La
nostra rivista, Rosso XXI°, luogo e veicolo di diffusione del nostro dibattito
e d’informazione della nostra attività, pur mantenendo ovviamente il suo
carattere specificatamente politico potrebbe essere arricchita da una sezione:
un osservatorio antropologico che ponesse attenzione all’intero campo della
condizione umana: pratiche, credenze, ricerche, aspettative, sia nel loro
divenire e trasformarsi sia nella loro consuetudine, sempre connesse, in modo
diretto o anche lontanamente indiretto, con la politica e capaci di affettarne
la prassi. Da interpretare sia nella loro autonomia sia appunto in chiave
connettiva. Ciò dovrebbe svolgere la funzione di integrare le nostre analisi e
di coordinare i due principali domini, quello politico (incluso quello
militare) e quello finanziario (con il primo ormai servo - anche un po’ scemo -
del secondo) all’intera economia.
Una
argomentazione dei motivi che rendono sollecita e lecita questa mia proposta
richiederebbe un saggio, cercherò comunque con un esempio molto sintetico di
renderne conto.
Sempre
più spesso le nostre analisi, alla domanda: per quale causa? sprofondano in un
abisso tenebroso. Per esempio per quale causa i comunisti non riescono ad
aggregarsi ?
Se
lo sapessimo non staremmo qui! Certo facciamo molte supposizioni e sicuramente,
nella loro parzialità, adeguate; forse se provassimo a riunirle otterremmo un
intero? Oppure ancora qualcosa ci sfugge: qualcosa che magari è assente nelle
nostre categorie d’analisi? Forse i prodotti dell’arte, espressioni di
manipolazioni tecnologiche, esperienze
di droghe, di tensioni interne, portati di entusiasmi progressisti o di
delusioni storico-esistenziali, potrebbero essere, con le loro metafore,
analogie, simbologie, rivelatori puntuali: di conflitti, di disagi, di
ideologie finalistiche reali? O forse tutto dev’essere così bello e sereno come
nei varietà, nelle fiction, negli spot pubblicitari della televisione. Quindi
tutto tagliato e cucito su quei modelli e tutto il resto deve essere eliminato?
Questo ambito dell’arte in tutte le sue accezioni, come quello
scientifico-scientista, insomma come tutte le modalità con le quali l’uomo si
rapporta alla realtà, sono alla completa mercè del capitale finanziario, che lo
utilizza in funzione dei propri scopi ideologici, così come i rapporti di
produzione, subordinando il tutto alla logica del profitto che ne orienta e
dirige l’attività escludendo tutto ciò che non è ad essa funzionale.
Non
sto a dilungarmi oltre, spero che le motivazioni siano chiare e che quindi sia
necessario estendere le nostre analisi di economia politica e sociale oltre i
rapporti di produzione: chissà che si schiariscano le nostre oscurità.
Saluti Comunisti
Paolino Rosini