AZIENDA VINICOLA PISANI  

 

 

L’azienda vinicola Pisani è stata avviata dal signor Raffaele, il papà degli attuali proprietari, il quale già nel passato aveva un vigneto che curava con metodi biologici anche perché era favorito dal clima della nostra valle, adatto  alla coltivazione delle viti che qui vengono attaccate da poche malattie.

Attualmente l’ azienda è molto più grande, infatti si estende per oltre 17 ettari e al suo interno si coltivano 35.000 viti. Il vitigno prevalente è il Merlò ma ce ne sono altri rossi e bianchi: Cabernè, Ciliegiulo, Freisa incrocio Manzoni,  Malvasia e Cortese. 

Anche se è più estesa, l’azienda  utilizza sempre metodi biologici: infatti, per trattare le malattie, usa zolfo e verderame che sono naturali ed anche i fertilizzanti non sono chimici. 

E’ socia AIAB, l'associazione italiana per l’ agricoltura biologica, questa effettua 1 o 2 controlli annui: preleva campioni di foglie, terreno e uva e  li analizza, se sono stati utilizzati prodotti chimici questi si rivelano  anche a distanza di mesi. Esaminati questi campioni  e rilevata l'assenza di prodotti chimici, l'AIAB certifica che si tratta di vino prodotto con metodi biologici.

Ogni anno nell'azienda si producono dai 70 ai 120 quintali di vino per ettaro: 3 rossi e uno bianco, il più pregiato è “Concerto” che viene fatto invecchiare in botti di rovere, un legno molto pregiato, quindi molto costoso, che cede al vino degli aromi particolari. Queste botti possono essere utilizzate solo 3 o 4 volte perché dopo perdono la loro caratteristica  perciò vanno rinnovate spesso, e questo spiega il costo elevato di "Concerto". Il vino dell’ azienda Pisani è molto apprezzato non solo in Val d’Agri, infatti viene esportato  in Italia e all’estero; lo acquistano Svizzera, Germania, Danimarca, ed anche l’Australia e le isole Seychelles, i migliori importatori sono Svizzera e Germania.  

DALL'UVA ALLA…BOTTIGLIA  

Nell’azienda Pisani tutti i lavori di trasformazione dell’uva vengono svolti a macchina, soltanto la raccolta viene effettuata a mano per permettere di scegliere i grappoli migliori e  selezionare le diverse qualità, ma, una volta raccolta l’uva e scaricata dai rimorchi nelle vasche di raccolta, tutto il resto avviene meccanicamente.

La prima operazione consiste nel separare gli acini dal raspo per evitare che l’amaro di questi  passi al vino. Spremuti gli acini, le vinacce e il mosto finiscono  in grandissimi tini che hanno una capacità di 150 quintali e sono forniti di sistemi che, durante la fermentazione, permettono di aumentare o diminuire la temperatura secondo il bisogno e di girare in modo da eseguire la follatura automaticamente. 

(clicca sulle immagini per vederle ingrandite)

Al momento della svinatura il vino con una pompa aspirante  viene messo nelle botti, mentre le vinacce vengono trasferite nel torchio che è munito di una camera d’aria al centro la quale si gonfia e spinge sulle pareti le vinacce che vengono strizzate; i tini, una volta svuotati, vengono puliti con una schiuma apposita. 

Nelle botti il vino resta per alcuni mesi e quando è ormai pronto per  l’imbottigliamento,  viene portato ad una temperatura molto bassa, meno 10 gradi, per eliminare le impurità. L’ultima operazione, l’imbottigliamento, viene svolta da una grossa  macchina che  compie operazioni diverse: sterilizza le bottiglie, le riempie, le tappa e mette le 3 etichette, 1 sopra a cappuccio e 2 ai lati, è un'operazione molto rapida perciò richiede la presenza di 4 operai, 2 per mettere le bottiglie e 2 per toglierle.

A questo punto il vino è pronto per essere immesso sul mercato.

 

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