EPILUMINESCENZA DEI NEVI MELANOCITICI PALMOPLANTARI

S. Pallotta, R. Bono, G. Di Lella, S. Nisticò, M. Burroni*, G. Dell'Eva*, P. Puddu

Dipartimento di Immunodermatologia - Istituto Dermopatico dell'Immacolata, IRCCS - Roma

Biomedical Research* - Siena

 

I nevi melanocitici palmoplantari costituiscono un frequente problema di diagnosi differenziale con altre lesioni pigmentate. Lo stravaso emorragico subepidermico traumatico, l'angioma superficiale, le verruche volgari e la pigmentazione idiopatica benigna, clinicamente possono simulare lesioni melanocitarie. Ancora più importante è la diagnosi differenziale tra nevo maculare palmoplantare e melanoma in situ.

L'aspetto dermoscopico dei nevi palmoplantari è il risultato della distribuzione del pigmento in rapporto alle strutture che caratterizzano la superficie cutanea palmoplantare: i solchi, le creste e gli sbocchi delle ghiandole eccrine. Infatti il pigmento prevale nei solchi assumendo un aspetto lineare, con risparmio parziale o totale delle creste. Inoltre è possibile la presenza di una pigmentazione di fondo e di spot pigmentari. Autori giapponesi hanno riunito in cinque gruppi i diversi patterns dei nevi palmoplantari (Akasu R. et al. 1996).

Abbiamo sottoposto ad epiluminescenza digitale (Sistema MIPS Burroni-Dell'Eva) 120 lesioni melanocitarie palmoplantari.  Successivamente sono state asportate chirurgicamente e sottoposte ad esame istologico.

Le lesioni inquadrate nei cinque gruppi per il loro aspetto dermoscopico, sono risultate benigne tranne un caso di melanoma in situ appartenente al terzo gruppo (lineare). 20 lesioni inclassificate sono risultate 8 benigne, 8 atipiche e 4 maligne.

Possiamo così concludere che i nevi palmoplantari che hanno il pigmento melanocitario distribuito secondo le strutture anatomiche caratterizzanti la cute palmoplantare, e quindi classificabili secondo i cinque patterns predefiniti, possono essere considerati benigni. Altresì le lesioni pigmentarie non classificabili sono spesso atipiche o maligne. Infatti le caratteristiche dermoscopiche del melanoma maligno in situ sono rappresentate da estensioni laterali del pigmento coinvolgenti anche le creste di superficie formando macule a distribuzione irregolare.

Pertanto riteniamo che l'ausilio della Microscopia in Epiluminescenza sia utile nel differenziare tra loro le diverse lesioni pigmentate palmoplantari e nel riconoscere precocemente il melanoma. Infine il poter memorizzare immagini di nevi palmoplantari con sistemi digitali,  permette di monitorare nel tempo l'andamento dei nevi evitando inutili asportazioni chirurgiche preventive.