IL  SALTARELLO

Cenni Storici

 L’espressione popolare, in qualunque forma artistica anche la più semplice e la più arcaica, è veicolo di tradizioni e messaggi culturali che rappresentano un patrimonio di grande interesse.

La danza popolare e folcloristica, in particolare, riveste un valore sociale e culturale che va al di là della semplice rappresentazione teatrale di un passato lontano.

“Saltantes” è il termine con cui i Romani indicavano coloro i quali erano impegnati nella danza e nel salto. “Colui o colei che danza”, significa il termine latino.

Le processioni primaverili dei sacerdoti della seminagione per la purificazione dei campi e la danza d’armi dei guerrieri e dei sacerdoti di Marte, compresi sotto il nome di “Salii”, cioè Saltantes, “danzatori” sono i due momenti più conosciuti, in cui, coloro che erano preposti a celebrare i riti di propiziazione ai raccolti e alla guerra, agivano sulla scena, non in veste di danzatori professionisti, ma di “attori”, partecipanti ad un rito.

Le espressioni coreutiche e musicali popolari costituiscono fondamentali testimonianze della cultura di un popolo in un determinato periodo storico.

Mentre però la musica popolare è ormai da diversi decenni oggetto di una capillare attività di investigazione, per la danza popolare non si sono avute analoghe iniziative di studio e ricerca.

Le conoscenze sulle espressioni etnocoreutiche sono dunque scarse e frammentarie.


Di certo la danza (come pure la musica) popolare si rifà a regole diverse da quelle che governano gli stessi fenomeni in ambito colto.

Mentre infatti nella danza di tradizione colta ogni passo e ogni movimento è in genere fissato e accuratamente insegnato da uno specialista, il maestro di ballo o il coreografo, la danza popolare, europea ed extraeuropea, nella gran parte dei casi, non segue una successione di passi e di movimenti rigidamente fissati una volta per tutti.

In particolare nelle danze del nostro centro-meridione, gioca molto di più il principio della “improvvisazione”, che non va però confusa con la casualità più completa.

Il danzatore ed il musicista popolare hanno in realtà a loro disposizione un repertorio di passi, di gesti, di movimenti, come di motivi e di formule musicali, propri di ogni ballo, da poter montare e assemblare, secondo regole e principi precisi.

La danza popolare non è la creazione di un singolo artista, ma un “prodotto collettivo”, nel quale, è importante l’apporto dell’intera collettività, in quanto strettamente legato alla comunità sociale, anche nel senso che non si danza mai da soli, per se stessi: fa sempre parte di un momento collettivo, socializzante, legato per lo più a particolari occasioni (festività religiose e profane, fasi dell’attività agricola o pastorale, veglie e feste familiari, ecc.).

E’ in queste occasioni che le giovani generazioni hanno occasioni di imparare a ballare secondo le forme tradizionali, osservando e imitando i grandi, i virtuosi, i depositari dello stile coreutico riconosciuto come “autentico” dalla collettività.

Così dunque la danza popolare si basa su un tipo di trasmissione “orale”, e diventa trasmissione diretta da una generazione all’altra.

Ormai, molti di questi balli sono definitivamente scomparsi, senza lasciare traccia o quasi, proprio perché vengono a decadere le “occasioni” deputate per la danza. 

Il Saltarello, ballo popolare di coppia “aperta” (cioè senza contatto diretto tra i partners) tipico di buona parte dell’Italia Centrale, dove è conosciuto in diverse configurazioni.

Esso affonda le sue radici addirittura nel XIV secolo, come attestato da un codice musicale (1), contenente diverse composizioni musicali che recano il nome di Saltarello (in Abruzzo e nelle aree un tempo abruzzesi; mentre nel basso Lazio troviamo lo “Zumpariello” e la “Ballarella”, una forma ibrida che risente, come pure la “Zumparella” molisana, dell’influsso della “Tarantella” meridionale).

Il Saltarello è una scena completa di dichiarazione d’amore. Saltando e girando l’uno intorno all’altro, i ballerini esprimono uno per volta la passione che fingono di avere, il desiderio di piacere, la gioia o il dispiacere, la gelosia e la speranza.

In questa descrizione, il Saltarello è raffigurato come un ballo di corteggiamento.

E’ eseguito in un’ambientazione festiva e popolare; è eseguito da una coppia mista senza contatto tra i partners, e vi sembra predominare l’elemento improvvisativo, e un certo esibizionismo della coppia, che si propone all’ammirazione degli astanti.

Si tratta dunque di un ballo vivace e spettacolare (non a caso è uno dei balli più eseguiti dai gruppi di danze popolari di tutta Italia, in particolare romani).

  

Note:  

(1)       Si tratta del codice Gb-Lbm Add.29987, conservato alla British Library di Londra.