IL PIFFERO MAGICO

 

(Inizia la musica e i bambini escono, in due file, da destra e da sinistra, ponendosi in riga, davanti al telo centrale, cantano)

 

  A mille ce n’è

Nel nostro cuore di fiabe da narrar.

Venite con noi,

in un mondo fatato per sognar…

Non serve l’ombrello,

il cappottino rosso o la cartella bella

per venir con noi…

Basta un po’ di fantasia e di bontà.

 

(i 7 narratori si siedono al loro posto; gli altri bambini si siedono a terra, con le spalle al pubblico, ascoltando il narratore che raggiunge la sua postazione sulla sinistra; i tre “consiglieri”, il “sindaco”, il “pifferaio” e i “topolini” restano dietro le quinte)

 

1° NARRATORE: C’era una volta una piccola città che si chiamava Hamelin. I suoi abitanti erano felici, ma, da un po’ di tempo, c’era tristezza e disordine. Per colpa di chi?

BAMBINI:          Delle streghe... degli orchi...dei draghi...

1° NARRATORE: Ma no! … era tutta colpa dei topi! Ce n’erano tantissimi! Dappertutto! Tutti gli abitanti di Hamelin erano preoccupati e, in particolare, i consiglieri comunali.

 

(Il narratore si siede al suo posto; i bambini a terra restano seduti, ma si rivolgono verso il pannello centrale, da cui usciranno le marionette)

(escono le tre marionette dei consiglieri, mentre 4 o 5 topolini si piazzano davanti alla scena, attenti a ciò che dicono i consiglieri: si muovono, gironzolano, ridono divertiti)

(il secondo narratore prende posto sulla pedana a sinistra)

 

1°CONSIGLIERE: Signori consiglieri, eccoci riuniti a consiglio … Consigliamoci!

2°CONSIGLIERE: Io ho paura dei topi … Propongo di arruolare un esercito di gatti.

 (i topolini ridono forte)

 

2°NARRATORE: I topi presenti alla riunione, scoppiarono a ridere, perché non avevano paura dei gatti, dato che se li  erano già mangiati tutti.

3°CONSIGLIERE: Ho trovato! Raduniamo tutta la gente e andiamo dal Sindaco!

1°CONGIGLIERE: Bravo! Che bella idea!

2°CONSIGLIERE: Lui troverà sicuramente un rimedio!

 

(le marionette e i topolini rientrano dietro le quinte; usciranno, appena pronti, a quattro zampe, senza farsi notare, dai pannelli posteriori, raggiungendo i bambini seduti)

 

2°NARRATORE: Così radunarono il popolo di Hamelin davanti al municipio, per protestare tutti insieme.

 

(i bambini seduti si alzano e vanno verso il pannello centrale, con i pugni alzati, in segno di protesta; il secondo narratore si siede e prende posto il 3° narratore)

UNO DEL POPOLO: è tutta colpa del Sindaco! Mentre noi soffriamo, lui è tranquillo!

GLI ALTRI:  Abbasso il Sindaco! Abbasso i topi! Abbasso tutti!

(esce la marionetta del Sindaco, attraversa il pannello più volte, preoccupato)

SINDACO: E ora che faccio! Povero me!

3°NARRATORE: Il vecchio Sindaco era proprio nei pasticci! Voleva mandare via i topi, ma non sapeva come fare! Intanto la folla urlava e lui era disperato… quando sentì tre colpi alla porta del municipio.

(si sente bussare, per tre volte; i bambini, lentamente e abbassando gradualmente la voce, si dispongono, in piedi, sui due lati per cantare in coro successivamente; anche il narratore fa lo stesso)

SINDACO: E adesso chi è? Aiuto! Qui finisce male!

(si sente la voce del pifferaio fuori campo)

PIFFERAIO: Signor Sindaco, lasciatemi entrare, sono venuto per liberarvi da tutti questi topi.

SINDACO: Meno male! Avanti, avanti!

(esce sulla scena, davanti al pannello centrale, il pifferaio, vero, e parla con la marionetta del Sindaco)

PIFFERAIO: Buongiorno, signor Sindaco! Io possiedo un magico potere: sono in grado di condurre dove voglio cose, animali e uomini.

(parte la musica; la marionetta del Sindaco simula una specie di balletto )

Signor Sindaco, affinché

Non abbiate dubbi su di me,

dirò solamente che

in Cina, tempo fa,

c’era una città

piena fino qua

di zanzare impertinenti.

Ho stretto il piffero fra i denti

E, sonando una melodia,

tutte tutte le ho portate via.

 

Coro: State calmi, non c’è nulla di tragico:

basta chiamare il pifferaio magico.

 

Signor Sindaco, affinché

Non abbiate dubbi su di me,

dirò solamente che

in india, tempo fa,

c’era una città

piena fino qua

di neri pipistrelli.

Credevano di farmela anche quelli,

ma ho sonato una melodia

e tutti tutti li ho portati via.

 

Coro: State calmi, non c’è nulla di tragico:

basta chiamare il pifferaio magico.

 

( i bambini del coro escono di scena, rientreranno per fare i topolini che seguono il pifferaio, quando inizierà a suonare)

 

SINDACO: (applaude) Bravo! Bravo!

PIFFERAIO: (fa un inchino davanti al Sindaco) Sareste disposto, Vostro Onore, a pagarmi mille fiorini per essere liberato dai topi?

SINDACO: Mille fiorini? Te ne darò cinquantamila, se ci riesci!

PIFFERAIO: Parola d’onore?

SINDACO: Parola d’onore!

PIFFERAIO: Bene! Fra un’ora la città sarà libera dai topi!

(la marionetta del Sindaco rientra; il pifferaio impugna il piffero e, facendo finta di suonare, si muove lentamente, attraversando più volte la scena, da una parte all’altra; i bambini escono, piano piano dalle quinte, lo seguono a quattro zampe; si dirigono tutti verso il pannello a destra ed escono di scena; intanto il 4° narratore prende posto e racconta)

4°NARRATORE: Detto fatto, senza perdere tempo, il pifferaio iniziò a suonare. I topi, sentendo la sua musica, venivano fuori dalle case e lo seguivano incantati. Il pifferaio, sempre suonando, condusse i topi verso il fiume e scese in acqua. I topi erano talmente incantati da dimenticare di non saper nuotare…e morirono tutti annegati.

(i “topolini” prima si buttano per terra, facendo finta di annegare, poi, strisciando, si nascondono insieme al pifferaio, dietro le quinte; intanto il 4° narratore lascia il posto al 5°)

5°NARRATORE: Intanto ad Hamelin erano tutti in gran festa, compreso il vecchio Sindaco che, affacciato al balcone del palazzo municipale, volle tenere un discorso.

(escono i bambini da dietro le quinte, allegri, quasi ballando; esce la marionetta del Sindaco e i bambini si fermano ad ascoltare il suo discorso; il narratore resta al suo posto)

SINDACO: Miei cari cittadini! Con profonda soddisfazione vi annuncio che la crisi è superata, grazie alla mia intelligenza e al mio ingegno!

CITTADINO: Certo è stato molto bravo.

CITTADINO: Se non c’era lui, a quest’ora…eravamo ancora con i topi nel letto…

TUTTI:            Evviva il nostro Sindaco!

SINDACO:     Grazie! E, per finire in bellezza, dichiaro questo lieto giorno FESTA NAZIONALE! Tornate nelle vostre case e divertitevi…

POPOLO:        Evviva! Evviva! Arrivederci signor Sindaco!

(i bambini, salutando, escono di scena, rientrando a sinistra del telo centrale)

5°NARRATORE: Il vecchio Sindaco bugiardo, restò a guardare soddisfatto i suoi cittadini che tornavano nelle loro case…finché arrivò il pifferaio.

(il 5° narratore si siede e si alza il 6°) 

SINDACO: Bene! Bene! Oh, oh … chi arriva!

(il pifferaio entra da destra)

PIFFERAIO: Eccomi qua. Sono venuto a ritirare i miei cinquantamila fiorini.

SINDACO: Come? Cinquantamila fiorini? E dove li prendo io? Credi che i soldi crescano sulle piante?

PIFFERAIO: Datemi almeno i mille fiorini che vi avevo chiesto!

SINDACO: Mille fiorini? Ad un vagabondo come te? Ormai i topi non torneranno più, quindi ti ringrazio e, al massimo, posso darti…cinquanta fiorini.

PIFFERAIO: Non prendetevi gioco di me! Avete promesso e dovete mantenere la parola, altrimenti…

SINDACO: Tu osi minacciarmi? Anche se dirai che ti ho promesso dei soldi, io dirò che te li ho già dati…e tutti crederanno a me!

PIFFERAIO: Badate, potrei suonare una melodia diversa…

SINDACO: Fammi sentire, così mi diverto…

6°NARRATORE: Il Sindaco faceva male a prendere in giro il pifferaio. Questi, infatti, senza aggiungere una parola, si volse, e, percorrendo tutte le vie di Hamelin, cominciò a cantare, accompagnandosi con il suo piffero magico…

(la marionetta del Sindaco rientra; quando il pifferaio comincia a cantare, escono man mano tutti i bambini da dietro le quinte e lo seguono)

 

PIFFERAIO:               Venite bambini, dai più grandi ai più piccini,

di panna ne darò a ciascuno un bel po’

e tanta cioccolata, da farne una mangiata!

Di frutta e di crema io ho la casa piena!

 

6°NARRATORE: …ma questa volta a seguirlo incantati non erano i topi!

 

PIFFERAIO:                 Venite bambini, dai più grandi ai più piccini,

di torte ne ho duecento e ognun sarà contento;

la menta saporita non sarà mai finita,

di canditi e di croccanti ne ho tanti tanti tanti!

 

6°NARRATORE: Tutti i bambini seguivano il pifferaio, finché non sparirono dietro una montagna.

(pifferaio e bambini escono di scena a destra del telone posteriore)

6°NARRATORE: Ed ecco che arrivarono i genitori. Erano molto preoccupati…

( rientrano 5 bambini da sinistra, per fare i genitori)

1° GENITORE: Bambini, dove siete?  

2° GENITORE: Su finitela di nascondervi, uscite!

3° GENITORE: Avanti, è ora di tornare a casa!

6°NARRATORE: Ma i bambini erano spariti dietro la misteriosa montagna e nessuno di loro tornò indietro. Le mamme piangevano e si disperavano.

(si siede il 6° narratore e prende posto il 7°)

4° GENITORE: Ma com’è potuto succedere?

5° GENITORE: Di chi sarà la colpa?

(esce la marionetta del Sindaco)

SINDACO: Sono stato io!

(esce il bambino-sindaco, da sinistra, con la marionetta in mano; dispiaciuto, si porta in mezzo alla scena e continua a parlare)

SINDACO: È stata tutta colpa mia! Volevo fare il furbo rubando i soldi al pifferaio che ci ha liberato dai topi…ma ho capito che le promesse vanno mantenute! Ho sbagliato, ma sono così pentito che partirò ora e non tornerò fino a quando non avrò trovato i bambini. Ve lo giuro!

(il Sindaco esce da destra, verso la montagna; le mamme continuano a piangere) 

7°NARRATORE: E così fu! Una fata buona aveva capito che il Sindaco aveva avuto una bella lezione e che il suo pentimento era sincerò. Così lo aiutò a sciogliere l’incantesimo del pifferaio e il Sindaco poté tornare ad Hamelin, dopo sei mesi, con tutti i bambini.

(rientra il Sindaco da destra, seguito dai bambini, che corrono verso le loro mamme abbracciandole; dopo qualche istante entra anche il pifferaio, sempre da destra)

PIFFERAIO:              …questa volta è davvero FESTA NAZIONALE!

(cantano tutti insieme, disponendosi come all’inizio)

  A mille ce n’è

Nel nostro cuore di fiabe da narrar.

Venite con noi,

in un mondo fatato per sognar…

Non serve l’ombrello,

il cappottino rosso o la cartella bella

per venir con noi…

Basta un po’ di fantasia e di bontà.

 

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