La casa popolare in Germania II^ parte
Il caso di Francoforte costituisce
l’esperienza più avanzata compiuta dal razionalismo tedesco sulla città.
Vengono qui elaborati ed integrati il piano urbanistico ed i nuovi interventi
residenziali. L’eccezionalità di tale situazione, dovuta alle condizioni
socio-economiche della repubblica di Weimar, si ricollega alla tradizione di
pianificazione urbana e all’esistenza di un demanio pubblico di notevoli
dimensioni.
Nel 1924 il sindaco Landmann,
riprendendo il programma prebellico, affida all’architetto Ernst May
(Francoforte sul Meno 27.07.1886 – Amburgo 11.09.1970) la direzione di tutti i
lavori della municipalità in campo edilizio ed urbano.
La nuova dimensione
quantitativa e qualitativa del compito affidatogli consentono ad Ernst May di
definire con chiarezza elementi e metodo di progettazione: la città storica, i
grandi spazi organizzati a verde ed i nuovi interventi residenziali
costituiscono gli elementi fondamentali che devono integrarsi in un disegno
urbano unitario.
L’area interessata
dall’intervento si articola in una serie di parti urbane chiaramente definite
ed in rapporto dialettico con la città storica.
In questo contesto il verde è
il fondamentale elemento connettivo tra i diversi brani urbani e diviene l’emblema di un rinnovato rapporto
tra architettura e natura.
I grandi viali alberati
collegano ampi spazi aperti rigorosamente definiti ed il verde si estende fra
il tessuto storico della città ed i quartieri di nuova formazione.
May è influenzato
dall’esperienza culturale condotta nell’ambito della Siedlungen contadino-rurali;
l’idea di città basata su nuclei residenziali individualmente definiti e
unitariamente risolti. Inoltre la collaborazione londinese con Unwin,
l’architetto delle città giardino, porta May a concepire un modello urbano
caratterizzato da un’alta concentrazione di valori funzionali, architettonici e
formali nelle aree centrali della città fino al progressivo assorbimento nella
campagna delle aree residenziali a bassa densità. E’ da considerare anche
l’influsso dello studio condotto dall’architetto Alexander Klein (n. Odessa
1879 – m. New York 1961) stabilitosi a Berlino nel 1920 ed attivo presso l’ente
statale di ricerca sui problemi economici e costruttivi dell’edilizia
residenziale di massa. Klein nel 1928 pubblica il saggio dal titolo – Elaborazione
delle piante e progettazione degli spazi negli alloggi minimi. Nuovi metodi di
indagine – nel quale esemplifica delle tipologie edilizie appropriate alla
realtà socio-economica del suo tempo.
Per l’attuazione del progetto
di urbanizzazione della Valle della Nidda e del programma triennale di edilizia
popolare May definisce una politica fondiaria tesa ad incrementare la proprietà
dei terreni edificabili attraverso espropri o permute. Le aree, sottratte così
alla speculazione immobiliare, hanno un prezzo ridotto che consente di
contenere i costi degli alloggi. Inoltre l’amministrazione municipale partecipa
con i finanziamenti derivanti dalle società cooperative municipali ed ottiene
prestiti statali a basso tasso di interesse nonché finanziamenti da società
cooperative private.
Nel triennio 1926 – 28 sono
completati o avviati circa ottomila alloggi ed è così possibile stendere un
secondo programma triennale per la realizzazione di ulteriori sedicimila nuovi
alloggi.
La Siedlung Römerstadt (1927-28) realizzata
da May in prossimità del fiume Nidda esprime la massima sintesi tra luogo e
disegno urbano. Le tipologie residenziali si distinguono in:
abitazioni a schiera unifamiliari, ad un
piano su due piani, aventi una scala esterna di disimpegno ed una scala comune
di accesso alla cantina;
abitazioni
plurifamiliari da quattro piani abitabili con scala comune e due alloggi
per piano.
Le case a schiera, munite di
orto sul retro, degradano secondo le curve di livello del terreno e sono
accessibili dalle strade secondarie del quartiere mentre gli edifici pluripiano
sono prospicienti alle strade principali.
I cieca mille alloggi del
quartiere sono caratterizzati dalla presenza di elementi prefabbricati quali ad
esempio le lastre di parete che vengono montate con l’ausilio delle gru. Le
finiture e l’arredo delle abitazioni sono prodotti in serie. La cucina è
standarizzata ed è studiata per rendere più funzionale l’organizzazione dello
spazio domestico.
Il sistema del verde
attraversa il quartiere e si connette a sud con un vasto parco pubblico e a
nord con una zona rurale. Esso unisce i servizi collettivi del quartiere: la
scuola elementare, i magazzini di vendita e l’impianto di riscaldamento
centrale.
Verso il fiume il quartiere è
delimitato da un sistema di bastioni che fungono da belvedere alberati verso la
città storica cinta dalle mura medioevali.
La crisi economica del 1929,
la forte inflazione ed il conseguente vertiginoso aumento degli interessi sui
capitali rallentano drasticamente il secondo programma edilizio. Inoltre il
mutamento degli equilibri politici all’interno del consiglio municipale costringe
May all’espatrio e segna l’epilogo dell’esperienza razionalista di Francoforte.
A Berlino intanto l’architetto
Walter Gropius (Berlino 18.05.1883 – Boston 5.7.1969) si accinge ad iniziare i
lavori di costruzione del quartiere
residenziale Siemensstadt (1929-1931) che rappresenta la sintesi e
l’estrema conseguenza delle precedenti esperienze nel campo dell’edilizia
berlinese. Existenz-minimum, organizzazione del quartiere e moderno linguaggio
architettonico sono gli elementi fondanti di questa Siedlung che è costituita
da edifici
in linea pluripiano separati da ampi spazi verdi. Il rapporto storico di
interrelazione tra l’edificio e la strada risulta dissolto a favore
dell’orientamento del edificio secondo l’asse eliotermico.
Gropius nel 1909 aveva
lavorato all’interno dello studio di Peter Behrens elaborando un programma per
abitazioni tipizzate di massa adatte ai lavoratori impiegati nella principale
realtà industriale berlinese la AEG. A Weimar nel 1919 egli fonda la Bauhaus
mediante la fusione di due scuole esistenti: quella di architettura e quella di
arte applicata. Il trasferimento della Bauhaus a Dessau nel 1926 segna
l’avvicinamento ai metodi produttivi dell’industria e l’avvento dell’idea che
l’artista deve essere in grado di progettare a tutte le scale – dal cucchiaio
alla città.
Il quartiere Siemensstadt è
frutto del piano urbanistico ideato da Hans Scharoun e della progettazione
degli edifici curata da diversi architetti tra i quali lo stesso Scharoun e
Gropius. L’insediamento presenta due edifici in linea disposti ad imbuto e atti
a formare il passaggio tra il vecchio quartiere della Siemens, costituito per
lo più da blocchi edilizi a corte chiusa, ed i nuovi edifici. Una linea
ferroviaria segna il limite di separazione tra i due insediamenti. Gli edifici
in linea a quattro piani abitabili sono formati da alloggi distribuiti a due a
due rispetto ai corpi scala. Le abitazioni hanno un taglio variabile da due
fino a sei posti letto. Ogni alloggio, ventilabile in senso trasversale, è
dotato di bagno completo, vano cucina e soggiorno munito di loggia o balcone.
Questa e le altre Siedlung
realizzate nel periodo razionalista tedesco costituiscono un patrimonio che
sarà alla base delle esperienze condotte sulla città e sulla residenza fino ai
nostri giorni.
Data: 20.10.2007
Valentino Ramazzotti