(Al monastero)
Musica gregoriana. Entrano alcuni monaci mormorando preghiere e alzando ogni tanto gli occhi al cielo. Portano un lungo tavolo e apparecchiano con poveri oggetti. In un angolo si sistema l’amanuense col suo trespolo e i suoi attrezzi. Scrive. Da un’altra parte, il cantore del convento con i suoi fogli di musica e un attrezzo musicale. Un monaco urla a qualcuno fuori scena:
I
MONACO
Ehi, voi! Fratelli… portate quelle sedie!
Entrano i nostri
eroi.
MILLEMOSCHE
Che vi dicevo? (furtivi) qui si
mangia anche seduti!
PANNOCCHIA
Guarda che tavola che stanno apparecchiando!
CARESTIA
Di solito cosa mangiano i monaci?
MILLEMOSCHE
Maiali… vacche… conigli e galline… non vedi che sono quasi tutti belli
grassi?
CARESTIA
Questa sì che è vita! Ho deciso: da grande mi faccio monaco!
PANNOCCHIA
Ma non volevi fare il nobile?
CARESTIA
No… la guerra non mi piace… meglio il monaco!
MILLEMOSCHE
Non puoi… ci vuole la vocazione!
CARESTIA
E cos’è?
MILLEMOSCHE
Una cosa che se ce l’hai te ne accorgi… come la fame.
CARESTIA
La fame è facile… ti prende allo stomaco e la senti.
MILLEMOSCHE
E la vocazione ti prende alla testa.
CARESTIA
Infatti mi gira la testa…
PANNOCCHIA
Quella è la fame…
CARESTIA
Secondo me è la vocazione!
MILLEMOSCHE
Prima mangiamo… se dopo mangiato hai ancora la… “vocazione”,
allora ti fai frate.
CARESTIA
E voi?
PANNOCCHIA
Anche noi… una vocazione basterà per tutti e tre!
PRIORE
Fratelli, sediamoci a tavola…
CAR.PAN.MIL.
Finalmente!
Si siedono ansiosi.
Il cuoco mette le scodelle davanti a tutti.
PRIORE
Frate amanuense, ci vuoi leggere le pagine che hai scritto oggi?
AMANUENSE Et cum fecisset… quasi flagellum de
funicolis… funicolas… omnes eixit de templo… oves quoque et boves… in
illo tempore… (i tre sono straniti)…
rosam rosa rosae… omnia munda mundis… magnum manducare… orate fratres…
introibo ad altare Dei… (sfoglia velocemente tante pagine, come se
stesse leggendo da tanto tempo e ripete sempre la stessa cantilena)…
CARESTIA
Ma quando portano l’arrosto?
MILLEMOSCHE
Dopo, dopo. Prima devono pregare.
L’amanuense finisce.
PANNOCCHIA
Ah, meno male! (si sistemano, sorridendo, i tovaglioli al collo)
PRIORE
Frate cantore, vuoi cantarci le lodi del Signore?
Il cantore comincia una lunga cantilena gregoriana incomprensibile. I tre sono sempre più straniti. Pausa nel canto. Il cantore cerca la pagina della musica che non trova.
PANNOCCHIA
(chiede ad un monaco vicino) Ma
quando si mangia?
II
MONACO
Padre priore, i nostri fratelli ospiti vogliono sapere quando si
mangia…
PRIORE
Fra dieci giorni! Abbiamo fatto un voto. Per chiedere un miracolo, oggi
si comincia un lungo periodo di digiuno… sarete sicuramente contenti di poter
digiunare con noi…vero, fratelli?
MILLEMOSCHE
Eh! Contentissimi!
PANNOCCHIA
Come si dice… “chi non digiuna in compagnia, o è un ladro o una
spia”!
CARESTIA
Ma proprio oggi dovevate cominciarlo questo digiuno?
Il cantore ricominciaa cantare e l’amanuense a predicare contemporaneamente. I nostri eroi si alzano di soppiatto.
MILLEMOSCHE
Io vado a vedere in cucina se è rimasto qualche avanzo di ieri!
PANNOCCHIA
Aspetta!
CARESTIA
Vengo anch’io!
Mentre cercano di uscire alla chetichella, arrivano i tre frati in mutande che avevano derubato.
I
FRATE
Ma… un momento… ma voi…
II
FRATE
Voi siete i nostri ladri!
III
FRATE
Fermi! Venite qua!
I
FRATE
Ridateci le nostre tonache!
Scoppia una parapiglia. Tutti i monaci li inseguono, cadono, si rialzano, baraonda, confusione. Tutti si ritrovano fuori scena.
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