ATTO
II
Scena
I
EUNOMIA,
MEGADORO
Megadoro, il ricco signore che abita accanto ad Euclione, esce di casa
insieme alla sorella Eunomia.
EUNOMIA
Caro Megadoro, fratello mio, anche se le donne sono ritenute delle
scocciatrici e delle gran chiacchierone, vorrei darti un consiglio prezioso, con
tutto il mio affetto.
MEGADORO
Sono tutto orecchie, sorella adorata: parla!
EUNOMIA
Voglio una cosa.
MEGADORO
Che cosa?
EUNOMIA
…una cosa che ti metta al sicuro e per sempre. Perché tu abbia
figli…
MEGADORO
Così vogliano gli dèi!
EUNOMIA
Voglio che tu prenda moglie!
MEGADORO
Povero me, sono rovinato!
EUNOMIA
E perché?
MEGADORO
Ma-tri-mo-nio, che orrore!
EUNOMIA
Su, da bravo, segui il consiglio della tua cara sorellina.
MEGADORO
Se mi piacesse lo farei.
EUNOMIA
Ma io parlo per il tuo bene.
MEGADORO
Meglio morire che prender moglie. Potrei sposarmi solo a condizione che
la sposa venga portata al cimitero il giorno dopo delle nozze...
EUNOMIA
Non scherzare! Io avrei pensato ad una donna con una grossa dote. È un
po’ anzianotta, ma tanto carina. Se accetti la vado a chiedere subito in
moglie per te.
MEGADORO
Posso farti una domanda?
EUNOMIA
Ma certo!
MEGADORO
Io sono già molto ricco, a cosa mi servirebbe una donna con una grossa
dote? Le donne ricche sono viziate. Passano il tempo a lamentarsi e non fanno
che pensare ai bei vestiti, alle feste, ai gioielli… sono noiosissime!
EUNOMIA
Ma allora, chi vorresti sposare?
MEGADORO
Conosci Euclione, quel vecchio squattrinato che abita qui accanto?
EUNOMIA
Lo conosco. Mi sembra un brav’uomo.
MEGADORO
Vorrei sposare sua figlia, Fedria. So quello che stai per dirmi: che è
povera. E povera mi piace. E poi… ha un’anima gentile ed è ben educata.
EUNOMIA
Va bene, se è ciò che desideri… che gli dèi ti assistano!
MEGADORO
Lo spero anch’io.
(Eunomia entra
in casa)
Atto
II - Scena II
MEGADORO, EUCLIONE, PENTOLA
MEGADORO
Ora non mi resta che chiedere Fedria in moglie…
(entra
Euclione, tornando dal foro)
MEGADORO
Ah, ecco arrivare Euclione…
EUCLIONE
(arrabbiato a parte)
Maledizione! Ho solo perso tempo, non è venuto nessuno a donare soldi ai
poveri. Ora corro a casa, dalla mia pentola… la mia unica gioia. Il corpo è
qui, ma il mio cuore è sempre accanto a lei!
PENTOLA
Se tu avessi un cuore, non mi terresti qui a soffocare, ma daresti a tua
figlia tutto quello che ho nella pancia! (tintinnio
di monete)
MEGADORO
Che tu sia sempre sano e fortunato, Euclione!
EUCLIONE
Che gli dei ti proteggano, Megadoro!
MEGADORO
Come va?
EUCLIONE
(a parte) Non è un caso, no,
che un riccone faccia il gentile con un poveraccio. Questo qui sa tutto del mio
tesoro…
MEGADORO
Che mi stai dicendo? Stai bene?
EUCLIONE
Sì, sì… ma non ho il becco di un quattrino!
(si
sente la pentola ridere)
MEGADORO
Basta avere l’animo in pace, per vivere bene.
EUCLIONE
(a parte) Forse è stata
Stafila! Ha scoperto il mio oro e gli ha spifferato tutto. Vado a casa, le
taglio la lingua e le cavo gli occhi a quella spiona!
MEGADORO
Cosa borbotti?
EUCLIONE
Niente… mi lamento della mia povertà!
PENTOLA
Impostore!
EUCLIONE
Ho una figlia che ha l’età giusta per sposarsi… ma è senza dote…
quindi rimarrà senza marito…
MEGADORO
Euclione, non preoccuparti: avrà la sua dote, io stesso ti aiuterò. Se
hai bisogno, comanda!
EUCLIONE
Promette di dare, lui, ma vuole prendere. Eccolo lì, a bocca aperta per
divorare il mio tesoro… Vuole sicuramente imbrogliarmi!
MEGADORO
Vuoi ascoltarmi, per piacere? Voglio parlarti di una cosa che ci
riguarda. A tutt’e due. Io e te.
EUCLIONE
(a parte) Qualcosa che riguarda
entrambi? Oh povero me! Sono sicuro: mi ha derubato e ora vuole ricattarmi! (agitato)
Corro a controllare… tesoruccio mio, aspettami, sto arrivando! (corre
via)
PENTOLA
Io il tuo tesoruccio? La tua prigioniera, vorrai dire!
MEGADORO
Ma dove corri?
EUCLIONE
(Balbettando per la paura)
Tor-no-no su-su-bito as-ss-pettami.
(Euclione
entra in casa per andare a controllare il tesoro)
MEGADORO
Sono sicuro che quando gli chiederò la mano di sua figlia penserà ad
uno scherzo.
Euclione (a
parte, uscendo di casa) Il tesoro è saaal-vooo! (saltella
per la gioia)
MEGADORO
(Confuso) Euclione!
EUCLIONE
(Ricomponendosi) Sono qui… di
cosa volevi parlarmi?
MEGADORO
Rispondi alle mie domande: cosa pensi della mia famiglia?
EUCLIONE
Bene!
MEGADORO
E della mia condotta?
EUCLIONE
Buona
MEGADORO
La mia età, la conosci, no?
EUCLIONE
So che è abbondante come la tua ricchezza!
MEGADORO
Io ti considero come un brav’uomo, perciò chiedo la mano di tua figlia
Fedria.
EUCLIONE
Vuoi prendermi in giro? Sono un povero vecchio… un po’ di rispetto!
MEGADORO
Sto parlando seriamente!
EUCLIONE
Perché vuoi sposare mia figlia?
MEGADORO
Perché è bellissima! Pensa alle ricchezze di cui potresti godere anche
tu, se la sposassi…
EUCLIONE
E la dote? Io non ho un soldo da darle!
PENTOLA
Uno no, ma tanti sì, ho la pancia piena! Mi sgolo, ma non mi sente
nessuno… povera me!
MEGADORO
Io non voglio soldi. Fedria mi porterà in dote la sua dolcezza e la sua
educazione.
EUCLIONE
Guarda che non scherzo quando dico che non ha una dote; (strizzando l’occhio al pubblico) non ho mica trovato un tesoro!
PENTOLA
Bugiardo!
MEGADORO
Tua figlia è più preziosa di un tesoro.
PENTOLA Queste sì che sono parole sagge!
EUCLIONE
(sentendo un rumore) Cos’è
questo rumore? Sembra un ferro… sono rivinato! (rientra
rapidamente in casa)
Atto
II - Scena III
MEGADORO,
EUCLIONE, STAFILA, PITODICO
MEGADORO
Ma questo rumore viene da casa mia. Ho dato l’ordine di zappare nel mio
giardino. (più confuso di prima)
Dov’è andato Euclione?… questi poveri! Hanno paura di essere amici dei
ricchi. Quando possono non ne approfittano e poi si pentono.
EUCLIONE
(dopo aver constatato che la
pentola è al suo posto, esce di casa, ma si rivolge all’interno) Se parli
ti taglio la lingua!
STAFILA
(da dentro casa) Ma di cosa
dovrei parlare?
MEGADORO
Allora, la posso sposare tua figlia, sì o no?
EUCLIONE
La sposi… con la dote che ti ho detto?
MEGADORO
Sì!
EUCLIONE
Va bene, sposala!
MEGADORO
Che gli dèi ci siano benevoli!
EUCLIONE
Benevoli, sì. Ma ricordati: siamo d’accordo, noi, che mia figlia di
dote non ti porta niente.
MEGADORO
Certo che me ne ricordo! Celebriamo le nozze oggi stesso!
EUCLIONE
Ottima idea!
MEGADORO
Vado a fare i preparativi. (Urlando)
Pitodico!
(Pitodico,
il servo, esce di casa)
PITODICO
Sì padrone!
MEGADORO
Presto, seguimi al mercato!
(Vanno via)
Atto
II - Scena IV
EUCLIONE,
STAFILA
EUCLIONE Finalmente
si è tolto dai piedi. Megadoro ha fiutato l’odore del mio oro, perciò vuole
imparentarsi con me… (alzando la voce,
rivolgendosi verso casa sua) Stafila! Ehi, dove sei tu che hai detto a tutti
che mia figlia ha la dote? Stafila!
(Stafila
compare sulla porta di casa)
EUCLIONE Sbrigati,
pulisci tutto, oggi Fedria si sposa con Megadoro.
STAFILA
No, non si può… subito, subito… è troppo presto…
EUCLIONE Silenzio
e lavora. Quando torno, voglio che sia tutto pronto (esce)
STAFILA
Povera me! E ora che faccio? Come dire a Fedria del matrimonio con
Megadoro? Lei è così innamorata di Liconide…(entra
in casa)
Atto
II - Scena V
pitodico,
ANTRACE, CONGRIO
(Tornano dal mercato Pitodico, il servo di Megadoro, con due cuochi,
Antrace e Congrio, quattro inservienti, due flautiste e varie provviste)
PITODICO
(al pubblico) Megadoro, il mio
padrone, ha ingaggiato i cuochi, queste flautiste e ha fatto la spesa in piazza.
Vuole che tutto sia perfetto: oggi si sposa!
ANTRACE
Si sposa? E con chi?
PITODICO
Con la figlia del vicino, Euclione. Mi ha anche ordinato di dividere la
spesa, qui, in due parti.
CONGRIO
Per Ercole! Di me, te lo dico chiaro e tondo, non farai due parti.
Mandami dove vuoi, ma tutto intero!
PITODICO
Il mio padrone mi ha ordinato di dare ad Euclione metà della spesa, uno
dei due cuochi e una delle due flautiste.
ANTRACE
Vuoi dire metà qui e metà in casa vostra?
PITODICO
Sì, proprio così.
ANTRACE
Perché? Il vecchio non poteva fare lui la spesa per la figlia?
PITODICO
Cosa? Vuoi scherzare? Il vecchietto è tirchissimo!
ANTRACE
Ma no!
PITODICO
Pensa che va a dormire bendandosi la bocca.
ANTRACE
Perché?
PITODICO
Così mentre dorme non spreca neanche un po’ di fiato.
ANTRACE
(ridendo incredulo) Davvero?
Per Giove…
4 INSERVIENTI
Per Giove… hip, hip, urrà!
PITODICO
Ma non sai il resto! Quando si lava, piange per l’acqua che va persa!
ANTRACE
Tu pensi che si possa a questo vecchio dei soldi per comprare la nostra
libertà?
PITODICO
Per Ercole!
4 INSERVIENTI
Per Ercole… hip, hip, urrà!
PITODICO
(guardando, compatendoli, gli
inservienti) Per Erc… (li guarda
ancora…di sottocchio) ehm…Dicevo: lui non ti darebbe nemmeno la fame, se
gliela chiedessi in prestito. Tempo fa il barbiere gli aveva tagliato le unghie.
Lui le ha raccolte, ad una ad una, e se l’è portate a casa.
ANTRACE
Allora è proprio spilorcio!
PITODICO
Ti sei convinto? A volte è talmente tirchio da sembrare matto. Una
volta, un nibbio gli ha rubato un pezzo di carne. Euclione, furibondo, è corso
a denunciare l’uccello. Piangeva e batteva i piedi urlando “Processate
quell’uccello, è un ladro!”. Da non credere, per Bacco!(Ride)
4 INSERVIENTI
Per Bacco… hip, hip, urrà!
PITODICO
Be’ ora non ho più tempo da perdere: chi di voi due è il cuoco
migliore?
ANTRACE
(alzando la mano) Io, io sono
il migliore e il più svelto!
PITODICO
Il più svelto? Io sto cercando un cuoco, non un ladro! Rivolgendosi a Congrio) E tu, che mi dici?
CONGRIO
Sono come mi vedi.
ANTRACE
è un cuoco da strapazzo!
CONGRIO
Osi insultarmi tu, uomo da due sillabe: la-dro!
ANTRACE
Tu invece, furfante da triplice forca…
PITODICO
Ora basta, smettetela! Tu, Antrace, prendi l’agnello più grasso ed
entra in casa nostra
ANTRACE
Va bene! (entra in casa di Megadoro
con due inservienti)
PITODICO
Tu, Congrio, prendi l’altro e vai da Euclione.
CONGRIO
(piagnucolando) Non hai fatto
le parti uguali: loro hanno l’agnello più grasso.
PITODICO
E allora beccati la flautista più grassa. Frigia, vai con lui. Tu,
invece, Eleusia, vai in casa di Megadoro.
CONGRIO
Ma proprio da quello spilorcio mi devi mandare? Se avrò bisogno di
qualcosa non me la darà!
PITODICO
Ingrato! Far del bene a te è fatica sprecata!
CONGRIO
Perché?
PITODICO
Da Megadoro c’è tanto oro, mobili, argento e se qualcosa sparisse,
tutti direbbero “Sono stati i cuochi, prendeteli, legateli e frustateli”. In
casa di Euclione, invece, non può succedere niente, perché non c’è niente
da rubare. E ora seguimi!
CONGRIO
Ti seguo!
Atto
II - Scena VI
PITODICO,
CONGRIO, STAFILA
(Si avvicinano
alla porta di Euclione)
PITODICO
(urlando) Stafila, vieni fuori,
apri la porta.
STAFILA
(affacciandosi alla porta) Chi
mi cerca?
PITODICO
Pitodico
STAFILA
Cosa vuoi?
PITODICO
Che tu faccia entrare questi cuochi, la flautista e la spesa per le
nozze. Megadoro mi ha ordinato di portare tutto ad Euclione.
STAFILA
E il vino?
PITODICO
Megadoro è andato a comprarlo.
STAFILA
E la legna per il fuoco?
CONGRIO
Ci sono le travi al soffitto?
STAFILA
Certo che ci sono!
CONGRIO
Allora la legna c’è!
STAFILA
Ma guarda un po’… che pretendi: mettiamo a fuoco la casa per la cena?
CONGRIO
Scherzavo…
PITODICO
Dai, non perdiamo tempo, falli entrare.
STAFILA
Venite seguitemi (Congrio, i suoi
aiutanti e la flautista entrano, con Stafila, in casa di Euclione)
pitodico
Al lavoro, il tempo stringe! (sospirando a parte) Sono preoccupatissimo. Devo tenere gli occhi
ben spalancati, con tutta questa gente in giro… (Entra in casa di Megadoro)
Atto
II - Scena VII
EUCLIONE,
BANDITORE, 7 MERCANTI
EUCLIONE
(arrivando) Oggi mia figlia si
sposa. Voglio far festa… dovrò comprare qualcosa.
Entrano
sette venditori, trascinando carrettini di legno, cassette….
BANDITORE
Udite! Udite! Arriva il mercato con tutte le sue delizie!
Fruttivendolo
Golosità e sfizi da Isidora, la regina delle bontà!
Macellaio
Da Livia, la carne più fresca e saporita!
Mucca pazza a prezzi pazzi!
PROFUMIERE
Profumi! Essenze! Lasciatevi consigliare dal vostro naso…
Tintore
Le stoffe più colorate… la moda all’ultimo grido! Un gesto e la
scelta è fatta!
Orefice
Oh donne, correte! Oggetti belli, per la vostra bellezza!
Fioraio
La bellezza della natura tutta qui a poche monete!
Pescivendolo
O’ pesce fresco! O’ pesce fresco! Ehi, tu! Guarda
che bel pesce!
EUCLIONE
Quanto costa?
PESCIVENDOLO
Quattro
monete
EUCLIONE
(mettendosi la mano sul cuore)
Quattro monete?
MACELLAIO
Non le dar retta, quella è troppo cara! Guarda invece che carne ho io!
È la più buona del mercato e costa solo tre monete!
EUCLIONE
(tremando) Treee… moooooo…
neeee… te! Ladra! (tira fuori dalla
tasca una monetina e fingendosi intimorito) Ho solo questa, sono così
povero… (bacia la moneta)
PENTOLA
Avaro vorrai dire!
EUCLIONE
(al fruttivendolo) Le tue mele
quanto costano?
FRUTTIVENDOLO
Sono le migliori che ho, ma a meno di due monete non te le posso dare.
EUCLIONE
(guarda il pubblico esterrefatto e,
esclamando continui no, scappa. Si ferma davanti al fioraio) Vorrei una
ghirlanda di fiori che costi mezza moneta.
FIORAIO
(sceglie tra tutte quelle che ha;
gli porge una minuscola ghirlanda) Eccola!
EUCLIONE
(rivolgendosi al venditore di
profumi) Vorrei dell’incenso… ma giusto un pizzichino… quanto costa?
PROFUMIERE
(Con una smorfia) Ho capito! (mette
un pizzichino di polvere in una carta) Ecco: te lo regalo…
EUCLIONE
È tutto troppo caro: la carne, il pesce, la frutta… troppo, troppo
caro! Soprattutto per me che sono povero! Anche se questo è un giorno di festa,
non posso sperperare.
Tintore
Un giorno di festa?
EUCLIONE
Sì, oggi mia figlia si sposa con Megadoro.
TUTTI
(in coro) saLUTE!
Orefice
Allora è proprio il caso di festeggiare! Che stress il lavoro: danziamo
in onore della bella Fedria e del suo… “generoso” padre?
TUTTI
(in coro) Sìììì!!!
FRIGIA
(uscendo da casa di Megadoro) Ho
sentito parlare di danze… Vi serve la musica?
TUTTI
(in coro) Sìììì!!!
FRIGIA
Datemi solo un secondo… (si
dirige verso la casa di Euclione) ELEUSIA!
ELEUSIA
(si affaccia da casa si Euclione)
Che c’è?
FRIGIA
Vieni, dai! Dobbiamo suonare e danzare per il matrimonio.
ELEUSIA
Eccomi! Qui dentro mi annoiavo…
(I venditori vanno via, trascinando i carrettini fuori dal palcoscenico
e continuando a gridare)
BANDITORE
è ora di
riprendere il lavoro! Andiamo!! (si avvia
verso l’uscita gridando) Arriva il mercato con tutte le sue delizie!
Fruttivendolo
Golosità e sfizi da Isidora!
Macellaio
Da Livia, la carne più fresca e saporita!
PROFUMIERE
Profumi! Essenze!
Tintore
Le stoffe più colorate…
Orefice
Oh donne, correte! Oggetti belli!
Fioraio
La bellezza della natura…
Pescivendolo
O’ pesce fresco! O’ pesce fresco!
(rientrano
nelle case anche le due flautiste)
Atto
II - Scena VIII
EUCLIONE,
CONGRIO
EUCLIONE (rimane
solo, si volta versa la sua casa e si spaventa) Cosa vedo! La porta di casa
è aperta.
CONGRIO
(da dentro casa) Vai dal vicino
a chiedere una pentola più grande: questa è troppo piccola!
EUCLIONE (spaventato,
con le mani nei capelli) Parlano di una pentola! La mia pentola piena
d’oro… me la stanno rubando, ne sono sicuro. (guardando
verso il cielo) Apollo, ti prego, aiutami tu. Trafiggili tu, con le tue
frecce, i rapitori del tesoro… Mi sento morire! (entra
correndo in casa, si sentono rumori e urla)
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