Un caso di sindrome di Sweet
M. Fimiani, P. Rubegni, G. De Aloe, E. Pianigiani, L. Andreassi
Istituto di Scienze Dermatologiche – Università degli Studi di Siena
Presentiamo il caso
di una donna di 50 anni giunta alla nostra osservazione per la presenza, da circa
una settimana, di numerose placche eritematose insorte acutamente con febbre
(40°C) e con grave impegno delle condizioni generali. Circa 15 giorni prima
della nostra osservazione la paziente aveva manifestato un episodio di
broncopolmonite da clamidia. All'esame obiettivo dermatologico si apprezzavano
numerose placche infiltrate, a limiti netti e di colorito eritemato-cianotico,
dolenti alla pressione che si localizzavano prevalentemente al volto, al
décolleté, al dorso ed agli arti superiori ed inferiori. Gli esami ematochimici
evidenziavano una leucocitosi neutrofilica con innalzamento degli indici di
flogosi. L'esame istologico eseguito su un prelievo bioptico di cute lesionale
mostrava un edema del derma papillare con infiltrato linfoistiocitario perivasale
nel derma reticolare, presenza di numerosi polimorfonucleati con
leucicitoclasia. Non erano evidenti segni di vasculite. Sulla base dei dati
clinico-anamnestici ed istologici veniva posta diagnosi di sindrome di Sweet ed
intrapresa terapia corticosteroidea (6 metil-prednisolone 60 mg/die) che
consentiva un rapido controll della dermatosi.
La sindrome di Sweet
viene comunemente ritenuta una reazione di ipersensibilità a batteri, virus o
antigeni tumorali. Nella maggior parte dei casi è preceduta da una infezione
delle vie aeree superiori, come nel caso da noi descritto, o del tratto
gastrointestinale. Inoltre la sindrome può associarsi a numerose malattie
autoimmuni quali: il morbo do Crohn, la colite ulcerosa, la malattia di Behcet,
la malattia di Basedow e la tiroidite di Hashimoto.