Home ] Calabritto ] Il Comune ] [ Quaglietta ]

Dove siamo?

Come si arriva?

Un po’ di storia

Dove alloggiare e mangiare

Risorse culturali

Risorse ambientali

Risorse economiche

Home ] Calabritto ] Il Comune ] [ Quaglietta ]

 

 

Se si congiungono Calabritto, Valva, Oliveto Citra e Senerchia si ottiene un quadrilatero: a metà della diagonale lunga, a 284 slm si trova Quaglietta.

Il paese è una frazione di Calabritto da cui dista 7 Km.

Proprio dove il “Medio Sele” si restringe, fra la corona dei monti Pennone, Carpineta, Castello, dal lato di Valva, e i monti Attilio, Boschitello, Croce dalla parte di Senerchia, a sbarramento della valle affiora una rupe a picco con andamento est-ovest. 

Arroccato in cima si erge il castello, intorno il borgo che avvolge la fortificazione sull’unico versante di degrado. Tutto il resto, le case nuove, la strada statale, i campi si estendono in basso sulle colline circostanti. L’elemento generatore di tutto il borgo antico è il castello.

 

Oggi è possibile raggiungere questo fiabesco luogo di castelli,borghi,leggende e borgo1.jpg (38359 byte) tradizioni con la Salerno - Reggio Calabria uscendo poi a Contursi dove è possibile scegliere fra una strada panoramica caratterizzata da innumerevoli ponti da cui è possibile godersi dal centro della nostra fantastica valle quello spettacolo paesaggistico di cui tutte le popolazioni ne sono fiere,oppure optare per la vecchia statale da cui sarà possibile incontrare agricoltori di ogni genere che offrono i loro prodotti coltivati con tanto amore e dedizione come fanno da una vita il tutto all'insegna di quella tanto osannata cultura biologica che per noi è non assolutamente una novità.

Hotel Rocky’s via Nazionale 2

Tel 0827/56027

 

Natura Britton via S. Vito

Tel 0827/52325 Sito web: www.wbesse.com

E-mail: wbesse@tiscalinet.it

 

Ristorante Cantariello

Contrada Cantariello Tel 0827/56061

Ristorante Rocky’s Via Nazionale, 2

Tel 0827/56027

 

Ristorante “ I Monti” Calabritto

Tel 0338/2547535

 

 

Quaglietta nacque da una esigenza di ordine militare, dalla necessità cioè di creare un punto di sbarramento contro i feroci attacchi portati dalle orde saracene ai paesi della valle del Sele. Le popolazioni della valle del Sele dovevano per la propria sopravvivenza fermare ad ogni costo la terribile avanzata dei Saraceni. Occorreva quindi bloccarli con una serie di opere difensive resistenti ed imprendibili.

La realizzazione di tutti i castelli della valle del Sele fu una idea brillante e certamente pratica. I castelli di Contursi, Palomonte, Colliano, Valva, Santomenna, Laviano, Castelnuovo di Conza posti sul lato sinistro del Sele e di Caposele, Calabritto, Senerchia, Oliveto Citra, posti sul lato destro, costituivano una lunga linea difensiva abbastanza solida in grado di respingere qualsiasi attacco nemico. Quelle erano fortezze che più che fronteggiare, controllavano l'avanzata dei saraceni. Ciò che occorreva nella zona era uno sbarramento frontale, una solida diga capace di bloccare le armate saracene, spinte da un desiderio incontenibile di razziare.Nacque così il castello di Quaglietta,un baluardo insuperabile,fortezza granitica e solia,che per lungo tempo sosterrà da sola la forza d'urto delle armate nemiche.Il castello doveva garantirela sicurezza delle popolazioni alla valle,dare agli altri castelli il tempo di prepararsi e di accorrere.

L'alta valle del Sele dovette la sua salvezza a quella fortezza,che fu delle più belle che il medioevo sia mai riuscito ad esprimere nella nostra valle.Attorno ad esso nacquero con il tempo quel borgo che formo l'abitato quagliettano.I tempi brutti per queste popolazioni ci sono stati e come,quando non raramente le devastazioni fatte dai Saraceni erano accompagnate da quelle recate dalle truppe dei sovrani,che col pretesto di voler punire i ribelli,spesso recavano danni enormi alla regione del Sele,ma oltre a questo le popolazioni dovettero anche subire le razzie dei Turchi rimasti cos' inpressi nella cultura e nella storia dei nostri nonni che ancora oggi si usa l'espressione "Mamma li Turchii!"modo in cui la gente gridava pre avvisare l'avvicinarsi di Turchi e Saraceni.

Le manifestazioni di religiosità,le processioni,i pellegrinaggi sono un patrimonio storico che formano parte integrante della vita delle popolazioni.

Non si può naturalmente conoscere la storia e gli usi di un piccolo centro senza conoscere i suoi usi riti religiosi,i suoi templi,le sue feste.

festa s.rocco.jpg (60824 byte)Il 16 Agosto di ogni anno la comunità di Quaglietta, seguendo una tradizione che ebbe inizio nel 1656, festeggia il suo Santo Protettore, San Rocco di Montpellier, le manifestazioni organizzate per tale occasione sono tante e così ricche di folclore che attirano le popolazioni dei paesi vicini e per la centralità del luogo in festa esso è raggiunto da innumerevole gente che si reca a Quaglietta in quei giorni da paesi come Caposele,Senerchia,Calabritto,Oliveto Citra,Contursi,Contursi,Colliano,Valva e da altri paesi anche più lontani.

s.rocco.jpg (39935 byte)Questo fantastico paese dall'aspetto medioevale rigurgita  di centinaia di forestieri i quali ogni anno vengono accolti da gente vestita a festa che balla, canta, gioisce, proprio come lo facevano i loro più remoti antenati, il tutto tra gli sfolgorii dei colori delle tradizionali luminarie.

Caratterizzante di queste feste paesane è il vociare prolungato,insistente,assordante: ma che comunque non può nulla contro le voci forti ed emergenti dei venditori ambulanti che magnificano le loro"nucèdde americane"oppure"i mulùni russi cum'o fuoco".

Ma quando il momento è giunto la folla devota si apre per far passare il Santo Protettore troneggiante sulla folla che al suo seguito intona  canti religiosi assai suggestivi dove come attrici principali troviamo le spontanee e giulive donne Quagliettane.

pacchiane1.jpg (74456 byte)L’ abito tradizionale di Quaglietta è la “Pacchiana” Esso veniva ancora indossato da qualche persona anziana fino ad alcuni anni prima del terremoto.

Oggi, ovviamente, non viene più indossato se non in occasioni particolari come la processione in onore del protettore S. Rocco o per rappresentare il paese in importanti manifestazioni folcloristiche.

 

La Chiesa Madre.Essa è posta saldamente su di una roccia a strapiombo, ai piedi del castello,ha resistito tenacemente non solo agli attacchi dei Saraceni,ma anche a quelli dell'edacità del tempo o dell' incuria quasi continua degli uomini.

La chiesa ha la pianta a croce greca,esempio quasi unico dell'architettura della nostra zona.                                 

chiesa madre.jpg (31891 byte)Essa custodisce sulla destra di chi entra un antico sarcofago nel quale siano conservati i resti mortali di uno dei signori dell'antico castello.

L'altare venne sistemato con le spalle non rivolte ad Oriente (come avrebbe dovuto essere secondo le norme del tempo, di modo che, al sorgere del sole il sacerdote durante la celebrazione della messa stesse sempre di viso ad Oriente verso il sole nascente) ma a occidente.

Motivo fondamentale era quello di voler dare una solida base all'altare e quindi sulla roccia più vicina alla fortezza e allo stesso tempo una maggiore difesa dello stesso nel caso di attacchi nemici che lo avrebbero subito distrutto se posto nella parte più sporgente della chiesa.

Il campanile della chiesa non fu realizzato contemporaneamente alla chiesa, poiché nacque come tempio privato e quindi non disponeva di un campanile né tantomeno di una campana.

Poichè la chiesa sorgeva addossata ai piedi di una roccia su di una rupe che scendeva a precipizio sui tre lati liberi dello spuntone,si dovette cercare un'area per costruirvi il campanile spianando nei limiti del consentito il pezzo di roccia alle spalle della chiesa per realizzarvi una base,che fu invece una scarpata leggermente scoscesa,sulla quale potè essere eretta la torre campanaria,che risultò in parte così fatta in muratura sul lato rivolto alla chiesa e in parte di roccia rivolta nella parte rivolta al castello:ne venne fuori una torre che sembra spuntare direttamente dalla roccia terminante con un tetto a quattro spioventi.

 

La Cappella di S. Rocco. Questa umile chiesetta che sembra che voglia nascondersi tra le case del rione,timida realizzazione,posta lungo quell'antica via che ora porta il nome di Corso del popolo ha la sua porta che apre sull'antistante piazzetta e presenta come copertura un tetto a capanna a doppio spiovente.

 

La Madonna delle Grazie. La chiesa sorse a valle dell'abitato,lungo una vecchia via vicinale che veniva percorsa dai contadini di allora.

chiesa2.jpg (76933 byte)Chi percorre quella via può vedere ancora i ruderi di quell'antico convento dei monaci basiliani e le mura della chiesa,ancora ben conservate.

Sul fondo sotto una cupola ben impostata,si trova,l'altare,al di sopra del quale si apre la nicchia a semicupola,che un tempo ospitava la statua della Madonna delle Grazie.Il sacro monumento rappresenta una testimonianza di notevole interesse storico,un luogo di culto che fu centro di religiosità viva e intensa.

E' oggi una chiesetta del tutto particolare,la quale,pur avendo perduto lo splendore dell'antica architettura,ha acquistato una sacralità tutta caratteristica e intima,assai suggestiva, soprattutto perchè i resti dell' antico convento sono stati lasciati alloro posto,che è protetto assai bene e lascia immaginare la struttura delle varie opere murarie,che dovevano certamente essere imponenti e maestose,in grado di resistere agli assalti dei Saraceni che battevano l'antica via del Sele.

 

La Madonna del Carmine. Pur essendo relativamente recente la costruzione di questa chiesa,essa presenta un alone di leggenda che avvolge le sue origini tale da poter sembrare una piacevole invenzione poetica nata dalla fantasia del popolo.

chiesa1.jpg (34288 byte)Quella chiesetta era veramente rustica e dava l'impressione più di una casa di campagna che di un luogo sacro .

Le mura erano state realizzate con pietra e calcina come una qualunque masseria,e non poteva essere diversamente trattandosi di un frutto degli sforzi di povera gente,ricca solo di fede e di buona volontà.Ne era venuto fuori un fabbricato senza pretese, senza decorazione,cui sembrava difficile dare il nome di chiesa.

La nicchia principale,quella cioè posta sullo sfondo,sull'altare maggiore,accoglie la statua della Madonna del Carmine,alla quale la chiesa è consacrata. Gli altari laterali, innanzi a ciascuna nicchia, in genere non hanno particolari pregi artistici, ad eccezione di due di essi che sono stati realizzati in marmo finissimo artisticamente decorato.

Le statue, fatte di legno, non posseggono pregi artistici, ma belle comunque.

 

 

Il fiume Sele.  L'importanza del territorio di Quaglietta è dovuta anche alla presenza del fiume Sele che attraversa buona parte del suo demanio.

Sele.jpg (91259 byte)Non si può perciò parlare di Quaglietta senza parlare anche del Sele,il fiume che è sempre stato l'orgoglio della popolazione della nostra valle.

Questo fiume di cui Prisciano dice:"spectabile flumen" lungo 64km nasce ai piedi del monte Paflagone,riceve vari affluenti e sfocia sul mar Tirreno nei pressi di Paestum.E' stato sempre un fiume molto noto anche perchè alimenta il famoso acquedotto pugliese.

Anche il fiume naturalmente fu teatro di razzie questo perchè i nemici lo utizzavano proprio per giungere fin su alla nostra valle.

 

Il Borgo antico.  Nel 1691 Antonio Castellani autore della "Cronaca Conzana"nel borgo2.jpg (81535 byte) descrivere la conformazione planimetrica di Quaglietta crisse:"è posto inluogo piano benchè dietro la terra vi siano le strade montuose e strette....".

Quelle strade "montuose e strette" non potevano non essere quelle dell'antico borgo medioevale che si estende ai piedi del castello.Il borgo è costituito da case addossate le une alle altre che si sviluppano lungo il costone fino alla fortezza.

Esse erano il risultato di un'architettura grezza ,senza fronzoli e che aveva il solo scopo di difen dere i suoi abitanti.Caratterizzatoda vie ripide estrette percorribili soltanto a piedi da persone che vi camminano quasi sempre in fila indiana.Questa è la caratteristica di quello storico rione che è una delle cose più belle che Quaglietta possegga

 

Agricoltura e pesca. L'attività preminente della popolazione quagliettana è I'agricoltura. I nostri lavoratori agricoli nella stragrande maggioranza preferiscono praticare il sistema del coltivazione diretta.

Le coltivazioni più diffuse sono quelle dei seminativi semplici( frumento avvicendato a foraggere ) e quelle degli ortaggi e frutti,prodotti però che non sono diretti ai mercati ortofrutticoli,ma destinati al consumo locale.

Il prodotto ortofrutticolo più importante coltivato dai contadini di Quaglietta è rappresentato dal pomodoro.

Negli ultimi tempi è scomparsa nei terreni di Quaglietta la coltivazione delle piante di tabacco, un tempo importante per l'economia locale.

trota.jpg (53909 byte)Un prodotto molto richiesto lo è stato e lo è tuttora la trota pescata nel Sele e venduta ai privati.

Oggi le trote vengono allevate un po' dovunque lungo il corso del Sele e riforniscono i vari ristoranti che sono sorti nella zona.

Il consumo delle trote di anno in anno è andato sempre più crescendo, per cui si è reso necessario procedere ad un intenso allevamento dello squisito pesce fluviale.

La richiesta delle trote da parte dei ristoranti sorti in gran numero in questi ultimi tempi non poteva essere soddisfatta dalla modesta pesca fluviale praticata con metodi ancora arretrati, per cui oggi molti sono gli allevatori di trote che hanno impiantato efficienti conche in cui guizzano trote piccole e grandi, che formano la base di un' attività molto redditizia,che i Quagliettani sanno molto abilmente sfruttare.

 

Artigianato. Per quanto riguarda l'attività artigianale di Quaglietta, bisogna rilevare che si è sempre mantenuta entro i limiti di una produzione atta a soddisfare le richieste locali.

vimini.jpg (26785 byte)Un caratteristico prodotto dell' artigianato locale concerne la confezione di canestri ,di cesti e di panieri fatti con vimini intrecciati,che venivano esportati anche in paesi vicini.

Erano prodotti che la popolazione agricola usava nella raccolta degli ortaggi, riempiendoli di splendidi pomodori,di peperoni,di cipolle e di altri ortaggi.

 

Created by World Britton Service

Copyright © 2000. Tutti i diritti riservati.

Per ulteriori informazioni inviate una e-mail a comunecalabritto@libero.it