LEONARDO CHIORAZZI 

 

PRINCIPI, CAVALIERI E MORTI DI FAME

 

MILLE ANNI DOPO, NELL’ANNO MILLE

 

liberamente tratto da “Storie dell’Anno Mille” di Tonino Guerra e Luigi Malerba e adattato per il teatro dei ragazzi della Scuola Elementare.

 

PERSONAGGI

PROTAGONISTI:          

-         Carestia

-    Pannocchia

-         Millemosche

 

ALTRI PERSONAGGI PARLANTI:

-         Ufficiale del Conte Focarazzo

-         Il Conte Focarazzo

-         I Frate derubato

-         II Frate derubato

-         III Frate derubato

-         Il Priore del Convento

-         I monaco in convento

-         II monaco in convento

-         L’Amanuense

-         Ufficiale dei Mercenari

-         I soldato (al castello – scena V)

-         II soldato (al castello – scena V)

-         III soldato (al castello – scena V)

-         IV soldato (al castello – scena V)

-         Il Capitano dei Mercenari

-         Messaggero

-         Alfiere del Principe Pipino

-         Principe Pipino

-         La “Fame”

-         1° contadino

-         2° contadino

-         3° contadino

-         4° contadino

-         5° contadino

-         6° contadino

-         7° contadino

-         8° contadino

-         9° contadino

-         10° contadino

 

COMPARSE (muti):

-         Soldati per la battaglia della prima scena

-         Il Cantore

-         Alcuni Monaci in convento

-         Soldati all’assalto del castello

-         Castellani sugli spalti

 

SCENA PRIMA

(La battaglia)

 

Penombra. Rumori di battaglia medioevale. Urla. I contendenti entrano in scena e combattono in modo molto ironico. Giochi di luci. Ancora penombra. I “Morti” escono di scena “fasciandosi le ferite”, trasportando altri caduti, ecc.

 

Durante la battaglia, Millemosche si arrampica su un albero per sfuggire ad un soldato che lo insegue. E rimane là.

 

Quando il campo di battaglia è ormai deserto, per terra strisciano due persone: Pannocchia e Carestia, raggomitolati e contorti in modo improbabile, quasi al buio. Cominciano a camminare carponi, cercandosi, ma senza scoprirsi gli occhi.

Man mano si alza un po’ la luce.

 

PANNOCCHIA    Ehi!…Carestia! Dove sei?…

CARESTIA          Pannocchia!… Sei vivo?…

PANNOCCHIA    Non lo so… e tu?

CARESTIA          Volevo chiederlo a te…

PANNOCCHIA    E che ne so? Tu dimmi prima se sono vivo io… se sono morto come faccio a vedere se tu sei vivo?

CARESTIA          Hai ragione… se sei morto, di cosa sei morto?

PANNOCCHIA    Di fame sicuramente…

CARESTIA          Quella anch’io… ma adesso cerchiamo di uscire di qua!

PANNOCCHIA    L’idea di nasconderci in questo pozzo è stata tua…e tu adesso mi dev dire come si fa ad uscire!

CARESTIA          è facile: tu prima monti sulle mie spalle…io poi monto sulle tue…poi tu di nuovo sulle mie e così via…finchè arriviamo in alto, all’aperto.

PANNOCCHIA    Carestia, sei un genio! Non ci avevo pensato!

CARESTIA          Dài…proviamo!

 

Cominciano a salire uno sulle spalle dell’altro e a cadere, a riprovare e a rotolare, a urlare e schiacciarsi gambe, piedi, braccia ecc.

 

PANNOCCHIA    Aspetta… non così… dall’altra parte…

CARESTIA          Lascia andare la mia gamba!

PANNOCCHIA    Non posso…

CARESTIA          Lascia almeno il piede…

PANNOCCHIA    Guarda che il piede è mio!

CARESTIA          Come fa ad essere tuo, il piede, se la gamba è mia?

PANNOCCHIA    Lasciami il piede o ti mollo un calcio!

CARESTIA          Non puoi, perché a questo piede ci sono attaccato io…

PANNOCCHIA    Guarda che io ho anche un altro piede per darti un calcio…

CARESTIA          Anche quest’altro piede è mio…come fai a darmi un calcio con il mio piede?

PANNOCCHIA    E allora ti dò un calcio con la testa!

CARESTIA          Questo vuol dire che tu la testa ce l’hai nei piedi e quindi… ragioni con i piedi!

 

Millemosche, sull’albero, si riscuote, comincia a muoversi, si tocca, ecc.

 

MILLEMOSCHE  C’è qualcuno?

PANNOCCHIA    No! Qualcuno non c’è!

CARESTIA          Ci siamo noi!

MILLEMOSCHE  E chi siete voi?

CARESTIA          Carestia e Pannocchia!

PANNOCCHIA    Pannocchia e Carestia!

MILLEMOSCHE  Io sono Millemosche! Ditemi se sono vivo, perché non so se mi hanno ammazzato…

PANNOCCHIA    Anche noi vorremmo saperlo!

MILLEMOSCHE  Ma dove siete?

CARESTIA          Nel pozzo…

MILLEMOSCHE  Allora vemgo giù, così voi dite a me se sono vivo io e io dico a voi se siete vivi voi! (salta nel pozzo) …Eccomi qua!

PANNOCCHIA    Che diavolo sei venuto a fare quaggiù? Potevi buttarci una corda per uscire…

MILLEMOSCHE  Prima devo sapere se sono vivo…per buttare le corde…

CARESTIA          Prima lasciamo il pozzo e poi te lo dico!

PANNOCCHIA    Monta sulle mie spalle…

CARESTIA          E tu sulle mie…

MILLEMOSCHE  E io sulle tue…

 

Dopo vari contorcimenti riescono ad uscire

 

PANNOCCHIA    Finalmente all’aria aperta!

CARESTIA          Chi ha vinto la battaglia?

MILLEMOSCHE  E che ne so?… ma voi… (punta contro di loro una specie di spada) …siete nemici o amici?

PANNOCCHIA    Com’è meglio?

MILLEMOSCHE  Se siete nemici, vi sbudello subito!

CARESTIA          Allora siamo amici!

MILLEMOSCHE  Meglio così

PANNOCCHIA    Come si dice… meglio vivi che sbudellati!

CARESTIA          (a Millemosche) Hai qualcosa da mangiare?

MILLEMOSCHE  Io stavo per chiederlo a voi…

PANNOCCHIA    Allora stiamo freschi!

MILLEMOSCHE  Mentre eravate giù nel pozzo, avete mica visto passare il mio cavallo?

CARESTIA          Cavallo?

PANNOCCHIA    Vivo?

MILLEMOSCHE  Mica morto!

PANNOCCHIA    Con tutta la…carne…le bistecche…al loro posto?

CARESTIA          Chi ha nominato le bistecche di cavallo?

MILLEMOSCHE  (vede il cavallo morto fuori scena e si dispera)… eccolo!… assassini! Me l’hanno ucciso!

PANNOCCHIA    Meglio! Ci hanno risparmiato il lavoro…

CARESTIA          Su…dammi quel coltellaccio di spada che ci facciamo subito due cotolette impanate e fritte!

MILLEMOSCHE  (scattando con la spada sguainata) Fermi! Guai a chi tocca il mio cavallo!

PANNOCCHIA    Ma ormai è morto…

CARESTIA          E noi stiamo morendo di fame!

MILLEMOSCHE  Meglio il mio cavallo intero e voi morti, che lui affettato e voi vivi!

PANNOCCHIA    Ma togliti di mezzo!

MILLEMOSCHE  Vi sbudello! Le bistecche le faccio con voi! Io sono un cavaliere e non mangio carne di cavallo!

CARESTIA          Ma la mangiamo noi…

MILLEMOSCHE  Neanche voi!

PANNOCCHIA    Almeno un orecchio…

MILLEMOSCHE  Se tagli il suo orecchio, io ti taglio una gamba!

CARESTIA          Almeno la coda…

MILLEMOSCHE  Assassini! E se vi tagliassero la vostra coda…come vi sentireste?

PANNOCCHIA    (sognante, si mette un fazzoletto al collo a mò di tovagliolo e conta le bistecche)…una, due, tre, ecc…quante bistecche ha un cavallo? (Millemosche gli molla un fendente, che para)

PANNOCCHIA    Ehi! Vuoi affettare me?

MILLEMOSCHE  Tu stavi mangiando il mio cavallo!

PANNOCCHIA    Ma sei pazzo? Io stavo solo immaginando di mangiarlo!

MILLEMOSCHE  Il mio cavallo non s’immagina neanche! Chiaro?

PANNOCCHIA    Va bene…immaginerò una pecora…

CARESTIA          Almeno immaginala in silenzio…e non torturarmi lo stomaco! Tutta quest’acquolina che mi avete fatto venire, mi dà i crampi!

PANNOCCHIA    Ah!…e anche per stasera abbiamo finito la cena…(ripone il tovagliolo, dopo essersi pulito le labbra, tolto i rimasugli dai denti, ecc.)…ora che si fa?

MILLEMOSCHE  Qui ci sono tre sentieri…ognuno per la sua strada e nemici come prima! Se c’incontriamo ancora, ci sbudelliamo per bene…

PANNOCCHIA    Va bene…addio!

CARESTIA          Addio!

 

Prendono tre strade diverse. Musica. Escono.

 

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