Dossier '68
   

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"Se trent'anni vi sembran tanti"
di Giulio Angeli

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Il clamore annunciato per il trentennale del 1968 non pare verificarsi. Forse una questione di coincidenze: il decennale coincise con il movimento del settantasette e, allora, la tensione era alta. Il ventennale coincise poi con la ripresa delle lotte studentesche, e lÕinteresse fu notevole. Oggi il trentennale coincide invece con il governo dellÕUlivo, con lÕingresso in Europa e con ÒAprileÓ di Nanni MorettiÓ: ristrutturazione capitalistica e cultura della crisi non consentono grandi entusiasmi.
Bisogna risalire alle origini del fenomeno, per afferrarne le premesse politiche.  DÕaltronde lÕinvasione della Cecoslovacchia da parte delle truppe del patto di Varsavia, la lotta dei partigiani nord vietnamiti contro lÕimperialismo USA, gli echi della rivoluzione culturale cinese e della rivoluzione cubana, cos come quelli provenienti dalle lotte dei movimenti in USA, Giappone, Francia e Germania, si saldarono ad un movimento di classe ben vivo, presente e, soprattutto, disposto a non delegare a nessuna configurazione politica o sindacale il perseguimento dei propri obiettivi unitari: pensioni, casa, salario, riduzione dellÕorario di lavoro, salute, erano gli obiettivi che avrebbero messo in moto le lotte operaie unitarie degli anni Õ60 in Italia, che avrebbero scatenato la repressione delle lotte da parte del padronato e, contemporaneamente, costituito le premesse del movimento dei consigli quale asse portante di una nuova rappresentativit di classe, capace di esprimere le istanze unitarie del movimento operaio, ormai estese anche al territorio.
Ma bisognava risalire a cento anni addietro per vedere masse di giovani di provenienza borghese e piccolo borghese, e tra questi in maggioranza gli studenti, ribellarsi alle loro condizione di classe. Questo proprio non era mai successo e i borghesi e i piccolo borghesi italiani non potevano certo recepire quellÕironia che gi fu di Marx quando descriveva la borghesia che si divertiva a mettere in galera i propri figli. Sappiamo che alla stragrande maggioranza dei proletari italiani interessavano le riforme, al fine di migliorare concretamente le proprie condizioni di esistenza, mentre agli studenti interessava maggiormente il protagonismo.
Non dovr stupire quindi se lÕunit studenti operai fu un evento che, se pure molto positivo, fu ricercato soprattutto dai primi, piuttosto che dai secondi. La giovane classe operaia italiana, rinvigorita dal massiccio fenomeno dellÕimmigrazione sud-nord, sÕimpone alla ribalta dello scontro sociale con una carica sorprendente di spontaneit, che inizialmente sorprese nellÕimpreparazione i partiti politici della sinistra parlamentare e le stesse strutture sindacali riformiste.
La formazione del governo Tambroni  (marzo 1960), realizzata con i voti determinanti del MSI, segn lÕinsorgere di un aspro e sanguinoso scontro di classe, nel quale si distinse, per protagonismo e azione diretta, una nuova leva di giovani operai. Il nuovo governo scaten una dura e sanguinosa repressione contro le lotte dei lavoratori che comunque proseguiranno ben oltre il primo governo di centrosinistra (febbraio 1962, con la partecipazione diretta DC, PSDI, PRI e lÕastensione del PSI), e il primo Òcentro sinistra organicoÓ (dicembre del 1963, con la partecipazione diretta del PSI alla compagine governativa).
Il giovane proletariato italiano riscopr, in quegli anni, lÕazione diretta ed il protagonismo di classe, secondo la tradizione autogestionaria del movimento operaio italiano, tradizione che si collocava fuori e contro a quella  socialdemocratica e stalinista. Ma ci che non si verific fu il consolidarsi del patrimonio di esperienze acquisite con le lotte in un processo politico ed organizzativo capace di forgiare una minoranza agente allÕinterno della classe, per difenderne lÕunit e lÕautonomia, per combinare la necessaria difesa degli interessi immediati perseguibili con la lotta sindacale, con il perseguimento degli interessi storici del proletariato.
Non vi fu questa capacit e i tentativi in tal senso furono insufficienti sul piano pratico e carenti su quello teorico.
Al lento rifluire delle lotte operaie verso una dimensione compatibile con il quadro economico e politico, si affianc il progressivo rafforzarsi  della protesta giovanile e studentesca tendente, sia pure occasionalmente, a saldarsi con le lotte dei lavoratori. EÕ proprio su questa disponibilit nei confronti della classe operaia che si realizza la trasformazione del movimento studentesco in enclave per la definizione organizzativa.
Non infatti arbitrario affermare che le premesse della stragrande maggioranza delle organizzazioni politiche di estrema sinistra si svilupparono proprio nelle universit sulla spinta delle lotte operaie.
A tale spontaneit, che stava progressivamente rifluendo in spontaneismo destinato ad aprire il fronte al recupero riformista, il giovane movimento di lotta nato nelle universit e permeato dalle lotte operaie, tenter di supplire con involucri politici e organizzativi fortemente condizionati dalla teoria e dalla prassi restauratrice del leninismo pi o meno ortodosso (la fase come problema, il partito leninista come soluzione), o con il dogmatismo marxista-leninista di importazione, con tutta la sua verbosa approssimazione teorica e pratica, il culto della personalit e, in taluni casi, con il ritorno alle pi inconsistenti e fruste categorie staliniane.
Anche in questo caso lo sforzo fu modesto: i tentativi di elaborare una teoria ed una strategia organizzativa allÕaltezza dei tempi rimasero confinati in gruppi minoritari di intellettuali e di militanti al punto che, negli anni a venire, lÕondivago e confuso argomentare dei togliattiani di sinistra de ÒIl manifestoÓ e di altri blocchi politico organizzativi massimalisti, sar arbitrariamente elevato al rango di elaborazione politica, completamente sottovalutando quella di un marxista critico come Danilo Montaldi.
Di casi come questo ve ne saranno molti e anche se la prassi che il movimento studentesco esprimer sar una prassi autogestionaria, il recupero organizzativo seguir le regie dellÕortodossia marxista o del massimalismo, secondo la fiorente tradizione socialdemocratica italiana.
Ma contemporaneamente i contenuti autogestionari espressi dal giovane movimento di lotta spingeranno anche alla riconsiderazione, prima ancora che allÕelaborazione politica originale, di testi dimenticati e ingiustamente sottovalutati.
Alla spontaneit delle lotte operaie e studentesche si cerca di affiancare una teoria e una elaborazione mutuata dal passato dello scontro di classe: si ristampa il giovane Marx, si riscoprono i testi anarchici e consiliari, anche se a questa opera globalmente proficua di recupero teorico e strategico non seguir quella pi complessa e paziente del restauro, dellÕaggiornamento e della sistematizazzione della teoria e della strategia rivoluzionaria.
Non tempo di rimpianti, e di rimpianti non ce nÕ. Forse oggi, dopo trentÕanni, possibile iniziare a riunire i pezzi di una storia che comprende, certamente, anche il ciclo di lotte degli anni Õ60. Una storia che inevitabilmente si allunga fino a comprendere le pi significative esperienze del movimento proletario internazionale, per ricomporle in un sistema organico quale premessa essenziale alla definizione di una teoria, di una strategia rivoluzionaria e di una configurazione politico organizzativa che affondi le radici nel lento, travagliato, mille volte irriso, ma ricchissimo percorso intrapreso dal proletariato internazionale verso la propria emancipazione.
 

Dopo gli anni della scissione sindacale
della controffensiva padronale degli anni 50.
Riprende l'iniziativa dei lavoratori.
di Carmine Valente

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Gi il finire degli anni 50 fanno registrare una inversione di tendenza. Nella contrattazione aziendale si ottengono risultati  quantitativamente e qualitativamente superiori a quegli degli anni precedenti, con un accrescimento del potere dei lavoratori in fabbrica. Dagli accordi aziendali, per lo pi accordi separati, cio stipulati solamente da CISL e UIL che tentano cos di emarginare la CGIL, limitati quasi esclusivamente ad aspetti salariali con la conquista di premi una tantum si passa ad una fase pi matura dove viene posto con forza il problema della riduzione dellÕorario (allora lÕobiettivo erano le 40 ore a parit di salario), si mette in discussione il meccanismo del cottimo, per il momento solo attraverso il miglioramento dei sistemi e delle tariffe, e soprattutto lo sviluppo della contrattazione aziendale rompe con i limiti che caratterizzavano le teorizzazioni della CISL che legavano rigidamente lÕaumento proporzionale dei salari ad un precedente aumento della produttivit. La stessa divisione sindacale, sebbene determiner ancora per molti anni un freno allo sviluppo della iniziativa sindacale, fa registrare un miglioramento nel rapporto tra le Confederazioni, ed significativo di questo nuovo periodo che si apre la sconfessione avvenuta nel 1958 alla FIAT della FIM-CISL aziendale, accusata dalla stessa CISL di essere pi legata agli interessi del padrone che a quelli dei lavoratori. (Possiamo dire ,per, che la posizione della FIM-CISL pi che una eresia da attribuire ad una interpretazione ortodossa della linea generale della CISL sulla contrattazione articolata aziendale) Gli anni 50 caratterizzati sindacalmente dalla centralizzazione dellÕattivit contrattuale, ovvero da un livello di contrattazione interconfederale che fissava limiti precisi ai contratti di categoria e disciplinava la stessa misura di salari e stipendi , si chiudono con lotte che non nascono da una esigenza esterna al processo produttivo propriamente detto, ma sono il frutto di una cosciente richiesta operaia che nasce allÕinterno delle singole fabbriche e che comincia a misurarsi con quelli che sono i reali termini dello sfruttamento del lavoro legate anche alle nuove condizioni tecnico-produttive.
Orario, ritmi, cottimo, condizioni di lavoro. Il 1960 lÕanno del boom economico ed i lavoratori colgono lo stridore tra un benessere annunciato e sbandierato e la condizione operaia, e attraverso lÕazione sindacale mettono a nudo il divario crescente tra salari e profitti . Le statistiche di quellÕanno ci dicono che il movimento sindacale conquista un numero di accordi aziendali, circa 600, che ben superiore a quello degli accordi stipulati nellÕintero quadriennio Õ53-Õ57. Ma la vera e propria novit che caratterizza questo inizio degli anni 60 data dalla consapevolezza del livello della iniziativa sindacale che deve partire dalla centralit della fabbrica e che attraverso una contrattazione permanente deve tendere a contenere il potere discrezionale del padronato.
La congiuntura economica favorevole ed una ritrovata capacit di iniziativa, sostenuta essenzialmente da una giovane classe operaia, consent in quegli anni il raggiungimento di alcuni obiettivi che in rapporto con il futuro sviluppo della lotta di classe in Italia non possiamo esitare a definire storici. Nello stesso anno 1960 con lÕaccordo di parit, perfezionato nel 62 per le categorie impiegatizie, si avvia lÕabolizione delle differenze salariali tra uomini e donne creando le condizioni per una completa uguaglianza contrattuale tra lavoratrici e lavoratori , superando, perlomeno giuridicamente il secolare principio della sottovalutazione del lavoro femminile. EÕ del 61 lÕaccordo per la diminuzione delle differenze salariali territoriali che riducono le zone salariali da 13 a 7. Le cosiddette gabbie salariali che saranno definitivamente cancellate solo nel 69 . Pur con la sua portata limitata, in termini di risultati conseguiti, questo accordo testimonia la grande carica di giustizia sociale e di uguaglianza che caratterizzava ed animava quel periodo.
Abbiamo visto che a determinare le nuove e pi favorevoli condizioni dello scontro di classe sono da un lato la positiva situazione economica , dallÕaltro i processi di ristrutturazione che accentuano la meccanizzazione del lavoro, parcellizzandolo e automatizzandolo; sono gli anni della catena di montaggio, ma soprattutto a caratterizzare questo periodo il nuovo soggetto operaio: giovane, meridionale, slegato dalla tradizione del movimento operaio. Un lavoratore che non ha vissuto la scissione sindacale del 48 della quale avverte i limiti ma non ne comprende appieno le ragioni. Un lavoratore meno politicizzato ,ma che sente lÕurgenza di uno strumento sindacale di difesa e che soprattutto avverte attraverso la propria condizione di lavoro in fabbrica e di vita nella citt, (casa, scuola, sanit) il bisogno di un cambiamento .
Questi lavoratori saranno quelli che imporranno al padronato gi nei primi anni 60 il diritto di contrattare a livello di azienda i cottimi, sistemi di classificazione diversi da quelli dei contratti nazionali e forme incentivanti collettive diverse dal cottimo. Lo scontro soprattutto con i settori privati fu durissimo ed nellÕambito di questa lotta che nel luglio del 1962 a Torino si verificarono a P.zza Statuto violenti scontri con la polizia. La Fiat aveva cercato, ancora una volta, di spezzare il fronte di lotta mediante un accordo separato con la UILM e con il sindacato giallo, il SIDA; ma gli operai respingono la manovra con una massiccia partecipazione allo sciopero proclamato dalla FIOM e dalla FIM.
Per il definitivo accoglimento del principio della contrattazione articolata si dovr ricorrere alla proclamazione dello sciopero generale dellÕindustria lÕ8 febbraio 1963. Una data importante perch segna la conquista di uno strumento contrattuale che negli anni successivi si dimostrer uno dei pi importanti mezzi per affermare il punto di vista operaio sulle proprie condizioni di vita, ma anche una data importante perch il primo momento unitario di grande rilievo dopo molti anni di divisione.
Se i lavoratori lottano con decisione per migliorare le proprie condizioni di vita lo stato ed i padroni non stanno a guardare. Le manifestazioni sindacali debbono costantemente fare i conti con la polizia che interviene pesantemente con una precesisa regia di destabilizzazione antidemocratica. Piazza Statuto sicuramente uno di quegli episodi che nella memoria segnano unÕepoca, ma vale la pena ricordare lo sciopero nazionale degli edili nel 1963 quando durante la manifestazione si verificarono violentissimi scontri nei quali sappiamo con certezza che operarono agenti provocatori al servizio del ministero degli interni, quella che oggi conosciuta come la struttura Gladio.
La stessa congiuntura economica degli anni 64-65 accanto ad alcuni obiettivi elementi di difficolt interna al sistema economico, sicuramente la risposta economica del padronato al ciclo di lotte sviluppatesi nel biennio 62-63, alla nascita del centro sinistra con la partecipazione del PSI e alla nazionalizzazione della industria elettrica. Sul terreno politico la situazione in fibrillazione e nel magma della Democrazia Cristiana si agitano ansie golpiste: il generale De Lorenzo, il Sifar e la presidenza di Antonio Segni.
La congiuntura economica sfavorevole costringe il movimento dei lavoratori a lotte principalmente difensive ,(biennio 64-65), ma il tentativo della Confindustria di ritornare alla situazione precedente agli anni 60 battuta, e, soprattutto i lavoratori non escono fiaccati da queste vicende contrattuali e mantengono un alto potenziale di mobilitazione.
Nel Õ66 la rivendicazione operaia si confronta con temi che negli anni successivi saranno su basi pi avanzate il terreno di maturazione di una coscienza di classe profonda e di massa. Si rafforza il principio dellÕarticolazione contrattuale e i diritti sindacali , si richiede nei contratti la parit normativa operai-impiegati pre condizione senza la quale non si sarebbe potuto imporre con le lotte degli anni 69-70 lÕinquadramento unico, e si conquista a livello di azienda la costituzione di comitati tecnici paritetici su specifici temi quali lÕambiente, le qualifiche, i cottimi. Questi comitati, superarti ben presto da nuovi organismi di potere sindacale, rivestono una particolare importanza perch sanciscono lÕintervento dei lavoratori organizzati in fabbrica su tutti i principali aspetti dellÕorganizzazione del lavoro.
La brezza delle rivendicazioni operaie che ha sostenuto tutti i primi anni 60 si fa vento impetuoso e nonostante le rappresaglie dei padroni, licenziamenti e denuncie alla magistratura e lÕintervento continuo della polizia durante gli scioperi e le manifestazioni, gli obiettivi che si pongono sono sempre pi alti ed avanzati.
Il felice connubio, pur tra mille difficolt ed incomprensioni, con il movimento studentesco che si muove su chiare posizioni anticapitaliste da nuova linfa alla rivendicazione operaia che rompe decisamente con il ristretto ambito della rivendicazione sindacale per porre con forza ed immediatezza il problema del potere. La stessa struttura organizzativa del sindacato in fabbrica del tutto inadeguata per i compiti che la classe si veniva a dare implode e su sollecitazioni di numerose avanguardie esplode la ribellione spontanea contro un regime di fabbrica oramai insostenibile, nascono cos i primi delegati come strumento di autogestione delle lotte.
Il Õ68 ha alle spalle questa lunga storia.

Il movimento anarchico in Italia
e il ciclo di lotte del 1969/69
di Mario Salvadori

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Il movimento anarchico italiano ed internazionale, secondo una opinione diffusa e da noi condivisa, fu colto politicamente impreparato dall'ondata di lotte della fine degli anni sessanta. Se questoè generalmente vero, dobbiamo anche dire che la realtà era molto più complessa ed articolata, proprio per la storia e le vicende del movimento anarchico che, dalle speranze di cambiamento della società seguite alla fine della seconda guerra mondiale, era progressivamente piombato in una crisi programmatica ed organizzativa che sembrava irreversibile. Infatti, nonostante lo smascheramento del ruolo controrivoluzionario dello stalinismo ed i fatti di Ungheria, la voce di denuncia dei libertari non sembrava neppure scalfire la presa organizzativa che il Partito Comunista Italiano aveva sulla massa dei lavoratori.
La fine degli anni '50, e l'inizio del decennio successivo, costituirono anzi il momento culminante della crisi dell'anarchismo.
In Italia la FAI, espulsa negli anni '50 l'area di giovani che intendevano dare vita al progetto di un "movimento orientato e federato" e che poi avevano portato avanti l'esperienza dei GAAP, si ritrova chiusa in se stessa ed in sterili polemiche spesso personali. Al tentativo di giovani anarchici che, nel 1960, si raccoglievano nella FAGI (Federazione Anarchica Giovanile Italiana) cercando anche di attualizzare l'anarchismo alla luce dello sviluppo dell'imperialismo, seguivano nuove divisioni del movimento specifico. E' vero che i fermenti che provenivano dalla società, e che vedevano già protagonisti gli studenti universitari e medi, non erano ignorati.
Nel 1966 scoppia il caso de "La Zanzara", il giornale del Liceo "Parini" di Milano che aveva svolto inchieste ed interviste sul sesso e sulla società, e gli anarchici esprimono subito la loro solidarietà agli studenti. Se esaminiamo la stampa anarchica di quel periodo, vediamo che uno dei motivi principali di agitazione è costituito da conferenze sull'obiezione di coscienza al servizio militare, anche se si dibatte intorno alla repressione sessuale ed all'affiorare di una inquietudine giovanile che si manifesta -tra l'altro- con l'effimera apparizione di gruppi di provos e di beatnicks. Molta attenzione viene rivolta ai fatti internazionali (Vietnam), ed alla rievocazione e celebrazione di importanti pagine della storia del movimento operaio (Prima Internazionale, lotta antifascista, rivoluzione spagnola, ecc.). La cronaca delle lotte operaie è scarsa, ed è concentrata sugli avvenimenti che si svolgono in località dove sopravvive un barlume della tradizione anarcosindacalista. Il movimento anarchico si presenta così come un piccolo, e sempre più ininfluente, movimento di opinione, incapace di offrire appoggio e prospettive al confuso fermento che pervade le giovani generazioni.
Un fermento che, come abbiamo visto, è però seguito con simpatia; il che non si traduce automaticamente, nel caso di rapporto diretto, in apertura e collaborazione politica. Dobbiamo anche sottolineare che il movimento anarchico scontava il ventennio di repressione fascista e la crisi del dopoguerra, con l'assenza quasi completa di una generazione di mezzo che potesse svolgere una positiva azione di collegamento e di trasmissione di esperienze tra giovani ed anziani. Tra questi ultimi, che venivano da esperienze di persecuzioni, di guerre, di rivoluzioni fatte e non sognate, c'era diffidenza verso questi giovani che riempivano di nuovo le polverose ed umide sedi anarchiche e che erano spesso portatori di un ribellismo privo di basi politiche. Alla diffidenza, in molti casi, si sovrappone però anche lo sforzo di capire, che si mischia al gusto ormai dimenticato di ritrovarsi spinti all'attivismo fuori dal chiuso delle sedi. Laddove la tradizione anarchica fa sopravvivere una situazione di radicamento territoriale e di confronto con la società, esiste anche l'apertura politica.
Nel corso del 1968 l'attenzione del movimento anarchico verso le lotte degli studenti e dei giovani diventa costante. La FAI, dalle colonne del suo settimanale "Umanità Nova", esprime solidarietà agli universitari in lotta a Firenze e Roma; i giovani della FAGI cercano di andare oltre, con la loro attiva partecipazione, mettendo anche in evidenza la necessità di uno sbocco libertario nella gestione e nella didattica della scuola. Mentre la rivolta si estende agli studenti medi e, sul piano internazionale emerge l'attivismo di masse giovanili in ogni continente, esplode il "maggio francese" : che vuole dire occupazione della Sorbona e scontri con la polizia nel Quartiere Latino a Parigi, ma anche rivendicazioni ed occupazioni che si estendono alle fabbriche e che vedono crescere l'unità tra studenti ed operai. "Maggio francese" vuole dire anche Daniel Cohn-Bendit ed il gruppo del "22 Marzo", che si richiamano all'anarchismo, e le bandiere nere degli anarchici che si mischiano a quelle rosse alla testa dei cortei. Il movimento anarchico, generalmente ignorato o considerato alla stregua di un fenomeno residuale e pittoresco, torna al centro della attenzione e viene galvanizzato da questo momento favorevole; sulla sua stampa gli articoli esprimono pieno appoggio e solidarietà ai giovani ed agli operai francesi in rivolta. Si rievoca la "Comune di Parigi" del 1871 per descrivere il fermento e l'ondata rivoluzionaria che sembra travolgere la Francia, e ci si spinge fino ad un parallelismo con la Spagna del 1936.
La sconfitta del "maggio francese" non incide in Italia né sulle lotte di operai e studenti, né sull'ottimismo che ora pervade il movimento anarchico. Nel settembre del 1968, a Carrara, si svolge il Congresso internazionale anarchico; l'interesse è grande, i giornalisti presenti sono un centinaio, e per la prima volta radio e televisione dedicano spazio all'avvenimento. Lo scontro politico che si verifica nel Congresso con i giovani del "22 Marzo" e con Cohn-Bendit, non frena comunque la crescita numerica del movimento. L'ondata delle lotte studentesche del 1968/69, che si sovrappongono o si saldano con quelle operaie, porta all'afflusso di molti giovani; quotidianamente si aprono nuove sedi e sorgono nuovi gruppi, mentre cresce l'interesse per le lotte operaie e per le questioni sindacali.
Cresce però anche la provocazione e la repressione degli organi statali; il 25 aprile 1969 scoppiano le bombe alla Fiera di Milano e vengono successivamente incarcerati alcuni anarchici. In agosto è il momento degli attentati fascisti sui treni, che si cerca anche questa volta di attribuire agli anarchici. é l'avvio di quella che verrà denominata "strategia della tensione". L'anno si chiude, come noto, con l'attentato di Piazza Fontana, l'arresto di Valpreda e compagni, il "malore attivo" di Giuseppe Pinelli nella Questura di Milano. Inizia così un momento di riflessione, ma anche di ripiegamento del movimento anarchico. Accanto alla incondizionata solidarietà verso i compagni arrestati ed ingiustamente accusati delle stragi, ed alla mobilitazione per la loro scarcerazione, incomincia un dibattito sui perché della disorganizzazione del movimento e sul problema di una maggiore vigilanza rivoluzionaria. Nello stesso tempo si innesca un meccanismo per cui, la necessaria attività di denuncia della "Strage di Stato", trascina il movimento anarchico sul terreno difensivo; i militanti sono costretti, anche se non viene abbandonata la presenza nelle lotte operaie e sociali, a concentrare le proprie energie contro la repressione e per la difesa del movimento.
Il X Congresso della FAI, che si svolge a Carrara nel 1971, trova quindi un movimento anarchico numericamente cresciuto, ma anche confuso e che vede solo transitare molti giovani verso i gruppi dell'estrema sinistra marxista. Da questa situazione organizzativa, e dall'incapacità di incidere nelle persistenti lotte operaie che continuano a scuotere il paese, prende avvio un dibattito a tutto campo sulla teoria, sulla strategia e sull'organizzazione, con la riscoperta di quelle posizioni del comunismo anarchico che erano state accantonate - ed occultate - nel ripiegamento seguito alla sconfitta del dopoguerra. Il dibattito, che vede protagoniste le forze più attive dell'anarchismo italiano, e che viene anche stimolato dalla diffusione della cosiddetta "Piattaforma" di Arscinov, coinvolge i gruppi della FAI ed altri che ne sono all'esterno.
L'esito del confronto, su cui influisce anche la situazione di incipiente riflusso dei movimenti di lotta, sarà lacerante e negativo per tutti. Il ciclo della crescita del movimento anarchico, e della sua conseguente ed ennesima sconfitta, ancora una volta si è ripetuto e si è chiuso.
 

NOTE.
1. La FAI era stata costituita nel 1945 , raccogliendo la gran parte degli anarchici italiani. (Ritorno)
2. Su queste vicende vedi G.Cerrito "Il ruolo della organizzazione anarchica", R.L. 1973; A.Dadà "L'anarchismo in Italia: tra movimento e partito", Teti Editore 1984. Più recentemente vedi anche gli articoli di G. Barroero sui n. 32-33-34 di "Comunismo Libertario". (Ritorno)
3. Nel 1965 alcuni gruppi, usciti dalla FAI su posizioni antiorganizzatrici, davano vita ai GIA (Gruppi di Iniziativa Anarchica). Nel 1967 alcuni gruppi davano vita ai GAF (Gruppi Anarchici Federati), che propendevano verso un anarchismo di stampo individualista. (Ritorno)
4. Il settimanale anarchico "Umanità Nova", nel 1966/67, dedica articoli ai problemi degli studenti in Italia, ai giovani in Francia, all'anarchismo nella gioventù americana. (Ritorno)
5. Il movimento giovanile dei "provos" era nato e si era sviluppato in Olanda, portando avanti temi e pratiche di contestazione antiautoritaria alla società borghese. (Ritorno)
6. Su "Umanità Nova" sono presenti cronache di lotta dei lavoratori del marmo e della nettezza urbana di Carrara, oltre a quelle dei metalmeccanici di Genova. (Ritorno)
7. Presso la Federazione Anarchica Livornese, nel 1967, viene costituito ed è attivo un gruppo "provo". (Ritorno)
8. M. Mantovani, direttore di "Umanità Nova", analizzava nel n. 10 del marzo 1968 "L'ondata libertaria nella scuola autoritaria". (Ritorno)
9. "Umanità Nova", sul n. 19 del 1968, apre la prima pagina con l'articolo "Bandiere anarchiche su Parigi in rivolta". (Ritorno)
10. Vedi "L'incontro/scontro con Daniel Cohn-Bendit al Congresso Internazionale Anarchico del 1968" in "Per il sessant8", n. 14/15 del 1998. (Ritorno)
11. La stampa anarchica mette in evidenza gli scioperi alla FIAT e l'alleanza operai-studenti. "Umanità Nova" dedica articoli al Congresso della CGIL ed apre la rubrica settimanale "Scontri e confronti", dove si analizzano le lotte in corso, i CUB, l'autogestione, i Consigli operai. (Ritorno)
12. La "Piattaforma di organizzazione generale degli anarchici", pubblicata a Parigi nel 1926 dal gruppo "Dielo Truda", prendeva lo spunto dalla sconfitta della rivoluzione russa del 1917. (Ritorno)
13. Vedi G. Cerrito, op. cit., e A. Dadà, op. cit. (Ritorno)
 

1968-1969

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Cronologia

1968-1969
Un biennio di fuoco che ha alle spalle un decennio di lotte operaie e giovanili.
Un decennio in cui la rabbia delle nuove generazioni operaie, costrette a spostarsi dal sud al nord in cerca di lavoro, sradicate dalle loro terre e dalle loro famiglie, senza memoria delle sconfitte subite dalla classe operaia negli anni Õ50 e proprio per questo disponibili ad una maggiore radicalizzazione, si salda con la protesta giovanile e studentesca.
Elemento forte della protesta lungo il corso degli anni Õ60 il connubio delle lotte per migliori condizioni di vita e sul lavoro (lotte per la casa, aumenti salariali uguali per tutti) con la tendenza alla Òcontestazione globaleÓ, come venne definita in quegli anni, che significava una critica aperta, feroce, e provocatoria al conformismo cattolico ed alla morale borghese dominante opprimente (famiglia, morale sessuale, comportamenti interpersonali ecc..).
Il contesto mondiale potenziava la presa di coscienza delle nuove generazioni: le lotte contro il dominio coloniale si sviluppavano in lÕAfrica ed Asia; negli USA la battaglia antimperialista contro lÕintervento nel Vietnam, soprattutto da parte degli studenti universitari, si intrecciava con la prersa di coscienza dei neri dÕAmerica e con le battaglie sui diritti civili negati alle minoranze etniche; nel Centro  e Sud America si sviluppavano moti e movimenti sociali miranti a scalzare la politica imperialista e di sudditanza rispetto alle multinazionali  USA e alle dittature militari serve  del capitale.
In Italia, a  fronte di questa effervescenza ÒrivoluzionariaÓ,  i nemici non stavano a guardare.
Questo decennio, connotato da episodi di opposizione al sistema educativo, allo sfruttamento  ed al modo di lavorare in fabbrica e alla morale dominante, costellato e tallonato da repressioni poliziesche e giudiziarie, da provocazioni fasciste e interventi continui dei servizi segreti.
LÕepilogo tragico si ha il 12 dicembre 1969 quando lo Stato, dopo aver considerato ogni tentativo di contenimento della protesta, ricorse allo stragismo: la bomba alla banca Nazionale dellÕAgricoltura in Piazza Fontana a Milano.
La strage blocca in parte il movimento spontaneo di radicalizzazione giovanile ed operaia; ma la saldatura tra movimenti giovanili e la classe operaia ormai avvenuta, determina, contrariamente che nel resto dellÕEuropa, uno sviluppo ed una capacit di resistenza da parte del movimento attraverso le  organizzazioni politiche e sindacali  che in quegli anni nascono o si rafforzano di  nuovi militanti. Per questo motivo in Italia il Õ68 dura molto di pi e sedimenta coscienza rivoluzionaria e comportamenti libertari diffusi per tutto il decennio successivo.
Certo non mancarono errori ed approssimazioni, soprattutto nel movimento extraparlamentare ed anarchcico; ma compito di altri articoli di questo ÒDossierÓ esaminarli.
Riportiamo per questo una cronologia ampia  (senza per questo essere esaustiva)  per cercare di far comprendere le ragioni oggettive e culturali che determinarono una tale esplosione di rabbia e di lotte a livello mondiale e italiano.

CRONOLOGIA

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7 luglio 1962.
Torino Piazza Statuto. Sotto la sede della UIL (maggioritaria allora alla FIAT) responsabile di aver firmato un accordo capestro con lÕazienda torinese gruppi di operai contestano.Si verificano scontri ed incidenti tra lavoratori e polizia; la situazione si aggrava verso sera quando i dimostranti sono affiancati da gruppi di giovanissimi.
28 gennaio 1963.
Esce il film ÒViridianaÓ di Luis Bonuel. Il film viene sequestrato dal procuratore della repubblica di Milano in quanto ritenuto offensivo della morale cattolica.La stessa sorte spetta ad alcuni film di Pasolini che vengono sequestrati.Pasolini stesso viene condannato a 4 mesi per vilipendio alla religione cattolica
28 agosto 1963.
Marcia a Washington per i Diritti Civili.
9 ottobre 1963.
A Roma una manifestazione degli edili, in lotta per il rinnovo del contratto di lavoro, improvvisamente degenera in scontri a Piazza Venezia: 168 feriti tra i dimostranti e le forze dellÕordine. Da una testimonianza fatta nel 1990 da un ex generale del Sid emerger il ruolo della struttura segreta ÒGladioÓ nellÕorganizzazione degli incidenti.
16 ottobre 1963.
Padre Ernesto Balducci condannato a 7 mesi per aver scritto un articolo in difesa dellÕobiezione di coscienza.
22 novembre 1963.
Assassinio di J.F.Kennedy a Dallas. Lyndon Johnson Presidente.
5-7 agosto 1964.
Bombardamenti aerei americani sul Vietnam del Nord. Appello vietnamita ai popoli di tutto il mondo.
21 agosto 1964.
Morte di Togliatti. Il Partito Comunista Italiano pubblica il ÒMemoriale di YaltaÓ.
21 dicembre 1964.
Fronte di Liberazione nazionale (FNL) nel Vietnam
6 febbraio 1965.
Escalation americana contro il Vietnam del Nord. Inizio dei bombardamenti aerei sistematici.
21 febbraio 1965.
New York: assassinio di Malcom X, leader dei Mussulmani neri.
30 settembre 1965.
Colpo di Stato militare in Indonesia. Il generale Suharto ottiene i pieni poteri. Stato di assedio a Djakarta. Seguono vasti pogrom anticomunisti ed anticinesi. 500 mila vittime e 35o mila prigionieri politici.
settembre- ottobre 1965.
Manifestazioni contro la guerra nel Vietnam negli Stati Uniti dÕAmerica nelle citt universitarie di  Berkeley, Yale, St.Louis
15 febbraio 1966.
Don Lorenzo Milani viene assolto dallÕaccusa di apologia di reato:aveva criticato su Rinascita un ordine del giorno dei cappellani militari contro lÕobiezione di coscienza  tacciata come Òespressione di viltÓ.
16 marzo 1966.
Esplode il caso della ÒZanzaraÓ, una rivista degli studenti del liceo Parini di Milano, sulla quale era pubblicata unÕinchiesta sui comportamenti sessuali degli studenti: i responsabili sono denunciati per pubblicazione oscena.
marzo- aprile 1966.
Denuncia da parte del Tribunale internazionale Bertrand Russell delle atrocit americane in Vietnam.
27 Aprile 1966.
AllÕUniversit di Roma Paolo Rossi, militante socialista, viene ucciso dai neofascisti che tentano di invalidare i risultati dellÕelezioni dellÕAteneo. Occupazioni delle facolt e sciopero di studenti e professori ottengono le dimissioni del Rettore Papi.
17 luglio 1966.
ÒAppello alla NazioneÓ di Ho Chi Minh.ÓLa guerra potr durare ancora cinque,dieci, venti anni o di piÓ, ma Ò gli aggressori americani saranno vintiÓ.
11 ottobre 1966.
Il Senato approva il piano Gui. Una riforma dellÕUniversit che struttura la formazione superiore in tre distinti livelli, abolisce le facolt e istituisce i dipartimenti, istituzionalizza il rapporto tra impresa e ricerca. Inizia la mobilitazione studentesca.
27 gennaio 1967.
Manifestazione di 100 mila lavoratori a Madrid su indicazione delle clandestine commissioni operaie.
11 febbraio 1967.
A Pisa studenti di tutta Italia occupano la Sapienza, dove prevista la Conferenza nazionale dei rettori, elaborano un documento di Tesi contro la riforma Gui, e lanciano la proposta di un sindacato nazionale studentesco. La Polizia sgombra lÕAteneo.EÕ la prima volta che viene violata la extraterritorialit universitaria.
marzo 1967.
Il FRELIMO (Fronte di liberazione del Mozambico) liquida il dominio portoghese nel distretto di Capo Delgado. Nella Guinea il PAIGC (Partito Africano per lÕindipendenza della Guinea e del Capo Verde) trasforma i ÒtabancasÓ (comitati di villaggio) in assemblee popolari; le forze portoghesi sono salite da un migliaio di uomini(1960) a 30 mila.
6 Aprile 1967.
Indirizzo rivoluzionario di ÒCheÓ Guevara. ÒCreare due, tre, molti VietnamÓ.
12 aprile 1967.
Corteo a Roma contro i bombardamenti in Vietnam.
21 Aprile 1967.
Colpo di Stato militare in Grecia. Ha inizio la Òdittatura dei colonnelliÓ
25 aprile 1967.
Manifestazione nazionale di giovani comunisti contro la guerra in Vietnam e il colpo di stato in Grecia.
5-10 giugno 1967.
ÒGuerra dei sei giorniÓ: conflitto fra Israele ed Egitto, Giordania e Siria. Israele occupa il Sinai,Gerusalemme, la Cisgiordania e le colline del Golan.
8 luglio 1967.
A Spoleto viene arrestato il poeta americano Allen Ginsberg, uno dei massimi esponenti della Òbeat generationÓ.Invitato a partecipare al Festival dei due mondi, aveva recitato alcuni suoi versi ritenuti osceni.
8 ottobre 1967.
In Bolivia Õ catturato e ucciso Ernesto Guevara, il ÒCheÓ.
17 novembre 1967.
Viene occupata lÕUniversit Cattolica di Milano e la sede delle facolt umanistiche di Torino, per protestare contro lÕaumento delle tasse universitarie.Per tutto il mese la facolt di Sociologia di Trento sar bloccata da uno Òsciopero attivoÓ, con assemblee, dibattiti e controcorsi autogestiti.
10 gennaio 1968.
La nuova occupazione a Torino di Palazzo Campana da il via a un ondata nazionale di lotte studentesche.
29 gennaio 1968.
I partigiani vietnamiti occupano Hu e insorgono a Saigon.ÓOffensiva del TetÓ. Attacco generale del FLN. Crisi della strategia americana nel Sud Est asiatico.
2 febbraio 1968.
A Roma vengono occupate molte facolt.Le occupazioni studentesche si estendono a Napoli, Messina, Bologna, Modena, Palermo, Catania. A Pisa viene occupata la Scuola Normale.
1 marzo 1968.
A Roma, alla Facolt di Architettura a Valle Giulia, gli studenti si scontrano con la Polizia. Per la prima volta gli studenti rispondono allÕattacco della Polizia:centinaia i feriti, soprattutto fra le forze dellÕordine. Quattro gli arrestati.In quasi tutte le citta italiane, gli studenti ritenuti leader delle lotte vengono denunciati per interruzione di pubblico servizio e, in molte Facolt esclusi dalle sessioni dÕesame.
5 marzo 1968.
Occupati il Politecnico di Milano, il Rettorato di Genova, varie facolt a Bari, Cagliari,Torino, Ancona.A Milano viene occupato il liceo Parini.Il Preside Mattalia, che si rifiutato di chiamare la polizia, viene destitito dal suo incarico. Scioperi e cortei in molte scuole medie superiori, tra le quali il Mamiani di Roma.
16 marzo 1968.
Un gruppo d fascisti guidati da Giorgio Almirante e Giulio Caradonna assalta lÕUniversit di Roma e si barrica nella sede di Giurisprudenza. Pesanti oggetti e mobili vengono gettatti addosso agli studenti sottostanti. Viene ferito Oreste Scalzone.
18 marzo 1968.
Massacro americano a Song My, nel Vietnam del Sud. EÕ rivelato negli Stati Uniti soltanto nel novembre 1969.
22 marzo 1968.
Inizio del movimento studentesco in Francia, allÕUniversit di Nanterre.
25 marzo 1968.
Violenti scontro a Milano davanti allÕUniversit Cattolica.
4 aprile 1968.
Assassinio di Martin Luther King. Sommossa dei neri e Òmarcia dei poveriÓ su Washington: si delinea la Ònuova sinistraÓ americana.
19 aprile 1968.
A Valdagno gli operai della Marzotto, in sciopero contro il piano di ristrutturazione, abbattono la statua del fondatore dellÕimpresa tessile, il Conte Gaetano Marzotto. Negli scontri di piazza vengono arrestati 42 lavoratori.
10-11 maggio 1968.
Ha inizio  con la Ònotte delle barricateÓ al quartiere Latino di Parigi il ÒMaggio FranceseÓ.
13-15  maggio 1968.
Sciopero contro la polizia e il Governo in tutta la Francia. Al movimento partecipano 9 milioni di lavoratori.
6 giugno 1968.
Su Rinascita Giorgio Amendola attacca il movimento studentesco dove Òemerge un rigurgito di infantilismo e di vecchie posizioni anarchicheÓ.Il segretario Luigi Longo aveva invece avuto un incontro con i dirigenti del movimento romano e aveva espresso un giudizio positivo.
7 giugno 1968.
Gruppi di giovani dimostranti a MIlano innalzano barricate vicino alla sede del Corriere della Sera in via Solferino.
11 giugno 1968.
Pier Paolo Pasolini pubblica su LÕEspresso la sua famosa poesia contro gli studenti Òavete facce di figli di pap.Siete incerti,pavidi,disperatiÓ in seguito ai fatti di Valle Giulia.
20 agosto 1968.
EÕ attuata dalle forze del Patto di Varsavia lÕoccupazione militare della Cecoslovacchia. EÕ diretta a reprimere il Ònuovo corsoÓ instaurato da Dubcek.
14 settembre 1968.
A Parma i cattolici del dissenso occupano il Duomo, che sar sgomberato dalla Polizia su richiesta del Vescovo.
3 ottobre 1968.
Massacro a Citt del Messico. Repressione dei movimenti di sinistra e della protesta studentesca, in coincidenza con le Olimpiadi. (200 morti). Rivolte nello Yucatan, Michoacan, Chihuahua.
15 ottobre 1968.
Gli operai della Saint Gobain di Pisa bloccano per tutto il giorno la via Aurelia.Il movimento studentesco si mobilita a sostegno della lotta operaia contro i 300 licenziamenti annunciati.
14 novembre 1968.
Sciopero generale CGIL CISL UIL per la riforma delle pensioni.
2 dicembre 1968.
Ad Avola la polizia spara durante lo sciopero dei braccianti. Giuseppe Scribilia e Antonio Sigona, vengono uccisi. Sciopero generale in Sicilia e manifestazioni di protesta in tutta Italia.
dicembre 1968.
Il PAIGC inizia la distribuzione delle armi ai contadini (Milizia popolare); i due terzi del territorio risultano liberati; funzionano 157 scuole con 14.500 alunni.
6 dicembre 1968.
A Firenze grande manifestazione cattolica in sostegno di Don Mazzi, parroco dellÕIsolotto destituito dal Vescovo .EÕ il punto culminante di una mobilitazione che ha coinvolto moltissime comunit cristiane di base.
7 dicembre 1968.
Gli studenti contestano la prima della Scala di Milano tirando ortaggi e uova contro lÕelegante pubblico milanese.
12 dicembre 1968.
La FIOM CGIL  vince le elezioni per il rinnovo delle commissioni interne alla FIAT, e arriva al 30% dei consensi.Sconfitta la UIL.
31 dicembre 1968.
Davanti alla Bussola di Viareggio, il movimento studentesco, organizza una protesta contro i lussi del capodanno. La polizia carica e spara. Lo studente sedicenne Soriano Ceccanti di Pisa viene ferito alla schiena e costretto in seguito alla sedia a rotelle.
1-21 aprile 1969.
Il Comitato centrale del FRELIMO stabilisce una direzione collettiva del movimento.
12 Aprile 1969.
A Battipaglia durante uno sciopero di braccianti la polizia spara sui dimostranti.
25 aprile 1969.
La reazione padronale inizia a farsi sentire. Esplodono 2 bombe a Milano alla Stazione e alla Fiera Campionaria.Vengono accusati giovani anarchici.
12-16 agosto 1969.
Crisi nellÕUlster. Barricate e conflitti fra cattolici e protestanti. Passi dellÕEIRE allÕONU. Riemerge la questione Irlandese.
15 ottobre 1969.
Negli Stati Uniti 15 milioni di americani dimostrano per la fine della guerra nel Vietnam. Il ÒMoratorium DayÓ.
8 novembre 1969.
NellÕaltopiano centrale dellÕAngola (Bi) si forma la Quinta regione politico-militare del MPLA (Movimento popolare di Liberazione dellÕAngola). Alla base si costituiscono i Comitati dÕazione e le Assemblee popolari.
12 dicembre 1969.
Alla Banca Nazionale dellÕAgricoltura di Milano, in Piazza Fontana, scoppia una bomba.EÕ strage.14 morti. Scoppiano contemporaneamente altre 2 bombe a Roma.Vengono immediatamente incolpati gli anarchici.
15 dicembre 1969.
Il ferroviere anarchico Giuseppe Pinelli viene ÒsuicidatoÓ dal quarto piano della questura durante un interrogatorio.
21 dicembre 1969.
Le bombe (la strategia della tensione) sortiscono lÕeffetto. Viene firmato il contratto dei metalmeccanici, categoria allÕavanguardia nelle lotte sindacali e sociali.Per la strage di Piazza Fontana accusato lÕanarchico Pietro Valpreda.
maggio 1970.
Rivolta della Ònuova sinistraÓ contro la politica di Nixon.La guardia nazionale spara sugli studenti a Kent. Il ÒMaggio americanoÓ.
4 settembre 1970.
Elezioni presidenziali in Cile. Salvador Allende (Unit popolare) sostenuto dai socialisti e comunisti, ottiene il 36% dei voti; i conservatori il 35%; la democrazia cristiana il 28%.
14-15 dicembre 1970.
Sommossa operaia in Polonia. Ha luogo nelle citt industriali del Baltico e determina la caduta di Gomulka.
27-29 giugno 1970.
Conferenza internazionale di solidariet con i popoli delle colonie portoghesi a Roma. Paolo VI riceve Amilcar Cabral, Marcellino dos Santos, Agostinho Neto.Tensione fra Lisbona e il Vaticano.
11 aprile 1971.
Vittoria elettorale della sinistra in Giappone. Amministrazioni socialiste e comuniste  a Tokio e Osaka.
13 giugno 1971.
Il ÒNew York TimesÓ pubblica i rapporti segreti del Pentagono (Mac Namara) sullÕinizio dellÕintervento americano nel Vietnam.
11 luglio 1971.
Il Cile nazionalizza le miniere di rame. Crescente ostilit dei monopoli internazionali e del capitalismo USA.
22-30 luglio 1971.
Repressione anticomunista in Sudan. Numeiri riprende il potere. Esecuzione sommaria dei capi del Partito Comunista del Sudan e della Confederazione del lavoro.
15 agosto 1971.
Esplode la crisi del dollaro. Sospensione  della convertibilit aurea della moneta americana. Sovratassa del 10% sulle importazioni degli Stati Uniti.
1 ottobre 1971.
In Portogallo si forma clandestinamente lÕÓIntersindacaleÓ, organizzazione unitaria dei lavoratori che rafforza il movimento dÕopposizione al regime.
16 novembre 1971.
Fidel Castro in Cile. Soste, in dicembre, nel Per e nellÕEcuador. Cuba esce dallÕisolamento.
22 novembre 1971.
Inizia un lungo sciopero, protrattosi fino al 10 dicembre, dei lavoratori dellÕautomobile nella Germania Federale.

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