SCENA QUARTA

(Al monastero)

 

Musica gregoriana. Entrano alcuni monaci mormorando preghiere e alzando ogni tanto gli occhi al cielo. Portano un lungo tavolo e apparecchiano con poveri oggetti. In un angolo si sistema l’amanuense col suo trespolo e i suoi attrezzi. Scrive. Da un’altra parte, il cantore del convento con i suoi fogli di musica e un attrezzo musicale. Un monaco urla a qualcuno fuori scena:

 

I MONACO          Ehi, voi! Fratelli… portate quelle sedie!

 

Entrano i nostri eroi.

 

MILLEMOSCHE  Che vi dicevo? (furtivi) qui si mangia anche seduti!

PANNOCCHIA    Guarda che tavola che stanno apparecchiando!

CARESTIA          Di solito cosa mangiano i monaci?

MILLEMOSCHE Maiali… vacche… conigli e galline… non vedi che sono quasi tutti belli grassi?

CARESTIA          Questa sì che è vita! Ho deciso: da grande mi faccio monaco!

PANNOCCHIA    Ma non volevi fare il nobile?

CARESTIA          No… la guerra non mi piace… meglio il monaco!

MILLEMOSCHE  Non puoi… ci vuole la vocazione!

CARESTIA          E cos’è?

MILLEMOSCHE  Una cosa che se ce l’hai te ne accorgi… come la fame.

CARESTIA          La fame è facile… ti prende allo stomaco e la senti.

MILLEMOSCHE  E la vocazione ti prende alla testa.

CARESTIA          Infatti mi gira la testa…

PANNOCCHIA    Quella è la fame…

CARESTIA          Secondo me è la vocazione!

MILLEMOSCHE  Prima mangiamo… se dopo mangiato hai ancora la… “vocazione”, allora ti fai frate.

CARESTIA          E voi?

PANNOCCHIA    Anche noi… una vocazione basterà per tutti e tre!

PRIORE               Fratelli, sediamoci a tavola…

CAR.PAN.MIL.    Finalmente!

 

Si siedono ansiosi. Il cuoco mette le scodelle davanti a tutti.

 

PRIORE               Frate amanuense, ci vuoi leggere le pagine che hai scritto oggi?

AMANUENSE      Et cum fecisset… quasi flagellum de funicolis… funicolas… omnes eixit de templo… oves quoque et boves… in illo tempore… (i tre sono straniti)… rosam rosa rosae… omnia munda mundis… magnum manducare… orate fratres… introibo ad altare Dei… (sfoglia velocemente tante pagine, come se stesse leggendo da tanto tempo e ripete sempre la stessa cantilena)

CARESTIA          Ma quando portano l’arrosto?

MILLEMOSCHE  Dopo, dopo. Prima devono pregare.

 

L’amanuense finisce.

 

PANNOCCHIA    Ah, meno male! (si sistemano, sorridendo, i tovaglioli al collo)

PRIORE               Frate cantore, vuoi cantarci le lodi del Signore?

 

Il cantore comincia una lunga cantilena gregoriana incomprensibile. I tre sono sempre più straniti. Pausa nel canto. Il cantore cerca la pagina della musica che non trova.

 

PANNOCCHIA    (chiede ad un monaco vicino) Ma quando si mangia?

II MONACO         Padre priore, i nostri fratelli ospiti vogliono sapere quando si mangia…

PRIORE               Fra dieci giorni! Abbiamo fatto un voto. Per chiedere un miracolo, oggi si comincia un lungo periodo di digiuno… sarete sicuramente contenti di poter digiunare con noi…vero, fratelli?

MILLEMOSCHE  Eh! Contentissimi!

PANNOCCHIA    Come si dice… “chi non digiuna in compagnia, o è un ladro o una spia”!

CARESTIA          Ma proprio oggi dovevate cominciarlo questo digiuno?

 

Il cantore ricominciaa cantare e l’amanuense a predicare contemporaneamente. I nostri eroi si alzano di soppiatto.

 

MILLEMOSCHE  Io vado a vedere in cucina se è rimasto qualche avanzo di ieri!

PANNOCCHIA    Aspetta!

CARESTIA          Vengo anch’io!

 

Mentre cercano di uscire alla chetichella, arrivano i tre frati in mutande che avevano derubato.

 

I FRATE               Ma… un momento… ma voi…

II FRATE             Voi siete i nostri ladri!

III FRATE            Fermi! Venite qua!

I FRATE               Ridateci le nostre tonache!

 

Scoppia una parapiglia. Tutti i monaci li inseguono, cadono, si rialzano, baraonda, confusione. Tutti si ritrovano fuori scena.

 

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