiunque sa che chi mi tocca S. Agostino lo prendo a cazzotti! Cioè in redazione non c'è redattore che non sappia che al primo posto nella mia vita c'è Dio, prima tutto quello che Lui mi ha insegnato poi tutto il resto. Nei festivi non ci sono servizi che tengano: prima a messa poi posso dedicarmi anche alla cronaca nera.

       E poi ci sono quei servizi dove posso far aprire la mia anima, e lì mi scateno. In quelli sui presepi allestiti in città ad esempio inserisco frasette bibliche e agostiniane. E poi "tutto fa brodo"! Tutti gli argomenti ecclesiastici sono miei e tutti restano a bocca aperta, curiosi di capire come faccio a scrivere in un certo modo lasciando un solco nel cuore di chi ascolta e provocando telefonate di lettori in redazione che vogliono sapere come, dove e quando.

       No, "non sono io che vivo, ma è Cristo che vive in me", io sono un suo strumento e sono felice di esserlo, e non è di me che adesso che vi sto parlando ma di Lui e di tutte le cose grandi che può fare nella nostra vita. E vi assicuro che quando si trova il coraggio di testimoniarlo ovunque e comunque, Lui ci rende speciali e gli altri se ne accorgono interrogandosi su cosa possa mai avere dentro un cristiano. E diventi intoccabile e rispettabile.

       Attenzione, il cammino non finisce. Dio ci sottopone continuamente a prove, c'è sempre bisogno di approfondire, di sapere, di capire. E ci sono momenti bui e momenti luminosi. Qualsiasi cosa attorno a te può cambiare, all'improvviso può pure mancare la terra sotto i piedi, e allora che fare? Disillusi e stanchi viene una voglia matta di lasciarsi andare e di vegetare.

       NOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!  Dico, ma scherziamo?

E' lì che dobbiamo affidarci a Lui, è lì che dobbiamo fidarci ciecamente, è lì che tutto ricomincia.

       E, sapete, ci si riconosce anche. Tra cristiani ci si riconosce e senza neanche tante parole, è la fede che ci avvicina e ci rende mosche bianche dai valori saldi e intoccabili, e si giunge alle cime anche senza compromessi, si raggiungono vette inaspettate.

       E poi ci sono tutti quei segretucci che il vescovo d'Ippona, (gran pezzo d'uomo lui che la vita se l'è vissuta e di cosette ne sa!) rivela nei suoi scritti, le sue frasette, i suoi consigli che mi hanno aiutata ad aprirmi di più agli altri. L'amicizia che lui propina cotta e cruda.

       Non voglio certo avventurarmi in una omelia che non è roba mia, ho voluto solo raccontare un pò di me. Sono un pò chiacchierona, ne sanno qualcosa quanti capitano a diretto contatto con me. E come avrete notato scrivo anche molto. Mannaggia, questa è una cosa inarrestabile che prima non riuscivo ad identificare, fluivano tante e tante cose dentro di me ed io scrivevo e scrivevo, fiumi di inchiostro e di carta dove lasciavo tutto quello che attraversava la mia anima. Poi ho capito. Era tutto compreso nel prezzo! Cioè, quando Lui mi ha pensata avrà deciso di appiopparmi questa capacità perché gliela sfruttassi. Certo, vi confesso che non sempre rigo dritto, ma Lui è pronto a tirarmi le orecchie e Padre Mennato Cerulo (che mi ha battezzata "Delinquente") a mollarmi sberle! Oddio, non voglio esagerare, simpatiche manate!

       E' tutto per il momento. Mi è piaciuta proprio la definizione di P.Giovanni "vivere Agostino e l'amicizia senza barriere moderne". Direi che è proprio questo che mi muove.

Tranquillo P.Vittorio, sono pronta ad atterrare, mi tiri pure giù da quel cielo in cui ogni tanto mi lascio lievitare, mi piace ascoltare consigli e insegnamenti e sguazzare nella mia umanità, già perché poi la spinta verso l'alto è maggiore e posso raggiungere altri strati di cielo.

       Sono troppo ottimista? Vi confesso che non è affatto così, spesso sono molto dura, chiusa e troppo legata alle realtà terrene.

       Però... ora che ricordo! L'ho letto più volte e l'ho sentito in innumerevoli passi che nulla è impossibile a Dio. Ciao a tutti con affetto. (Tiziana)  

 

ROSE   ROSSE   PER . . . 

Ringraziano il Signore per il dono della vita:

Gennaio

19            Alberto Melillo
20            Fernando Ferroni
22            P. Eugenio Pezone 
23            P. Giovanni Benedetti
25            P. Angelo Ferranti, P. Pietro Criolani
27            Rosaria Caramaschi
28            P. Giovanni Cesarei 
29            P. Nunzio Di Donna
30            M. Teresa Landi, P. G. Balestri, P.G. Gisondi
31            Irma Montelisciani, Fr. Fernando Giangiacomi, P. Ludovico Centra

 Affettuosi auguri e preghiere da parte dei fratelli e sorelle di Communio.

COMMUNIO - Foglio interno di collegamento della Frater-nità Secolare Agostiniana di vita consacrata "Communio".Redazione: P. Pietro Bellini, via Paolo VI, 2500193 Roma - tel. (06) 68 00 61; fax: (06) 68 00 62 99.E-mail Responsabile: pbellini@aug.org

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