ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE  DI MANDATORICCIO - PIETRAPAOLA - CALOPEZZATI (CS)

 

   

PIANO OFFERTA FORMATIVA

EDUCARE ALL' INTERCULTURALITA'

 

La presenza dell’ “altro ” mette sempre in gioco la nostra parte emotiva, forse, quella più irrazionale, fantasmatica e, a dispetto della ragione rifiuti e resistenze continuano a sopravvivere.
Il bambino, non importa se handicappato, disadattato, appartenente ad altre religioni o extracomunitario, nella classe ci mette in crisi: genera conflitti sconvolge sicurezze, disturba l’usuale andamento del sistema educativo, il quale non è stato pensato e strutturato per una formazione della diversità e nella diversità.
Verso l’ “altro” noi continuiamo ad avere tentazioni pesanti di assimilazione, di omologazione, di ingabbiamento. Quasi senza rendersene conto, tendiamo esasperatamente ed incessantemente di inglobarlo nel nostro orizzonte di significato, di ridurlo a misura di noi stessi, di esorcizzare alla sua estraneità inducendolo a vedere solo quello che noi vogliamo.
Per quanti sforzi facciamo, noi oggi a scuola arriviamo solo a pensare, agire, vivere in termini di “multiculturalità”, di convivenza più o meno dignitosa, tra culture diverse e non ci avvediamo che è proprio dell’ “altro” che è necessario partire per arrivare all’ “interculturalità” intesa come scambio non solo di dare ma anche di ricevere poiché ogni cultura dispone di risorse spesso di valori inestimabili, forse nascosti ad occhi pieni della propria superiorità, non sanno cercare.
Considerando quindi che “ multi ”  e  “ inter ”  costituiscono i poli di un itinerario progressivo di formazione, sarà necessario :
-         correggere il nostro ingenuo immaginario che ha le radici nella scarsa conoscenza dell’ ”altro”;
-         riflettere senza lenti pregiudiziali su fatti e problemi reali ed oggettivi ma spesso distorti ed amplificati;
-         cercare le ragioni profonde di tanti nostri  atteggiamenti e comportamenti.
Nei riguardi della diversità ciascuno mette in gioco se stesso: negazione, rifiuto, pseudoaccettazione, costituiscono i più diffusi meccanismi di difesa. Siamo noi in discussione, il diverso rappresenta soltanto l’occasione per rivedere noi stessi e i nostri limiti.
Nella consapevolezza delle potenzialità educative insite nella valorizzazione delle differenze, i Docenti dell’Istituto Comprensivo si sono prefissi il seguente obbiettivo generale:
-         allargare la capacità di relazione degli alunni attraverso un consapevole processo conoscitivo che, affrontando stereotipi e pregiudizi, li attrezzi a vivere bene in una società sempre più multiculturale dove è necessario fare i conti con i modi di essere e di porsi, diversi dei nostri.
Le finalità sottese a tale obbiettivo generale sono:
-         alimentare nei bambini una cultura della diversità come base reale convivenza democratica;
-         attivare anche sentimenti negativi per renderli consapevoli di talune sensazioni sgradevoli, dichiarare in termine di timore o di disprezzo e quindi facendolo riflettere sull’errore cognitivo basato sul pregiudizio.
La scoperta che “ quei neri ” non riassumono necessariamente ciò che di peggio può attribuire loro la fantasia di ogni singolo bambino sicuramente li tranquillizzerà.
I contenuti, le attività e le verifiche saranno meglio delineare in sede di programmazione didattica.
Gli obiettivi che si intendono raggiungere con le suddette attività sono:
-         la consapevolezza dei profondi sommovimenti che nell’attuale periodo storico attraversano, scompongono e ricompongono popoli, culture e Stati;
-         la consapevolezza che le problematiche inerenti ai rapporti tra culture diverse richiedono intelligenza ed equilibrino collegati alla dottrina dei diritti dell’uomo e del cittadino;
-         l’acquistare di strumenti per combattere sul piano intellettuale, culturale, etico, religioso e psicologico gli stereotipi che esasperano i conflitti tra culture diverse;
-         la ricerca di un nuovo equilibrio tra l’istanza dell’identità nazionale quale fattore indispensabile di riconoscimento della propria appartenenza individuale e sociale e la dimensione interculturale e soprannazionale;
-         l’analisi del territorio alla ricerca della diversità culturale, sociale, religiosa ed etnica;
-         la consapevolezza che il rapporto tra culture diverse non può essere impostato come giusta posizione o separatezza ma come compresenza, reciprocità, dialogo e scambio al fine di creare una nuova qualità della vita;
-         l’analisi e la valorizzazione al significato del pluralismo nelle varie epoche storiche;
-         l’importanza di affrancarsi dalle condizioni di partenza per allargare il campo delle proprie esperienze verso la ricerca di più modelli di umanità esistenti o possibili;
-         il riconoscimento che i valori e i diritti che danno valore e orientano l’esistenza non sono presenti tutti nella nostra cultura e nemmeno nelle culture diverse dalla nostra: essi sono il risultato di un percorso da percorrere insieme alla ricerca d’identità;
-         la coscienza che alla base di una società interculturale debbono esserci fondamenti trans-culturali come il rispetto, il dialogo, l’impegno;
-         l’allargamento dello sguardo alle vicende economiche, politiche, sociali, religiose che determinano tensioni tra popoli e gruppi sociali diversi;
-         la ………..di cogliere nella storia  di persone e gruppi sia i caratteri dell’unicità identitaria che dell’universalità della comune appartenenza all’umanità;
-         la consapevolezza che le legittime differenze individuali, sociali culturali, etniche, religiose e linguistiche non devono sfociare in chiusure nazionalistiche o in processi di intolleranza razzistica;
-         la coscienza dei grandi movimenti migratori che si stanno verificando nell’attuale epoca storica e dei relativi problemi di convivenza interculturale;
-         conoscere e comprendere i processi attraverso i quali si sono venute costruendo la propria cultura e le altre che si incontrano nel corso delle esperienze;
-         contribuire individualmente e collettivamente a stabilire i valori su cui fondare i diritti che garantiscono la convivenza umana;
-         interiorizzare le conoscenze e capacità metodologiche;
-         essere sensibili alle problematiche della costruzione della Comunità Europea, perché ciò denota comportamenti di solidarietà attiva verso i problemi di persone e di gruppi sociali immigrati nel nostro territorio;
-         la consapevolezza che il possesso di più lingue è uno strumento importante per il dialogo e lo scambio tra culture diverse;
-         intendere che le diversità naturali e culturali, patrimonio inalienabile degli individui e dei gruppi, non ostacolano ma stimolano alla coscienza e alla comprensione reciproca nell’ottica di una costante ridefinizione della propria appartenenza;
-         tendere negli atteggiamenti concreti e quotidiani della vita della scuola con un “fare” educativo il più possibile attento allo specifico degli alunni: situazioni individuali, temperamenti, tempi e modalità di apprendimento.
 
L’età degli alunni sarà una ricchezza da sfruttare: gli atteggiamenti non sono ancora radicati e le curiosità possono trasformarsi in interessi, affinando gli strumenti di riflessione, di analisi e sviluppando notevole duttilità mentale.
 
La giovane età degli alunni permetterà inoltre di prevedere un intervento di ampio respiro dosato nel tempo, con livelli successivi  di approfondimento e di problematizzazione fino in quinta.
 
Il seguente progetto è diversificato in modo diverso, per metodo ed itinerario operativo in riferimento al primo ed al secondo ciclo della scuola elementare ed alle classi di scuola media, partendo dall’aspetto affettivo relazionale, alla coscienza della propria identità personale, sociale e culturale; utilizzando e approfondendo alcuni strumenti dell’ indagine storica per ricostruire la Storia delle Classe, la storia individuale e quella della loro famiglia.
 
IN particolare per il primo ciclo la ricostruzione del proprio passato aiuta il bambino a rappresentarsi, mentre quella della propria famiglia, lo aiuta riflettere sulla propria identità.
 
Infatti parallelamente agli studi sociali, i bambini saranno invitati a ricostruire il loro “da dove veniamo”, attraverso il gioco dell’ albero genealogico .
 
Durante le lezioni di geografia, invece , i bambini scopriranno, esplorando il quartiere , il paese, riflettendo sugli spazi quotidianamente esperiti, acquistandone di nuovi, conoscendone le modificazioni e gli utilizzi stabiliti dagli uomini  ed anche le norme scritte e non che ne regolano gli usi.
 
Per gli alunni del secondo ciclo e soprattutto per quelli delle classi quinte e della Scuola Media, l’obiettivo sarà quello di comprendere che la diversità etnica e culturale, comporta l’assunzione del concetto di “reciprocità  e della diversità”.
 
Da qui ne deriverà la possibilità di scambio e di arricchimento, a condizione, però, che il tema affrontato non venga colto solo con i freddi strumenti dell’analisi conoscitiva, ma venga messa in gioco  anche  la modalità affettivo - emotiva degli alunni.
 
Si cercherà pertanto di :
   
incentivare i sentimenti di simpatia;
il possesso di strumenti metodologici e conoscitivi per analizzare la storia al di fuori delle categorie, dell’egemonia culturale, del colonialismo (popoli civili – popoli incivili),  attribuendo  ad ogni popolo la sua dignità storica e le sue motivazioni ad uno sviluppo autonomo;
conoscenza degli articoli della  Costituzione e della Carte internazionale dei Diritti degli uomini, che sanciscono principi e valori dell’interculturalità.

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