Adolf Loos e la casa popolare.

  

Nell’articolo del 06.01.05 dedicato all’architetto Adolf Loos, è stato delineato il fondamento del suo pensiero umano e professionale. Esiste però anche un aspetto meno noto della sua attività, quello di progettista di edifici residenziali destinati ai ceti non privilegiati.

Con la casa Steiner, costruita a Vienna nel 1910, Loos iniziò una serie di progetti di case nei quali sperimentò e sviluppò la sua poetica basata sull’organizzazione e l’intersezione di diversi volumi, ognuno dei quali pensato in ragione dell’uso dei locali che conteneva e dei bisogni della committenza. Loos in merito a questa sua innovativa concezione spaziale scrisse: - ...Io progetto spazio. Da me non c’è piano terra, né piano superiore,né cantina, ci sono locali collegati, entrate, terrazze. Ogni locale necessita di una data altezza... - Bisogna però sottolineare che egli rivolgeva la sua attenzione anche allo studio dell’architettura classica e della tradizione costruttiva austro - tedesca e inglese per recepire i caratteri di permanenza propri dell’architettura residenziale.

Loos ricoprì dal 1920 al 1922, in un periodo segnato dalla difficile condizione sociale ed economica del dopoguerra, la carica di architetto capo del settore abitazioni presso il Dipartimento dell’edilizia di Vienna. Inoltre egli fu architetto capo dell’Ufficio Colonie - Siedlungen - dal 1921 al 1924. Il rapporto con la municipalità dovette però terminare, anche a causa della disillusione provata da Loos nel vedere realizzata soltanto una Siedlungen e solo in parte su suo progetto.

Nel 1920 Loos brevettò il sistema costruttivo - La casa con un solo muro - applicabile alle case a schiera di tipo economico. L’unità di base era costituita da due muri trasversali tagliafuoco, ognuno dei quali con funzione di sostegno delle travi dei solai dei due alloggi confinanti. Le testate dei due muri, sagomate a L o a T, servivano da appoggio alle pareti longitudinali esterne di legno. La distanza tra i due muri trasversali doveva arrivare fino a cinque metri, la misura limite prescritta in Germania per evitare lo speco del legno impiegato nella costruzione delle travature.

Sempre nel 1920 egli progettò il complesso residenziale Heuberg di Vienna, una serie di case a schiera popolari concepite rispetto ad una sezione gradonata a terrazze. Ogni cellula abitativa era integrata con un piccolo appezzamento di terreno coltivabile, utile per il sostentamento alimentare del nucleo famigliare.

Loos durante la conferenza del 1926 sul tema - La Siedlungen moderna - , ebbe l’occasione di illustrare a posteriori i principi ispiratori dei suoi progetti di abitazioni destinate alla grande massa dei lavoratori impegnati nelle fabbriche: - ...Che aspetto deve avere un edificio della Siedlung? Cominciamo dal giardino. Il giardino è la cosa più importante, la casa è secondaria. Il giardino dovrà essere naturalmente il giardino più moderno. Deve essere il più piccolo possibile, 200 metri quadrati sono il massimo che il Siedler riesca a coltivare...Chiediamoci prima di tutto quali sono i locali che devono esserci in una casa di questo tipo. Anzitutto una latrina che consenta di raccogliere il concime. La Siedlung non può essere dotata di water-closets in quanto tutti i rifiuti della casa, comprese le feci umane, sono necessari per la concimazione della terra...La latrina non deve quindi mai essere sistemata all’interno della casa... A questo punto, verso corte, ho bisogno di una tettoia per riporvi gli utensili e gli attrezzi da lavoro. Ho bisogno anche di una stalla per tenervi alcuni animali...Dalla casa non si esce quindi direttamente nel giardino, ma si deve passare da un cortile di servizio...Verso la casa il cortile è delimitato da un posto di lavoro per la massaia, rialzato di due gradini e in parte coperto. Questa specie di veranda deve essere accessibile dalla cucina-acquaio. La cucina-acquaio, che io chiamo acquaio, è un fatto estremamente moderno. Già il termine stesso dice che in questo locale non si cucina, ma si svolgono tutte le faccende che precedono e seguono la cottura dei cibi e che riguardano il governo della casa...Quindi: prima c’è la latrina, poi la tettoia e la stalla. Abbiamo un acquaio e un locale soggiorno e, non dimentichiamolo, una dispensa piuttosto spaziosa per la conservazione di frutta e verdura. Inoltre abbiamo un ingresso verso la strada. E con questo il pianterreno è a posto. La cantina non ci sarà, è inutile e rende la casa molto più costosa -

Loos poi precisò che il piano superiore della casa doveva essere destinato a zona notte sia per separare i locali dove si dorme da quelli di soggiorno, che per avere la possibilità di abbassare l’altezza del soffitto e di suddividere liberamente tale zona in base alle esigenze e alla crescita del nucleo famigliare. Per lui quindi, la casa non doveva mai essere finita, bensì offrire sempre la possibilità di aggiungervi qualcosa e l’architetto doveva semplicemente disegnare a tratteggio le differenti possibilità di divisione. Il piano superiore della casa inoltre, doveva essere collegato direttamente al soggiorno da una scala in modo che l’inquilino, poco prima di andare a dormire, aprendo le porte al primo piano poteva far scaldare i locali senza l’ausilio di un apposito riscaldamento.

Al termine del suo discorso Loos rispose alla domanda - copertura piana o tetto a falde? - asserendo che: - qualsiasi costruttore sa che l’inclinazione del tetto viene determinata dal materiale con cui si realizza la copertura. Noi non avevamo altri mezzi per proteggerci dalla pioggia, dalla neve e dalla tempesta che delle piccole lastre fatte di ardesia o di argilla o di legno. Il più bel materiale da copertura era pur sempre quello che poteva realizzarsi in un unico pezzo. Questo tipo di materiale avrebbe richiesto solo l’inclinazione necessaria per far scorrere l’acqua in modo naturale - e proseguì citando il grande incendio di Amburgo a causa del quale il Senato cittadino fece indire un concorso a premi per un materiale da copertura resistente al fuoco. Tra le proposte pervenute dal mondo intero, vi era quella di un commerciante originario della Slesia che, pur essendo inesperto di problemi costruttivi, presentò il progetto di una gigantesca lastra, grande come il tetto intero, composta da un unico pezzo: il tetto in Holzzement. Questo sistema per Loos aveva due grandi pregi: era la soluzione cercata per millenni per ottenere un tetto assolutamente piatto e uno spazio all’ultimo piano composto esclusivamente da piani verticali e orizzontali, ed era oltretutto pratico ed economico perché se la grande lastra presentava il difetto di far filtrare l’acqua piovana, era necessaria soltanto la sua integrale sostituzione.

 

Valentino Ramazzotti

Data: 06.03.2005 - aggiornamento del 06.06.2005