DALL’INTERVENTO IN COLOMBIA ALL’OCCUPAZIONE COLONIALE

DELL’AMERICA LATINA

(articolo pubblicato sul giornale argentino Desafìos del dicembre 2000)

Stella Calloni

(traduzione di Roberto Bugliani)

 

Organizzazioni non governative colombiane hanno recentemente denunciato al Parlamento europeo gli assassinii di oltre trentottomila persone negli ultimi anni per mano delle bande paramilitari e dell'esercito controinsurrezionale colombiano. Ma questa è solo la punta dell'iceberg di migliaia di crimini da esse registrati. Il mondo sta assistendo da lontano - perché non sa ciò che sta succedendo in Colombia - a questa tragedia che è iniziata nei primi anni del 1900 e che è progressivamente cresciuta dopo l'assassinio del leader colombiano Jorge Eliécer Gaitán il 9 aprile 1948.

Una delle ragioni che ha messo in moto la feroce oligarchia colombiana - che viene chiamata "l'istituzione" - è stata proprio la denuncia di Gaitán, il suo famoso discorso per la pace tenuto dinanzi a una folla che sventolava bandiere nere in segno di protesta per le migliaia di assassinii causati dai cosiddetti "uccelli" paramilitari che agivano già come parte della politica controinsurrezionale dello Stato.

Dopo la rabbia popolare che seguì all'assassinio di  Gaitán, ricordata come il "bogotazo", quando il paese letteralmente prese fuoco, le guerriglie iniziarono le loro azioni come risposta quasi logica alla persecuzione politica, alla crescente emarginazione sociale e all'alienazione agli Stati Uniti delle principali risorse del paese. E nel 1964 le Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc) intrapresero la strada della guerra rivoluzionaria, sotto i principi del socialismo.

La violenza è andata crescendo in fretta e senza fermarsi. Ma ciò che preoccupa maggiormente la cosidetta "istituzione" e i suoi sostenitori statunitensi è l'enorme avanzamento della guerriglia delle Farc-Ep e il loro radicale cambiamento nella geografia del paese. E' scomparsa la possibilità di fare accordi di pace menzogneri o circoscritti. L'esperienza fu fatta negli anni '80 quando, pochi giorni dopo gli accordi tra il governo e il Coordinamento guerrigliero Simón Bolívar (Cgsb), il paese fu riportato alla realtà con l'assassinio della maggior parte dei leaders del Movimento 19 aprile e di militanti e avvocati impegnati in lotte politiche, e lo stesso successe in altri settori. Anche l'Unione patriottica venne decimata e in un breve lasso di tempo quasi quattromila suoi militanti furono uccisi dagli "squadroni della morte". La storia del movimento sindacale è costellata di crimini sanguinosi e soltanto negli ultimi anni le cifre parlano dell'assassinio di circa tremila tra dirigenti e delegati.

Ma quale pace si può costruire in un paese che ha un esercito controinsurrezionale da cui dipende un altro esercito paramilitare, e ai quali è destinata la maggiore quantità della spesa pubblica per la loro opera criminale? Washington non può ignorare che questo esercito che addestra e aiuta da molto tempo ha commesso le più flagranti e massicce violazioni dei diritti umani nel continente.

Le parole non sono più sufficienti e se Washington si è mossa è stato perché la geografia della guerriglia è cominciata a cambiare bruscamente, malgrado gli eccidi, e perché a sua volta la regione attorno alla Colombia stava assomigliando sempre più a una prateria in fiamme. A questi fatti se nè aggiunto un altro: l'elezione presidenziale dell'ex colonnello Hugo Chávez in Venezuela, attorno al quale è stata costruita la più sporca campagna disinformativa che si ricordi negli ultimi anni. Adesso Chávez, che vince tutte le elezioni che indice, è segnalato da Washington per la sua supposta collaborazione ai movimenti sovversivi della Bolivia e dell'Ecuador, dopo essere stato segnalato come compagno di strada delle guerriglie colombiane. La guerra fredda è finita? La sovversione è il rifiuto dell'ordine imposto da quella che è di fatto la dittatura mondiale? Forse che i popoli del mondo non hanno il diritto di lottare contro la dittatura imposta in un modo o nell'altro, e con maggiore ragione di fronte all'attuale dittatura mondiale che con altri metodi imita l'espansione fascista hitleriana?

Il caso colombiano ci obbliga a spogliarci di ogni ipocrisia e ad esigere la verità che è stata occultata, specialmente in relazione al sinistro Plan Colombia che viene venduto al mondo - benché vi siano molti sospetti, anche nell'Unione europea - come un progetto per la pace, quando invece è il più ambizioso progetto di intervento massiccio degli Stati Uniti. Se militarmente riuscirà, l'ALCA sarà soltanto la firma di capitolazione dell'America Latina. Nel caso del Plan Colombia, molte organizzazioni nel mondo si stanno unendo a queste denunce. Con un'azione deliberatamente volta a far fallire i negoziati di pace, che ristagnano in un momento così tragico della vita colombiana, il governo statunitense ha operato un cambiamento al Piano originale approvato dal parlamento colombiano e ha inviato la nuova versione "militarizzata" in inglese, che mai avrebbe dovuto venire accettata dal governo del conservatore Andrés Pastrana.

Ciò che esiste al fondo della questione è il vero scontro tra coloro che vogliono "risolvere" la crisi politica, economica e sociale, che è al suo punto limite, con l'inserimento nel mercato del paese sottomesso agli Stati Uniti e l'avanzata di un popolo che aspira al suo massimo diritto: la libertà. La maggioranza in Colombia sa che l'unica strada per costruire una società diversa e in pace non è quella del liberismo selvaggio. In questo periodo, mentre le organizzazioni dei diritti umani chiedono giustizia per i genocidi commessi dalle dittature degli anni '70, in Colombia vengono assassinati ogni giorno e in modo atroce tra le 15 e le 30 persone, e la maggior parte delle vittime vivono nelle zone rurali e contadine. Lo spettacolo dei cadaveri orribilmente mutilati è pressoché quotidiano per milioni di contadini colombiani, e uno si domanda: che cosa fa il mondo davanti a questo sterminio? La politica del terrore viene pensata in quanto tale. I cadaveri vengono messi sulle strade dove passano i contadini. Si tratta di un messaggio molto chiaro e spaventoso per milioni di persone, che vengono spinti a fuggire non importa dove, incrementando così il numero di rifugiati che vivono in condizioni scandalose. Ciò ci porta a paragonare l'"umanismo" statunitense con quello europeo nel caso del Kosovo, dove hanno appoggiato un esercito di mercenari trasformati come per magia in un "Esercito di liberazione" (Elk) e hanno consentito i terribili bombardamenti della Nato, mentre adesso si comincia a sapere la verità, che viene sempre a galla.

 

Il Plan Colombia

 

Dalla sua approvazione nel Congresso degli Stati Uniti - un atto interventista che l'Onu non vede -, il Plan Colombia, che è già operativo nel Putumayo e in altri luoghi previamente segnati sulla carta, ha prodotto il triplicarsi dei massacri paramilitari, come hanno denunciato le organizzazioni umanitarie, perché l'essenza di questo piano è la controinsurrezione, e la controinsurrezione non è la lotta contro la droga. Contro il traffico di droga gli Stati Uniti dovrebbero già aver arrestato nel loro paese migliaia di colpevoli. La loro guerra in Colombia è per il controllo totale di una regione che sperano di trasformare in una enorme e produttiva (per loro) colonia del XXI secolo.

L'intervento statunitense non è nuovo, ma adesso cerca la propria legalizzazione tramite l'appoggio di vari paesi al fine di dar via libera all'invasione. La presenza di consiglieri militari, la direzione strategica del progetto e l'enorme aiuto tecnologico e di armamenti dato all'esercito colombiano, che in questo momento rappresenta meglio di altri ciò che è un esercito di sicurezza nazionale, il finanziamento della guerra controinsurrezionale portano allo scoperto la realtà dell'intervento. Che si può vedere analizzando l'impiego del denaro stanziato per la prima fase del piano. Degli oltre 1300 milioni di dollari che sono stati destinati dagli Stati Uniti, 1102 vengono utilizzati per l'equipaggiamento dei soldati, l'addestramento, l'acquisto di elicotteri (più di 60) Black Hawk e Huey e per il miglioramento dello spionaggio elettronico interno della Colombia e dei paesi vicini. Anche ad Aruba e Curazao sono stati destinati più di 50 milioni per l'acquisto di radar e lo stesso dicasi per l'Ecuador, che ha ceduto agli Stati Uniti la base militare di Manta. Denaro impiegato, come vuole la guerra di bassa intensità, per controllare la "possibile insurrezione" degli indigeni ecuadoriani che, benché nessuno lo dica, sono stati protagonisti di una delle più grandi ribellioni contro le imposizioni del mercato.

Secondo il Piano, le frontiere della Colombia si trasformeranno, con la menzogna della guerra al narcotraffico, in una zona di proliferazione di basi di vigilanza e in sedi delle Forze di intervento rapido e di corpi speciali per coprire le emergenze continentali. Un Comando Sud, esteso e moltiplicato. Nel suo raggio d'azione vi sono attualmente Brasile, Venezuela, Ecuador, Panama, Perù e Bolivia, e non mancherà di estendersi a tutta l'America Latina. Per gli Stati Uniti il Brasile è un osso duro da rosicchiare ed è il maggiore sostenitore di una integrazione subregionale per non cadere nelle mani dell'ALCA come un pesce solitario nella rete del grande pescatore. In Venezuela la destabilizzazione è già in marcia. Chávez inoltre ha rivalorizzato il ruolo latinoamericano nell'Organizzazione dei paesi produttori di petrolio (Opec), ha colpito nel suo punto più duro il blocco contro Cuba fornendo petrolio a prezzo equo a questo paese e a quelli centroamericani, provvedimenti che l'establishment non può tollerare. La guerra fredda è un'altra volta tra di noi. Il Plan Colombia fa parte di questo nuovo capitolo.

Il panorama è apocalittico. Benché le Farc abbiano presentato, attraverso il suo comandante Manuel Merulanda, un piano di pace eccezionale, in cui si propone un progetto di sradicamento manuale della pianta di coca, che non provocherebbe danni alla popolazione né all'ambiente, non sono state ascoltate. La rivista colombiana Desde abajo, lavoro collettivo di un gruppo di giornalisti che cercano di vincere l'enorme disinformazione, ha provocato uno choc diffondendo tra la gente la traduzione del Plan Colombia, che circolava in inglese, perfino nel Parlamento del paese.

"Con la minaccia e l'ipotesi di uno scontro militare, poliziesco, giuridico nei prossimi sei anni condotto con la scusa della guerra al narcotraffico" il Piano è stato presentato in tre versioni. Una di esse, quella "autentica", è stata sottoposta ai parlamentari nordamericani per motivarli attraverso la "minaccia" di ciò che rappresenta la Colombia per gli Stati Uniti e chiedendo in questo caso l'appoggio contro tre fuochi geografici iniziali, "il cui primo scenario è costituito da Putumayo, mentre nei due anni successivi toccherà al centro e alla parte sudoccidentale del paese. In questo documento il tema della pace occupa il quinto posto". Un'altra versione, quella destinata, come dice la rivista, all'opinione pubblica nordamericana - tradotta dalla seconda commissione del Senato -, "ignora gli aspetti militari e il tema della pace figura al secondo posto". La versione destinata alla Comunità europea mette invece in risalto "la difesa dei diritti umani e sopprime i riferimenti al rafforzamento militare". Questa è la realtà del Plan Colombia nelle versioni "aggiustate dagli Stati Uniti per i vari settori o circostanze". Quale versione avrà presentato Andrés Pastrana nel suo disperato pellegrinaggio per il paese alla ricerca di consenso?

Da parte sua Stan Goff, un ex militare in congedo dei Corpi militari speciali degli Stati Uniti, che nel 1992 ha addestrato i battaglioni dell'esercito colombiano, ritiene che il Plan Colombia abbia un obiettivo molto importante. "Il principale interesse degli Strati Uniti è il petrolio. Si tratta di proteggere le operazioni delle compagnie petrolifere Oxy, British Petroleum (che si è fusa con la nordamericana Amoco) e Texas e assicurare il controllo dei futuri campi colombiani. I geologi dicono che la produzione comincia a diminuire mentre la domanda continua ad aumentare, così che le riserve rappresentano un problema strategico. In questa risorsa risiede il potere del sistema capitalistico e il suo controllo è la chiave di volta della dominazione economica, politica e militare degli Stati Uniti".

In questi giorni è stato anche denunciato l'addestramento da parte di corpi speciali dell'esercito nordamericano degli squadroni della morte detti "los pepes", organizzati dai fratelli Castaño (Fidel e Carlos), i principali capi paramilitari. Il primo è morto e il secondo è a capo delle Auc (Gruppi di autodifesa della Colombia) responsabili di migliaia di crimini atroci. Le Auc funzionano con liste che preventivamente gli consegna l'esercito, e con queste entrano nei villaggi per scegliere in modo selettivo le loro vittime, anche se la strage non manca di estendersi.

In questo senso la prima delle dieci strategie del Plan Colombia è descritta nei termini seguenti: "una strategia economica che produca posti di lavoro, che rafforzi la capacità dello Stato di riscuotere le imposte [...], l'espansione del commercio internazionale, accompagnato da un migliore accesso ai mercati stranieri e ai trattati di libero commercio che attirino gli investimenti stranieri e interni sono elementi-chiave nella modernizzazione della nostra base economica [quella degli Stati Uniti] e per la creazione di posti di lavoro". Nel secondo punto si parla della necessità di una strategia fiscale con severe misure di austerità e aggiustamenti, ossia dell'allineamento colombiano nel quadro della globalizzazione selvaggia. Nel terzo punto si parla di una diffusa strategia di pace, ma il piatto forte è nel quarto punto: "Una strategia per la difesa nazionale, per ristrutturare e modernizzare le Forze armate e la polizia, affinché venga recuperato lo stato di diritto e garantita la sicurezza su tutto il territorio nazionale, contro il crimine organizzato e i gruppi armati per promuovere i diritti umani e il diritto umanitario internazionale". Vale a dire rafforzare i maggiori trasgressori dei diritti umani nel paese.

Per giustificare l'inclusione delle Forze armate nel loro piano antinarcotici viene sostenuto che, benché questa lotta spetti soprattutto alla polizia, gli stretti legami dei trafficanti con i gruppi armati ai margini della legge "hanno costretto le Forze armate a dare un grande contributo alla lotta al narcotraffico". Allo stesso titolo vi sono anche proposte per consolidare il controllo aereo e si afferma che nel conflitto armato giocano tre protagonisti. Dal lato delle guerriglie vi sono le Farc e l'Eln, "le cui radici sono, rispettivamente, i movimenti contadini e la guerra fredda. Dall'altro vi sono i gruppi di autodifesa ai margini della legge che cercano una soluzione armata al conflitto e un maggiore riconoscimento politico delle loro organizzazioni". E' incredibile la fandonia con cui le Auc, gruppi paramilitari di vecchia data, vengono presentate come parte del conflitto, mentre viene passato sotto silenzio lo Stato controinsurrezionale colombiano.

Il linguista nordamericano Noam Chomsky denuncia con chiarezza chi sono quelli che guadagnano con il narcotraffico. "Uno studio recente dell'Organizzazione per la cooperazione economica e lo sviluppo (Oced), organizzazione dei paesi ricchi, valuta i proventi del traffico internazionale a circa mezzo trilione di dollari all'anno, dei quali più della metà circolano nel sistema finanziario degli Stati Uniti". Secondo lo studio di Chomsky, la Colombia riceve il due o tre per cento del totale dei proventi che restano negli Stati Uniti. Ma Chomsky aggiunge anche altro per sottolineare l'ipocrisia del cosiddetto Plan Colombia, vale a dire che il Servizio parlamentare delle ricerche degli Stati Uniti ha concluso che il 90% delle sostanze chimiche usate nella produzione di droga provengono dagli Stati Uniti.

La quantità di documentazione comprovante i veri obiettivi del Plan Colombia dovrebbe indurre il mondo intero a chiedere, come fanno i colombiani, che l'aiuto militare vada all'effettiva tragedia colombiana: l'enorme e desolante miseria del suo popolo e a sradicare il terrore.