La spiritualità agostiniana

Il modello di chiesa che Agostino ha posto davanti ai suoi occhi, e che propone ai suoi figli tutt’oggi, è quello della prima comunità cristiana di Gerusalemme: "Erano assidui nell’ascoltare l’insegnamento degli apostoli e nell’unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere". La chiesa degli Atti degli Apostoli fa molte cose, ma prega sempre: prega per capire, prega per sopportare una persecuzione, prega per conoscere la volontà di Dio di fronte ad una situazione nuova che si presenta, prega per mandare in missione qualcuno, prega per decidere l’organizzazione interna della comunità; per tutte queste ed altre cose, la comunità cristiana che ci descrive Luca prima di tutto prega. Prega concorde e perseverante. L’anima della comunità primitiva di Gerusalemme fu lo Spirito Santo, autore di comunione.

La comunione è dono dello Spirito. Lo Spirito Santo è la terza Persona della Trinità, è l’amore che lega il Padre e il Figlio". La discesa dello Spirito Santo sulla chiesa delle origini è stato un evento enorme: di grazia, di trasformazione, di rinnovamento degli uomini e perfino della storia. Pietro non ha più paura, gli altri apostoli annunciano con grande coraggio il Vangelo in varie lingue, per la forza dello Spirito gli ascoltatori si sentono trafiggere il cuore; per la forza dello Spirito i primi credenti accettano Gesù come salvatore e si fanno battezzare nel suo nome; per la forza dello Spirito la prima comunità cristiana vive una sua vita nuova in totale fedeltà a Gesù. Lo Spirito di Gesù li pervade ed essi vivono davvero come persone che sono, e vogliono essere, testimonianza di Cristo.

Ma la Pentecoste non è un episodio, lo Spirito è sempre presente nella Chiesa e nel mondo. La nostra Pentecoste è quella del giorno del Battesimo, quella del giorno della Cresima, quella del giorno della Consacrazione. L’ardore dello Spirito ci sostiene, ci dà il coraggio dell’annuncio e della testimonianza. Gesù ci dice: "Non aver paura, non temere, perché io ho vinto il mondo".

Vogliamo accendere gli entusiasmi spenti, avere il coraggio di fare dei sogni, ma sogni grandi, per non limitare lo Spirito Santo alla limitatezza dei nostri sogni. La volontà di Dio è che l’uomo sia salvo e questa volontà di Dio Gesù l’ha affidata ai suoi discepoli, e anche a noi. Non dobbiamo aver paura. S. Tommaso d’Aquino disse che Gesù non ha scelto quelli che sono capaci, ma rende capaci quelli che ha scelti.

Tutti abbiamo il dovere di dare una risposta evangelica al mondo contemporaneo. Vi sono problemi che segnalano i grandi vuoti dell’umanità e svelano le sfide che il mondo presenta alla chiesa. Noi abbiamo la fede, una perla preziosa da condividere, che si oppone ai valori del mondo. La nostra condizione ci permette di collaborare con le persone perché scoprano il senso della loro vita. Lasciamoci esortare da S. Agostino quando dice: "Non siamo stati chiamati per chiuderci nelle nostre sicurezze, ma per aiutare la chiesa a generare sempre nuovi figli di Dio a immagine del Cristo".

Torna alla Pagina iniziale