Interno della chiesa di S.Giorgio

La chiesa parrocchiale di S.Giorgio fu edificata nel lontano 1600 su una precedente chiesa, sempre consacrata a S.Giorgio. La stessa, pur avendo subito nel tempo numerosi ampliamenti e completamenti, costituisce importante patrimonio storico e monumentale per l'abitato di Baressa.

Planimetricamente l'edificio è composto da una navata centrale con volta a botte e da quattro cappelle laterali (anch'esse a botte) comunicanti tra loro e, illuminate da piccole aperture ad arco acuto vetrate. Ai lati del presbiterio si trovano due locali, uno (sul lato sinistro) adibito a sacrestia l'atro (sul lato destro) a museo d'arte sacra (in allestimento), entrambi presentano accessi sia dall'interno che dall'esterno. Antistante l'originaria navata centrale, è stato realizzato (come risulta da attendibili testimonianze) un piccolo nartece. Lateralmente ad esso si trovano (sulla sinistra) un locale ad uso ripostiglio con ingresso esterno e, sulla destra, il vano scala del campanile al quale si accede direttamente dalla chiesa. Quest'ultimo, anchesso realizzato in tempi più recenti, è ubicato sopra il piccolo nartece in posizione centrale sovrastante la facciata principale. La torre è a pianta quadrata con cella campanaria e coperture del tipo a cuspide, composta da due falde inclinate con rivestimento in coppi alla romana, mentre la cuspide del campanile è rivestita con piastrelle di grès color rosso. Sulla facciata sono presenti cornicioni e lesene in pietra tufacea a vista disposte con uno sschema compositivo semplice e lineare. Anche l'interno nell'architettura e nelle decorazioni è sobrio, con la sola eccezione dell'altare maggiore che, con la sua richezza di marmi policromi contrasta con la semplicità degli altari delle cappelle laterali.

In tempi molto antichi esistette un paese chiamato “zei” o “atzei” in regione ove oggi sono le campagne di “Pardu Atzei” appartenenti a Guspini e a Gonnosfanadiga.Ma non è di questo paese che si intende qui di parlare;d’altronde non possediamo documenti che lo ricordino. “Atzei” è cosa ben diversa da “Atzeni”, sia come cognome di persona, sia come nome di paese.

Chiesa di S.Maria Atzeni

“Atzeni” o, secondo la grafia spagnola, “Aceny”, era un paesello situato nelle campagne che oggi appartengono a Baressa nelle direzione di Simala; e appunto nei pressi del ponte verso Simala esistono ancora tracce di quella che fu una chiesa campestre di “Atzeni” intitolata Santa Maria, la qui vecchia statua esiste ancora nella chiesa parrocchiale di Baressa, ed è chiamata dal popolo “Santa Maria Atzeni”. La chiesa parrocchiale di Atzeni era intitolata a San Michele e vi era pure la chiesa di San Nicolo. Del paese di Atzeni, distante 1 km circa dall’abitato di Baressa,e della chiesetta dedicata a Santa Maria, rimangono poco più che una cappella insieme alla Statua della Vergine costretta a riparare nella chiesa di S.Giorgio per le condizioni della vecchia chiesa diroccata, pochi cenni documentali, il toponimo, i cognomi, la memoria tramandata oralmente. Per il resto solo qualche cumulo di pietre sparse. Nei documenti ritrovati il nome del villaggio di Atzeni ricorre almeno 6 volte nelle “Rationes decimarum Italiane – Sardiniae”per il periodo compreso tra il 1341 e il 1357. Il rettore di Atzeni versa al legato pontificio le decime relative al 1341 che ammontano a L. 3 e soldi 6. I notabili della villa di Acene ,il majore e 3 jurati, partecipano il 12 gennaio 1388 alla riunione diVillamar sottoscrivendo il trattato di pace “Ultima pax Sardiniea “ stipulato fra Eleonora d’Arborea e Pietro IV d’Aragona. Il villaggio, come gli altri del resto, era soggetto a carestie e pestilenze che decimavano la popolazione. Dai 300 abitanti del XVI secolo si scende a 100 nel 1728 e presumibilmente intorno al 1740 il paese rimase disabitato e i pochi abitanti si trasferirono nei villaggi vicini.L’ultimo gesto effettuato da questo comune, prima di chiudere la sua esistenza, fu un mobilissimo atto di devozione alla santissima Vergine Assunta. Nella sopradetta chiesa campestre di Santa Maria era stata sempre costumanza di celebrare ogni anno la festa della Vergine Assunta a cura di un parentato del villaggio di Atzeni, la famiglia degli Atzeni. Poco prima del 1724, gli ultimi superstiti si erano trasferiti a Baressa. Diventati cosi abitanti di Baressa, essi pretendevano di continuare a loro spese la celebrazione della sopradetta festa. Gli abitanti del comune di Atzeni si ribellarono a questa pretesa. La chiesa di Santa Maria -essi dicevano- appartiene agli Atzenesi: la festa è degli Atzenesi, quindi non deve essere celebrata a cura dei Baressesi. Ne nacque una lite, la più simpatica lite.

Statua di S. Giorgio Se il tempo ha cancellato le strutture murarie non è riuscito a scalfire la grande fede della comunità tramandata nei secoli dagli antichi antenati. Da qui l’impegno di ricostruire la chiesetta. Tra gli anni 89 e 90 sono state reperite le aree, costruito il parco e messe a dimora le piante. Nel 1995 viene eretta una croce e il 5 aprile 1998, domenica delle palme, Mons. Antonino Orrù, vescovo della diocesi si Ales, benedice la posa della prima pietra che, segna la ricostruzzione del santuario proprio sulle sue antiche rovine.
 
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